Ricordo che la 1^ e 2^ parte sono state postate su News e Rumors "nuovi libri su Michael" - Continua la saga .... terza parte
Le conversazioni intime di Michael Jackson (parte terza) di Tiziana Bongiovanni - Nov 5th, 2009 Ultimissime.
Prosegue il nostro viaggio tra le ossessioni di Michael Jackson, l’ultimo re della pop-music recentemente scomparso, tratto dal best-seller ‘The Michael Jackson Tapes’, ancora inedito in Italia.
E’ stata la privazione d’affetto che ha colorato quasi tutti i ricordi d’infanzia legati al padre di Jackson.
MJ- Non mi sono mai sentito amato da lui. Non mi avrebbe mai stretto a sè.
SB - Ha solo un unico ricordo di una manifestazione d’affetto da parte di suo padre. Aveva circa cinque anni. Fu durante il Carnevale. Suo padre lo prese e lo mise su un cavallo. Michael ha detto che ha rivissuto quel momento quasi tutti i giorni della sua vita. Ha imparato i devastanti effetti di trascurare un bambino.
Jackson raccontò a Shmuley la tristezza dello straziante tormento di quando lui e i suoi fratelli fantasticavano sulla morte di loro padre.
MJ- Eravamo soliti dirlo a nostra madre e gli uni agli altri, ciò non lo dimenticherò mai. Io e Janet ci dicevamo: “Janet, chiudi gli occhi. Ok , sono chiusi. Immagina che Joseph sia dentro la bara. Morto. Ti dispiace? No - diceva”. Questo è quello che facevamo di solito da bambini. Ci piaceva giocare così. Eravamo così odiosi.
I fratelli Jackson in passato hanno detto che Joe Jackson era duro con loro, ma le loro descrizioni non coincidono. E Joe Jackson disse che aveva sì frustato suo figlio, ma mai picchiato. Un portavoce della famiglia Jackson ci ha detto: “la famiglia non si nobilita con questo commento”.
SB - Per quanto riguarda Michael, non è importante se queste accuse sono vere, ma quanto lui ne ha percezione.
E come la maggiorparte delle cose nella vita di Jackson, nulla è stato bianco o nero. A volte ha parlato con affetto di suo padre, accreditandogli gran parte del successo.
MJ - E Dio benedica mio padre perchè ha fatto cose meravigliose, e lui era brillante, era un genio.
Michael stava lottando con la sua rabbia e la sua delusione.
SB- E come lo vedi oggi tuo padre?
MJ-Ancora oggi mio padre mi terrorizza. Mio padre entrava nella stanza – e Dio sa che sto dicendo la verità- sono svenuto in sua presenza molte volte. Ad essere onesti sono svenuto una volta. Subito. Ho vomitato in sua presenza perché quando entrava nella stanza e quest’aura arrivava, lo stomaco iniziava a farmi male e sapevo di essere nei guai. Lui è così diverso ora. Vuole essere un padre migliore. Vorrei solo l’avesse imparato prima.
SB- Perchè sei ancora impaurito allora?
MJ-Perché la cicatrice è ancora lì. Io sono come un angelo difronte a lui, ho paura. Un giorno disse: “Perchè hai paura di me?” . E io non potevo rispondere. Ho pensato, Joseph, non sai cosa hai fatto? Non sai cosa mi hai fatto?
Sb- Credo fosse l’incapacità di riconciliarsi col padre che in ultima analisi lo consumasse. Perchè voleva l’approvazione e l’amore di suo padre più di ogni altra cosa. Non riusciva a guarire. Milioni di fans non potevano guarirlo.
E’ stata la celebrità più famosa di tutti i tempi - imitata, adorata e venerata dai fans di tutto il mondo. Ma le conversazioni con il rabbino Shmuley rivelano un uomo che quasi nessuno conosceva, così ferito dalla negligenza di suo padre, che si struggeva per quell’amore non ricevuto.
SB - Hai mai pensato che se fossi diventato una grande star di successo, amata da tutto il mondo, anche tuo padre ti avrebbe amato?
MJ - Mmhmm.
Sb- Potevi cambiarlo in quel modo.
MJ - Mmhmm. Speravo che avrei potuto ottenere amore da altre persone. Ne avevo bisogno, davvero tanto, sai?
SB - Un tipo che ha avuto fama mondiale, ora sta dicendo: “non fu perchè amo la musica, non fu perchè amo ballare”.
CONTINUA
Tiziana Bongiovanni