BAD 25: un capolavoro di Michael Jackson riceve il giusto merito
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Come puoi dare un seguito all'album di maggior successo che è stato mai fatto? Questo non invidiabile compito era di fronte al 28enne Michael Jackson nel 1986, quando intraprese il cammino del suo ambizioso album da solista, Bad.
L'album campione d'incassi, uscito nell’agosto del 1987, non è riuscito ad essere all'altezza delle aspettative incredibilmente alte di Jackson (si racconta che volesse vendere 100 milioni di copie), ma è comunque riuscito a sfornare cinque hit al numero uno, un record che è stato appaiato per la prima volta lo scorso anno da Katy Perry.
Venticinque anni dopo la sua prima pubblicazione, la Epic/Legacy Recordings sta dando a questo classico, spesso sottovalutato, il riconoscimento che merita con un cofanetto confezionato con cura, “Bad 25”, che dispone di una versione rimasterizzata del LP originale, alcuni fantastici brani inediti dalle sessioni originali di registrazione di Bad, oltre a un DVD e un CD che celebra il concerto di Jackson al Wembley Stadium di Londra nel 1988, sapete uno di quelli con tutte le ragazze che svengono.
Come se questo tesoro non bastasse, il regista Spike Lee, recentemente uno dei più grandi supporter di Michael Jackson, ha diretto e prodotto un lungo documentario che esplora l’ispirato e spesso arduo processo nella creazione l'album, che ha venduto oltre 8 milioni copie solo negli Stati Uniti e ora si colloca come il quinto best-seller di tutti i tempi a livello internazionale. La pellicola, che debutterà sulla ABC il giorno del Ringraziamento, sta già registrando recensioni entusiastiche.
L'ambizione di Jackson per Bad era quello di incrementare la popolarità del suo predecessore Thriller, in ogni modo immaginabile. Ha scritto 9 delle 11 canzoni finali (si dice rimaste da oltre 60 tracce), il suono della musica divenne più complessa e Jackson si allontanò dalla sua immagine gentile di "amante, non un combattente".
"Quando stavamo lavorando a Bad, le idee di Mike erano diventate più forti e chiare", ha dichiarato recentemente al “Time” Greg Phillinganes, un musicista che ha lavorato sia sull'album che al suo successivo tour internazionale. Nello stesso articolo, l'avvocato di Jackson e co-esecutore della sua Estate, John Branca, dice: "Era intento a superare se stesso e ha messo molta pressione su di sé per farlo."
Secondo molti, il perfezionismo famigerato di Jackson è stato ripagato. Bad vanta ballate indimenticabili come "Man in the Mirror" e basi da pista da ballo come "Smooth Criminal" e "The Way You Make Me Feel". Video musicali all’avanguardia hanno accompagnato l’album ed erano onnipresenti su MTV, il più indelebile dei quali era senza dubbio la ripresa di Martin Scorsese della registrazione della hit del titolo, che segnalò un emergente Wesley Snipes come antagonista. Eppure, mentre Bad oggi abitualmente si ritrova nell’elenco degli album più grandi di tutti i tempi, la sua eredità come un capolavoro non era mai poi tanto data per certo.
Jackson era fondamentalmente scomparso dal panorama della cultura pop dopo il successo senza precedenti di Thriller. Con l'eccezione del suo ruolo storico nella realizzazione di "We Are the World" nel 1985 e il suo ruolo da protagonista nell’epico 3-D di fantascienza “Captain EO” per la Disney nel 1986, pareva aver ceduto il suo posto in cima alle classifiche agli artisti che erano arrivati nella sua scia.
La stampa era diventata scettica e Jackson iniziò a ricevere alcuni delle prime notizie negative della sua carriera. "L'anno 1985 è stato un buco nero per gli osservatori di Michael, che hanno assistito alla sparizione più spettacolare da quando la cometa di Halley si diresse verso la parte opposta del sistema solare nel 1910", scrisse Gerri Hirshey per Rolling Stone. Nel 1988, i lettori della rivista avrebbero votato Jackson come il "peggior cantante" e "il peggio vestito".
"La gente sta rispondendo negativamente alla sua immagine e alla campagna pubblicitaria", disse all’epoca David Wild, editore musicale per Rolling Stone.
La rivista People era solo leggermente più indulgente, nell’annunciare sulla sua copertina il suo ritorno alla musica 1987 come segue: "E' tornato. E' Bad. E' strano questo tipo o cosa? "
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La decisione del Re del Pop in questo periodo di acquistare una considerevole parte del pregiato catalogo Sony/ATV, che comprendeva i brani classici dei Beatles e di altri, non solo aveva fatto arrabbiare l’amico di lunga data e collaboratore di Jackson, Paul McCartney, ma anche una moltitudine di fan. Molte persone non sopportavano la ri-proposizione di influenti canzoni rock degli anni '60 per quello che consideravano un volgare uso commerciale. Jackson ha fatto una fortuna, ma (si è fatto) anche un pò di nemici nel procedimento.
E' stato anche in questo periodo che il nomignolo "Wacko Jacko", che secondo “The Atlantic” può aver avuto connotazioni razziali, è stato assegnato al cantante dalla stampa scandalistica, dove rimarrà un pilastro per il resto della sua vita. Alcuni articoli sulle sue eccentricità erano il risultato di ferite auto inflitte. Jackson stesso era stato accusato di essere stato la fonte delle voci stravaganti che cercava di acquistare le ossa di Elephant Man e che dormiva in una camera iperbarica, ma alcune delle reazioni negative erano un sintomo della sua persona ipersensibile e della trasformazione drastica dell’aspetto fisico.
Sono stati i drammatici cambiamenti fisici di Jackson che hanno scatenato il più grande gioco all'interno della sua fan-base afro-americana. Il comico Tommy Davidson, una volta prese in giro l'inizio della canzone "Bad" con le parole, "Questo naso non è il mio!", mentre altri semplicemente si meravigliavano di come in soli tre anni la più grande star nera del mondo era cresciuta con diverse tonalità più chiare.
Jackson in seguito, ha attribuito il suo cambiamento del colore della pelle alla malattia della Vitiligine, una spiegazione che è stata confermata dai reperti autoptici dopo la sua morte, ma la voce di corridoio dell’epoca era che il cantante si stava allontanando dalle sue radici nere, nel tentativo di ingraziarsi ulteriormente il pubblico bianco.
Nel 1987 il “Village Voice" in una rubrica particolarmente aggressiva, il critico della cultura pop nera Greg Tate scrisse: "Jackson appare una vittima dell’America della guerra in corso sulla razza, un’altro negro impazzito perché il suo specchio gli presenta quel suo volto che non è conforme all'ideale nordico".
Questa teoria ignora il sound musicale Afro-centrale di Jackson, guidato dal leggendario produttore Quincy Jones, e la sua identificazione con la cultura nera in quasi tutti i suoi video musicali dalle bande prevalentemente nere di "Beat It" al motivo Africano di "Remember the Time", solo per citarne alcuni.
"Sono un nero americano, sono orgoglioso della mia razza. Sono orgoglioso di quello che sono", disse Jackson enfaticamente a Oprah Winfrey nel 1993 e non ha mai vacillato da quella posizione (almeno pubblicamente) fino al giorno della sua morte.
Eppure, queste controversie minori sembrano bizzarre rispetto alla tempesta dello scandalo che ha consumato in seguito gran parte della sua vita.
Ascoltando il classico, il rinnovato Bad offre ai fan l'opportunità di rivisitare l'ultima era della carriera di Jackson, dove era ancora più puro, la star musicale più popolare del pianeta. La sua carriera era al punto più alto, invece che all'inizio di un declino. E il viaggio nei meandri della memoria è gratificante per non dire altro.
Bad merita certamente un posto accanto a Thriller e a Off The Wall nel pantheon della perfezione della musica pop. E gli eccellenti nuovi brani, alcuni dei quali sono apparsi in altre edizioni speciali, costituiscono una tesi convincente per il fatto che Bad avrebbe potuto essere un formidabile doppio album. Tracce orecchiabili come "Al Capone" e "Streetwalker" avrebbe potuto facilmente scalare le classifiche in ogni epoca. Eppure, la vera scoperta di questo set ben confezionato è il filmato da Wembley.
La qualità non è immacolata, il filmato è evidentemente selezionato dalla copia VHS personale di Jackson ma questo fa parte del suo fascino. Proprio come This Is It, in questo DVD c’è la possibilità di ammirare ciò che ha reso il Re del Pop una regalità musicale. Anche il più grande detrattore di Jackson non può fare a meno di essere colpito dalla sua capacità di ballare e cantare allo stesso tempo, con questo livello di qualità e di intensità. Le sue performance scivolano senza sforzo attraverso la sua carriera allora già pluridecennale dai Jackson 5 ai brani del suo album attuale.
Non è possibile ascoltare qualsiasi nuovo prodotto di Jackson senza visualizzarlo attraverso la lente della sua improvvisa e tragica morte appena tre anni fa. E in questo modo gran parte di ciò che ha fatto Jackson, col senno di poi, lo vediamo come era in anticipo sul suo tempo.
In Bad 25 e in questo repertorio prezioso del concerto, si vede un Michael Jackson ancora al culmine del suo potere, prima della sua discesa protratta nello scandalo e nella malattia. E' ancora tutto lì, quella voce, così delicata ma intensa, l'atteggiamento, l’andatura impettita e il rapporto magico con un pubblico di 72.000 fan che riusciamo a raccogliere solo in una vera icona pop.
Questo è l'ultimo sguardo di Michael Jackson, noi lo vogliamo ricordare ed è un bello spettacolo da vedere.
thegrio.com/2012/09/18/bad-25-michael-jackson-masterpiece-gets-it-due/#s:michael-jackson-recording-...
- Traduzione a cura di Niki64.mjj per MJFanSquare.
In caso di diffusione della traduzione si prega di riportare la fonte, grazie. -
recensione segnalatami da Cristiana (io devo leggere ancora tutto Vogel
)
"Hanno mangiato la mia anima ma non importa, io ho milioni di anime, quelle dei miei fans" (1995 Michael Jackson)