| | | Post: 1.008 | Registrato il: 09/06/2012 | Città: TERNI | Età: 28 | Sesso: Femminile | HIStory Fan | | OFFLINE |
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Grazie ragazze,streetwalker tu mi lusinghi. Cerco di fare del mio meglio mettendoci il cuore. A proposito spero di non deludervi con questo nuovo capitolo che forse non rispecchia ciò che vi aspettavate.
Buona lettura!!
Capitolo venticinquesimo
Nella penombra della suite Michael ,impegnato a scrivere un’altra lettera alla sua Clara , staccava ad intervalli diversi la penna dal foglio e sorridendo per poi rincupirsi, rifletteva. Erano giorni che nella sua testa vagava un pensiero che spesso si ritrovava a scacciare con disprezzo per un altro che si aggiungeva. Si guardò attorno e la vide dovunque. In ogni minima cosa. Nei regali delle fan (soprattutto quelli fatti a mano), nei suoi oggetti e nelle cose che neanche gli appartenevano. Era sempre lì. La cosa lo aveva sin dall’inizio consolato ,ma ora, la sua presenza cominciava a mancargli. Pensò che forse, chissà ,si sarebbe divertita a viaggiare con lui, ma anche stancata. E poi, c’era la sua privacy. Sul foglio prese incautamente a mettere per iscritto un’ipotetica proposta.
Vorrei che tu accettassi di seguirmi ,ma non è una cosa facile. Come vorrei che tu potessi. Se fosse possibile ,io ti giuro che troverò anche il tempo di stare con te. Ti prego Clara dimmi sì. Poi ,proprio in questi mesi, ho preso una pausa dai concerti ,anche se non sarò del tutto inattivo.
Posò greve la stilo che non riusciva più a scrivere e si coprì con le mani gli occhi premendo le dita sulla testa. Nessuno poteva dire se stava piangendo o no, fatto sta che una delle belle debolezze dell’umanità lo aveva vinto.
La lettera partì l’indomani e non appena se ne separò, ricordò. “La proposta!”
Una delle sue guardie ,giunte per annunciare la riuscita della spedizione, si fermò sulla porta. ”Qualcosa non va signore?”
Michael ,intento a confermarsi che il suo “delirio” non era stato cancellato, ordinò di essere lasciato solo e a porta chiusa tirò un cuscino.
“Cosa ho fatto?” si ripeteva senza darsi pace spaventato dalla risposta, dalla reazione, dalle conseguenze. Sarebbe stata una cosa bellissima è pur vero….. per un altro. Non volle metter piede fuori per tutta la giornata.
“Clara, eccoti la lettera. È abbastanza sgualcita .Ha fatto chilometri a piedi?” sorrise Joan.
Clara si sedette sulle scale e la lesse. Non sapeva il motivo ma era ansiosa di aprirla. La scorse veloce, finchè non si soffermò sul post scrittum che presentava una calligrafia molto irregolare. Un leggero tremito le percorse le mani e un’espressione stupita le fece alzare gli occhi verso Joan.
“M-Michael vuole-sorrise-che io vada da lui. Vuole questo!” gridò con la voce spezzata.
“Ma Clara ,non è una saggia idea. Non è da lui.” ma le sue parole non pesarono. Clara era occupata a rileggere e far svolazzare qua e là la sua immaginazione.
“Devo rispondere subito. Non so neanche se dalla felicità riuscirò a farlo. Ma certo che accetto Michael. Che mi importa del resto!” La sua gioia accese la casa e Joan non se la sentì di porsi domande ulteriori.
“Lo so che non sarà uno scherzo, sono pronta a rischiare. Se tu lo vuoi lo voglio anche io. Naturally! Grazie Michael, anche per aver capito che non devi preoccuparti della mia…-si avvicinò la penna alla bocca e stette un po’ a pensare -..privacy!” Effettuò un ultimo controllo poi si fermò.
“Come farò con i bambini?- L’entusiasmo sembrò vacillare-non voglio abbandonarli.”
Joan bussò alla porta. “Posso?”
“Certo certo.”
“Non sei più felice?” le chiese
“Si, lo sono. Il fatto è che, ho i bambini e…”
“Per un po’ potranno farne a meno. Non mi sembra che abbiano più bisogno di tanto aiuto. L’ora di lezione è sempre più quella del gioco. O sbaglio?”
“Non sbagli. Ma…”
Joan le diede delle pacche sulla spalla. ”Allora ,puoi andare con la coscienza a posto!” e mostrò la sua solita pacatezza che rincuora e da sicurezza.
“Tu dici?”
Le annuì” A disdire penserò io. Inventerò qualcosa. Tu vai cara se è questo che vuoi. Perchè, per Michael vali più di tutta la sua vita a questo punto.”
Clara si drizzò sulla sedia, convinta e concluse la lettera firmando.
Nella medesima suite in cui si era svolto il piccolo misfatto Michael non si dava pace e restò anche il giorno seguente barricato dentro. Almeno, fino alla nuova lettera. La sfilò lentamente con fare tremolante. Chiuse gli occhi e solo dopo una lunga attesa la esplorò. Nonostante l’ansia non si stupì della bella scoperta. Si calmò e sorrise anche se forse era giusto piangere dal pasticcio.
“E va bene potrà venire.” si disse rassegnato a se stesso.
I preparativi non furono lunghi per Clara che con ardore giovanile e spirito di avventura ,mostratosi evidenziato in lei si apprestò febbricitante al lungo viaggio. Si sarebbe spostata in aereo per poi proseguire in macchina nella più totale segretezza. Joan l’avrebbe accompagnata durante il volo. Niente aereo privato, avrebbe dato troppo nell’occhio.
“Pronta?” Joan al suo fianco la teneva sotto braccio per non farla perdere nel caotico aereoporto.
Clara osservava quasi spaesata il gran viavai di persone che si apprestavano a salire o scendere. C’erano coppie, studenti ,persone in giacca e cravatta che imponevano un certo rispetto. Per il viaggio aveva indossato i suoi pantaloni migliori e la sua adorata camicia ritoccata sotto un leggero cappottino.
“Pronta!” esclamò decisa.
“ecco, quello è il nostro volo.” e indicò il punto in cui dovevano dirigersi.
“Sono così emozionata! Potrei svenire!” disse tenendo saldamente la sua valigia.
“Ti capisco, ma…ora potresti lasciare la valigia per i controlli?”
Saliti a bordo e trovate le loro postazioni Clara non fece altro che guardare dal finestrino la terra rimpicciolirsi sotto di loro.
“Agitata?” chiese Joan.
Non rispose come era solita fare quando contemplava totalmente immersa. Joan capì da solo che non lo era.
Dopo alcune ore, il buio li avvolse e Clara si assopì .
“Arrivata, sei arrivata!”
Clara si svegliò di colpo e sbirciò fuori. La luce che filtrava le impediva di vedere.
“Vieni, qua fuori dovrebbe esserci l’auto che ti aspetta.” e la invitò a seguirlo.
Si accodarono alla grande fila e quando furono all’aria aperta Clara respirò a pieni polmoni. L’aereo era atterrato in un modesto spiazzale circondato dalla natura. Il freddo le pizzicò il naso facendola starnutire e stringersi nel suo cappotto. Era all’incirca, tardo pomeriggio. Si infilò in una piccola vettura e Joan la aiutò a riporre nel portabagagli la valigia.
“Fate tante belle esperienze Clara e sappi che appena lo vorrai, Michael ha assicurato che non farai altro che chiamarmi e chiedermi di tornare a casa.” le sorrise dal finestrino abbassato.
“Grazie ,ma non credo servirà. Fai buon viaggio Joan.”
Lui fece un piccolo inchino e salutò ancora.
Non ci volle molto a raggiungere la suite di Michael in cui alloggiava da quando aveva preso una pausa dal tour. Davanti alla porta non c’era nessuno e dovette affrontare la prima dura esperienza di “vita sotto controllo” come aveva sentito una volta definirla da lui. Fu condotta di fretta all’interno scortata dall’autista che aveva tutto tranne la grazia di Joan. Questo bussò gettando occhiate scrupolose a destra e a sinistra. Clara cercava di tenere le distanze, ma le fu difficile, appena si distaccò le afferrò un braccio quasi a farle male.Poi,la porta si aprì e divenne inutile fermarla. |