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Lou Reed è morto

Ultimo Aggiornamento: 30/10/2013 16:24
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28/10/2013 04:53
 
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LOU REED [1942 - 2013]




"Che l'asfalto ti sia lieve".

Quando prendete in mano una chitarra elettrica per la prima volta nella vostra vita di solito succede così: la si attacca all'ampli, si fanno due plettrate e ci si butta subito ai controlli del suono per vedere cosa succede. Immancabile a questo punto l'appuntamento con il volume e l'overdrive ai quali seguono 4 o 5 minuti di casino micidiale, fatto di lunghe distorsioni ai power chords che vi daranno per un attimo l'idea di essere finiti in club underground per un concerto punk o di noise rock. "Però!" vi dite, quasi spaventati anche se vi spunterà un piccolo sorrisetto sulle labbra.
Altrettanto immancabilmente a quel punto, se la vostra casa è la normale casa italiana, dovrebbe essere arrivata la mamma sparata nella vostra stanza oppure, se siete davvero bravi e diligenti, sarete riusciti a fermare il gran casino un attimo prima che la mamma arrivi spaventata alla porta.
A quel punto, se siete sempre così bravi e diligenti, probabilmente la smettete di maneggiare con i controlli del volume e del drive, togliete ogni effetto e boost, e cominciate ad aprire il manualetto "come suonare la chitarra in una settimana". Questo manualetto, che hanno tutti e tanto reazionario è che lo regalano assieme alle chitarre, insegna subito a mettere le dita a martelletto, a piegarle in un certo modo che risulta dolorosissimo, a fare correttamente i giri in C e G, dedicando particolare attenzione al D e al Am. E tante altre cose abominevoli che qui tralascio. Bene: se avete fatto tutto correttamente, come dice quel manualetto, è certo che dopo una o due ore vi sarete annoiati tanto che non toccherete mai più una chitarra in vita mia ed anzi, probabilmente, vi passerà per la mente che "però, non è così eccitante come pensavo".
In effetti, avete ragione: la chitarra elettrica non è un violino, non si suona in quel modo lì, il metodo non ha senso e tutti quei metodi per chitarra elettrica non sanno o fingono di conoscere cosa sia la musica e Lou Reed.

Lou Reed sta proprio in quei 4 o 5 minuti che hanno accompagnato il vostro esordio alla chitarra; si trova tanto in ogni sessione di chitarrista che inizia quanto, allo stesso tempo, rimane l'approdo finale di ogni musicista, e si fottano i vari Jeff Beck & Co che fanno riportare la chitarra in soffitta o in un conservatorio.
Lou Reed ha iniziato la sua arte dove gli altri nemmeno osavano arrivare. La sua è stata una lezione chiara e devastante. Ci ha detto per primo che la chitarra elettrica deve suonare come una chitarra elettrica e che solo così si può arrivare all'essenza delle cose. Non importa il virtuosismo, ribalta tutto e fa Picasso in mezzo agli impressionisti. Cosa non trascurabile. Già, l'essenza. L'essenza della musica è che è brutta, che la musica viene fatta da strumenti elettrici che distorgono, che il suono del rock è orribile in partenza, che la melodia è una banalizzazione, che le cattedrali di suono dell'ottocento possono essere facilmente superate dal suono del novecento se solo si interpreta correttamente lo zeitgeist e si usano i nuovi strumenti dell'epoca per come sono e con la sensibilità del tempo. Secondo Lou Reed il rumore è il suono del novecento, suono è anche il silenzio, oppure la rabbia, un trapano in strada, le nevrosi soniche, i feedback incontrollati, queste cose sono i tratti comuni della vita che devono entrare nella musica popolare, nel rock.
E questo ha comportato un'ulteriore lezione: fare entrare nuove istanze nel rock è un'esigenza del rock. Il rock deve veicolare cose nuove oppure muore. Se il rock può portare queste conoscenze è perché il rock deve essere sperimentazione oppure non è più rock; il rock non è un manualetto che si accompagna ad una chitarra, al contrario il rock è prendere in mano quel manualetto dato dal negoziante e gettarlo via o bruciarlo. Solo a quel punto si può cominciare a suonare la chitarra, seguendo un istinto naturale.

Guardate, il significato dietro la lezione di Lou Reed è il più attuale possibile e quello che dà significato ad un universo culturale al quale desidero appartenere, un credo al quale si aspetta che tutti si convertano. Il messaggio è quello di guardare oltre, un nuovo modo di vedere le cose. Il rock segue la vita e quindi deve cambiare sempre cercando l'essenza mutata delle cose, inutile seguire un manualetto scritto cent'anni prima. E' arte fintantoché si iniziano a fare cose d'istinto, inimmaginabili prima, di una bellezza indescrivibile a priori. La novità, la ricerca, prendere due passi nel lato selvaggio, questa è la lezione del divino lurido.
Insegna ad accettare cose nuove, a trovare qualcosa che fino a quel momento non stava ascoltando nessuno e a cui nessuno stava pensando (ma in realtà Lou Reed non insegna una bella sega a nessuno proprio perché se ne fregava altamente di apparire o di recitare qualcosa che minimamente potesse piacere a qualcuno o a qualcosa; mai un video, mai una vaccata, mai una comparsata per la stampa, mai un pezzo da classifica). Anzi, la vera musica quando appare fa storcere le labbra a mille benpensanti e succede ancora così oggi se mettete su alcuni pezzi dei V.U.: vi chiederanno "ma cos'è sta robaccia?" anche dopo che è passata in un miliardo di rivoli diversi. La musica deve precedere le altre arti, così ha sempre fatto, si dice. E se la musica è questo allora Lou Reed è stato il migliore di tutti.
Usare "è stato" mi fa dolore, viene da fermarmi qui.

Che l'asfalto ti sia lievissimo, dunque. Conoscendoti, sono sicuro che non apprezzerai questo mio intervento nè il miliardo di scritti che si alterneranno oggi. Spero solo che non ti metterai a ridere come farai per i messaggi di chi non ha capito nulla e non ti ha mai ascoltato, solo che furbescamente ha capito che eri troppo importante per non prendere parola oggi. Anzi, se sei laggiù non suonare nulla a nessuno, aspetta che arrivi anch'io e manda tutti fanculo anche da parte mia.


[Modificato da frankie.teardrop 28/10/2013 07:07]
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