| | | Post: 382 | Registrato il: 22/04/2011 | Città: PORDENONE | Età: 49 | Sesso: Femminile | Number Ones Fan | | OFFLINE | |
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Capitolo 17
Le sue mani sono già su di me, e si stanno muovendo abili e veloci intrufolandosi sotto i miei vestiti mentre la sua bocca calda e umida, cerca la mia mandandomi in estasi.
Senza neppure rendermene conto mi ritrovo con la camicia completamente sbottonata mentre lei afferrandomi per il bavero mi ha fatto cadere su di lei.
“Allora eri me che aspettavi?” riesco a dirle tra un bacio e l’altro
“Si!... e non ce la facevo più…ma quando ho sentito che stavi salendo mi sono preparata…per te…!Ho fatto bene…? Michael?
Non mi lascia rispondere perché si impossessa della mia bocca e delle
mie mani che percorrono il suo corpo che freme sotto di me.
“Lascialo suonare!” mi intima ad un tratto
“cosaaa? “ biascico mentre sono solo concentrato sul mio piacere prossimo ad esplodere…
Mi riverso sul letto esausto ma soddisfatto, il sesso con Lisa Marie è insuperabile non c’è che dire.
Lei mi copre con il lenzuolo e si accoccola a me.
“Ti senti meglio ora?” mi chiede mentre con il dito indice mi sfiora
il torace che ancora non ha ripreso il respiro normale.
Non rispondo ma mi limito a guardarla, è cosi bella, cosi dolce, appassionata e romantica…eppure non riusciamo a stare insieme in modo definitivo, ci prendiamo e ci lasciamo in continuazione. Ho sperato che fosse quella giusta, quella che mi capiva, che non mi giudicava,che non voleva nulla da me….
“A cosa stai pensando?” mi chiede mettendomi un dito sulla fronte “se corrucci cosi la fronte ti verranno le rughe!”
“Pensavo a noi due...!” rispondo
“A quanto ci amiamo?” mi chiede zuccherosa
“Non lo so Lisa, ci prendiamo e ci molliamo,e questa storia comincia…
“Shhh….non dire nulla!” mi blocca
“La verità è che non possiamo stare lontani, ci proviamo, ma poi vedi…anche tu…Perché non ci riproviamo, ma seriamente questa volta? Ti darò il figlio che desideravi, ora ho capito di aver sbagliato, e…..lo voglio anche io un figlio da te…amore mio, e non uno, due, tre…..quanti ne vorrai.
A quelle parole, scatto sul letto,come se mi avesse morso una tarantola….”ma cosa stai farneticando…Lisa…ora è tardi…lasciami stare!”
“Michael…ma dove vai?”
“A farmi una doccia!” le rispondo entrando in bagno e sbattendo la porta.
Eccolo di nuovo . Capriccioso, imprevedibile e viziato Michael!
Dolce, focoso e romantico un attimo prima per trasformarsi in un piccolo e meschino individuo subito dopo.
Sento di nuovo il suo cellulare suonare ma non mi preoccupo ne di avvisarlo, ne tantomeno di vedere chi lo cerca.
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“Stai calma, adesso siamo in ospedale, e vedrai che non è nulla!” mi rassicura Ingrid mentre mi infila il camice.
“Forse l’ansia di questi giorni mi ha giocato un brutto scherzo!”
dico salendo sul letto e stendendomi.
“Buongiorno….” . La voce del mio ginecologo ha già un effetto calmante su di me , e vederlo cosi tranquillo mi rasserena.
“Cosa è successo Reneè? “
“ Non lo so dottore! Ho avvertito un formicolio strano alle gambe e poi il cuore che batteva forte, sempre di più, e mi sono spaventata!”
“Allora dalle analisi e dall’elettrocardiogramma , è tutto ok, ora ti faccio una visita e una ecografia, ma sono quasi certo che hai avuto un crollo emotivo, è successo qualche cosa, in questi giorni? Dimmelo ti prego!
E’ giusto che lo sappia visto che la mia vita e quella di mio figlio sono nelle sue mani…”Ho incontrato uno dei probabili padri…e insomma le emozioni non sono mancate!”
“Renèè, posso darti un consiglio? Da padre non da medico! Adesso loro ci sono, lo sanno, facciamo il test…e cosi ci togliamo questo peso, per te e anche per loro . Il vero padre ha diritto di starti accanto, come l’altro ha diritto di non illudersi! Altri 6 mesi cosi sono uno stillicidio che non merita nessuno!
All’ospedale arriva dopo più di un’ora Keanu, avvisato da Ingrid.
Quando realizzo che oltre a sapere del mio stato è pure venuto all’ospedale, esco fuori di testa e mi scaravento su Ingrid come una furia.
“E’ qui fuori Renèè, l’ho chiamato io!”
“Ma come ti permetti? Chi ti ha dato il permesso? E ora?”
“E ora vorrei entrare se posso…” dice Keanu sulla porta
Ingrid coglie l’occasione per sgattaiolare via e lasciarci soli.
Lui si avvicina e mi prende la mano “come stai ora?”
“Sto meglio devo solo riposare e non avere stress eccessivi. Tutto qui! Non era il caso di allarmarsi!” rispondo gelida.
“ora mi vesto e me ne torno a casa! Non ho bisogno di te! Anzi vorrei
che uscissi”
“Ti aspetterò fuori e ti accompagnerò a casa io! E non accetto scuse!”
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Quando esco dalla doccia avvolto nel mio accappatoio lei dorme. I capelli scompigliati sul cuscino e un volto disteso con un sorriso appena accennato. Il mio cellulare è a terra, scivolato dalla tasca dei pantaloni e lampeggia. Lo afferro e vedo due chiamate perse. Sono
di Renèè, mi ha cercato poco dopo il nostro incontro.
La richiamo ma non risponde, insisto, ancora, niente. Forse deve dirmi qualcosa, ma a quest’ora…forse non sta bene, forse si è sentita male….
Entro nel vortice pericoloso del pessimismo, pensieri nefasti mi riempiono la testa, non riesco ad essere obiettivo. Finchè non mi risponde sono in balia della mia ansia.
Mi infilo i pantaloni e la camicia ancora buttati sulla sedia…
“Cosa stai facendo?” mi chiede con voce assonnata mettendosi a sedere
sul letto
Non mi volto a guardarla ma continuo imperterrito a vestirmi come se non l’avessi sentita.
“Ti ho chiesto cosa stai facendo, Michael?”insiste
“No n lo vedi? Mi sto vestendo! “
“Lo vedo! Ma dove stai andando a quest’ora? Vieni a letto, dai….!”
Mi infilo le scarpe, afferro il cellulare e voltandomi verso di lei prima di uscire le dico “Puoi dormire qui questa notte, ma non farti vedere dai bambini quando te ne vai!”
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