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MY DREAM [Fan Fiction] (in corso). Rating: verde

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2012 22:07
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04/02/2010 20:56
 
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CAPITOLO 15

Le amiche e desideri di paternità


“You'll never make me stay
So take your weight off of me
I know your every move
So won't you just let me be
I've been here times before
But I was too blind to see
That you seduce every man
This time you won't seduce me”


Il mio telefono squilla, sposto il braccio di Michael che mi cinge la vita impedendomi ogni movimento “Pronto…”
“Quando pensavi di dirmelo?”
“Buongiorno anche a te, Bianca. Di che parli?”
“Del fatto che sei andata a vivere in America con Michael Jackson e che sei la sua migliore amica”
“E cosa dovevo fare? Urlarlo ai quattro venti *anche se il mio primo istinto sarebbe stato quello* mettendo in pericolo tutti compresi noi due. I giornali non ci avrebbero dato pace”
“Ma neanche alla tua migliore amica”
“Ti rendi conto che l’ho fatto affinché non dessero la caccia a te, ai nostri amici ed alla mia famiglia . Ho cercato di proteggervi”
“Scusami. Non ci avevo pensato. È stato dura venirlo a sapere dai giornali piuttosto che da te”
“È successo tutto talmente in fretta, solo i miei genitori lo sapevano, tu ed il resto del mondo lo avete scoperto dal tg. Dovresti essere contenta che io abbia trovato qualcuno di speciale che mi sappia rendere felice”
“Lo sono ed era anche ora, te lo meriti, ma è successo dopo la mia partenza?”
“Ad essere sincera no..” e gli racconto tutti i bei momenti passati insieme, a Bucarest, al mio compleanno e a Natale
“Ecco allora chi è stato a regalarti quell’auto da sogno, hai capito che fortuna”
“Sai, mi sento meglio ora che finalmente ho potuto svelare a qualcuno il mio piccolo segreto; però acqua in bocca. Intese?”
“Certo e scusami ancora. Ti voglio bene e a quanto pare non sono l’unica”
“Anche io te ne voglio, stammi bene e richiamami ma non alle otto di mattina!”.
Michael, nel frattempo, si è svegliato ed ancora assonnato mi domanda “Stavate litigando a causa mia?”
“Insomma. Era arrabbiata perché non le ho detto nulla di noi due”
“Mi dispiace”
“E di cosa? Non ti devi dispiacere di nulla perché mi hai reso la donna più felice del mondo. Quello che dicono gli altri non conta, non significa nulla”
“Se se l’è presa così tanto vuol dire che ti vuole bene, non quanto te ne voglio io però” un attimo di silenzio durante il quale mi bacia la schiena che è ancora per metà rivolta verso di lui
“Visto che alla fine sei riuscita a dormire!” mi fa notare con uno dei suoi sorriseti disarmanti
“Eccome se ho dormito”
“Facciamo così; quando non ci riesci dimmelo che rifacciamo la stessa cosa di ieri sera…”
“Non occorre che abbia l’insonnia per fare quello” ci guardiamo intensamente e ci baciamo.
“Ho fame. Andiamo a fare colazione” mi alzo per vestirmi, però mi afferra per un braccio
“Che fretta c’è! Voglio poter guardare il tuo splendido corpo ancora per un po’. Quanto sei bella amore mio. Nemmeno Leonardo da Vinci sarebbe stato in grado di immortalare la tua bellezza sulla tela”
“Ti consiglio di fare una foto. Durerà di più. Vedremo se tra 20/30 anni quando la vecchiaia prenderà il sopravvento se mi vorrai ancora”
“Sempre e comunque. Anche se diventassi come una delle sorellastre di Cenerentola. Non ti amo solo per il tuo aspetto ma anche per il tuo cuore. Sei la persona più dolce e sensibile che conosca”
“Io ne conosco una che lo è addirittura più di me”
“Chi? Chi è? Dimmi chi è che lo distruggo!” mi domanda stupefatto
“Tu. Sciocco. A chi pensavi? Dai andiamo, mi hai fatto venire na fame con tutta la “ginnastica” di ieri notte”.
Dimenticatevi dalla solita colazione leggera fatta in fretta e furia perché come al solito si è in ritardo, nemmeno al cenone della vigilia o a quello di San Silvestro c’è così tanta roba da mettere sotto i denti, ovviamente non mancano i nostri cornetti, appena sfornati, e il succo d’arancia.
“I miei complimenti allo chef”
“Riferirò. E aspetta che arrivi il cuoco italiano che ho assunto a posta per te”
“Non ti dovevi disturbare. Se voglio o hai voglia di mangiare qualcosa di italiano posso sempre cucinare qualcosa io”
“Amore mio quanto sei dolce. Ma d’ora in poi non dovrai più alzare un dito”
“Mi stai dicendo che dovrei stare in panciolle tutto il santo giorno?”
“No. Ti potrai alzare per farmi qualche coccola se vorrai e spero proprio di sì. Te lo dico perché quando arriveranno i figli non avremo più un attimo libero per stare seduti a non far niente o tutto il giorno per fare l’amore?”
“Tu vorresti passare l’intera giornata a fare che?”
“Cosa c’è di male? Quello che facciamo è l’espressione dell’amore che proviamo l’uno per l’altra”
“Va bene, ma non contare su di me. Ieri basta e avanza o vuoi affrontare la cosa adesso?” continuo “Guarda che se continuiamo di questo passo il piccolo Prince arriverà presto”
“O la piccola Jackson. Non ci vedo niente di male, lo sai quanto desideri avere dei figli da te. Maschio o femmina non fa differenza, anzi spero che il primo sia una femmina, così sarà bella come la sua mamma …”
“Prima finisci il tour e poi ne riparleremo, ok? O mi vuoi far fare su e giù per il mondo col pancione? Ricordati che per il resto del pianeta siamo due amici e a quanto mi risulta gli amici non hanno figli tra di loro” sottolineo con aria di rimprovero
“Quando le acque si calmeranno, ti giuro tesoro che salirò sul palco della prima trasmissione televisiva e griderò a tutti il nostro amore. Non sai quanta voglia ho di condividere col mondo questa mia felicità e di presentarti alla mia famiglia e agli amici. Ma adesso vieni con me ti devo far vedere il mio rifugio segreto”.
Mi porta ai piedi di un albero maestoso “Non sarà mica che dentro ci sono i bimbi sperduti di Peter Pan. Sai com’è, data la tua passione per le fiabe, specialmente per Peter Pan”
“No sciocchina. Dobbiamo salire te la senti?”
“Guarda, caro il mio signorino, che ero una campionessa italiana. Io salgo sugli alberi da quando avevo due anni, quando portavo ancora il pannolino”
“Dimostramelo”
“Guarda e impara”, saliamo fin in cima
“Che visione stupenda! Si vede tutta Neverland”
“È qui che vengo quando mi sento solo, devo riflettere o semplicemente per stare un po’ in pace. Mi sa che non ne avrò più bisogno e comunque è migliore la vista di quello che ho davanti” mi stringo a lui e contempliamo il panorama. Per tutto il pomeriggio giochiamo ad airhockey, la penitenza è ovviamente ammettere che il vincitore è il migliore e baciarlo *non mi è mai piaciuto così tanto perdere e poi è davvero il migliore*.
Un salto nello studio di registrazione “Dai voglio registrare la tua magnifica voce “
“No. Ho un’idea migliore, cantiamo insieme I just can’t stop loving you e registriamoci”
“Tesoro quanto sei carina. Va bene”… alla fine ci riascoltiamo “Michael stai piangendo?”
“È bellissima. Sarà stupendo farla ascoltare ai nostri figli”
“Sì, così potranno sentire quanto è stonata la loro mamma!”
“Non è vero. Canti come un usignolo” “Bugiardo, non sai mentire. Lo so che sono stonata, anche se in confronto a te tutti lo sono”
“Non mi avevi mai detto una cosa del genere sulla mia voce. Mi piace come complimento, detto da te so che è sincero e lo apprezzo molto” dice sorridendomi
“Allora se ti fanno questo effetto te li devo fare più spesso, adoro vederti felice e sai che sono disposta a tutto affinché tu lo sia”
“Se vuoi vedermi felice allora devi sempre stare al mio fianco perché è la cosa che desidero di più al mondo”
“Vale anche per me. Promettimi che non mi lascerai mai”
“Non te lo prometto ma te lo giuro. Come può qualcuno separarsi dalla sua fonte di vita? Sì, Elena perché tu mi hai ridato la vita” lo guardo intensamente iniziando a piangere “Che c’è? Ho detto forse qualcosa di sbagliato?”
“Niente. Le tue parole sono dolcissime, è solo che non mi aspettavo potesse esistere un amore tanto forte quanto meraviglioso. Grazie di amarmi” con le lacrime agli occhi mi stringe e mi bacia dicendo che semmai è lui che mi deve ringraziare per avergli fatto riscoprire la felicità e conoscere l’amore. Restiamo abbracciati per molto fin quando mi addormento con la testa immersa nei suoi capelli profumati e morbidissimi come una nuvola, “Elena” mi chiama e quando non gli rispondo capisce che mi sono addormentata, mi prende delicatamente in braccio e mi porta a letto “Povero il mio tesoro, dev’essere stanca morta”. Dopo qualche ora mi sveglio trovandolo disteso accanto a me che mi fissa “Dormito bene?”
“Scusa se mi sono addormentata si vede che devo ancora abituarmi al fuso orario. Sei stato tutto il tempo a guardarmi ronfare?”
“Sì, mi piace guardarti dormire. Hai un non so che di angelico. Sembri così indifesa che mi viene voglia di proteggerti restandoti accanto”
“Ma guarda un po’, non me l’aspettavo mica che fossi anche un principe azzurro”
“Non sai molte cose di me”
“E tu pure”
“Cosa intendi dire?”
“Tu forse non te ne eri accorto è comprensibile ma quella volta in albergo non stata la prima volta che ti ho visto dal vivo”
“Spiegati meglio”
“Io c’ero anche al concerto di Monza. È stata quella la prima volta che ti ho visto esibirti”
“Aspetta ora che ci penso mi ricordo di una ragazza molto simile a te. Per caso sei entrata per prima, ma poi la folla ti ha sommersa ritrovandoti a spingere per arrivare fino in quinta fila?”
“Sì, è andata proprio così. Ma come fai a saperlo?”
“Dal backstage si vede tutto. Incredibile, quella ragazza eri proprio tu. Sai anche allora mi colpisti”
“Perché?”
“Mi sembravi così indifesa, anche allora mi era venuto l’impulso di proteggerti” appoggio la testa al suo petto e continuiamo a parlare fino a che ci addormentiamo.
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