chi ascolta M.J. fa parte della massa sottoculturale e ignara
Possibile che le riviste d'arte contemporanea non dedichino spazio a Michael? In fondo è stato l'unico body-artist che ha realizzato su se stesso l'utopia del post-human - a metà tra tragedia e fiaba - ! In fondo Time e Newsweek gli hanno dedicato la copertina! Oxford lo ha invitato per un applaudito speech. Vabbé, però è anche vero che l'Italia è un paese insieme provinciale e snob, incapace di integrare la cultura alta con quella pop, come sanno fare i paesi anglosassoni. Ecc...
Su "Flash Art", la più nota rivista italiana nel campo, c'è appunto un articolo su Michael.
Scritto da Marco Senaldi, professore all'università Bicocca di Milano.
L'inizio non è male, critico - certo -, ma è pur sempre un'opinione.
Che cosa vuole da noi Michael Jackson?
CIÒ CHE PIÙ COLPISCE nell’avventura (dis)umana di Michael Jackson sono le maggioranze silenziose che — non sapendo dove rendergli l’estremo omaggio (a Neverland? In ospedale? A casa del suo avvocato?…) — si sono letteralmente inventate un luogo simbolico sulla Walk of Fame, e lì hanno accampato il loro sacrosanto diritto all’elaborazione del lutto.
Sono queste folle il vero enigma che esige una spiegazione — e non certo Michael Jackson. Jackson come epifenomeno culturale, è già stato spiegato in lungo e in largo, e, in genere, benissimo: Jean Baudrillard ha parlato di “chirurgia plastica dell’identità” di questo eterno Peter Pan mediale; Slavoj Žižek ha messo in luce che fin dall’epoca di Thriller il lato inconscio di Jackson, il suo coté “spettrale”, era stato letteralmente messo in mostra, deducendone che nella nostra società l’inconscio non è più nascosto, ma è “out there”; e quanto agli artisti, Jeff Koons su tutti ne fece un ritratto che coglie in modo inarrivabile il sottile senso metafisico e sublime insieme del “pallore definitivo” che il cantante aveva deciso di raggiungere.
Poi i toni si fanno aspri.
La conclusione:
chi ascolta M.J. fa parte della massa sottoculturale e ignara - "l'anima brutta", la definirei - la quale massa si accontenta di un tipo di musica SCADENTE e al massimo FOLCLORISTICA (????): anzi, quella di MJ, non è neanche musica, è MUZAK (musicaccia).
Ora questo Marco Senaldi è prof. della Bicocca. Quindi il suo indirizzo e-mail dovrebbe essere: marco.senaldi@unimib.it
Quello che mi chiedo ora è: ci sono fans preparati (e non sottoculturali): una qualche "anima bella" insomma, che potrebbe scrivergli EDUCATAMENTE, senza insultarlo (perché si passerebbe dalla parte del torto), spiegandogli che M. è stato un grande artista poliedrico, sperimentale e crossover: come interprete, come musicista e come ballerino (al livello di un Merce Cunningham, ma con un pubblico molto più vasto, planetario: è siamo nell'epoca del global sharing di Youtube!).
Siccome si tratta di un professore universitario solo un'email argomentata e ben scritta credo possa essere presa in considerzione.
E magari sul prossimo Flash Art potremmo leggere qualcosa di piu' ragionevole.
Il mio stile è vecchio come la casa di Tiziano a Pieve di Cadore...
Ci si illumina d'immenso mostrando un poco la lingua...
Ci si sente in paradiso cantando dei salmi un poco stonati...