Ho trovato questa breve recensione di
John Fordham, il critico jazz del
Guardian, e ho pensato di tradurla (spero di aver azzeccato tutto
).
Enrico Rava, il trombettista di Trieste ispirato da Miles Davis, è dovuto arrivare a 70 anni suonati per raggiungere la pista da ballo. Questo album dal vivo è dedicato a Michael Jackson, che Rava ha detto di non aver scoperto fino alla sua morte per poi diventarne ossessionato.
Thriller,
Smooth Criminal,
Blood on the Dance Floor e altri classici costituiscono un elenco di brani eseguiti in modo esuberante l'anno scorso dal Parco della Musica Jazz Lab di Roma, una giovane band workshop guidata dal trombonista Mauro Ottolini, al quale appartengono gli arrangiamenti.
Da meraviglioso suonatore di ballate, Rava suona
Speechless come
Davis suonava Human Nature di Jackson e fa ribollire ritmi come
Thriller in lampi di improvvisazione penetrante sul riff della tuba e i rombanti conga.
Privacy è una chitarra elettrica e un vortice dall'anima del sax,
Smile è una marcia impettita in una strada di New Orleans e
Little Susie (la migliore traccia) presenta Rava in modalità foschia da calore mediterranea, prima di un'allenza in un valzer cadenzato con il sax contralto di Danielle Tittarelli.
Sembra un gruppo jazz rilassato ad una festa, non una band di Quincy Jones che azzecca ogni traccia, ma è un vero tributo, non un lamento per la giovinezza perduta.
www.guardian.co.uk/music/2012/aug/23/enrico-rava-dance-floor-review?utm_source=dlvr.it&utm_medium...
[Modificato da 4everMJJ 24/08/2012 22:29]