Già disponibile da Feltrinelli - Ricordi/nel topic intervista a Rava e recensioni
Siamo molto felici di darvi questa bellissima notizia!
In concomitanza con il tour estivo del grande jazzista, che prende il via il 10 luglio, uscirà il cd live 'Rava On The Dance Floor', registrato il 20 maggio e il 30 novembre 2011 all'Auditorium Parco della Musica di Roma.
Vi posto di seguito il comunicato che abbiamo ricevuto dall'ufficio stampa di Enrico Rava, evidenziandovi le parti salienti...stay tuned, le sorprese non sono finite!!!
Enrico Rava, musicista di fama internazionale, registra per ECM fin dagli anni '70. Il suo primo album per la casa discografica bavarese fu "The Pilgrims And the Stars" del 1975 (con John Abercrombie, Palle Danielsson e Jon Christensen), a cui sono seguiti nel corso degli anni numerose altre incisioni come leader o co-leader. E’ dell'autunno dello scorso anno l’ultima uscita per ECM, "Tribe", album osannato sia dalla critica, sia dal pubblico, che hanno potuto apprezzare una formazione completamente italiana, con Gianluca Petrella, Giovanni Guidi, Fabrizio Sferra, Gabriele Evangelista e Giacomo Ancillotto.
Rava è un musicista mai pago dei tanti traguardi raggiunti nell’arco della sua lunga carriera: ogni volta riesce a rinnovarsi e a trovare nei partner musicali che sceglie i migliori compagni di viaggio.
Negli album pubblicati a suo nome per ECM, Rava ha sempre proposto sostanzialmente un repertorio di composizioni originali, ma con "Rava On The Dance Floor" si cimenta con l'universo musicale di una autentica icona della pop music, Michael Jackson. Il trombettista racconta che tutto è avvenuto in modo casuale " una sera di inizio estate, dolce e tiepida come solo Roma sa regalare. Era il 25 giugno 2009, nella Cavea dell’Auditorium". Proprio quella sera, dopo un suo concerto, Rava apprende la notizia della morte di Michael Jackson, artista di cui fino a quel momento non aveva approfondito la conoscenza. Nei giorni seguenti, solleticato dal battage mediatico, si incuriosisce e si sente attratto da questo personaggio multiforme. Dirà: "Forse a darmi il colpo di grazia è stato il riff contagioso di Smooth Criminal; sta di fatto che da un certo momento in poi Michael Jackson ha invaso la mia vita. Lunghi viaggi in macchina che avrebbero potuto essere d’una noia mortale si sono trasformati in entusiasmanti sedute d’ascolto. Insieme a mia moglie Lidia ci siamo procurati tutti i suoi dischi e tutti i video che siamo riusciti a trovare. Mi sono reso conto di aver ignorato per anni uno dei grandi protagonisti della musica e della danza del ‘900. La visione del film This is it, che documenta le prove di quello straordinario spettacolo che la sua morte ha impedito di realizzare, mi ha colpito profondamente. Vedere questo Peter Pan cinquantenne, così fragile e vulnerabile, trasformarsi in palcoscenico in un dominatore benevolo ma assoluto, in controllo del più piccolo particolare, da una luce troppo debole a una nota di basso non abbastanza enfatizzata, dal passo imperfetto di un ballerino a una pausa musicale troppo breve. Un artista completo, assoluto, perfezionista. Un genio ". Rava racconta come alcuni dei dischi più recenti di Jackson, da History a Invincible, anche se forse meno noti dei precedenti, sono probabilmente tra i più interessanti. Per Rava il call and response di Stranger In Moscow è meraviglioso; e si emoziona con la melodia di Speachless. Little Susie è poi un capolavoro. Ma anche Smile, sulla musica di Charlie Chaplin, fa parte delle sue preferite.
Rava si rende dunque conto che questo personaggio lo ha “stregato” e che il miglior modo per “esorcizzarlo” sia stato proprio quello di realizzare un disco. Il trombettista dice: "A questo punto ho sentito la necessità di immergermi nella sua musica mettendoci qualcosa di mio. Ho trovato in Mauro Ottolini il complice ideale per lavorare sugli arrangiamenti. La Band non poteva che essere il PMJL. Il luogo: l’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove tutto è nato".
Il PMJL Parco della Musica Jazz Lab è un ensemble prodotto dalla Fondazione Musica per Roma: ha riscosso da subito notevole successo e tra i molteplici progetti ai quali ha partecipato - sempre capitanati da Enrico Rava – c’è proprio l’album dedicato a Michael Jackson. Per l'occasione l'organico è aumentato ed i musicisti chiamati a fare parte del progetto sono: Enrico Rava: tromba; Mauro Ottolini: trombone e arrangiamenti; Andrea Tofanelli: tromba; Claudio Corvini: tromba; Daniele Tittarelli: sax alto; Dan Kinzelman: sax tenore; Franz Bazzani: tastiere; Marcello Giannini: chitarra; Giovanni Guidi: pianoforte; Dario Deidda: basso elettrico; Zeno De Rossi: batteria; Ernesto Lopez Maturell: percussioni.
I brani del disco sono: Speechless, They Don't Care About Us, Thriller, Privacy, Smile, I Just Can't Stop Loving You, Smooth Criminal, Little Susie, Blood On The Dance Floor, History.
L'album è stato registrato live il 20 maggio ed il 30 novembre 2011 all'Auditorium Parco della Musica di Roma da Roberto Lioli, Massimiliano Cervini, Luca Padovano e mixato nel 2012 da Manfred Eicher nello studio Artesuono di Stefano Amerio.
"Rava On The Dance Floor" esce in Italia in concomitanza col tour estivo che farà tappa a Perugia per “Umbria Jazz” il 10 luglio, a San Marino il 14 luglio, a Pescara il 15 luglio, a Sarzana il 24 luglio e a Lacco Ameno il 31 agosto.
Per maggiori informazioni sulla sua biografica www.enricorava.com. Per i concerti consultare www.ecmrecords.co
Qui i vecchi topic in cui si ipotizzava l'uscita del disco e si parlava dell'omaggio di Rava a MJ:
mjj.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9698143
mjj.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9845096
Le foto del fotografo Edoardo Migone:
L'ufficio Stampa di Rava ha chiesto allo staff di MJFS di ascoltare l'album in anteprima, dando la propria opinione.
Ecco la prima recensione
Gabriele Prandini (
mjfan80)
Qualche giorno fa l’ufficio stampa di Enrico Rava ha inviato allo staff del forum due cd per poterne apprezzare il contenuto prima che fosse commercializzato. Ringraziamo Rava sia per l’omaggio fatto al re del pop, sia per le parole, belle e intense, usate per descrivere i motivi che lo hanno spinto a comporre delle musiche reinterpretando Michael Jackson.
Premetto: non sono un esperto di musica, e non sono un appassionato di musica Jazz, quindi la mia recensione non verterà sul commentare “l’esecuzione” o la bravura dei musicisti, ma più che altro a quanto un ascoltatore “acerbo” di musica jazz possa apprezzare il cd e, soprattutto, dato che almeno un po’ esperto di MJ credo di esserlo, quanto un fan possa trarre godimento dal cd. Quindi, con queste premesso, lo dico subito: sarò piuttosto severo, perchè se qualcuno omaggia il Michael Jackson, dal mio punto di vista, deve produrre qualcosa di qualità... e di sicuro Enrico Rava lo ha fatto.
In generale, penso che Rava, abbia fatto un ottimo lavoro. Già di pe sè è stupendo che un artista, riconosciuto a livello internazionale, omaggi e reinterpreti Michael Jackson: è sicuramente un sottolineare quanto grande sia stata la musica che Michael ha donato al mondo. Rava non lo conoscevo, lo ammetto, se non per nome. Dalle recensioni che ho letto su di lui si evince che è un grande Jazzista, e quindi sappiamo che in questo cd, ancora prima di ascoltarlo, abbiamo del grande Jazz. E questo non è poco. Per un fan di Michael poi, in questo cd, si celano emozioni che vanno al di là del “buon o ottimo jazz”, c’è Michael. Non c’è MJ solo perchè sono sue musiche, c’è perchè si capisce che Rava ha voluto omaggiarlo davvero e dare una possibilità anche a sua canzoni non famose di approdare su palchi e verso orecchie che altrimenti, forse snobbando un personaggio come Michael, non avrebbero mai visto e sentito.
Prendendo una canzone per volta:
Speechless: è forse la canzone dell’album di Rava che mi piace di meno. Forse perchè amo la versione originale, o forse perché già quella parte da un livello “orchestrale”, poco pop, più strumentale. Quindi, dal mio bassissimo punto di vista, l’interpretazioen di Rava ha aggiunto poco alla canzone. O forse perchè questa canzone è impossibile da interpretare perchè è la voce di MJ (più che in altre canzoni, forse) che suona la musica, e non gli strumenti. Il risultato è comunque piacevole.
They Don’t Care About Us: Inizio geniale, con il tentativo (riuscitissimo a mio avviso) di riprodurre con gli strumenti le voci che si sentono all’inizio della canzone e quell’atmosfera (in perfetta antitesi con ciò che faceva Michael, riprodurre gli strumenti musicali con la sua voce). Il risultato è un ottima musica, orecchiabile, ritmata, ballabile. Secondo me davvero un pezzo che tutti possono apprezzare, anche i non amanti del Jazz. Però... però secondo me Rava ha totalmente snaturato la canzone, il suo messaggio, la sua atmosfera. In questo cd abbiamo una canzone fresca, allegra, spensierata: decisamente l’opposto da ciò che Michael ha inciso, TDCAU è una canzone dura, un grido sociale, una denuncia, è una canzone triste sotto certi punti di vista, di certo non gioiosa.
Thriller: spettacolare, mi è piaciuta davvero. L’unica cosa, FORSE, che non la rende geniale, è che ci sono molte versione anche orchestrali (e pure jazz) di Thriller, quindi non è di per sè un pezzo “raro” in questo genere di tributi. L’inizio sembra quasi WBSS, che subito sfocia nelle musiche di Thriller. Bella, non c’è che dire.
Privacy: l’inizio mi ha ricordato WYBT, celestiale, molto bello. Non so perché questa scelta, ma l’ho davvero apprezzata. Poi la chitarra la fa da padrone, rispettando penso ciò che la versione di mj voleva. Si sente quasi la crudezza della canzone anche negli ottoni. Penso che qui Rava abbia riproposto davvero ciò che Michael avrebbe potuto pensare di Privacy in versione Jazz.
Smile: molto vedele all’originale, è dolce, struggente, sognante... bella.
Smooth Criminal + I Just Can’t Stop Loving you:: è la canzone (Smooth Criminal) che ha fatto prendere la Jacksonite a Rava, dice che dopo averla ascoltata con un po’ di attenzione, ha canticchiato il rif del basso per un mese. Anche qui l’inizio è lento, distaccato (spesso in questo cd accace) e lo apprezzo. Il tutto evolve in un accenno (una strofa e un ritornello, direi) di IJCSLY, molto bello e melodico, per poi essere travolti dal basso di Smooth Criminal. Non so perchè, ma in alcuni tratti assomiglia alla cover degli “Alient Ant Farm” (e la cosa non mi dispiace). Non credo si possa tenere le gambe ferme in questo pezzo, e va decisamente bene così.
Little Susie: ancona una perla nascosta del re del pop viene riproposta in questo cd, e già questo fa dire WOW. Poi quello che mi sembra uno xilofono ripropone il carillon, e ancora una volta dico WOW. Un Ottone ripropone la melodia iniziale, e mi piace, poi parte la canzone struggente come è giusto che sia, anche se forse con una vena più “ottimista” di ciò che Michael impresse in History. Il risultato è davvero apprezzabile.
Blood On The Dance Floor: Anche qui la testa inizia subito a muoversi, il ritmo è coinvolgente, ben studiato (l’interpretazione jazz intendo, ovviamente, non la canzone in se, che ovviamente già conosciamo). Anche qui la chitarra la fa da padrona per una parte della canzone. Qui mi immagino che tutti gli ottoni sul palco si muovevano a tempo, durante l’esecuzione, chissà se davvero era così. Devo vederli per forza live, qui credo sarebbe stato davvero bello vederli.
History: ancora una volta inizio magico, come spesso Michael usava fare. Quello che credo sia un sintetizzatore prepara un’ottima atmosfera onirica per l’inizio della canzone. Poi arrivano i tamburi e History inizia. Bhe, riflettendoci bene, History è forse proprio nata per essere reinterpretata da un orchestra di questo tipo. L’orchestra ripropone le svariate interruzioni e cambi di “corsia” che Michael introduce in questa canzone.
Recensione di John Fordham, il critico jazz del "Guardian"
L'intervista con Isoradio dal nostro canale di Youtube (grazie alla nostra
patrimj71 che l'ha registrata!):
www.youtube.com/watch?v=hphMFhYdKQ4&feature=share&list=PLA64AFD53...