Nuovo articolo in cui si dice anche qualcosa di diverso dal solito e si parla anche di Dalla.
Sarà Rava o il sito che ci ha ficcato quel "Jacko"
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Rava, il jazz e la svolta pop «Suono la musica di Jacko»
08.07.2012
Il jazz e il pop non sono soltanto due mondi (oggi) lontanissimi. Si guardano anche male. Uno rinfaccia all’altro l’eccessivo disimpegno e la troppa leggerezza, l’altro risponde sbuffando per la noia.
A metterli assieme ci ha pensato Enrico Rava, star mondiale della tromba jazz, con «Rava On the Dance Floor », album appena uscito per la prestigiosa ECM che testimonia due concerti dello scorso anno all’Auditorium di Roma in cui aveva riletto, accompagnato dai musicisti del Parco della Musica Jazz Lab e da altri colleghi, il repertorio del re del pop. «A questi show c’erano i fan del jazz, ma su Internet ho visto che molti iscritti ai fan club di Jackson si erano organizzati per venire. Spero che in futuro si avvicinino al jazz, ma non è il mio scopo: io suono perché mi diverte », premette Rava.
Michael Jackson non è uno scheletro tenuto nascosto a lungo nell’armadio. «L’ho ignorato per anni — ricorda—. Lo avevo ascoltato di striscio quando vivevo a New York, erano gli anni dei Jackson 5: allora ero un talebano in quanto a gusti musicali».
Nel 2009 Jackson muore per un’overdose di farmaci. «La notizia mi ha colpito fino a un certo punto, la morte di un grande personaggio che non conosci molto — racconta Rava —. Due settimane dopo, mentre mia moglie stava guardando il dvd di un concerto a Bucarest, mi sono reso conto che mi ero perso qualcosa. Ho preso tutti i suoi cd e nei viaggi in macchina ascoltavo solo quelli».
E lì, senza snobismi, si è ricreduto: «È stato uno dei grandi protagonisti della musica e della danza del Novecento. Ha rivoluzionato molto della musica. Più di Madonna che è brava soltanto nello show biz e più di Lady Gaga che è una brava musicista».
La scaletta del concerto (in tour anche quest’estate, la prima sarà a Umbria Jazz il 10 luglio) non è un «best of» con i successi più famosi. «Ho scelto pezzi poco gettonati, ma non per essere snob. Il disco preferito dai jazzisti è «Off the Wall» ma io ci sento dentro troppa disco. I miei preferiti sono gli ultimi: il secondo volume di «HIStory» sta a Jackson come il «White Album» sta ai Beatles. Ho scelto i brani più suonabili, quelli dove si può improvvisare». Confessa un amore per «Smooth Criminal »: «È la canzone che mi ha convertito. Il riff di basso iniziale è contagioso, l’ho cantato per un mese di fila».
Jazz e Jacko, a parte la tromba di Rava (e gli arrangiamenti di Mauro Ottolini), cosa li tiene assieme? «
Le radici sono le stesse, quelle della musica che nasce fra gli schiavi nel sud degli Stati Uniti a fine ’800 che pesca nella memoria dei ritmi africani. Da lì arrivano jazz, funk, soul…».
Rava ci ha preso gusto con il pop. «
Con Lucio Dalla per anni ci siamo promessi di fare qualcosa assieme. La sua morte mi ha colpito. Mi hanno chiesto di partecipare a un omaggio, ma è troppo presto, mi sentirei un avvoltoio che sfrutta il momento emotivo. Però ho in mente un progetto “Old and New Pop” che raccoglie brani da Glenn Miller ai Beatles a “Balla balla ballerino” o “Caruso”».
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