Sogno o son Desto? Rating: verde

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BloodOnTheDanceFloor12898
00domenica 21 ottobre 2012 21:27

Andy:

Herman mi promise di non dire niente. Speriamo che sia così, infondo mi fido molto di lui. In lontananza vidi arrivare Michael e Soraya. Arrivarono tutti e due sorridenti.

-Ciao! Dove eravate finiti?- si guardarono sorridendo

-A parlare…- disse Michael

-Ok…- dissi alzando un sopracciglio, quei due erano poco convincenti, ma decisi di lasciar passare non avevo voglia di litigare. Ad un tratto una voce robotica iniziò a parlare:

“L’aereo numero 77 partirà fra dodici minuti, tutti i passeggeri sono pregati di recarsi all’imbarco” 

Magari era meglio andare. Ci avviammo. Per fortuna adesso le cose si erano sistemate. Michael e Herman ci portavano le valigie, così ne approfittai per andare a parlare con Soraya.

-Beh allora che si dice?- dissi mettendo le braccia conserte.

-Niente…- mi guardò da capo a piedi – Ma che fai??-

-Niente, sono solo curiosa! Dai dimmi di cosa “avete parlato”- dissi facendo delle virgolette nell’aria.

-Ma di niente! Solo di cose nostre.- era meglio chiudere il discorso li.  Salimmo finalmente sull’aereo, dirette veramente per Los Angeles. Michael aveva prenotato la prima fila. Era pieno di gente, ma non mi sembra che si esaltarono molto nel vederlo entrare, infondo è solo Michael Jackson! Insomma ci sedemmo, io verso il finestrino, Michael in mezzo e Soraya verso il corridoio. Iniziai a tremare, avevo una paura dell’aereo! Mentre iniziammo a decollare chiusi gli occhi. Poi sentii una mano che prendeva la mia. Aprii gli occhi. Era Michael.

-Che fai?- chiesi spostando lo sguardo dai suoi occhi alla sua mano.

-…oh scusa io pensavo…- disse scostandosi di colpo. Poi si prese la testa fra le mani e scosse il capo. Il viaggio fu abbastanza tranquillo. A tre ore circa dalla partenza mi venne la nausea, ma davvero forte. Allora mi alzai presi la borsa e andai in bagno. Scavalcai Michael cadendogli addosso ma mi rialzai subito, e poi andai verso il bagno. Avevo ai piedi quelle stupide infradito, chissà cosa avranno pensato tutte le persone che erano li. Vabbè fa niente. Finito di fare le mie cose ritornai al mio posticino addormentandomi con la faccia spiaccicata contro il finestrino. Dopo 20 minuti sentii di nuovo l’urgente bisogno di andare al bagno. Mi alzai e attraversai la sala, passando vidi una donna che mi guardava in un modo che non mi andava a genio. Quando ritornai la stessa donna di prima si era alzata. Per sbaglio gli andai addosso cadendo con un tonfo per terra.

-Stai attenta ragazzina!- mi sbraitò in faccia. Io mi alzai bruscamente e andai in contro a lei che mi diede uno spintone. Michael corse verso di me. Ero stesa per terra con una mano sulla pancia. S’inginocchiò e io mi misi seduta tenendomi la pancia. Appoggiò la sua mano sulla mia schiena.

-Ehi, tutto ok?-

-Sì grazie.- risposi guardando la donna che mi aveva spinto

-Oh ma che bella scenetta!- Michael si alzò di colpo.

Michael:

Era lei, non ci potevo credere. Brooke, aveva rifiutato la mia proposta di matrimonio. Insieme avevamo vissuto momenti molto dolci, adesso non era la ragazza dolce che avevo ritrovato in lei un paio di anni fa, era acida. Aveva rapito il mio cuore. Ma era passato molto tempo. Ora ci sono due anime che combattono nel mio cuore per rapirlo… diedi la mano ad Andy per alzarla. Gli misi un braccio intorno alla vita.

-Cosa vuoi Brooke?-

-Uh! Cosa vedono i miei occhi?! Michael Jackson che se la fa con una diciasettenne!-

-Sciocchezze!-

-Cos’è?! Io non ti andavo bene? Cercavi una ragazza più “focosa”?!- Disse lei acida come non mai.

Scusatemi tantissimo per l'attesa ma non riesco a scrivere molto durante la scuola!  [SM=g2927033]

(StreetWalker )
00lunedì 22 ottobre 2012 09:26
Mancava l'oca haahaa adesso sa che è innamorato di Andy. Quando avrai tempo posta il prossimo per sapere cosa avrà in mente Brooke e cosa farà Michael
BloodOnTheDanceFloor12898
00sabato 27 ottobre 2012 20:19
scusate se non posto ma volevo solo avvisare che sta andando un po' tutto a rilento per faccende personali, appena potrò posterò il prossimo! ciaaooo
P.12
00mercoledì 31 ottobre 2012 10:44
Io sono nuova ....Leggo questa storia da mesi....non solo questa storia anche le altre...Comunque va bene quando avrai tempo continuaa....Un Bacioneee Ciao
BloodOnTheDanceFloor12898
00domenica 11 novembre 2012 18:50

-Cos’è?! Io non ti andavo bene? Cercavi una ragazza più “focosa”?!- Disse lei acida come non mai.

-Smettila Brooke, non mi vorrai far fare una figuraccia qui davanti a tutti?!-  la pregai.

-Ah! Il colmo sarebbe che questa ragazza rimanga pure incinta!-.

Mi fermai di colpo a pensare… può essere… iniziai a sudare freddo. Salutai Brooke e tornai ai posti con Andy. Non voglio neanche pensare a quello che mi ha detto Brooke, perché può essere vero…

Andy:

L’incontro con quella vipera mi turbò molto. L’aereo atterrò e in poche ore eravamo a Neverland. Entrando dal cancello verde scuro, una distesa di erba si estendeva fino all’orizzonte. C’erano dei bambini che giocavano sulle giostre… insomma un paradiso. Michael ci prese le valigie e noi lo seguimmo. Ci fece vedere le nostre camere e ci posò le valigie sul letto.

-Ecco qua! Che ve ne pare?-

-E’ stupendo!- urlammo io e Soraya all’ unisono.

 

Qualche mese dopo…

Andy:
Ero nel mio appartamento, da sola. Due mesi fa mi ero decisa di andare dalla polizia, le minaccie di Tom si stavano facendo sempre più oppressive. Dissi alla polizia quello che riuscii ad inventarmi… non volevo esagerare. Quando la tv diede la notizia io e Michael eravamo sul divano, io con la testa sul suo braccio. Appena udì la notizia fece un sussulto e mi guardò, con gli occhi che piano piano si stavano riempiendo di lacrime. Litigammo, come mai avevamo fatto. Infine mi cacciò di casa. Non gli avevo neanche detto che ero incinta. Invece Soraya che aveva compiuto 18 anni aveva trovato lavoro fuori città. Era rimasto solo come un cane…

Michael:

Come ha potuto?! Dopo tutto quello che gli ho dato! Mi sentivo tradito… Pure Soraya mi aveva abbandonato… intanto avevo un altro tour da organizzare. Andai a Las Vegas per cercare un po’ di ballerini, quando incontrai una stupenda ragazza. Aveva i capelli biondi e ballava divinamente. Fu amore a prima vista. Me ne innamorai perdutamente e decisi di assumerla. Durante una tappa del tour una ragazza sui 18 anni mi si avvicinò e mi disse il suo nome… Andy. Mi vennero i brividi vedendo la sua pancia. Era incinta… gli dissi di andarsene e di non farsi più vedere. Mi stava facendo solamente soffrire, e io la volevo vicino a me, ma dopo tutto quello che mi aveva fatto non riuscivo a parlarci. Corse via.

 

Andy:
Solo il rumore di una sirena. Delle luci accecanti, e dolore, tanto dolore. Michael mi teneva la mano. Mi diceva di combattere, di essere forte e di resistere. Ma nella mia vita o resistito fin troppo, fin troppo avevo sopportato un dolore, un vuoto nel mio cuore. E adesso non avevo più la forza di combattere. Mi diceva di pensare a mio figlio.

-è tuo figlio…- dissi in  un soffio. Sentivo le palpebre pesanti non ce la facevo più… l’ultima cosa che sentii fu la voce e il respiro di Michael…

Michael:

Non ci potevo credere. Ero seduto sugli scalini di una chiesa… lei non c’era più, era stata investita per colpa mia, io gli avevo detto che non volevo rivederla più. La ballerina che avevo scelto a Las Vegas piangeva più di me. Mi avvicinai e gli chiesi:

-Come mai piangi? Neanche la conoscevi…- lei mi guardò con gli occhi languidi e disse

-Michael… sono Soraya…- la baciai.

FINE... per ora


Grazie per l'attenzione, magari se ho tempo aggiungerò qualcosina! ciao!!   [SM=g27823]  [SM=g2927015]  [SM=g2927046]   [SM=g27821]

 

 

 

 

Breaking News 777
00martedì 13 novembre 2012 21:03
Ciao, peccato che succede questa tragedia [SM=x47964] [SM=x47964]
spero che continuerai perchè sei brava a scrivere!!
tu DEVI continuare [SM=g2927024]
[SM=g2927046] [SM=x3072554]
(StreetWalker )
00martedì 13 novembre 2012 21:12
Peccato che finisce in tragedia per colpa di Andy che è andata dalla polizia sotto le minacce di Tom e accusarlo falsamente di pedofilia. Sei bravissima a scrivere per ciò devi continuare a postare
BloodOnTheDanceFloor12898
00venerdì 4 gennaio 2013 15:03
ok ok sono stata troppo a lungo via e ho ricominciato a scrivere..ecco a voi (sempre se non mi abbiate abbandonato) un altro capitolo:

Mi ero innamorato di lei una seconda volta. Mi mancava Andy... poche ore fa se n'era andata, insieme a mio figlio, sangue del mio sangue. Cedetti.
-Oh Soraya... se l'è portata via... insieme a mio figlio!- piansi tra le sue braccia.
-T..tuo figlio?-
-Sí... la notte dell'hotel... siamo stati insieme...-
-Oh...- sussurró appena lei. Ci abbracciammo su quelle scale gelide e piene di ricordi... quelli di Andy. Tornammo a Neverlan. Non ci sono piú tornato dal giorno delle sue accuse... già, mi aveva accusato. Appena entrai vidi ancora i suoi vestiti che aveva dimenticato sul divano, le sue foto appese al frigorifero.
Soraya:
Ero sconvolta. La mia migliore amica era morta. Stavo ancora piangendo quando arrivammo a Neverland.
-Scusami...- dissi. E corsi in bagno. Mi sedetti per terra e piansi, piansi tutte le lacrime che avevo. Sentivo il cuore gonfio di dolore e gli occhi mi facevano male. Mi sembrava ieri che la vedevo sorridere abbracciando il suo cavallo, mi sembrava ieri che la vedevo distrutta sul divano per il voto di matematica. Ma lei non c'era piú ormai. Ma il suo spirito rimarrà sempre vivo in ognuno di noi. Anche nel tuo cuore,tu che stai leggendo, Andy ha lasciato un segno indelebile.
Ad un tratto i miei singhiozzi si fecero piú regolari e insistenti. Fino a che Michael se ne accorse. Sentii i suoi passi che si avvicinavano. Aprí la porta e mi guardó. Continuai comunque a piangere. Si abbassó e mi prese le mani. Mi fece alzare e mi guardó in faccia. Mi rimise a posto una ciocca di capelli che mi ciondolava. Mi abbracció, accarezzandomi la schiena.
-Manca anche a me...- disse fissando un punto che non riuscivo a capire. Mi staccai e mi asciugai le lacrime. Una lacrima solcó il suo viso. Si tolse gli occhiali da sole. Anche lui aveva tutti gli occhi rossi. Mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia.
-Non mi avevi riconisciuto ai provini?- chiesi io.
-No... non saprei come riconoscerti.-
-Sí che puoi riconoscermi.-
-Come?- mi tolsi la maglietta rimanendo in reggiseno. Abbassó lo sguardo imbarazzato. Gli alzai il mento con la mano. Presi la sua mano e l'appoggiai sul petto, a sinistra. Si decise a guardare. Vide finalmente la macchia.
-Oh...- sussurró guardandomi. Si avvicinó e mi diede un bacio sulle labbra. Mi mancava. Prese la maglietta e me la rimise.
Andammo in camera. Non riuscivo a mettermi l'anima in pace. Quando una persona muore, non è facile capacitarsi che questa persona non c'è piú. Michael non sapeva neanche di Tom...
Appena entrai in camera da letto avvertii un energia molto fioca, come se qualcosa si stesse per spegnere.
-Io... io dormo sul divano.- disse lui. Non volevo fregargli il posto ma non avevo neanche la forza per contraddirlo. Feci solo cenno di sí con la testa. Mi sdraiai sul letto senza neanche cambiarmi. Mi rigirai per ore nel letto e finalmente mi addormentai 5 minuti ma mi risvegliai subito in lacrime. Avevo sognato il primo giorno che incontrammo Michael. Mi alzai e corsi di sotto per cercare un bagno. Andai nel bagno dove poche ore prima mi ero sfogata. Vomitai. Diedi un pugno al muro.
-Cazzo perchè?!- dissi. Ritornai in salotto e andai in cucina a prendere qualcosa da mangiare. Presi un barattolo di gelato alla vaniglia. Mi sedetti sotto al tavolo con la schiena contro il muro. Non mi accorsi che Michael si era svegliato. Rimasi con il cucchiaino a mezz'aria quando vidi la sua testa far capolino da dietro la gamba del tavolo. Mi si avvicinó e si sedette di fianco a me. Mi guardó in faccia e poi guardó il cucchiaino. Non pensai neanche. Avvicinai lentamente il cucchiaino alla sua bocca. Aprí la bocca e mangió il gelato che era sul cucchiaio. Abbassai leggermente lo sguardo. Presi un altro boccone di gelato. Lo feci sciogliere in bocca anche se il gusto mi pareva amaro. Ingoiai. Stavo per prenderne un altro cucchiaio quando Michael mi prese il cucchiaino e lo mangió lui. Mi si avvicinó.
-Sei... leggermente sporca...- disse. Appoggió le sue labbra umide e vellutate all'angolo della mia bocca. Mi fece fremere. Rimase con le labbra attaccate all'angolo della mia bocca per un paio di minuti che sembravano interminabili. Una lacrima mi scese. Diede un bacio sulla guancia, prendendo la mia lacrima.
-Cos'era successo veramente?- chiesi intimorita dalla sua reazione.
-Per le accuse?-
-Sí...-
-S...Soraya... io... io non le ho fatto del male!- disse lui. Gli credetti ma non sapevo bene la veritá. Infondo mi fidavo di piú di Andy che di lui. Dopo la sera in cui sono stata picchiata... non ho un buon rapporto con gli uomini.
-Ahm...-
-Soraya... non mi credi vero?!- chiese sfogandosi. Era ancora a pochi centimetri da me. Si avvicinó di piú. La sua mano per caso sfioró la mia coscia. Mi allontanai di scatto. Quella stupida e odiosa notte!
-Cosa c'è Soraya?! Perchè il mondo ce l'ha con me! Io...io curo i bambini! E i tabloid mi descrivono come un molestatore di minorenni!! Poi...loro... sono l'unico sollievo per me!- si sfogó mettendosi le mani davanti al volto. Scoppió in un pianto silenzioso. Mi avvicinai e gli appoggiai la mano sulla spalla. Mi abbracció e appoggió la testa sulla mia spalla. Feci lo stesso sulla sua. E cosí piangemmo tutta la notte. Addormentandoci per poche ore. Cullati dai nostri singhiozzi e dai nostri dolori che si facevano compagnia..
(StreetWalker )
00venerdì 4 gennaio 2013 19:22
Poverini hanno perso Andy. Posta il prossimo perché Soraya dovrà dirgli di Tom e dovrà scusarsi perché lo accusa di aver fatto male a Andy
BloodOnTheDanceFloor12898
00lunedì 7 gennaio 2013 20:23
La mattina mi svegliai con la testa appoggiata sul suo petto. La mano era appoggiata sulla mia coscia. Cercai di liberarmi da quell'impiglio. Se ne accorse e si sveglió.
-S...Soraya?- chiese stropicciandosi gli occhi.
-Sí...?-
-Dove vai? Resta mmmh... un po' qui con me.... mmmmh...- mi prese per i fianchi e mi fece venire di fianco a lui. Le sue mani e i suoi tocchi mi facevano ribrezzo... anche se erano tocchi innocenti esempio sfiorarmi una mano. Ogni volta che capitava sentivo una stretta allo stomaco attanagliarsi e ricordavo ancora le grida disperate di me e di Andy mentre cercavamo di uscire da quell'incubo. Scoppiai a piangere. Cercava invano di calmarmi. Ma io continuavo. Ad un tratto mi prese per le mani tenendomi saldamente.
-Basta!- urló lui. Smisi di singhiozzare ma le lacrime continuavano a solcarmi il viso. Piano piano lasció le mie mani. Le sue erano tremanti... aveva superato il limite emotivo di sopportazione. Troppe emozioni.
-Basta... ti prego...- chiese chinando il capo. Smisi di piangere ma decisi di raccontargli tutto... di Andy. Lo presi per una mano e lo portai in camera.
-Michael... devo dirti una cosa...-
-Sto ascoltando...-
-Andy... Tom... quella sera...-
-Soraya... cosa stai dicendo?-
-Michael, Tom abusava di Andy!!- dissi con occhi languidi. Il suo cuore ebbe un sussulto.
-Di che tipo?- chiese con voce tremante.
-Sessuali...- dissi abbassando lo sguardo.
-Quindi... il bambino...-
-Sí era di Tom...-
-Ah...- disse deluso.
-Io... ho paura...- dissi
-Di cosa?-
-Degli uomini...- dissi chiudendo gli occhi.
-Q...quindi anche di me?- chiese indicandosi con un dito al petto.
-Sí...- mi si avvicinó e mi abbracció.
-Ma perchè?-dovevo farlo, dovevo dirgli la veritá.
-Io... sono... stata...- ed ecco che il ricordo riaffiorava. Il ricordo di quando mi avevanl buttato su un letto, per poi far di me quello che volevano... le loro mani che cercavano di strapparmi letteralmente gli abiti. E le mie grida di dolore....
-Ti prego! Lasciami!!- urlai tenendomi la testa. Michael si allontanó da me. Quando mi calmai, una lacrima scese sulla mia guancia. Lui mi si avvicinó e mi tese la mano. La afferai titubante.
-M..michael... non riesco a superarlo...- dissi guardandolo. Mi accarezzó la mano.
-Ti aiuteró...- disse guardandomi. Abbozzai un sorriso.
-Sei cosí bella quando sorridi... perchè piangere?- chiese con un po' di malinconia.
-Va bene... non piangeró piú.- dissi asciugandomi la lacrima.
-Continuerá il tour?- chiesi io
-Certamente... dobbiamo provare!- mi tirai su di morale. Andammo nella sua sala prove privata. Iniziammo a provare e riprovare. Poi partí The Way You Make Me Feel. Si fermó a pensare. Mi avvicinai e gli chiesi a cosa pensava.
-Devo cercare una ballerina... per questa canzone...- disse torturandosi il labbro inferiore.
-Intanto proviamo no?-
-Ok...per le prove sarai tu!- mi spiegó un po' come mi dovevo muovere. Provammo finchè non ci trovammo l'uno di fronte all'altro. Ci guardammo intensamente. La sua voce che cantava "The Way You Make Me Feel" ci riportó alla realtà. Ridemmo. Finite le prove ero esausta. Andai a farmi una doccia calda. Pur essendoci cosí tanto personale, Neverland sembrava silenziosa e vuota. Dopo cena andai in camera per stare un po' da sola. Mi buttai sul letto a pensare. Andy... solo lei. Michael entró con l'asciugamano legato in vita. Rimasi a guardare i suoi pettorali... erano... ammaliante. Mi tiró un asciugamano che usava per asciugarsi i capelli. Cercai veloce di ricacciare dentro le lacrime che prima stavo per versare. Risi un po'. Mi alzai e andai a riportargli l'asciugamano. Mi ritrovai a pochi centimetri di distanza da lui. Cercai di ridarglielo ma per sbaglio mi cadde per terra. Rimanemmo a guardarci. I suoi occhi diventarono accesi. Chiusi i miei. Sentii appena il suo bacio. Come lo zucchero filato al tocco con un dito. Lieve ma carico di sentimento. Aprii gli occhi. Li aveva chiusi anche lui. Neanche un centimetro ci divideva. Con mano tremante gli passai le dita sulle labbra. Il candido tepore sotto i polpastrelli...
(StreetWalker )
00martedì 8 gennaio 2013 09:48
Adesso che gli ha detto la verità riguardo a quel lurido di Tom che violentava Andy può stare tranquilla che con il suo aiuto Tom la pagherà e può stare tranquilla perché Michael è molto di verso da Tom
chiarajackie
00giovedì 17 gennaio 2013 18:00
Hai ripostato!! [SM=x47928] Giusto! Michael è molto diverso, azi non ha nulla di che spartire con Tom.
Posta presto il prossimo! [SM=g2927046]

BloodOnTheDanceFloor12898
00domenica 20 gennaio 2013 13:28
Con mano tremante gli passai le dita sulle labbra. Il candido tepore sotto i polpastrelli. Era come sfiorare il velluto. Mi bació i polpastrelli, uno ad uno. Mi prese la mano, baciandola delicatamente. Poi gliela appoggiai sulla guancia. Mentre con l'altra gli accarezzai il solco che gli si formava quando tendeva i muscoli del collo. E poi lo guardai negli occhi perdendomici dentro. -Forse dovresti vestirti...- feci notare io.
-Giusto...- disse scostandosi. Risi timidamente. La routine andó avanti per qualche settimana.
Appena entró, con l'asciugamano legato in vita, lo guardai muoversi con eleganza in mezzo alla stanza alla ricerca di una maglietta. Era stupendo. Prese i vestiti e andò in bagno a cambiarsi. Lo aspettai sul letto. Dopo un paio di minuti uscì dal bagno con una maglietta a scollo a v e dei pantaloni neri. Si sedette sul letto.
-Beh che facciamo?- chiese lui.
-Non so...- inizió a torturarsi il labbro inferiore. Un silenzio di tomba calò d'un tratto. Decisi di rupperlo.
-Magari possiamo guardare un film...?-
-Sí! Is a Good idea!- risi.
Si alzò e andó a cercare un DVD. Prese un paio di film. Ce n'era uno di horror, uno di azione e uno d'amore.
- Cosa scegli?- mi chiese. Ci pensai un attimo. Quelli di azione non mi piacciono molto.
-Quello... d'amore- dissi arrossendo. Rise anche lui. Ci mettemmo sul letto a gambe incrociate a guardare il film. La storia parlava di due ragazzi che si sono conosciuti tramite un amico in comune. Poi si erano innamorati lavorando insieme. Io lo guardai mentre i due protagonisti si stavano baciando. Lui se ne accorse e si giró verso di me. Ci fissammo. Volevo proprio sapere cosa stava pensando in quel momento. Pochi attimi. Mi avvicinai e lui fece lo stesso. Le nostre labbra si sfiorarono appena. Gli misi le mani dietro la nuca. Ci staccammo e non dicemmo niente. Continuammo a guardare zitti il film. Sentivo le palpebre farsi pesanti. Mi appoggiai alla sua spalla. E caddi in un sonno profondo Diedi uno sguardo alla televisione. La scena era ancora ferma al bacio. Era come se la scena del NOSTRO bacio fosse rimasta impressa nell'aria. Guardó anche lui la televisione. Poi portó lo sguardo su di me, sulle mie labbra. Mi bació di nuovo. Lo lasciai fare. Assaporai bene il sapore delle sue labbra. Era un misto di lampone e ciliegia. Ad un tratto bussarono alla porta. Ci fermammo all'istante. Ci ricomponemmo. Io andai in bagno e lui andó alla porta. Mi sedetti per terra e portai le ginocchia al petto. Sospirai chiudendo gli occhi. Mi passai un dito sulle labbra. Era successo veramente? Ci eravamo baciati? Era una piccola cosa ma nel mio cuore occupava uno spazio enorme. Mi alzai e spiai dalla porta. Michael era in piedi e parlava con un uomo. L'uomo era di colore e un po' vecchiotto. Michael era molto freddo. Lo potevo capire da come gesticolava. L'uomo se ne andó. Io uscii dal bagno come se non avessi sentito niente.
-Michael... tutto ok?- chiesi guardandolo. Stava facendo avanti e indietro per la stanza. Si fermó davanti al comó e aprí il cassetto. Lo vidi tirare fuori dei bigliettoni. Mi avvicinai e gli presi il braccio.
-A cosa ti servono?- chiesi. Erano veramente tanti.
-Niente... devo... ridare dei soldi... a... a un amico!- disse nervosamente. Si scostó e uscí dalla stanza. Rimasi li. Scesi e incontrai Herman.
-Herman...-
-Scusi?- chiese cortesemente.
-Sono...io... Soraya!-
-Oh! Buongiorno signorina!- disse sfoderando un sorriso.
-Sai dirmi... dov'è Michael?- chiesi io. La sua espressione cambió.
-No... non posso dirglielo. Vada a fare colazione.- me ne andai triste. Arrivai in cucina e presi un cornetto al cioccolato. Mi feci fare da Mildret, la domestica, un cappuccino. Andai di soppiatto nello studio di Michael. Entrai ma non c'era nessuno. Sorseggiando il mio cappuccino curiosai un po' in giro. Appoggiai il cornetto su un tovagliolo e lo misi sulla scrivania. Ero girata a guardare fuori dalla finestra. Il liquido caldo mi scendeva in gola. La porta si aprí di colpo. Mi girai. Era Michael. Entró di colpo e mi tolse di mano i documenti che avevo preso in mano e stavo leggiucchiando.
-Lasciali! Non entrare piú senza il mio permesso e non metterti mai piú a leggere e curiosare!- ero un po' intimorita. Mi allontanai da lui. Ero spallee al muro.
-Non impicciarti nel mio mondo.- disse mentre rimetteva a posto il tavolo.
-Michael... cos'hai oggi?-
-Niente!-disse girandosi di colpo. Era cosí vicino, potevo sentirgli le tempie che pulsavano dalla rabbia. Avevo un nodo in gola.
-Michael... ma che cos'hai?- chiesi con la voce rotta dal timore.
-Ti ho detto che non ho niente!- disse a denti stretti.
-Da...da quando stamattina quell'uomo ha parlato con te...-
-Hai origliato?!- sbraitó lui. Chiusi gli occhi.
-Soraya!-
-No... stavo uscendo dal bagno... e ho visto quell'uomo... scusa... io... non volevo... spiare...- dissi ad occhi chiusi. Piano piano riaprii gli occhi. Era ancora li davanti a me. Si era giá preparato. Camicia rossa, pantaloni neri e occhiali a specchio. Guardai il mio riflesso nei suoi occhiali. Ero proprio impaurita.
-Ti prego Soraya di non intrometterti!-
-Io non mi sto intromettendo! Giro per casa per cercarti e nessuno mi vuole dire dove sei! Poi mi metto a guardare il tuo studio e mi urli contro! Io volevo solo capire che cosa hai oggi! Che fine ha fatto il Michael di ieri sera?!- urlai. Mi prese per i polsi. In un repentino scatto, avvicinó il mio corpo al suo. Mi bació. Era un bacio rabbioso. Smettemmo di baciarci e mi guardó dritto negli occhi.
-Era questo che volevi?!-
-No.- dissi io chiudendo gli occhi.
-E ora esci dal mio studio!- disse lasciandomi i polsi. Lasciai la tazza sul tavolo e me ne uscii.
-Sono stata una stupida a pensare che ci fossimo veramente innamorati!-
Penso ad alta voce. Esco di casa e vado a fare una passeggiata per Neverland. Devo scoprire chi è quell'uomo. Ad un tratto vedo in lontananza un enorme suv ner che entra dal cancello. Mi passano di fianco. Cerco di capire chi sia, quando la portiera si apre e scende un anziana donna di colore. Mi si avvicina e mi chiede:
-Lei mi dica dov'è Michael.-
-Scusi ma magari si è sbagliata. Io non faccio parte del personale.-
-E allora chi sei?- bella domanda. Chi sono io per Michael? Un'amica? Una ragazza? Un divertimento? Mi portai le mani sugli occhi.
-Io... non lo so.- dissi appoggiandomi all'albero che avevo dietro. La donna mi guardó perplessa.
-Oh... comunque dov'è Michael?-
-Nel suo studio.- dissi stanca io. Si diresse in casa. Io me ne andai da un altra parte. Volevo pensare, stare tranquilla. Mi sedetti all'ombra di un albero. Forse dovevo andarmene. Questa casa mi ricordava solo Andy e sofferenze. Magari mi devo cercare un altro lavoro. Scoppiai in lacrime. Guardavo fisso verso quella finestra. Misi piú a fuoco. Vedevo Michael, e guardava nella mia direzione. Mi guardava mentre stavo piangendo e non veniva a consolarmi. Abbassó la testa, la scosse e sparí nell'oscuritá. Mi asciugai le lacrime e decisi di rientrare in casa. Salii le scale e andai in camera. Iniziai a raccogliere le mie cose e a metterle in una borsa. Se volevo cercare un altro lavoro mi serviva il curriculum. Lo tiene nello studio il datore di lavoro. Quindi devo andare nel suo studio. Andai di fretta nel suo studio, sperando che non ci fosse. Entrai. Lui non c'era. Aprii un paio di cassetti. Trovai uno schedario. Passai uno ad uno i curriculum degli altri ballerini. Trovai il mio. Lo presi e andai fuori dallo studio senza neanche mettere a posto i cazzetti. Arrivai in camera. Chiusi la porta. Vidi Michael in piedi che stava frugando nella mia borsa.
-Che fai?!- chiesi io.
-No Soraya! Che stai facendo tu!-
-Mi costruisco una vita! Senza di te!- mi avvicinai alla borsa e feci per infilarci il curriculum. Me lo prese dalle mani.
-Vuoi pure licenziarti?!- disse sorridendo in modo ironico.
-Si! Voglio andarmene e cercare un nuovo lavoro!-
-Non puoi...- disse sempre sorridendo ironico.
-Sí che posso! Chi me lo puó impedire?!-
-Io!- urló buttando il curriculum per terra. Una settimana era andata benissimo e adesso siamo finiti cosí.
-Tanto io non sono nessuno per te!! Mi vuoi solo fuori dalla tua vita! Ecco il problema! Tu sei solo egocentrico! Il tuo mondo gira solo intorno a te!!!- dissi scoppiando di rabbia.
-Dimmelo che mi stai usando! Mi stai solo prendendo in giro! E io che pensavo che noi...-
-Che noi!!!?-
-Pensavo che ci stessimo innamorando!- dissi io. Lui prese il mio borsone e lo buttó ai miei piedi.
-Vattene pure se vuoi!!- lanció pure il curriculum per terra.
-Ma dammi solamente la certezza che l'amore che io provo per te sia ricambiato.- il cuore mi sussultó. Mi amava?
-Quindi tu?-
-Sí io ti amo! Voglio tenerti fuori dal mio mondo. Ti farebbero del male. É per questo che sono arrabbiato! Tu sei testarda e vuoi continuare a farti del male entrando nel mio mondo!- disse con voce grave. Mi buttai letteralmente tra le sue braccia. Mi accolse baciandomila testa. Poi mi bació, le nostre bocche si schiusero. Mi prese in braccio e mi mise sul letto. Si mise sopra di me. Continuavamo a baciarci. La sua mano sinfece audace e mi alzó la maglietta. Gli fermai la mano.
-Michael... non ancora... non adesso... perfavore...- cercai di dire soffocata tra un bacio e l'altro. Si fermó. Mi guardó con sguado supplicante.
-Ma... io... ho paura...- ammisi a malincuore. Lui sorrise lievemente e mi carezzó la testa.
-Non devi avere paura Soraya.-.
(StreetWalker )
00lunedì 21 gennaio 2013 16:21
Era ora che Soraya si rendesse conto che la ama
BloodOnTheDanceFloor12898
00sabato 26 gennaio 2013 15:30
Ecco il nuovo capitolo. Spero che vi piaccia.

Si mise sopra di me. Continuavamo a baciarci. La sua mano si fece audace e mi alzó la maglietta. Gli fermai la mano.
-Michael... non ancora... non adesso... perfavore...- cercai di dire soffocata tra un bacio e l'altro. Si fermó. Mi guardó con sguado supplicante..
-Ma... io... ho paura...- ammisi a malincuore. Lui sorrise lievemente e mi carezzó la testa.
-Non devi avere paura Soraya.- mi sussurró.
-Non me la sento... non so come si fa...- dissi timidamente.
-Ok...- disse lui. Ma la sua mano continuava a insinuarsi sotto la maglietta.
-Michael!- dissi io.
-Scusa...- ritrasse la mano. Continuai a baciarlo. Volevo solo quello. Solo baci. Niente di piú per adesso. Ci addormentammo cosí, abbracciati. Mi sveglia. Michael non c'era. Mi riaddormentai. Quando mi risvegliai di nuovo lo vidi seduto al bordo che mi guardava. Aveva in mano un vassoio con la colazione.
-Ciao...- dissi io.
-Buongiorno Sor.- rispose sorridendo. Appoggió il vassoio su letto ed estrasse una rosa dalla giacca. Me la mostró.
-La vedi? Questa sei tu. La rosa è delicata ma allo stesso tempo ha le spine che pungono.- passó la mano sul gambo.
-Le spine tagliano.- e mi mostró la sua mano. Sanguinava un po'.
-Ma Michael ti sei fatto male!- non mi diede retta e continuó a parlare.
Poi accarrezzó i petali uno a uno.
-All'interno è morbida e dolce. Ed è proprio qui dentro che ha inizio la vita.- disse indicando il centro del fiore. Poi mi tolse il lenzuolo, alzó la mia maglietta e mi accarezzó la pancia.
-É qui. Qui inizia la vita.- mi ricoprí.
-Se la rosa la si sa trattare... non punge. Come te.- lo guardai. Gli presi la rosa tra le mani e ne assaporai lentamente l'odore. La appoggiai sul comodino. Ci misi anche il vassoio. Poi mi avvicinai piano a lui. Lo presi per il colletto della camicia e lo avvicinai al mio viso. Me lo prese tra le mani e mi bació. Le bocche si schiusero e le nostre lingue si conobbero come non mai. Lentamente si distese su di me.
-Cosa c'è?- chiese.
-Io... voglio fare... l'amore... con te...- dissi io chiudendo gli occhi e arrossendo. Mi accarezzó la guancia.
-Sei sicura?-
-Sí Michael.- sorrise e spense la luce del comodino. La stanza era in penombra. Mi bació delicatamente. I baci poco a poco diventarono infuocati e accesi. Mi tolse la maglietta. Avvicinai le mie mani tremanti e gli sbottonai piano la camicia. La lanciai via. Avevo una tremenda paura. Paura di sbagliare. Posó dei piccoli baci sul mio collo e sulle spalle. Mi fece rabbrividire.
-Michael...-
-Cosa c'è...- chiese continuando a baciarmi.
-N...Niente...-
Affondai le mani nei suoi riccioli scuri. Con mia grande sorpresa riuscí a sganciare il mio reggiseno. Lo fece cadere dal letto. Non sapevo cosa fare a questo punto. Mi guardó e se ne accorse. Baciandomi, mi prese le mani e le appoggió sul bordo del suo pantalone. Capii e iniziai ad avvicinarmi al bottone del pantalone. Lo slacciai piano. Feci scorrere la cerniera. Se li sfiló da se. Lui poi sfiló i miei. Deglutii pesantemente.
-Tutto...ok...- chiese lui sospirando.
-Si...- risposi io. Le sue mani percorsero il mio corpo lasciandomi senza respiro. Sfiorarono l'elastico degli slip. Sospirai. Lasciai che mi sfilasse gli ultimi indumenti. Ora il mio corpo era sotto il suo controllo, fra poco sarei stata sua. Feci per sfilargli i boxer. Ma mi fermó.
-Che...c'è?- chiesi io.
-Sicura?-
-Oh Michael... chi ami baci.- dissi baciandolo. Gli sfilai i boxer. Mi aggrappai alle sue spalle e ci unimmo in una lega unica. Un dolce incontro. Il mio primo dolce incontro. In quell'atto non c'era violenza, non c'era "sesso". C'era semplicemente amore. C'eravamo solamente noi, Soraya e Michael. Tremai.
-Ti... faccio... male...- chiese tra un sospiro e l'altro.
-No... p...piano...- dissi chiudendo gli occhi. Sorrise e mi accarezzó la testa. Ci addormentammo abbracciati e sudati. Avvolti in quel lenzuolo. Unico velo del nostro amore. Unica barriera contro tutto quello che era al di fuori del mio cuore. Michael si sveglió di soprassalto. Sobbalzai anche io.
-Ma che c'è?!- chiesi ancora spaventata. Si alzó... era... nudo. Abbassai lo sguardo.
-Non faccio mica paura! Non esageriamo!-
-Scusa... mi imbarazzo.- mi spiegai riportando lo sguardo sul suo viso. Si infiló i boxer e i pantaloni.
-Dove vai?-
-A una runione... dovevo andarci...- si guardó in giro alla ricerca di un orologio.
Erano passate ben tre ore.
-Ma quanto ci abbiamo messo?!- chiese mentre cercava la sua camicia. Gliela raccolsi e gliela porsi. La prese e poi mi guardó. Mi prese per i polsi e mi bació. Sapevo a cosa voleva arrivare.
-Michael...Michael! Devi andare...- dissi mentre continuava a baciarmi. Si staccó e mi raccolse il reggiseno e gli slip.
-Forse... dovresti...-
-Ah sí... credo di sí.- dissi infilandomi tutto. La sua espressione cambió.
-A cosa pensi?-
-Alla... riunione!- rispose nervoso.
-Io vado adesso. Dormi. Fai un po quello che vuoi... ci vediamo... stasera.- disse guardandomi in modo magnetico.
-Ok ciao Michael.- dissi avvicinandomi e baciandolo. Rimasi un po' seduta sul letto. Avevo fatto l'amore...
Mi addormentai senza neanche mangiare. Non avevo voglia di scendere percui mangiai la colazione che avevamo lasciato sul comodino. Accesi la tv per farmi fare compagnia. Stavo iniziando a mangiare il mio toast quando non riuscii a credere alle mie orecchie. Rimasi con il toast a mezz'aria.
"Ecco il cantante pop Michael Jackson che esce dal tribunale. Le accuse di pedofilia gli stanno infangando l'immagine pubblica. Sopratutto dopo le veritá confessate dal dodicenne Jordan Chandler..." un nodo mi si formó in gola. Sentivo come degli spilli negli occhi. Le lacrime dovevano uscire Mi aveva nascosto tutto. Mi aveva giurato di dirmi tutto. E io che gli ho creduto. Presi la rosa che mi aveva regalato e andai nello studio. Gliela appoggiai sulla scrivania. Scrissi un biglietto.
"SEI UN TRADITORE... ti amo"
Tornai in camera. Mi vestii. Andai da Mildret
-Fammi preparare una camera.- dissi io. Mildret mi guardó accigliata.
-É sicura?- mi girai.
-Sí!- uscii di casa e mi diressi verso il maneggio privato. Girai un po'. Vidi un cavallo nero. La targhetta citava il nome di "Black Lie". Decisi di prendere quello. Lo sellai e andai a fare un giro.

Michael:
Ero in macchina ed ero di ritorno dal tribunale. Varcammo il cancello. La macchina frenó. Scesi in tutta fretta. Deaideravo vederla, abbracciarla. Avevo fatto ritardo all'udienza... per lei. Appena entrai in casa non vidi Mildret. La cercai. Andai al piano di sopra, un rumore mi attiró verso la camera opposta alla mia. Entrai e vidi Mildret che stava preparando un letto.
-Buongiorno signor Jackson!- mi salutó mentre metteva la fodera a un cuscino. Guardai la camera.
-Cosa fai Mildret?-
-Preparo una camera per Soraya.-
-Per Soraya?!-
-Sí me l'ha chiesto lei. Ha detto che vuole stare da sola.- sbigottito diedi un pugno al muro. La feci sobbalzare.
-Perchè non l'hai fermata?!-
-Mi...mi scusi...-
-No... non è colpa tua. Piuttosto dov'è adesso?-
-Credo a fare un giro a cavallo... ma Mr. Jackson... ha bisogno di pensare...- disse prendendomi per il braccio mentre stavo per andarmene. Annuii con la testa. Me ne andai nel mio studio in preda all'ira. Le avevo dato tutto. Tutto il mio amore, TUTTO! Dopo qualche minuto mi accorsi di una rosa appoggiata sulla scrivania. Era quella che gli avevo regalato. C'era un bigliettino.
"SEI UN TRADITORE... ti amo" guardai un paio di volte il biglietto. Lo strappai dalla rabbia e lo buttai, scoppiando poi in un pianto silenzioso. Ad un tratto mi sembró di udire dei passi. Mi asciugai velocemente le lacrime. Cercai il mio orgoglio maschile e uscii dalla porta. Era lei. Aveva i vestiti sporchi di terra. Stava pure piangendo. Mi avvicinai e gli appoggiai la mano sulla spalla. Si scostó e mi tolse la mano.
-Ti prego Michael... non adesso perfavore.- disse chiudendo gli occhi e piangendo. Rimasi li in corridoio. La guardai entrare nella mia camera. Ero felice dentro di me. La mia felicitá si spense vedendola uscire con il borsone e entrare nella sua camera. Entrai nel mio studio affranto. Mi misi a pensare guardando fuori dalla finestra. Cosa potevo avergli fatto!? Mi strofinai gli occhi. Un silenzio di ghiaccio si formó. Sentii i suoi singhiozzi disperati.
Soraya:
Mi sentivo tradita. Non avevo la maturitá per farmelo dire? Continuavo a piangere disperatamente.
-PERCHÉ NON ME L'HAI DETTO!?!- chiesi ad alta voce. Ero totalmente fuori di me. Continuai ad urlare.
-POTEVI DIRMELO!! POTEVI FIDARTI DI ME!!! IO TI ODIO!!- le ultime parole mi fecero sussultare. Io non volevo dirle. Piansi appoggiandomi al muro. Poi andai a farmi una doccia. Il rumore dell'acqua scrosciante ovattó i miei singhiozzi. Mi ripresi. Ad un tratto qualcuno bussó alla porta. Pensai che fosse Michael. Aspettai sperando che se ne sia andato. Ma ribussarono un'altra volta. Andai ad aprire. Era Mildret.
-'Sera. La cena è pronta.- dovevo scendere a cena.
-..ok..Ok mi preparo e scendo...- dissi a malincuore. Entrai e andai in bagno. Mi guardai allo specchio. Avevo le occhiaie, gli occhi arrossati dal pianto, e i miei capelli erano spettinati. Non avevo voglia di mettermi apposto ma i capelli me li pettinai. Poi mi asciugai le ultime lacrime e scesi di sotto. A tavola c'era la sua famiglia. Katherine, Joe e tutti i fratelli. Mi imbarazzai. Lui era seduto a capo tavola e mi guardava. Non capii perchè portava gli occhiali da sole alle otto di sera. Erano tutti in silenzio.
-S..scusatemi...- mormorai appena. Andai in cucina dove trovai Mildret. Mi sedetti al bancone della cucina a vista e mi misi le mani fra i capelli.
-Cosa c'è Soraya?- mi chiese Mildret.
-Ha invutato la sua famiglia... e io ho fatto la figura dell'idiota!- dissi quasi piangendo. Mi alzó il mento e mi disse.
-Non piangere! Ora recupera il tuo orgolgio femminile ragazza! vai di la!- disse seria. Gli sorrisi. Presi coraggio e andai in sala da pranzo. Appena varcai la soglia caló un silenzio.
-Dove posso sedermi?- chiesi con spontaneitá. Katherine si guardó attorno. -Puoi sederti la!- disse indicando... il posto di fianco a Michael. Lo vidi nervoso. Deglutii.
-Grazie.- dissi sorridendo. Lei ricambió. Mi sedetti lentamente. Avevo gli occhi di tutti su di me. Poi ad un tratto ricominciarono a parlare fra di loro. Iniziai a mangiare mentre studiavo un po' tutti. Michael mi sfioró la mano per sbaglio. La ritrassi di colpo. Non lo guardai in faccia.
-Mi passeresti l'acqua?- chiese lui. Io lo guardai. Presi la bottiglia d'acqua e gliela passia. Mi ringrazió, cercando inutilmente il mio sguardo. Ero infuriata con lui. Non mi aveva detto niente. Mi sentivo esclusa. Durante la cena continuava a scrutarmi. Il suo sguardo si posava sulle mie labbra. Sapevo che voleva possederle. Voleva stringermi fra le sue braccia, voleva me. A fine serata salutammo i parenti. La cena fu piena di sguardi supplicanti di lui. Chiudemmo la porta. Ci ritrovammo l'uno di fronte all'altra. Abbassai gli occhi. Mi si avvicinó per baciarmi ma io mi scostai. Strinse gli occhi. Un bacio rifiutato. Non deve essere stato bello per lui. Me ne andai in camera e mi buttai sul letto. Mi addormentai. Mi risvegliai decisi di lavarmi. Andai in bagno mi feci un'altra volta la doccia. Mi pettinai i capelli e li raccolsi in una coda. Uscii e scesi sperando di trovarlo seduto al tavolo a fare colazione. Ma lui non c'era. Andai in panico ed entrai in cucina. -Dov'è!?- chiesi io.
-A voluto fare colazione nello studio.- mi rispose Mildret mentre impastava la pasta dei biscotti. Corsi verso il suo studio. Appoggiai la mano sulla maniglia ed ecco il cuore che sussulta. Dovevo aprire quella porta, dovevo aprire il mio cuore. Respirai profondamente e aprii la porta. Mi guardó.
-Ciao.- disse tranquillo come se non fosse successo niente. Mi innervosii.
-Ciao!-
-Sei qui per chiedermi scusa giusto?- chiese. Mi infuriai a queste parole.
-IO??! DOVREI SCUSARMI?!- chiesi fuori di me.
-SÍ!! Per la figura che mi hai fatto fare a cena!!- mi si avvicinó.
-OH!! COME É ANDATA ALLA "RIUNIONE", MIKE?!?!- chiesi sorridendo in modo ironico.
-É PER QUESTO?!?!- chiese sbalordito. Lo guardai confusa.
-É per questo che stiamo litigando!?? Per delle fottute accuse?!?-
-"Fottute accuse"??!- urlai in preda alla rabbia.
-Michael è pedofilia!!!! Non sono fottute accuse!!!!-
-Ti sei arrabbiata perchè mi hanno accusato!?!?- chiese lui innervosito.
-NO! PERCHÉ NON ME L'HAI DETTO?!?! NON SONO ABBASTANZA MATURA?!??- chiesi io.
-SAPEVO CHE TI SARESTI ARRABBIATA! E POI NON SONO COSE CHE TI INTERESSANO!!-
-Tu... tu!- appoggiai il mio indice sul suo petto.
-Avevi giurato!!- dissi chiudendo gli occhi.
-Ma cosa!?!-
-DI DIRMI TUTTO!-
-Ma fammi il favore Soraya!- disse prendendomi il polso. Strattonai e mi lasció.
-Vattene via dal mio studio!!- disse lui.
-IO... TI ODIO!- le mie ultime parole.
-Beh! RICAMBIO!- disse tornando a sedersi. Uscii dallo studio e sbattei la porta cosí forte che lo specchio che era appeso nel corridoi cadde frantumandosi in mille pezzi. Andai dritta in camera sua. Non sapevo neanche perchè ci fossi entrata. Mi guardai in giro. Avvicinandomi al letto schiacciai qualcosa con il piede. Era una pillola bianca. La guardai attentamente. Non sapevo cos'era quindi la lasciai a terra. Camminai fino al letto. Accarezzai le lenzuola. Le lenzuola dove i nostri corpi si erano conosciuti. Piansi stringendole fra i pugni. Sentii dei passi avvicinarsi. Mi alzai e uscii. Era davanti alla porta che mi fissava. Il mio labbro inferiore tremó. Scoppiai in lacrime e non riuscii a trattenermi. Mi passó affianco ed entró senza fare niente. Le lacrime scorrevano velocemente sul mio viso. Ero ferita. Ancora di piú perchè non mi aveva notato.
-Sei solo un bastardo!- gli urlai entrando nella mia stanza. Passi veloci verso di me. Ecco quello che sentii. Chiuse la porta.
-STAI ZITTA!! Zittaaa!- urló.
-No!- mi si avvicinó in modo repentino. Mi prese per i polsi e mi bació. Un bacio rabbioso. La sua lingua calda e morbida fece sciogliere i nodi della mia anima. Lo spinsi via ma lui mi riattiró a se. Sapeva benissimo che non sapevo resistere ai suoi baci. Indietreggiai nel vano tentativo di farlo smettere. Inciampai nel borsone e cademmo sul letto. Era sopra di me. Continuava a baciarmi.
-Michael lasciami!!!- cercai di dire. Si staccó dalle mie labbra. Lo guardai negli occhi. Sapevo di avere il fuoco nei miei.
-Stai zitta ti prego!- disse guardandomi
-Non ho voglia di urlare.- continuó.
-Oh... Michael neanche io... mi sono solamente... sentita esclusa...- dissi piangendo. Mi bació il viso.
-Scusa... e che non avevo voglia di parlarne... ma ora... basta litigare...- si spiegó. Mi bació mentre le nostre lingue danzavano. Mi sfiló la maglietta. Io sbottonai uno a uno i bottoni della sua camicia. Stavo per fermarlo, per dirgli cche magari non dovevamo... ma era troppo tardi, aveva giá slacciato il reggiseno. La mia mano aveva giá iniziato ad aprire il bottone del jeans. Feci scorrere lentamente la cerniera.
-Soraya... non provocarmi...- disse guardandomi negli occhi. Gli sfilai i pantaloni piano. Lui stava sfilando i miei. Gli ultimi abiti ci scivolarono via di dosso. Mosse lentamente e dolcemente il bacino contro il mio.
-Perchè dobbiamo sempre... litigare...- chiese lui sussurando al mio orecchio.
-Finisce sempre cosí...- risposi io. Poi ci rivestimmo. Mi si avvicinó e mi abbracció.
-Michael... non voglio piú litigare cosí... ho detto cose che io non penso... io non ti odio... io... ti...- mi bació senza farmi finire.
-Amo...- disse lui.
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(StreetWalker )
00domenica 27 gennaio 2013 21:48
Bello e ricco di tensione. Posta il prossimo con la speranza che non litigano più e Michael non la escluda più dalla vita ovvero le spiega con calma delle false accuse di pedofilia fatte Jordan Chandler e farsi aiutare
BloodOnTheDanceFloor12898
00martedì 29 gennaio 2013 17:56
Mi si avvicinó e mi abbracció.
-Michael... non voglio piú litigare cosí.. ho detto cose che io non penso... io non ti odio... io... ti...- mi bació senza farmi finire.
-Amo...- disse lui.
Rimanemmo abbracciati per un tempo infinito. Ad un tratto alla porta bussó Mildret.
-Soraya?? Tutto ok? Non trovo piú Michael.- sorrisi. Mi prese la mano e andammo alla porta. La aprii.
Mildret spostó lo sguardo da me a lui e viceversa. Poi diede un occhiata dietro le nostre spalle. Il letto era disfatto e c'era ancora per terra il suo cappello. Ritornó a guardare noi.
-Oooh... ok.- disse sfoderando un sorriso. Si avviccnó furtiva a noi per poi bisbigliarci.
-Michael... hai la cerniera aperta.- io e lei scoppiammo a ridere mentre Michael si giró dall'altra parte "armeggiando" con i pantaloni.
Mildret se ne andó e ci lasció da soli. Risi mettendomi la mano davanti alla bocca. Si giró.
-Cosa ti ridi??- chiese.
-Dai... la cerniera aperta!- dissi continuando a ridere.
-L'hai aperta tu!- rispose ridendo. Mi sdraiai sul letto. Mi rigirai un po'. Michael mi guardava con aria perplessa.
-Cosa fai?- chiese avvicinandosi a me. -Cerco di non dimenticare.-
-Cosa?-
-Il nostro amore... nessuno in passato mi ha mai amato cosí. Pensa se... un giorno si romperá per sempre...- dissi pensierosa. Un suo bacio mi riportó alla realtá.
-Ehi... non devi pensare al passato perchè ormai ce l'hai alle spalle e non puó essere cambiato. Non pensare neanche al futuro, perchè quello è ancora da scrivere e decidere. Pensa al presente, assapora ogni attimo come se fosse l'ultimo.- disse giocando con una mia ciocca di capelli.
-Quindi dici di pensare ad adesso?-
-Proprio cosí Sor.-
-Ok. Io adoro quando mi chiami Sor. Io adoro te Mike.- dissi scrutandolo.
-Anche io Sor.- avvicinó le sue dita al mio collo. Mi scostai.
-Mi fai il solletico!- dissi ridendo.
-Houston ho trovato il suo punto debole! Annientiamola!- disse scherzando con voce robotica. Salí sul letto e si mise a farmi il solletico. Risi fino a rimanere senza respiro.
-Basta!! Ti prego!! Tregua!- lo supplicai con le lacrime agli occhi. Rise anche lui. Si chinó verso di me e mi bació. Mi alzó lentamente la maglietta e mi fece il solletico sulla pancia.
-Mike!!- dissi ridendo.
-Okok!- rispose rimettendo a posto la maglietta. Si distese di fianco a me. Avevo il fiato corto dal solletico. Rimasi incantata ad osservare il candelabro dorato.
-Cosa guardi?- mi chiese mettendosi di lato.
-Un candelabro...- risposi girandomi verso di lui.
-Cosa vorresti dal futuro?- chiesi io
-Non so... la pace nel mondo...?-
-No. Io dicevo... non dubito della pace nel mondo ma intendevo... qualcosa di personale... realizzabile.-
-Ah... ehm... un bambino.- disse lui pensieroso. Voleva un bambino... la cosa più semplice del mondo gli era stata negata.
-E perchè non lo fai?-
-Non è cosí semplice la soluzione...- disse abbassando lo sguardo.
-La... soluzione...- pensai che sarebbe stato un ottimo padre, me lo sentivo nel cuore.
-La soluzione ce l'hai davanti a te.- alzó lo sguardo e mi guardó.
-Tu... mi daresti un figlio?- chiese incredulo. Cosa avevo fatto?!
-Io... sí!- dissi togliendomi quel peso. Mi baciò in modo passionale.
-Grazie... grazie...- continuava a bisbigliarmi mentre mi baciava il collo.
-Mike non devi dirmi grazie... quando succederá succederá. Non so quando rimarró incinta.- dissi io. Ad un tratto sentii delle piccole goccie sul collo.
Stava piangendo.
-Grazie Sor.- disse piangendo. Io gli asciugai le lacrime.
-Non piango io ma non piangere neanche tu!- Mi sorrise.
-Te l'ho giá detto grazie?- chiese lui.
-Sí Mike!- dissi io asciugandogli con un dito la sua ultima lacrima. Ad un tratto la porta si aprí e entró Herman.
-Signor Jackson c'è una chiamata per lei.-
-Ok arrivo subito.- disse facendosi serio. Herman chiuse la porta.
-Chi è?-
-Sor non lo so!- disse ridendo. Si alzó dal letto e si diresse verso la porta. Lo fermai per un braccio. Fummo uno davanti all'altra. Lo baciai lentamente. Con le mani mi avvicinai alla cerniera dei suoi pantaloni.
-Ma Sor... che fai...- chiese sussurrando tra un bacio e l'altro.
-Ti chiudo la cerniera...- mi staccai da lui.
-Oh... grazie!- disse ridendo.
-Vai adesso! Ti aspetteranno in ufficio!- dissi dandogli un colpetto sulla spalla.
-Ciao Sor... mi mancherai...-
-Ma Mike! Siamo a due stanze di distanza!- dissi sorridendo.
-Giusto. A proposito di stanze... torna nella mia ti prego.-
-Ahm... io non... so...-
-Soraya perfavore... voglio sentire il calore del tuo corpo di fianco a me. Voglio sentire il tuo dolce respiro sulla mia pelle. Voglio sentire la dolcezza delle tue labbra sulle mie. Voglio sentirti mia in tutto e per tutto Soraya.-
-Ok.- dissi quasi commossa. Se ne andò mandandomi un bacio.
Rimasi seduta sul letto. Eh sí mi ero innamorata sul serio. Stavamo facendo sul serio. Gli ho pure promesso un bambino.
-Sono impazzita!- dissi a me stessa.

MICHAEL:
Andai nello studio. Mi ero riappacificato con Soraya. Avevamo pure fatto l'amore. Dovevo farla finita con Lisa, devo chiedere il divorzio. Entrai nello studio e presi la cornetta del telefono. Era proprio lei, Lisa Marie Presley. Si parla del diavolo e spuntano le corna.
-Pronto?-
-Sí ciao... Michael!-
-Ciao... Lisa.-
-Chiedo il divorzio.-
-Perchè?!- chiesi io stupefatto. Praticamente stava giá facendo tutto lei!
-Michael io ho una vita e due figli da gestire! Non posso perdere tempo con te! E poi dai! Non ci vediamo da un mese!-
-Ok... chiameró il mio avvocato e gli diró di passare alle azioni legali. Ci sentiamo...- dissi chiudendo la chiamata. La vita non poteva andare meglio. Avevo la mia Soraya e la mia Neverland. Nessun paparazzo per ora. Nessuno che rompe le scatole. E... fra poco avrei avuto anche un figlio. Io la adoro. Ritornai in camera ma lei non c'era.
-Soraya?- chiesi camminando verso il bagno. Aprii lentamente la porta. Era li con l'asciugamano tenuto vicino al petto. I capelli biondo cenere erano bagnati, come la sua candida pelle. Emanava un odore dolciastro e estremamente sensuale.
-Posso?- chiesi entrando. Lei sorrise lievemente e mi fece cenno di sí. Entrai.
-Sei la cosa piú bella che io abbia mai visto.- dissi guardandola negli occhi. Ii suoi dolci occhioni da cerbiatta...
-Anche tu...- disse estasiata. Mi avvicinai e delicatamente gli poggiai un bacio umido sul collo. Lei chiuse gli occhi. Mi si avvicinó e mi bació.
-La dobbiamo smettere di baciarci come due innamorati...- dissi ridendo.
-Oh ma è quello che siamo!- disse accarezzandomi la mascella.
-Ora vestiti... ti porto in un posto speciale.- dissi guardandola un ultima volta.
Andai a sedermi sul letto aspettandola. Dopo venti minuti uscí dal bagno vestita. Rimasi a bocca aperta. Aveva una camicetta rosa che metteva in risalto le sue forme. Cosí come i pantaloni, semplici jeans. La presi per mano.
-Su andiamo!- dissi guardandola.
-Ok- corremmo fuori casa e andammo nei prati. Ci fermammo un attimo per riprendere fiato.
-Ok adesso chiudi gli occhi!-
-Ma Michael! Dopo non vedo dove vado!- in pochi secondi la presi in braccio.
-Non ti preoccupare! Ma adesso chiudili!-
-Ok...- disse lei. Non pesava molto. Mi sentivo il dovere di proteggerla. Aveva un corpicino cosí esile. Avevo una costante paura di fargli del male... o di fargli provare dolore... anche quando facevamo l'amore. Mi ripresi da quei pensieri. Ero talmente innamorato che non mi accorsi che eravamo quasi arrivati.
-Ecco adesso puoi aprire gli occhi!-
SORAYA:
Aprii lentamente gli occhi. Mi facevano male perchè il sole picchiava forte. Quando riuscii a mettere a fuoco rimasi stupita. C'era una casetta costruita in legno con davanti una stupenda radura con al centro un laghetto dove delle piccole cascate creavano un atmosfera romantica. Mi feci mettere giú.
-Michael! Tutto questo è fantastico!- dissi facendo un giro su me stessa. Lo vidi pensieroso. Mi avvicinai di piú e lo presi per la manica della camicia. Lo trascinai nel laghetto. Mi ci buttai prima io. L'acqua era fresca ma non troppo fredda.
-Dai vieni!- dissi togliendomi la maglietta. Lo vidi titubante.
-Non so...- lo schizzai con l'acqua. Si buttó anche lui e si tolse la maglietta. Mi prese per i fianchi.
-Allora vuoi la guerra??- chiese abbracciando il mio fianco con un braccio. Mi bació e andammo sott'acqua.
Vedevo tante piccole bolle che circondavano i nostri corpi. Riemergemmo e presi fiato.
-Michael tu sei completamente pazzo!-
-Sí! Pazzo di te!- disse schizzandomi. Ci schizzammo per un po' e giocammo spensierati. Uscii dal laghetto grondante d'acqua. Mi stesi al sole. Strinsi piano i fili d'erba fra le dita e assaporai questo momento. Uscí anche lui. Si infiló la camicia e si stese di fianco a me.
-Sai... potrei anche abituarmi.- dissi io.
-A questo?-
-Sí.- risposi. Lo vidi pensieroso.
-Cosa pensi?-
-Che fra un mese ricomincia il tour.-
-Giá...- lo osservai. Mi avvicinai e gli diedi un bacio sul naso.
-Posso farti una domanda?- chiesi io.
-Certo Sweet.- mi aveva chiamato con quel nome. Mi sentii al settimo cielo.
-Per te sono bella? Nel senso... ti piaccio?-
-Se mi piaci??- chiese sorpreso.
-Sí... sai io non voglio che tu mi ami solo per il mio sorriso o... perchè ho delle belle gambe.- dissi io. Mi si avvicinó di piú per poi venirmi sopra. Mi accarezzó lentamente la guancia.
-Oh ti prego... non dirmi queste cose. Io ti amo perchè sei bella sí... ma sei bella dentro. Il discorso della bellezza esterna... è tutto un altro argomento.- disse lui baciandomi.
-Intendi dire che non sono bella?- chiesi.
-Oh ragazza... tu...tu mi fai impazzire... sei incredibilmente sensuale... quando ti muovi.- disse guardandomi.
-Ooh..-
-Tu sei bellissima... sia dentro che fuori. Fai impazzire i miei sensi.- disse accarezzandomi una gamba. E sapevo cosa sarebbe successo se non l'avrei fermato. Gli presi la mano.
-Non vuoi?-
-Oh... io non so come spiegarti... è giá tanto che ci sono riuscita ma... ho ancora paura. Sai la sensazione è bellissima... ma ho sempre paura... ho paura di riaprire gli occhi e di ritrovarmi davanti agli occhi la faccia dell'essere orribile che abusava di me.- dissi quasi piangendo. Sentivo il cuore che mi tremava. Lui era rimasto ad ascoltarmi con un espressione seria e tesa. Le mie lacrime fecero sciogliere la sua espressione che si addolcí. Mi accarezzó delicatamente il viso.
-Scusa piccola scusami... non volevo farti piangere...- disse dispiaciuto. Mi bació tentando di soffocare i miei piccoli singhiozzi.
-Stai sicura che quando facciamo l'amore cerco di non farmi trasportare. Sto sempre attento perchè ho paura di farti male... di farti provare dolore...- una lacrimuccia gli scivoló sul viso.
-Michael non hai fatto niente...- dissi mentre piangevo.
-Sí sono stato io... ti ho fatto male...- lo fermai con un bacio.
-Il problema non sei tu. Il problema è il passato. Ma non lo si puó dimenticare.-
Ci calmammo un po'.
-Tu.. ci pensi mai ad Andy?- chiesi mentre guardavo una nuvola che volteggiava fiocamente nel cielo.
-Sì... mi manca...Peró adesso non facciamoci assalire dalla malinconia. Lei è in un posto migliore.- rispose baciandomi. Mi passó la maglietta e mi rivestii. Ci mettemmo poi su una collinetta e io appoggiai la testa sul suo petto. Guardammo il sole che poco a poco scendeva dietro le colline.
-Andiamo in quella casetta?- chiesi. Stavo iniziando ad avere freddo.
-Certo piccola. Era proprio quella la sorpresa.-
-Allora andiamo!- mi alzai e lo presi per mano. Entrammo. Il camino era acceso. Era tutto così fantastico.
-Adesso vai ad asciugarti e metterti apposto.- mi disse prendendo il mio viso fra le sue mani.
-Ok.- andai a prepararmi. Quando tornai andai in camera da letto. C'era un letto a baldacchino con tantissime candele tutt'attorno al letto. Un bouquet di rose rosse sovrastava sopra un tavolo con apparecchiata una cenetta a lume di candela.
-Wow...- dissi avvicinandomi ad annusare i fiori. Michael mi arrivó da dietro e mi abbracció. Ci sedemmo e iniziammo a mangiare.
-Per il fine settimana devo andare via.- disse pulendosi con il tovagliolo. Il mondo mi cadde addosso.
-C-come... devi andare via?- chiesi facendo cadere la forchetta a terra. La raccolsi.
-Puoi venire con me se vuoi.-
-Sí verró con te.- mi alzai dal mio posto e mi avvicinai a lui. Mi sedetti sulle sue gambe. Mi bació. Le nostre lingue si intrecciarono e crearono una cosa sola. Chiusi gli occhi.
-Cosa facciamo adesso?- chiesi io.
-Torniamo a Neverland.-
-No! Ti prego rimaniamo qui! Per stanotte... che sará la nostra notte.- dissi io guardando il cielo stellato dalla finestra alle sue spalle.
-L'idea mi alletta molto... ok.- rispose. Scesi dalle sue gambe e andai ad accendere la radio. Partí una canzone dei Beatles "Here Comes The Sun" che io adoravo.
-Mike questa mi piace!- dissi facendo una giravolta su me stessa. Mi si avvicinó e mise una mano sul mio fianco.
-Mi concede un ballo?-
-Ma Mike! Non è la musica giusta!-
-Ascoltiamola dentro di noi la musica. I nostri cuori fanno musica.- disse. E iniziammo a ballare. Mi fece finire con una giravolta e mi bació. Mi misi in ginocchio e soffiai su una candela. E cosí ci mettemmo a spegnere una a una le candele. Ne mancava solo una che era al centro del letto. Ci guardammo con sguardi complici. Salimmo sul letto. Prendemmo tutti e due la candela in mano e la soffiammo. La stanza diventò ad un tratto buia. Sentivo il suo respiro. Mi avvicinai e lo baciai. I vestiti ci scivolarono via di dosso. Proprio sul piú bello sentii un rumore. Lo allontanai dalla mia bocca appoggiando la mano sul suo petto nudo.
-Ehi... che c'è?-
-Cos'è caduto??- chiesi allarmata.
-Oh tranquilla sará stata una candela.-
-Ok...- dissi io. Rimasi comunque in allerta. Ricominció a baciarmi. I bacini si muovevano in simbiosi e i fiati si fecero corti e sospirati. Un brivido percorse il mio corpo. E un gemito liberatorio uscí dalla mia bocca. Michael sospirava sulla mia pelle sudata. Ammirai la sua espressione stupenda. Con una mano gli accarezzai la guancia e scesi fino al collo. I fiati si fecero sempre piú corti finchè non raggiungemmo il fantastico incontro fra anima e corpo. E cademmo in un sonno profondo.
La mattina mi svegliai. Avevo freddo. -Michael... la coperta...- dissi chiudendo gli occhi.
-Siamo ancora... nudi?- chiese lui accarezzandomi la schiena.
-A quanto pare sí...- poi mi coprí con la coperta.
-Sono sudata e puzzo...- dissi girandomi verso di lui.
-Credo sia normale... dopo ieri notte.- disse baciandomi il collo.
-Giusto credo sia per quello.- dissi chiudendo gli occhi. Ero stanca. Michael appoggió la testa sul mio petto e chiuse anche lui gli occhi. Ad un tratto mi suonó la sveglia del celluare. Lo presi e guardai.
-Cos'è?- chiese lui.
-Cazzo Michael! Siamo in ritardo alle prove!- dissi togliendomi la coperta. Saltó in piedi anche lui. Cercammo i nostri vestiti.
-Prendi!- dissi passandogli i pantaloni.
-Magari prima mi servono i boxer?- chiese alzando le coperte. Presi il mio reggiseno. I gancetti si erano impigliati con i suoi boxer. Mi si avvicinó e cercó di dividerli. Poi ci rivestimmo in fretta. Corremmo a Neverland ed entrammo in tutta furia nella sala prove. C'erano tutti i ballerini che ci guardavano strano. Michael mi prese per la manica della camicetta e mi trascinó fuori. Con una mano mi sfiorò il seno. Lo guardai male.
-Che fai??- chiesi io. Non disse niente. Lo guardai male. Mi stava chiudendo i bottoni.
- Si vedeva tutto il pizzo del reggiseno.- disse tirando fuori la mano. Io gli diedi un occhiata. Sempre con la cerniera aperta. Gliela chiusi in modo repentino. Poi gli osservai il collo . Aveva ancora il segno del mio bacio. Mi inumidii un po' il dito e cercai di togliergli il segno. Rise perchè gli stavo facendo il solletico.
-Ok adesso siamo pronti!- dissi io sorridendo. Prendemmo fiato e dignitá ed entrammo dentro alla sala prove.
(StreetWalker )
00martedì 29 gennaio 2013 23:28
Menomale hanno fatto pace. Posta il prossimo per sapere cosa succederà
BloodOnTheDanceFloor12898
00lunedì 4 febbraio 2013 06:29
-Ok adesso siamo pronti!- dissi io sorridendo. Prendemmo fiato e dignitá ed entrammo dentro alla sala prove. I ballerini ci guardavano ancora strano.
-Beh che si fa qua?! Su muovetevi! Iniziamo a provare!- disse Michael battendo le mani e andando davanti alla fila di ballerini. Iniziammo le prove. Sudavo molto ed ero molto concentrata ma il mio pensiero andava tutto a lui. Quanto l'amavo...
I ballerini poco a poco se ne andarono e rimasi sola con Michael. Stava scegliendo la scaletta per il prossimo concerto mentre io riperfezionavo i passi. Feci una piroetta e... inciampai in un asse sovrapposta e caddi pesantemente a terra. Allarmato mi si avvicinò.
-Soraya stai bene??- chiese sorreggendomi.
-Che dolore! La caviglia!- dissi stringendo i denti. Mi prese in braccio e mi portó fuori.
-Dove andiamo?-
-Da un dottore!- rispose caricandomi sul sedile posteriore della sua Bentley nera. Mi distesi.
-Intendi guidare tu??- chiesi dolorante
-Sí.- salí in macchina. Uscimmo dal cancello e prendemmo la strada per il centro cittá. Sentii un dolore pingente che partí dalla caviglia e si espanse per tutto il mio corpo fino ad arrivare alla testa.
-Ahi...- dissi massaggiandomi la testa. Iniziai a piangere dal dolore.
-Ti prego Michael sbrigati!-
-Subito!- acceleró e in men che non si dica ci trovammo davanti all'ospedale. Era vuoto. Michael mi prese in braccio ed entrammo nell'ospedale. I dottori guardarono male Michael. Ma io avevo bisogno di cure all'istante! Il dolore si stava facendo insopportabile. -Cos'è successo?- chiese un dottore avvicinandosi a noi.
-Dottore non lo so... mi sono girato un attimo e poi l'ho trovata a terra dolorante.- disse Michael tenendomi la mano.
-Sono caduta..- risposi. Il dottore ci guardó come persone normali. Io lo ero ma lui no. Lui vedeva un normale cliente e non Michael Jackson.
-Bene seguitemi- disse avviandosi verso una saletta medica. Michael mi prese in braccio. Mi appoggió sul lettino. Il dottore inizió a toccarmi la caviglia. Ad un tratto toccó il punto che mi faceva piú male.
-Ahia!- dissi facendo spaventare Michael.
-Ok io vado a chiamare il mio aiutante intanto lei la aiuti a togliersi i pantaloni.- disse prendendo una cartelletta e avviandosi fuori. Michael mi si avvicinó.
-Meno male che te li devo togliere io!- disse ridendo.
-Non fa ridere!!-
-Eh scusa cercavo di sdrammatizzare! E poi tu sei solo mia!- disse iniziando a slacciarmi il bottone dei jeans. Fece scorrere la cerniera e mi li sfiló delicatamente.
-Ti prego dammi un bacio...- lo pregai. Avevo bisogno di qualcosa di dolce. Mi si avvicinó e appoggió lentamente le sue labbra sulle mie. Le nostre bocche piano piano iniziarono a schiudersi finchè le nostre lingue erano libere di esplorare le reciproche bocche. Continuava a baciarmi con vigore. Il dottore entró con un assistente. Si fermò un attimo a guardarci. Smettemmo all'istante di baciarci. Le mie labbra erano arrossate. Le mie guancie avevano preso fuoco. Michael, anche se non lo dava a vedere, era imbarazzato. Il dottore fu impassibile e mi si avvicinó tastandomi la caviglia.
-Cos'è dottore?- chiese Michael allarmato.
-Penso sia una distorsione. Ma per ulteriori accertamenti sará meglio fare una radiografia.- disse scrivendo sulla cartelletta.
-Portala nella sala delle radiografie.- disse il dottore al suo assistente. Mi si avvicinó e fece per prendermi in braccio. Ma Michael lo anticipò.
-Faccio io. Non si preoccupi.- disse all'infermiere.
-La sala delle radiografie è di la.- ci indicó lui. Andammo nel corridorio.
-Sei proprio un gelosone!- dissi cercando di dimenticare il dolore.
-Sei mia prioprietá e nessuno ti puó toccare!- disse baciandomi. Ci fermammo mentre ci baciavamo. Prendeva le mie labbra tra le sue. Si staccó mi diede un piccolo morso al labbro inferiore.
-Michael andiamo.- dissi passandomi un dito sulle labbra. Ci incamminammo. Arrivammo in sala e mi fecero le radiografie. Mi sentii ad un tratto debole e sentivo le gambe molli e la testa mi martellava... sembrava di svenire...
MICHAEL:
Era svenuta e per fortuno sono riuscito a sostenerla. Corsi in tutta fretta nell'ufficio del dottore. In corridorio vidi dei flash delle macchine fotografiche. Quei maledetti paparazzi. Entrai nell'ufficio del dottore e la adagiai sul lettino. Chiamai Wayne e la sicurezza. Il dottore mi si avvicinó.
-Cos'è successo?- chiese.
-Io... guardi non lo so... è svenuta e... e io... poi c'erano i paparazzi... e allora...- mi appoggió una mano sulla spalla.
-Stia tranquillo Mr. Jackson. Adesso la visito e gli diró cos'ha.- mi disse il dottore. Rimasi seduto di fianco al lettino. Non la vedevo rinvenire e tutti i movimenti del medico mi stavano mettendo in agitazione.
-É solo uno svenimento da stanchezza. Per caso ha fatto qualcosa che impiega molte energie? Qualcosa di stancante?- mi chiese lui. Sapevo esattamente la risposta. Era troppo intima peró.
-Beh... abbiamo fatto le prove... e...- dissi pensando se dirlo o no.
-E...? Avete avuto un rapporto ultimamente?- chiese in modo oggettivo. "Rapporto"... quella parola non mi piaceva.
-Beh... sí.- dissi imbarazzato.
-Ok allora sará dovuto a quello. Adesso gli fasceró la caviglia.- disse mentre si avvicinava ad un armadietto. Estrasse della garza bianca. Si avvicinó a lei e gli fasció delicatamente la caviglia.
-Ecco finito.- disse guardandomi apprensivo.
-Posso sapere il suo nome?-
-Sono il dottor Glasgow.-
-Ok. Grazie mille.-
-Bene la signorina dovrà rimanere fino a domani per gli ultimi accertamenti.- lo ringraziai stringendogli la mano. Seguii l'infermiere che mi accompagnó in camera con il lettino. Un ultimo scatto di un paparazzo e poi mi rifugiai in camera con lei. L'infermiere mi lasció solo con lei. Perchè non si svegliava? Mi sedetti di fianco a lei e mi presi la testa fra le mani. Non ce l'avrei fatta a fare il tour senza di lei. Mi alzai e le andai vicino. Mi sporsi per guardarla con piú attenzione. Era meravigliosa anche da svenuta. Le diedi un bacio sulla fronta. Poi piano piano le diedi un bacio sulle labbra. In pochi secondi sentii la sua bocca che si schiuse per far passare la sua dolce e morbida lingua. Si era svegliata.
-Oh Michael... cos'è successo?- chiese allarmata.
-Shhh- gli dissi continuandola a baciare. Sentire le sue labbra morbide fra le mie. Le nostre lingue che si sfioravano con piccoli tocchi timorosi. Avevo intrappolato le sue labbra con le mie. Chiuse gli occhi. Mi staccai lentamente da lei. Aveva tutte le labbra arrossate. Mi avvicinai piano e le mordicchiai il labbro inferiore.
-Sor... ti amo.- dissi sussurrando. Vidi i suoi occhi tremanti dall'emozione.
-Michael... anche io!- disse buttando le braccia al mio collo. Le accarezzai la schiena.
-Adesso mi dici cos'è successo?-
-Beh... il dottore Glasgow ha detto che sei svenuta per colpa del "Rapporto" che abbiamo avuto ieri notte...- dissi con l'amaro in bocca.
-Ahm... rapporto? Non è bello da dire... è piú carino dire "fare l'amore"...- mi disse imbarazzata.
-hai una distorsione alla caviglia. Domani faranno gli ultimi accertamenti e poi non potrai ballare per qualche settimana.-
-Oh...- disse delusa.
SORAYA:
Qualche settimana?! Non è possibile.
-Adesso è meglio che ti riposi.- disse Michael accarezzandomi la fronte.
-Dormi con me ti prego!- dissi con sguardo languido. Si distese di fianco a me e si mise sotto le coperte. Abbracciai il suo fianco con la gamba sana. Me la accarezzó provocandomi un brivido.
-Mike...- dissi baciandolo. Le nostre lingue si incontrarono di nuovo. Quando smettemmo mi guardó intensamente negli occhi. Mi si avvicinó e sussurró parole d'amore al mio orecchio. Mi morse delicatamente il lobo dell'orecchio. Una leggera risata mi scappó. La sua mano mi accarezzava il collo. Le sue dita affusolate sfiorarono il dolce rigonfiamento del seno. Non aveva mai esplorato cosí intimamente il mio corpo. Le sue dita erano delicatissime, quasi impercettibili. Ma questo acutizzó i miei sensi. Eravamo totalmente avvolti nel buio. Le sue dita delicate accarezzarono un ultima volta il mio seno. Si abbassó e mi diede un bacio delicato in basso al collo. E cosí ci addormentammo abbracciati. Ci svegliammo. Arrivó il dottore che mi fece gli ultimi controlli. Infine con l'aiuto dei bodyguards riuscimmo ad arrivare a casa. Michael mi aiutó a camminare fino al letto.
-Michael... come faremo con il tour?-
-Stai tranquilla. Tanto inizia fra un mese. Hai tempo per guarire.- rispose dolcemente.
-Sai... mi è piaciuto tantissimo l'altra notte... nella casetta...- dissi abbassando lo sguardo.
-Oh... ma stavi sognando! Noi non abbiamo fatto niente! Ti sei solo addormentata perchè eri stanca dopo il bagno!- disse prendendomi in giro. Ero un po' permalosa.
-Ah sí? Allora vorrei sognare di nuovo...-
-Sul serio?- chiese lui emozionato.
-Sí Michael...-
-Ma non c'è bisogno di chiederlo...- disse anche lui imbarazzato. Eravamo cosí impacciati... anche se non era la prima volta. Mi si avvicinó e mi bació con passione. La sua lingua giocava sensualmente con la mia. I baci si fecero caldi. Mi prese i polsi e li bloccó vicino alla mia testa. Si distese su di me.
-Come... faccio... con la... caviglia...- chiesi tra un bacio e l'altro.
-Saró... piú delicato...- disse togliendomi la maglietta e lasciandomi i polsi. Mi accarezzó pianissimo e delicatamente il seno. Lo lasciai fare. Tanto qualsiasi cosa venga da lui non potrebbe mai provocarmi dolore o disagio. Neanche quel gesto mi mise a disagio. Mi bació sul seno. Chiusi gli occhi.
-Scusa...- mi disse con voce dispiaciuta.
-Niente...- dissi rimanendo in balia dei suoi tocchi. Le sue mani ormai espertissime mi tolsero il reggiseno. Ebbe piú libertá di esplorare il mio corpo. Sospiró quando sentí che le mie mani avevano iniziato giá ad aprire la cerniera dei pantaloni. Potevo chiaramente avvertire tutto il calote del suo corpo che si concentrava in un unico punto. Gli sfilai i pantaloni lasciandoli cadere ai piedi del letto. Tra le mie mani e il punto di tutto la sua passione c'era solo un tessuto a dividerci... i suoi boxer. Avevo sinceramente timore ad abbassarli. Non volevo violare la sua intimitá.
-Che c'è?- chiese in un sussurro staccandosi dal mio seno.
-Niente è che...non vorrei violare la tua... intimitá...-
-Baby... sono tutto per te... tutto per te...-
-Sogno o son desto?- dissi io. Mi bació di nuovo il seno e con una mano lo accarezzó. Mi fece venire i brividi. Mi decisi e gli sfilai i boxer. Per sbaglio sfiorai l'intoccabile. Un gemito liberatorio uscí dalla sua bocca. Mi vergognai e diventai tutta rossa.
-Non preoccuparti.- disse lui baciandomi. Mi strattonó i jeans e li tolse. Fece attenzione alla mia caviglia. Si abbassó e mi bació la pancia. Poi piano piano mi sfiló gli slip. Mosse deciso il bacino contro il mio. Venni posseduta in modo deciso nelle profonditá del mio corpo.
-Ti amo..- sussurrai al suo orecchio. Gemetti. Sorrise mentre cercó di soffocare gli altri gemiti con dei baci. Il fiato era irregolare. I ritmi aumentarono finchè stremati non ci stringemmo in un abbraccio. Pelle contro pelle scambiandoci le anime. Avevo tutta la fronte sudata.
-Ti adoro Sor.- mi disse dopo un po'. Rimanemmo abbracciati immersi nei nostri pensieri.
-Posso chiederti una cosa Sor?-
-Certamente.-
-Ma mica non sapevi nuotare?- chiese perplesso.
-Beh in effetti è una giusta domanda... io non lo so... mi sono aggrappata a te. Ho imparato!- dissi sorridendo. Mi strinse di piú al suo petto. Feci per alzarmi e vestirmi. Mi accorsi peró che non potevo con la caviglia.
-Lascia che ti aiuti.- disse lui alzandosi e tenendomi la mano. Raccolse il mio intimo e me lo passó.
-Beh... io non so... se... hai bisogno di aiuto...- disse imbarazzato grattandosi la testa. Risi.
-Haha no devi solo aiutarmi a non perdere l'equilibrio.- mi appoggiai con una mano alla sua spalla mentre con l'altra mi rivestivo. Mi aiutó ad allacciare il reggiseno. Infine mi aiutó anche ad infilare i pantaloni e la maglietta. Mi sedetti sul letto e lo guardai mentre si rivestiva. Aveva delle spalle larghe.
-Cosa guardi curiosona?!- chiese ridendo e infilandosi i pantaloni.
-Eh... io... cioè...- un suo bacio mise fine al mio balbettare.
-Cosa fai balbetti?- chiese ridendo. Arrossii. Quando finimmo di rivestirci andammo a metterci sul divano.
-Vuoi qualcosa da mangiare?- mi chiese lui.
-Ho una voglia matta di fragole!- dissi io entusiasta. Rise e mi disse ok. Accesi intanto la tv. Ed ecco il solitp tg. Passarono vari servizi finchè non ne arrivó uno che mi fece sgranare gli occhi.
"É ufficiale la notizia del divorzio fra la figlia del Re del Rock e il Re del Pop, Michael Jackson e Lisa Marie Presley stanno divorziando. Le ultime faccende legali si stanno concludendo proprip adesso." Intanto passavano le immagini di lui e lei che si baciavano.
-Sor ecco le fragole!!- disse con il sorrisp stampato sul viso. Ma il mio si era spento pochi attimi fa. Al posto del sorriso era arrivata la rabbia.
-Ti prego basta menzogne!- dissi arrabbiata.
-Ehi Sor cosa hai?- chiese avvicinandosi a me.
-Eri sposato!!- dissi ulrando.
-No!!- mi rispose mentendo. Che vigliacco.
-SEI SOLO UN BUGIARDO!! TUTTE LE COSE CHE ABBIAMO FATTO, TUTTI I NOSTRI DOLCI MOMENTI ERANO SOLO UNA FOTTUTA PRESA IN GIRO!- urlai in preda all'ira. Mi prese per i polsi e mi fermó saldamente.
-Lo so ero sposato!!! Ma poi abbiamo fatto l'amore... e tutto è cambiato! Ti prego adesso smettiamola!!- mi disse tranquillizzandomi. Sapevo che ci teneva a me.
-Quindi... tu non l'ami piú?- chiesi piangendo. Mi bació asciugandomi le lacrime. La sua lingua si impossessó della mia bocca.
-No Sor... io amo te!- disse lui. Mi calmai
-Ok... ma alla prossima menzogna io me ne vado via da questa casa.- sentenziai.
-Ok.- mi rispose sorridendo. Ci andammo a mettere sul divano. Spegnemmo la tv. Prese una fragola dal piatto e me la porse. La mangiai. Presi la panna spray e mi riempii la bocca di panna. Era buonissima. Michael mi guardó e scoppió a ridere. Mi si avvicinó e mi bació all'angolo della bocca.
-Eri sporca di panna!- disse ridendo. Guardai la panna spray e la sua bocca. Avvicinai il beccuccio della bottiglietta alla sua bocca. La aprí lentamente e gli misi la panna in bocca. La mangiò. Poi presi una fragola e gliela misi in bocca. La sua lingua giró intorno al mio dito. Mi avvicinai e lo baciai. La sua lingua sapeva ancora di panna. Un dolce incontro fra fragola e panna. Gli misi le mani dietro la nuca. Gli accarezzai lentamente il collo. Adoravo giocare in modo romantico con lui. Lo imboccai con un altra fragola, la morse soltanto e l'altra metá la mangiai io. E cosí facemmo merenda con fragola e panna. Avevo un sonno tremendo e mi addormentai sul divano.



MICHAEL:
Si era addormentata tra le mie braccia. La presi e la portai nello studio. La adagiai lentamente sul divanetto trapuntato che c'era vicino alla libreria in legno. Feci qualche chiamata per finire le ultime cose del tour. Aprii il cassetto per prendere una penna quando vidi un contenirore in plastica. Erano loro... quelle maledette pastiglie. Le presi e le gettai con rabbia nel cestino, ora che avevo lei non potevano piú rovinarmi la vita! Mi andai a sedere sulla poltrona e buttai la testa indietro. Rimuginai sulla caviglia di Soraya. Chissà se sarebbe guarita in tempo. Ad un tratto squillò il mio cellulare. Lessi il numero sul display: Dottor Glasgow.
-Pronto dottore?-
-Sí, buonasera. Volevo sapere come andava la caviglia della signorina.-
-Bene credo... non si lamenta piú del dolore.- dissi guardandola dormire.
-Volevo dargli il resoconto degli accertamenti...-
-Mi dica.-
-L'esame delle urine ha accertato che potrebbe rimanere incinta... quindi con la situazione in cui si trova vi consiglio di non avere alcun rapporto.- ancora quella parola. Quindi non dovevamo avere nessun tipo di rapporto? Era troppo tardi ormai.
-E... se il rapporto ha già avuto luogo?- chiesi preoccupato.
-Oh... beh allora... auguri!- mi rispose il dottore ridendo.
-Uh... ok arrivedererci.- risposi pensieroso. Lei si era svegliata e mi guardava accigliata.
-Ciao piccola mia.- dissi avvicinandomi a lei e baciandola.
-Hai dormito bene?- chiesi accarezzandole una guancia.
-Mmmmh... sí.- disse lei stiracchiandosi.
-Chi era al telefono?- chiese guardandomi fisso negli occhi.
-Niente il dottor Glasgow.- risposi abbassando lo sguardo.
-Oh... e cosa ha detto??- chiese curiosa.
-Niente di importante... ha detto che è tutto normale.- mi avvicinai al suo volto e gli diedi un bacetto sul naso. Rise di gusto.
-Ehi hai ancora la bocca sporca di panna!- esclamai io.
-Dove??- chiese preoccupata lei. Mi avvicinai lentamente alla sua bocca. Appoggiai delicatamente le mie labbra sulle sue. Le sue labbra si schiusero e le nostre lingue si incontrarono. Si staccó poco a poco dalle mi labbra. Gli passai un dito sulle labbra.
-Adesso sei pulita...- sussurrai.
-Proprio una bella scusa per baciarmi...- mi sussurró all'orecchio.
-Perchè non posso baciarti?- chiesi lentamente.
-Tutte le volte che vuoi Michael.- mi disse lei. Ero felice. Il suo sorriso si spense.
-Ehi che c'è Sor?- chiesi preoccupato prendendogli il mento.
-No è che... io non posso piú ballare adesso...- mi disse triste.
-Oh no! Appena sarai guarita potrai ballare!- le dissi.
-Davvero?!- chiese lei.
-Sí!- e mi abbracció. Ad un tratto entró Mildret.
-Scusate l'interruzione ma la sua famiglia verrá a farvi visita fra poco!- mi disse d'un fiato lei.
-Ok pioi andare a preparare le stanze degli ospiti.- e se ne andò.
-Oh no i tuoi!- disse lei preoccupata.
-Perchè?-
-La figura che ho fatto quella sera!- disse affranta. Risi.
-Che fai mi prendi in giro?- mi chiese.
-Haha no!
-Lo so ero orribile quella sera...-
-Ehi non è vero! Anche se avevi un po' di stress addosso eri sempre bellissima!- le dissi baciandola sulla guancia.
-Infatti ho visto come mi guardavi durante tutta la cena!- mi rispose.
-Lo so...-
-E... scusa se ho rifiutato il tuo bacio...- mi disse dispiaciuta. Giá... aveva rifiutato un mio bacio....
-L'importante è adesso.- dissi baciandola.
-Ti prego non smettere mai di baciarmi Michael. Ti prego non far mai rompere in mille pezzi il mio cuore...- mi disse bisbigliando fra un bacio e l'altro.
-Mai.- gli dissi sicuro che non sarebbe mai accaduto.
(StreetWalker )
00lunedì 4 febbraio 2013 20:22
Sor è incintahael gli è lo dovrà dire. Posta il prossimo
BloodOnTheDanceFloor12898
00lunedì 11 febbraio 2013 15:35
-Mai.- gli dissi sicuro che non sarebbe mai accaduto. Mi buttó le braccia al collo sorridendomi. -Ora vado a cambiarmi!- esultò lei. Glielo dovevo dire, adesso. La presi per le mani.
-Aspetta Sor.- dissi fermandola. Si giró verso di me guardandomi negli occhi. Mi persi per qualche secondo nei suoi meravigliosi occhi, un suo scossone mi portó alla realtà.
-Cosa c'è Michael?- chiese tranquilla.
-Prima il dottor Glasgow... mi ha detto che dall'esame delle urine...- non mi lasció finire che si sentí mancare. La sorressi.
-Ehi Soraya!- dissi preoccupato. Si sentí meglio. Si appoggió una mano sulla faccia.
-Sono incinta... no! Non adesso!- disse piangendo. Gli strinsi le mani.
-Non preoccuparti. Se vuoi fai il test.- -Io non lo so Mike... ho paura!- mi disse lei. L'abbracciai.
-Quando ti va... controlla ok?-
-Ok- disse deglutendo pesantemente.
-Ma non poteva dircelo prima Mike?- chiese asciugandosi le lacrime.
-Lasciamo perdere. Forse è meglio prepararsi.- sentenziai io. Mi bació e andó a prepararsi.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Mi iniziai a preparare per l'arrivo della sua famiglia. La notizia che mi aveva dato pochi istanti prima mi aveva sconvolto. Non potevo proprio rimanere incinta adesso che iniziava il tour. Non lo volevo. Presi dei vestiti e mi cambiai. Ritornai nel suo studio. Lui non c'era. Mi misi a guardare fuori dalla finestra, persa nei miei pensieri. Senza accorgermene mi misi una mano sulla pancia. So che gliel'avevo promesso ma... non mi sentivo abbastanza pronta. Avevo solo 21 anni...
-Soraya che fai?- chiese lui entrando e facendomi sussultare.
-Non vorrai mica metterti di nuovo a sbraitarmi addosso perchè sono nel tuo studio!- risposi io. La sua espressione cambió.
-Oh scusami Michael... è che ero assorta nei miei pensieri e non connettevo.- sorrise.
-A cosa pensavi?- chiese abbracciandomi.
-E se sono veramente incinta?-
-Mmmh... sarei l'uomo piú felice del mondo!-
-Beh io no...-
-Non vuoi avere un bambino?- chiese stupito.
-No no! Anzi io lo vorrei solo che non mi sento pronta...- spiegai. Mi rassicuró.
-Lo capiremo entrambi quando sarà il momento adatto.- cosí detto mi bació. Sentimmo il campanello suonare. Erano arrivati. Mi prese per mano e andammo ad accoglierli. Strinsi la mano a sua madre che mi guardava perplessa.
-Ma tu non sei...-
-Sí sono la ragazza disperata di una settimana fa.- risposi gentilmente. Guardó me e Michael e poi sorrise. Credo che si vedeva che stavamo insieme. Quando finemmo di salutare tutti andammo a cena. Andò tutto a gonfie vele. Vedevo che Jermaine mi guardava in modo strano. Mi alzai per andare in cucina a prendere un po' d'acqua. Jermaine si alzò e mi seguì. Mi fermó per un polso. Ero agitata.
-Ehi non voglio farti del male.- mi disse con voce dura.
-E cosa vuoi farmi allora??- chiesi preoccupata.
-Volevo dirti grazie. Mio fratello sta meglio da quando vi conoscete. C'è un legame molto affiatato fra di voi.- piano piano mi lasciò andare il polso.
-Oh.... per questo?-
-Sì.-
-Ok ma adesso posso andare di là?- chiesi intimorita.
-Certo!- e mi sorrise. Ricambiai e tornai in sala da pranzo con lui. Appena entrai in sala da pranzo Michael mi squadrò. Mi sedetti vicino a lui e gli diedi un bacio sulla guancia. Scrutava pensieroso Jermaine. Lo vedevo costantemente in allerta. Mi avvicinai al suo orecchio.
-Stai tranquillo non mi ha fatto niente e non abbiamo combinato niente.- bisbigliai. Si tranquillizzó. Dopo un po' sua madre intervenne.
-Ma voi due quindi decidete di sposarvi?- un boccone mi andó di traverso.
-No certo che no!- dissi io pulendomi la bocca. Sua madre ci rimase male. Michael mi diede una ginocchiata.
-Ma potremmo valutare l'idea in futuro.- dissi sorridendo sforzandomi. Il sorriso di Katherine tornó.
-Quindi... nipotini??- chiese speranzosa. Io e Michael ci guardammo negli occhi, capendoci.
-Magari...- dicemmo insieme. Io sorrisi lentamente. La serata proseguí pacificamente. Salutammo tutti e poi ci mettemmo a dormire. Mi abbracció nel letto.
-Ti amo.- mi disse lui
-Anche io.- risposi. Mi alzai per andare al bagno.
-Arrivo subito Mike...- dissi sovrappensiero. Entrai in bagno e presi un test di gravidanza. Lo feci e lo appoggiai sul water in attesa di un risultato. Era negativo. Ero felice e sollevata da una parte ma triste da un altra.
-Amore tutto ok?- mi chiese Michael venendo in bagno. Si fermó sulla porta e guardó il test che avevo in mano. Capí subito e mi abbracció. Qualche lacrima mi scese e bagnarono il suo collo.
-Che fai piccola, piangi?- chiese lui accarezzandomi la testa.
-Ci... sono... rimasta male...- dissi singhiozzando.
-Ci riproveremo... dopo il tour peró è meglio.-
-Quindi... niente amore?- chiesi dispiaciuta.
-Certo che no!- mi disse ridendo.
-Allora dopo andró a comprare le pillole...- dissi imbarazzata. Mi sorrise dolcemente e mi portó in braccio fino al letto. Ci addormentammo l'uno nelle braccia dell'altro.
La mattina:
Mi risvegliai e vidi il letto vuoto. Mi spaventai. Mi alzai dal letto e andai a cercarlo per tutta la stanza, finchè non trovai, adagiata sulla scrivania, una meravigliosa rosa. Proprio come quella che mi regaló in passato. C'era attaccato un bigliettino.
"Torno subito... fai colazione. Ti amo."
Guardai di fianco alla rosa e vidi un vassoio con sopra una tazza di caffé e dei dolcetti a forma di cuore. Mangiai con gusto. Ad un tratto mi suonó il cellulare. Risposi.
-Pronto?-
-Sí sono io.- rispose l'altra persona che non riuscivo ancora a riconoscere.
-Chi sei?-
-Tom.- il mondo mi crolló addosso. Ancora lui.
-Cosa vuoi?!- chiesi disperata.
-Ma lo sai cosa voglio...- disse ridendo in modo orribile dall'altra parte.
-Lasciami in pace!- dissi piangendo.
-Credi di liberarti di me semplicemente per telefono??-
-Sei un essere orribile!!-
-Beh sappi che so dove venirti a prendere.- chiuse la telefonata. Iniziai a piangere.
-Non puó venire a Neverland. E se solo lo fa verrá arrestato.- sussultai. Era Michael. Mi asciugai velocemente le lacrime.
-Da quanto tempo sei qui?-
-Abbastanza.- rispose accarezzandomi la testa. Mi strinsi a lui.
-Shhh... finchè sono in vita ti proteggeró da tutto.- mi rassicuró.
-Grazie Mike.- dissi sussurrando -Lui... voleva me... voleva solamente il mio corpo...-
-Sí ho sentito... ma tu appartieni a me.- disse stringendomi.
-Grazie per la rosa e per la colazione Mike.- dissi guardandolo. Mi bació come solo lui sapeva fare. In modo delicato e dolce. Mi staccai lentamente.
(StreetWalker )
00lunedì 11 febbraio 2013 23:11
Una splendida giornata rovinata dalla telefonata del viscido Tom e anche perché non è incinta. Per fortuna c'è Michael accanto e per Tom saranno dolori se proverà ad avvicinarsi
BloodOnTheDanceFloor12898
00venerdì 22 febbraio 2013 20:35
-Grazie per la rosa e per la colazione Mike.- dissi guardandolo. Mi bació come solo lui sapeva fare. In modo delicato e dolce. Mi staccai lentamente.
I mesi passarono tranquilli fino alla partenza per il tour. Dopo una nottata in bianco ci svegliammo entrambi.
-Ciao Sor.- disse sbadigliando.
-Ciao Mike...- dissi avvicinandomi a lui e baciandolo. Inizió a baciarmi sul collo mentre piano si stendeva su di me. Ad un tratto Mildret bussó e urló:
-Dovete prepararvi!-
Michael mi guardó imbarazzato.
-Andiamo va.- disse alzandosi. Ci vestimmo e uscimmo con le valigie fino a che mi resi conto di non aver ordinato le pillole anticoncezonali. Salimmo in macchina. Mi avvicinai al suo orecchio.
-Michael... ho un problema...-
-Del tipo?-
-Non ho comprato le pillole...- dissi vergognandomi. Sorrise.
-Andiamo adesso.- e cosí con l'auto andammo in un centro specializzato. Entrai da sola per non dare nell'occhio. Mi dissero che per comprarle dovevo fare dei controlli. Me li fecero e mi dissero che appena potranno me le invieranno all'indirizzo che gli avevo dato quando sono entrata. Ritornai in macchina e andammo in aereoporto. Per il viaggio non feci altro che dormire. Mi risvegliai in una camera da letto. Michael era seduto su una sedia di fianco alla finestra che leggeva un libro.
-Ma dove siamo?- chiesi stropicciandomi gli occhi.
-Oh buongiorno! Siamo a Bucarest! E questa è la nostra camera!- disse venendo sul letto. Si mise sopra di me e inizió a farmi il solletico sul collo con il suo respiro. Ridevo lentamente. Con calma inizió a sbottonarmi la camicetta.
-Non ho preso niente... Mike...- e si fermó. Avevo la camicetta tutta slacciata. Mi guardó con occhi supplicanti. Infiló una sua mano nel reggiseno. Chiusi gli occhi. Gli infilai le mani nei folti capelli che teneva ancora legati in una coda. La sua mano stava accarezzando il mio seno. La presi e l'allontanai lentamente dal mio petto.
-Mike... la prossima volta!- dissi io. Si allontanó da me. Mi allacciai la camicia. Poi andammo a fare le prove per il tour. Io rimasi a guardare poichè la mia caviglia era ancora in via di guarigione. Questa routine stava andando avanti per un po' di giorni. Ero in hotel e stavo aspettando Michael che tornava da un incontro. Pensai alle pillole... in quel momento il cellulare squilló.
-Pronto?- chiesi intimorita pensando fosse Tom.
-Si salve sono la direttrice del centro di ginecologia. Abbiamo ricevuto i risultati dei suoi esami.-
-Oh e quindi?- chiesi io.
-Beh... lo vuole sapere?-
-Ovviamente!- dissi iniziando a torturarmi le unghie.
-Le ovaie non funzionano come dovrebbero... quindi... non puó avere figli. Una gravidanza sarebbe impossibile. Le vuole comunque le pillole?-
-No.- erano le uniche parole che riuscii a dire. Chiusi la chiamata e iniziai a piangere.
"Non puó avere figli..." questa frase continuava a vorticarmi in testa. Non riuscivo a capacitarmene. Michael entró in quel esatto momento.
-Ehi Sor che c'è?!- chiese preoccupato venendo verso di me.
-Io... Michael... non è possibile...- dissi singhiozzando.
-Shhh calmati... spiegami. Amore parla!-
-Non posso avere figli!- urlai disperata.
Silenzio.
Ancora silenzio.
Michael inizió a piangere. Piangemmo insieme tutto il pomeriggio. Un silenzio strano avvolse i nostri singhiozzi. Ci addormentammo abbracciati sul letto.
Michael si sveglió e mi diede un piccolo scossone. Mi svegliai con un mal di testa terribile.
-Che...c'è?- chiesi massaggiandomi la testa.
-Io vado ad un orfanotrofio... vuoi venire?-
-No... non me la sento...- pensai a tutti quei bambini.
-Ok...- si preparó e andó via. La sera stessa ci fu il concerto. Seguii tutto da dietro il palco, stupefatta. Era incredibile. Per il ritorno in hotel ci fecero viaggiare su auto diverse. Arrivammo in hotel e dormimmo senza combinare niente. Anche perchè eravamo depressi dalla notizia. Viaggiammo di qua e di la per qualche settimana. Ma ci fu una tappa che cambió la mia vita. Eravamo appena arrivati a Mosca. Ci sistemammo nella nostra camera. Da quando gli avevo dato la notizia... non era piú lo stesso. Il nostro rapporto si stava spezzando... me lo sentivo. Fu quello che successe quella sera. Ero dietro le quinte quando davanti allo schermo si focalizzó l'immagine di Michael che baciava una ragazza. Si baciavano. Non un bacio a stampo. Vedevo che rideva e questo mi fece spezzare il cuore. Mi alzai dalla sedia di scatto. Tutti mi notarono. Mi incamminai verso l'uscita quando Karen mi fermó per un braccio. Strattonai e andai dalla guardia del corpo.
-Portami in albergo. Adesso.- non disse nulla. Andai in limousine e salii in camera. Non posso dargli figli, non posso ballare, quindi oggettivamente parlando... non gli serve la mia presenza. Presi la mia valigia e iniziai a infilarci dentro i pochi abiti che avevo tirato fuori. Stavo per uscire quando la chiave della porta giró ed entró Michael. Passai di fianco a lui e chiamai l'ascensore. Assistí alla scena disorientato. Mi prese un polso.
-Ehi dove vai?-
-Via dalla tua vita. Ne ho abbastanza! Dopo quel bacio il mio cuore non riesce a sopportare altri colpi bassi.- dissi entrando in ascensore. Le porte si stavano chiudendo. Si stava chiudendo la nostra relazione. Mise un piede fra le porte dell'ascensore. Entró. Rischiacciai il bottone rimanendo indifferente. Avevo addosso i suoi ray ban per coprire gli occhi rossi dal pianto.
-Non volevo.- disse d'un tratto.
-Beh è troppo tardi ormai.- dissi guardando il numero di piani che mancavano. Con uno scatto schiacció il bottone che fece fermare l'ascensore.
-Che cavolo hai fatto?!- chiesi infuriata.
-Cerco di parlarti.- disse mettendomi all'angolo. Non avevo via di scampo.
-Lo so... sono stato uno stupido. Ha iniziato lei.-
-Ma tu ridevi! RIDEVI! Mike come hai potuto?!- chiesi io disperata.
-So che piangi. Non fare la forte. Ti conosco.- mi tolse con delicatezza gli occhiali e se li infiló in tasca. Vide i miei occhi arrossati e le guance rigate.
Si avvicinó al mio viso e cercó un mio bacio. Misi una mano fra le nostre bocche. Mi bació la mano.
-Quand'è troppo è troppo.- dissi io riprendendo gli occhiali dalla sua tasca. Schiacciai il bottone e le porte si riaprirono. Presi la valigia e senza neanche voltarmi a guardarlo me ne andai. Camminai nel freddo della notte di Vienna. Piccoli fiocchi di neve iniziavano lentamente a cadere, creando cosí un atmosfera surreale. Una figura lontana, sfocata, si avvicinava. Presi la valigia e iniziai a camminare senza meta. Piangendo mi sedetti su una panchina. Quella figura mi passó davanti. Non era Michael. Che strano, avrei voluto fosse lui. Avrei voluto che mi baciasse e avrei voluto fare l'amore con lui per tutta la notte. Ma no. Adesso tutto era finito. Mi alzai e cercai un luogo per dormire. Mi accasciai in un parco. Misi la testa fra le ginocchia. Poi la alzai. Vidi una mano verso di me. Un gesto di fiducia. La afferrai. Mi alzai.
-Non ce la faccio piú.- dissi abbracciandolo. Era lui, Michael. Mi staccai da lui e ci baciammo. Prendendomi per mano ritornammo in hotel. Senza proferir parola iniziammo a spogliarci. Mi bació e mi fece stendere sul letto. E facemmo l'amore. Ci amammo come non mai,fino ad addormentarci stremati e appagati. Lentamente mi svegliai con la luce dell'alba che entrava dalla finestra. Ci eravamo addormentati in posizioni contorte. La testa mi girava.
-Michael?- feci per svegliarlo. Lui lo era già.
-Ciao piccola mia.- disse baciandomi.
-Certo che siamo proprio incredibili...- dissi ripensando a quello che era successo.
-Già prima litighiamo e poi...-
-Ok non entriamo nei dettagli!- dissi ridendo e massaggiandomi la testa.
-Ehi tutto bene?- chiese guardandomi.
-Sí ho solo mal di testa. Colpa del freddo di Vienna!-
-Sei una testarda!- disse ridendo. Risi anche io.
-Fra quanto ci sarà una pausa dal tour?- chiesi.
-Mh... credo che la prossima tappa sia l'ultima!- disse pensieroso.
-Poi quanto tempo avremmo?-
-Tre mesi. Pensaci... tre mesi tutti per noi!- disse ridendo.
-Giá.-
-Su alziamoci che dobbiamo andare alle prove.-
-Io non ho molta voglia...- dissi coprendomi la faccia con la coperta. Si alzó e andó a cercare i suoi vestiti sparsi per la camera.
-Sei proprio una pigrona!- disse lui mettendosi i boxer e i pantaloni.
-Cosa vuoi? Sono fatta cosí io!-
-Tu ci vorrebbe proprio una cura per la pigrizia!- disse prendendo la camicia.
-Eh ok!-
-Quando la vuoi?- chiese stando al gioco.
-Piú tardi!- dissi facendogli la linguaccia.
-Cosa ti avevo detto? Sei pigra!- disse ridendo.
-Quando torni?-
-Boh... credo verso mezzogiorno.-
-Uh ok...- dissi triste. Mi bació e se ne andó. Dormii ancora un po'. Ma il mal di testa non se ne andava.
Avevo anche fame. Mi vestii e andai giú al bar per fare colazione. Finita la colazione non sapevo che fare. Decisi di andare a fare un giro per Vienna. Da sola. Uscii e mi diressi in quel parco dove la notte prima mi ero accasciata. Di giorno era stupendo. Vidi un bambino corrermi piangendo in contro. Piangeva. Il cuore mi si strinse a vederlo. Senza pensare lo presi in braccio. Si calmó e mi sorrise.
-La tua mamma dov'è?- chiesi dolcemente. Con il ditino mi indicó una ragazza seduta su una panchina. Mi avvicinai a lei. Era molto giovane. Doveva avere all'incirca due anni in meno di me, e aveva già un figlio. Le sfiorai la spalla.
-Scusi... suo figlio era corso via...- si giró verso di me. Mi bastó uno sguardo. Uno sguardo che colpí i suoi occhi e viaggió velocemente fino a raggiungere le corde dell'anima. Un brivido percorse la mia schiena. L'avevo già vista. La conoscevo. Anche lei sembró avere la stessa reazione.
-Oh... ehm grazie.- disse prendendolo in braccio.
-Mike quante volte te lo devo dire di non allontanarti!?- chiese lei con tono di rimprovero. Poi gli diede un bacio.
-Grazie ancora.- mi disse riguardandomi negli occhi.
-Posso sapere il suo nome?- chiese lei timida.
-...Soraya.- dissi pensierosa.
-Grazie Soraya. Io adesso devo andare. Arrivederci.- mi disse sorridendo e incamminandosi con il suo bambino in braccio. Non feci neanche in tempo a chiedere il suo nome. Era cosí misteriosa. Sapevo di conoscerla. Conoscevo già i suoi occhi.
(StreetWalker )
00domenica 24 febbraio 2013 20:19
Chi è la ragazza che incontra Soraya e dice di conoscerla? Posta il prossimo per saperlo
BloodOnTheDanceFloor12898
00venerdì 8 marzo 2013 23:01
Tornai a casa sovrappensiero. Aprii la porta ed entrai in camera, con lo sguardo perso nel vuoto. Non mi accorsi neanche di Michael.
-Ehi! Yu-uh! Soraya ci sei?- chiese passandomi davanti. Uscii dal mio vortice di pensieri e lo baciai.
-Scuso stavo pensando.- dissi ridendo.
-A cosa?-
-Beh stamattina sono andata al parco di ieri notte. Un bambino piccolo mi è corso incontro piangendo. L'ho preso in braccio e l'ho riportato a sua madre.- dissi guardandolo negli occhi.
-Fini a qui non c'è niente di strano Sor.-
-Aspetta! Poi ho chiamato la madre. Era giovane. Avrá avuto 19 anni! L'ho guardata negli occhi e ho sentito un brivido che ha percorso la mia schiena! E lei ha avuto la stessa reazione! Mi ha chiesto il mio nome! E lo sapeva già! Glielo leggevo negli occhi!-
-Oh Soraya! Non farti strane idee!-
-Ma non è una strana idea!-
-Vuoi solo un bambino! Ecco qua!- disse baciandomi. Lasciai perdere.
-Hai ancora mal di testa?-
-Uhm... no! Mi è passato!- dissi felice. Avevo sempre il grande rimorso di non poter avere figli. Mi rattristai.
-Michael... pensi mai che non potrai mai avere un erede?-
-Fa niente. Certo, lo volevo un figlio. Ma ci sono altri modi.-
-Altri modi?- chiesi preoccupata.
-Nel senso dell'adozione!- disse agitato lui. Sapevo che non voleva dire solamente l'adozione.
-Che ne dici di uscire a mangiare qualcosa?-
-Sai Mike, non ho mai mangiato il sushi!- dissi contenta.
-Che sushi sia allora!- mi bació.
-Questa sarà la nostra cenetta. Vai a farti bella!- mi ordinó.
-Ma non ho vestiti da sera!- dissi io.
-Vai a controllare meglio!- mi disse indicando l'armadio. Lo aprii e trovai un vestito blu da sera. Me lo provai.
-Michael!!- chiamai dalla camera.
-Che c'è?-
-Mi chiudi la cerniera?- chiesi timida. Mi bació la schiena e poi chiuse lentamente la cerniera. Feci un giro su me stessa per poi abbracciarlo.
-Grazie!- dissi baciandolo.
-Tutto per te.- disse tranquillo. Quando anche lui fu pronto, andammo in limousine. Arrivammo al ristorante. Infondo alla sala c'era una piccola saletta per noi. I camerieri chiusero la porta. Michael mi fece sedere.
-Oh ma come siamo gentiluomini stasera!- dissi guardandolo. Si sedette anche lui.
-Beh da dove iniziamo?!- chiese sfregandosi in modo malvagio le mani.
-Non so... dal sushi?- chiesi ridendo. Prendemmo le bacchette cinesi. Avevo dei pezzi di sushi nel piatto. Cercai di impugnare le bacchette ma senza riuscirci. Guardai Michael che aveva lo stesso problema.
-Ma come il mitico Re del Pop non sa usare le bacchette cinesi?!- lo presi in giro ridendo.
-Senti chi parla!- disse guardando le mie bacchette. Non ci pensai due volte e infilzai il salmone. Lo avvicinai alla bocca e mangiai.
-Vedi com'è facile?- dissi tranquilla. Rise e inizió a infilzare il sushi anche lui.
-Ti piace?-
-Mmh sí!- dissi masticando. Presi un boccone e lo avvicinai alla sua bocca. Lo mangió. Nel giro di pochi secondi inizió a tossire e a diventare rosso.
-Oddio Michael che c'è?!- chiesi preoccupata. Gli passai un bicchiere d'acqua che bevve in un sorso.
-C'era il wasabi dentro!!- disse fulminandomi.
-Il wabasi... che??-
-W-a-s-a-b-i! È una salsa piccante.-
-Oh... scusa Mike...- dissi dispiaciuta. Sorrise.
-Fa niente!- mi bació. Sentii la sua lingua calda che si faceva spazio nella mia bocca. Avvolse la mia con estrema delicatezza che mi fece sciogliere.
-Ti amo.- dicemmo all'unisono. Continuammo a mangiare.
-Ti va dell'aragosta?- chiese lui.
-Ok! Sei un pozzo senza fondo!- dissi ridendo. La ordinammo.
-Ma è enorme!- dissi stupita. Rise. Iniziammo a pulirla, anche se lui la puliva a me e io mangiavo. Finimmo con il dolce. Del dolce gelato al cioccolato.
-Mike... ho voglia di fragole!-
-Non mi sembri una patita delle fragole!-
-Ma ho voglia!- dissi io guardandolo con occhi languidi. Cedette e mi ordinó delle fragole. Mangiammo il gelato con le fragole, imboccandoci a vicenda. Finimmo la cena e rientrammo in hotel.
-Ho un altra sorpresa per te!- disse chiudendomi gli occhi.
-Mi devo preoccupare?- chiesi io.
-No! Se sai nuotare non affogherai!- disse ridendo. Mi spaventai. Con uno scatto mi aprí la cerniera del vestito, lasciandolo scivolare a terra. Ero solo in intimo.
-Hai cosí tanta paura?- mi chiese lui.
-Un po'.- mi prese in braccio. Poi mi accorsi di essere in acqua. Riaprii gli occhi.
-Michael? Una piscina in camera?-
-Sí! Tutta per noi!- disse baciandomi. Lentamente spinse il mio corpo verso un angolo della piscina. Mi aggrappai alle sue spalle. Mi tolse gli ultimi abiti.
-Mike... forse non dovremmo... domani hai un concerto...-
-Non riesco... a resitere all'amore... ti amo troppo!- disse baciandomi il collo. Lentamente. Dolcemente. In silenzio, interrotto solo dai nostri dolci sospiri. Di notte. L'Amore. Incrociai le gambe intorno al suo bacino. Mi strinse forte a sè. Uscí dalla piscina. Rimasi attaccata a lui. Ci mettemmo sul letto. Lui era ancora sopra di me. Prese la coperta e dormimmo cosí, abbracciati e bagnati. Riaprii lentamente gli occhi. Era ancora buio. Avevo ancora le gambe incrociate sul suo bacino. Si era addormentato sul mio seno. Aveva un espressione cosí beata quando dormiva... eravamo cosí... attaccati che mi venne da ridere. Il suo dolce peso che mi schiacciava non mi dava fastidio. Mi dava per lo piú un senso di protezione... sapevo di appartenergli. Iniziai ad accarezzargli la guancia. Iniziai a bisbigliare.
-Sai Mike... io voglio rimanere incinta... voglio un bambino...- dissi con il fiato mozzato dall'emozione.
-Ti amo cosí tanto...- ultima cosa che dissi prima di ricadere in un sonno profondo. Sentii una strana sensazione. Michael mi stava baciando il seno. Mi svegliai.
-Ciao Mike...- dissi sbadigliando.
-Ciao piccola.- starnutii.
-Sei malata!- disse ridendo.
-Chissá perchè!- dissi ripensando a ieri notte. Ridemmo.
-Alziamoci... devo vestirmi.-
-Mmmh Mike! Resta ancora un po'!-
-No Soraya devo andare!- disse lui deciso.
-Ho ancora voglia di fragole...- dissi sentendo il mio stomaco borbottare.
-Che palle! Ma che sei incinta!?- chiese infastidito.
Silenzio.
-Oh scusami Sor!!- disse baciandomi.
-Non fa niente...- dissi dispiaciuta -Io non me la sento di continuare questo tour...-
-No Soraya... ti prego non abbandonarmi!-
-Ok... adesso vai che sei in ritardo!- gli dissi baciandolo. Se ne andó. Mi vestii, feci colazione e ritornai a quel parco. Vidi di nuovo quella ragazza. Il bambino gattonó verso di me. Lo presi in braccio. Mi sorrise e con le manine inizió a giochicchiare con i miei capelli. Risi.
-Ciao Mike!- dissi facendolo ridere. Mi avvicinai alla ragazza. Si giró e mi guardó fisso negli occhi. La stessa sensazione. Qualcosa che entrava dagli occhi e viaggiava in tutto il corpo. Andando in profonditá. Fino ad arrivare all'Anima. Stesso brivido.
-Buongiorno Soraya.- disse sorridendo. Aveva dei capelli marroni e poco ondulati. Gli occhi erano marrone scuro e potevo vederne la scintilla di vita che continuava ad ardere. Allo stesso tempo potevo vederne l'altra faccia della medaglia. Un lato oscuro. Pieno di dolore e sofferenze. Poi vidi il suo sorriso. Risplendeva nella nuvolosa giornata di Mosca. Sembrava un angelo venuto dal cielo...
-Hai un bambino bellissimo!- gli dissi guardandola.
-Grazie... si chiama Michael.- disse lei prendendolo in braccio.
-Posso sapere il tuo nome?- chiesi curiosa. Chi era quella ragazza che sapevo di conoscere.
-Oh certo. Mi chiamo Andy.- il cuore ebbe un tuffo. Andy?!
-A...Andy?- dissi mentre la testa inizió a girarmi.
-Sí... cosa c'è di strano?- disse iniziando ad agitarsi.
-Come fai di cognome?-
-Ehm... Andy Wetters.- disse iniziando a sudare. Fece per andarsene ma la fermai per un polso.
-Tu sei morta... due anni fa.- dissi trattenendo le lacrime.
-É meglio cosí Soraya... te lo assicuro.-
-No!- esclamai io.
-Perchè l'hai fatto?-
-Ero in coma... poi ho partorito. Volevo un po' di calma. L'ho fatto per voi... cosí stiamo meglio. Lascia perdere Soraya!- mi disse girandosi.
-Tu non t'immagini neanche quanto abbiamo sofferto. Non immagini come ho potuto soffrire io.- dissi iniziando a piangere. Lasciò correre Michael al parco giochi.
-Scusami Sor... ma io volevo che voi stavate insieme...- disse lei visibilmente dispiaciuta. Mi abbracció.
-Anche tu mi sei mancata...- disse piangendo.
-Ma perchè i dottori ci hanno detto che tu eri morta?- dissi tirando su col naso e staccandomi da lei.
-Beh effettivamente dovevo essere morta... ma il cuore del bambino batteva ancora... e cosí anche il mio. Poi non ho voluto rintracciarvi anche perchè non sapevo come...- disse ridendo.
-Oh... beh hai un bel bambino!- dissi sorridendo.
-Lo so... è tutta la mia vita.- disse guardandolo da lontano. Rimasi a guardarla. Era cambiata.
-Sei diventata anche una bella ragazza.-
-Giá... la gravidanza mi ha rigenerato.- disse ancora assolta nei suoi pensieri.
-Tu come stai?- chiese lei.
-Bene...-
-E con Michael?- chiese dandomi una gomitata e facendoni l'occhiolino. Risi.
-Siiii...- ridemmo.
-Hai qualche problema?- chiese d'un tratto diventando seria.
-C...come fai a capirlo?- chiesi io.
-Lo vedo dal tuo sguardo.-
-Io non posso avere figli...- risposi abbassando lo sguardo. Mi appoggió una mano sulla spalla.
-Abbi fede. Forse accadrá.- mi disse sorridendo. La vedevo cosí cresciuta. E invece aveva solo 19 anni. Un ragazzo di colore le si avvicinó. Si salutarono e poi si diedero un bacio a stampo. Rimasi un po' disorientata.
-Salve! Io sono Mick!- disse sorridendo e stringendomi la mano.
-Salve... io sono Soraya.-
-Mick puoi andare a vedere che fa il bambino?- chiese Andy gentilmente. Se ne andó.
-Allora chi è questo bel ragazzo??- chiesi ridendo.
-Il mio ragazzo!- disse scoppiando a ridere. Ora aveva una bella vita.
-Quanti anni ha??- chiesi fingendomi interessata.
-20...- disse guardandomi male.
-Scherzavo!- e scoppiammo a ridere.
-Tu e Mick pensate di sposarvi?-
-Beh... non so...-
-Altri figli?-
-Quello sí... almeno, io altri bambini li vorrei... ma non si possono fare da soli!- disse ridendo.
-Invece tu ti sposi con Michael?- chiese speranzosa.
-Oh non lo so... ehi ma come fai a sapere tutto?!-
-Beh si vede che lo ami. Ed è una cosa stupenda. Io sto bene con Mick.-
-Lo vedo...-
-La vita va meglio adesso...- disse sospirando.
-Ahm... con Tom?-
-Basta! Ho tagliato i ponti con lui e non mi viene piú a cercare da quando ho chiamato la polizia!- disse lei infuriata.
-Scusa...-
-Niente. Solo che mi ha rovinato la vita!-
-Ok.- dissi chiudendo il discorso.
-Vorrei incontrare Michael un giorno di questi.- disse lei pensando.
-Mh... io devo andare. Ci sentiamo?- chiesi io.
-Oh certo!-
-Come?-
-Sul cellulare! Ho lo stesso!-
-Oh ok!- salutai lei. Poi con la mano salutai Mick e Mike. Tornai in hotel dove c'era Michael che mi aspettava spazientito.
-Dove sei stata?- chiese chiudendo a chiave la porta della camera.
-Al parco.- dissi tranquilla iniziandomi a togliere la giacca. Non avevo proprio voglia di litigare. Mi levai la maglietta. Tolsi i pantaloni. Il suo sguardo era vigile su di me. Controllava ogni mio movimento. Il suo sguardo accarezzava tutto il mio corpo. Sapevo che mi stava guardando. Volsi lo sguardo nel suo. Abbassó la testa arrossendo. Questo ne era la prova. Mi slacciai il reggiseno facendolo cadere in terra. Mi tolsi anche l'intimo. Continuava a guardarmi. Il suo istinto maschile lo stava percorrendo. Mi misi l'intimo pulito. Lo vedevo... era affamato di passione. Gli passai di fianco per andare in bagno. Ero seria.
-Michael fammi imme...- non riuscii a finire la frase che un conato mi nacque in gola. Mi piegai tenendomi la pancia. Michael preoccupato mi prese per le spalle guidandomi fino al bagno dove vomitai. Avevo la fronte tutta sudata e un coostante senso di nausea.
-Finito?- chiese guardandomi.
-S...sí- dissi chiudendo gli occhi dalla stanchezza. Mi prese in braccio.
-Che fai?- chiesi appoggiando la tesa sulla sua spalla.
-Ti metto a dormire. Ne hai bisogno.- disse poggiandomi sul letto. Dormii un pochino. Quando mi risvegliai vidi Michael disteso di fianco a me che mi guardava.
-Ciao...- disse avvicinandomi a lui.
-Ciao.- rispose secco.
-Cosa c'è adesso?!- chiesi stufata dal suo cmportamento. Nessuna risposta.
-Michael santo cielo! Non sono stata con nessuno!- dissi urlando e alzandomi dal letto. Si alzó anche lui venendo verso di me.
-Tu non mi urli addosso!- mi disse lui infuriato.
-Sei geloso?! Dovrei esserlo anche io visto tutte le puttane che ti circondano!!- gli urlai in faccia senza paura.
-Abbassa i toni ragazzina!!- mi riprese lui urlando.
-Oh... io ragazzina?!? Ma vai a farti fottere Michael!- gli urlai un ultima volta. Velocemente presi la valigia e la giacca e uscii dalla porta. Questa volta era definitiva. Uscii dall'albergo e chiamai un taxi. Andai dritta all'aereoporto dove prenotai un biglietto di sola andata per la mia vecchia casa. Salii sull'aereo e piansi. Lacrime amare. L'ennesima litigata. Atterrai in Svizzera e con il trucco colato e i ray ban che lo nascondevano entrai in casa. Erano mesi che non entravo. Mi sdraiai sul letto e mi addormentai per l'ennesima volta. Mi svegliai di soprassalto per correre in bagno a vomitare. Ritornai sul divano.
-Fragole. Voglio fragole!- mi dissi quasi urlando. Dovevo placare quel costante senso di fame. Mi diressi in cucina ed aprii il frigo. Per fortuna le fragole e la panna non erano scadute. Le presi entrambe e mi misi sul divano a mangiarle.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
-Dov'è Soraya?- mi chiesero sia Wayne che Karen.
-A sbollire la rabbia da qualche parte nella città.- risposi io mentre leggevo dei documenti.
-Mi spiace dirglielo ma pare che lei abbia preso un volo stamane.- mi disse Wayne. I documenti mi caddero di mano. Se n'era andata? Non era possibile. Non senza le sue cose. Buttai lo sguardo all'entrata dov'era di solito appoggiata la sua valigia. E li il mio cuore ebbe un tuffo.
-Dove?!- chiesi a denti stretti.
-Io non lo so signore...- mi rispose timoroso Wayne.
-Fuori!- dissi a entrambi indicando l'uscita. Uscirono a testa bassa. Presi il telefono e la chiamai.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Il cellulare mi squilló. Era lui.
-Pronto?- chiesi timorosa della sua reazione.
-Si puó sapere dove cazzo vuoi andare a parare andandotene via in aereo??- mi chiese lui. Aveva detto delle parolaccie. Le usava solamente se era arrabbiato.
-Sono andata via Michael.- risposi tranquilla.
-Dove sei?- mi chiese anche lui calmo.
-No stavolta lasciamo le cose cosí.- dissi per poi chiudere la chiamata. Niente lacrime stavolta. Niente rimpianti. Solo il mio orgoglio da donna ferita. Accesi la tv e mi misi tranquilla a guardarla finchè gli occhi si chiusero. Mi svegliai lentamente. Vidi sullo schermo Michael. Aveva un viso angelico ed era stupendo ma nei suoi occhi potevo benissimo vedere la rabbia.
(StreetWalker )
00sabato 9 marzo 2013 10:36
Finalmente si sa che la persona è la sua amica Andy e adesso ha un ragazzo e un figlio.Posta il Prossimo perchè dovrà tornare per per spiegargli che al parco ava conto Andy
BloodOnTheDanceFloor12898
00sabato 9 marzo 2013 11:51
Spensi la tv. Guardai fuori dalla finestra. La mia città. Era innevata anche se era appena Novembre. Poi decisi di uscire e di andare a fare un giro. Mi coprii per bene dato che faceva freddo. Camminai un po' per le gelide strade. I lampioni emanavano una luce fievole che io adoravo sempre da bambina. Passai davanti al cimitero e decisi di entrarci. Le luci la dentro sembravano spettrali. Mi avvicinai a due lapidi. Le accarezzai e lasciai dei fiori che avevo comprato. Tornai a casa. Mi tolsi il giubbotto. Non feci in tempo ad appenderlo che un conato di vomito mi nacque in gola. Mi appoggiai allo spigolo del tavolo tenendomi la pancia. Corsi al bagno e vomitai. Mi lavai la faccia e mi misi il pigiama. Sentii bussare alla porta. Andai a vedere chi era. Aprii lentamente la porta e trovai sul pianerottolo Michael. Lo guardai con gli occhi fuori dalle orbite.
-Cosa ci fai qui?- chiesi fredda.
-Ti riporto a Neverland.- mi rispose senza fare una piega.
-No Michael. Ne ho abbastanza delle nostre litigate! Sono piú le volte che litighiamo che le volte in cui andiamo d'accordo!- gli confessai tutto quello che pensavo. Scosse la testa sorridendo ironico.
-Su Soraya non fare la testarda.- disse prendendomi per il polso. Opposi resistenza indietreggiando. Entró in casa e chiuse la porta. Mi mise le sue mani sui fianchi e la sua bocca si avvicinava pericolosa al mio collo. Mi diede un umido bacio sul collo. Mi vennero i brividi e chiusi gli occhi, sciogliendomi sotto il calore del suo amore. Ma no! Non potevo cedere!
-Sei la maledetta passione nella quale piomberei in ogni istante.- mi disse baciandomi sulle labbra. Dopo questa frase l'avrei perdonato sicuramente. Ma non potevo dargliela vinta cosí facilmente. Ed ecco che un altra fitta alla pancia mi fece piegare in due dal dolore. Michael si allontanó di scatto da me. Corsi al bagno a vomitare. Mi sedetti per terra. Arrivó Michael che si accasció vicino a me.
-Cos'hai?-
-Oh Michael non ce la faccio piú... è insopportabile! Ho sempre fame e nausea allo stesso tempo. Vado in bagno almeno dieci volte al giorno e ho sempre mal di pancia.- gli dissi piangendo. Mi accolse nelle sue possenti braccia e mi strinse forte al petto.
-Lasciami un attimo sola per favore.- chiesi asciugandomi le lacrime. Non disse niente e uscí dal bagno. Presi un test di gravidanza e lo feci. Il risultato era quello che non mi sarei mai aspettata. Come era possibile? Io non potevo avere figli. Invece eccolo la. Il test diceva benissimo che ero incinta. Uscii dal bagno saltellando. Corsi incontro a Michael saltandogli al collo e piangendo.
-Cosa c'è piccola?- chiese lui accarezzandomi lentamente la schiena.
-Michael... io... s...sono in...cin..ta...- dissi singhiozzando. Le sue braccia mi lasciarono. Mi guardó incredulo.
-...Come...?- chiese lui intontito.
-Incinta!- dissi piangendo di felicità. Mi riabbracció piú forte sollevandomi da terra. Inizió a baciarmi ovunque per poi arrivare al mio orecchio.
-Oh Soraya... ti amo!- mi disse al settimo cielo. Continuai a piangere e a singhiozzare. Michael si sciolse dal mio abbraccio e mi asciugó le lacrime. Notai che anche a lui due lacrime stavano nascendo agli angoli degli occhi.
-Michael... come è successo?!- chiesi continuando a piangere e a toccarmi la pancia. Lui abbassó la testa e si asciugó le lacrime.
-Oh... non so come dirlo...- disse ridendo. Gli diedi un bacio sulla guancia.
-Sei stato tu!- dissi ridendo. Piangevo e ridevo allo stesso tempo. Mi prese il viso fra le mani e mi bació intensamente. Le nostre lingue girarono insieme. Mi calmai e smisi di singhiozzare. Mi asciugó il viso bagnato. Mi abbracció ancora, tanto da alzarmi da terra. Strinsi i suoi riccioli fra le mani. Andammo in camera da letto e... successe quello che succedeva ogni qual volta litigavamo. Dopo molto tempo aprii lentamente le palpebre. Michael era disteso di fianco a me nel letto. Eravamo entrambi nudi e sotto le coperte. Mi avvicinai a lui e appoggiai la testa vicino al suo collo. Lui poi mi abbracció, era sveglio. Sentivo la sua pelle contro la mia. Era la sensazione che adoravo di piú al mondo. Mi accarezzó la schiena fino ad arrivare all'osso sacro.
-Ti amo.- disse sussurando vicino al mio orecchio. Mi mordicchiò il lobo dell'orecchio.
-Hai una pelle buonissima... il tuo odore mi fa impazzire...- continuava a bisbigliare. Altra fitta alla pancia. Mi alzai di colpo dal letto e misi la vestaglia per poi correre al bagno. Michael arrivó in mio soccorso e mi tenne una mano sulla fronte sudata.
-Apposto?- mi chiese quando mi voltai verso di lui.
-Sí.- dissi in un sussurró. Mi toccó la pancia. Era un tocco dolce e timido. Mi bació. Mi guardó con degli occhi stupendi.
-Cosa c'è?- chiesi io cercando di evitare il suo sguardo.
-Grazie.- mi disse lui pieno di riconoscenza.
-Ma per cosa?- chiesi io stordita.
-Per avermi dato un bambino.- mi disse abbassando lo sguardo. Gli alzai il mento con un dito.
-Hey... non sono io... questo siamo noi.- gli dissi toccandomi la pancia. E ci abbracciammo di nuovo. Ed ecco che avevo voglia di fragole.
-Ho fame...- dissi io staccandomi dall'abbraccio. Mi prese per mano e andammo in cucina. Stavo giá per prendere le fragole e per riscaldare il latte quando lui mi fermó per le spalle.
-Eh no! Tu adesso stai seduta e tranquilla. Al resto ci penso io.- disse facendomi sedere sulla panca che avevo in cucina. Sbuffai. Però a ripensarci vederlo alle prese con i fornelli sarà divertente! Lo osservai mentre cercava in giro qualcosa da mangiare. Risi e mi alzai andando ad aprire il frigorifero e tirando fuori delle uova.
-Dai... levati.- dissi ridendo ed aprendo la confezione delle uova. Ma lui mi fermò di nuovo e mi prese in braccio, facendomi sedere sul tavolo.
-Uff... e sarà cosí per nove mesi?!- chiesi facendo una faccia deprimente. Lui rise e mi bació.
-Sí...- bisbiglió in modo estremamente sensuale. Ad interrompere quel fantastico momento, che in pochi attimi si sarebbe trasformato in passione, ci fu lo squillo del mio cellulare. Lasciai solo Michael ai fornelli e andai a rispondere, buttandomi sul divano.
-Proontooo?- chiesi annoiata.
-Ciaooo S!- mi rispose una voce pimpante dall'altra parte del telefono. Ovviamente la riconobbi, e senza pensare urlai il suo nome.
-Andy!- dissi euforica.
-Come stai?- chiese assumendo un tono di voce degno di una diciannovenne.
-Bene... e...- dissi lasciando la frase appesa.
-E...?- chiese curiosa.
-Sono incinta!! Ma te ne rendi conto!?- esultai saltando dal divano e trattenendo a stento le lacrime. Anche lei era felice.
-Cosa ti avevo detto? Keep the faith babe!- mi canticchió ridendo. Ridemmo come ai vecchi tempi.
-Come sta Mick?- chiesi ad un punto.
-Bene...- rispose trattenendo un risolino.
-Cosa mi nascondi?- dissi incuriosita.
-Stasera... usciamo insieme... senza il bambino.- confessó lei timida.
-Oooh... prevedo una nottata... emozionante!- dissi prendendola sul ridere. Rise.
-Chissà...- pensó ad alta voce lei.
-Ehi... ma vuoi due...- iniziai ad abbassare la voce.
-Eh?- bisbiglió lei senza capire. Roteai gli occhi.
-L'avete già fatto?- chiesi coprendo il cellulare con la mano per far evitare di sentire a Michael.
-Oh... ehm...-
-Andy... puoi dirmelo!- esordii io.
-No...- mi rispose delusa.
-Oh...-
-Sai... non è mai il momento giusto. Poi c'è il bambino che è piccolo... forse stasera è quella buona...- finisce ridendo.
-Oh! A proposito, dove sei?- chiesi guardando la finestra.
-A casa... intendo in Svizzera.- rispose assorta.
-Pure io e Michael siamo qui.- dico entusiasta.
-Possiamo incontrarci... domani!-
-Sì! Va bene ciao ciao!- chiusi la telefonata. Michael sbirciava da dietro lo stipite della cucina.
-Andy!?- chiese esterrefatto.
-Cucina! Domani vedrai...- dissi baciandolo con passione. Mi strinse a se ma mi staccai.
-Ho voglia di pancake!- ammisi toccandomi la pancia.
-Oh... perfetto! Ora mi dovró comprare un libro di ricette fra tutte le tue voglie!- rispose ridendo e continuando a cucinare. Andai a sedermi di nuovo sul tavolo e feci penzolare le gambe. Ad un tratto sentii il mio stomaco borbottare.
-Michael...- sospirai io -Il mio stomaco o il mio bambino ha fame... perció sbrigati!- dissi ridendo. Si voltó e in mano aveva un piatto con sopra dei pancake. Si sedette al tavolo con me.
-Tieni Sor.- disse porgendomi il piatto. Mangiammo e poi ci mettemmo sul divano insieme. Mi abbracció da dietro appoggiando le sue mani sulla mia pancia. Dormimmo così.
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Andy:
Aprii lentamente gli occhi e vidi di fronte a me Mick. Mi chiesi cos'era successo. Eravamo in una camera d'hotel. Lui dormiva ancora. Mi misi a guardarlo. Aveva la pelle mulatta, come piaceva a me. Poi ad un tratto ricordai. Dopo la stupenda serata mi aveva trascinato per mano fino all'hotel... poi... solo amore e passione. Dolci momenti.
-Ehi... ciao piccola.- mi disse aprendo gli occhi. Mi diede un bacio.
-É stato bellissimo ieri notte...- dissi abbracciandolo. Ricambió.
-Già.- bisbiglió. Sussultai.
-Oddio!- dissi alzandomi e mettendomi i vestiti che avevo lasciato a terra.
-Ehi cosa c'è?- chiese alzandosi anche lui e venendomi incontro.
-Il bambino! È da solo!- dissi preoccupata.
-Hey... calmati... non ricordi? C'è mia sorella Hannah che lo cura...- mi disse abbracciandomi.
-Oh... già.-
-Andy... hai diciannove anni... sei giovane! Divertiti!- esclamó ridendo.
-Avró pure diciannove anni ma sono una madre! Ho un figlio da accudire!- risposi mettendo le mani sui fianchi. Rise. Ci rivestimmo e tornammo a casa. Appena entrai vidi Hannah e Michael. Lui mi corse incontro. Lo presi in braccio e lo riempii di baci.
-Mamma!- disse lui agitando la manina sulla mia guancia.
-Avete sentito!? La sua prima parola!!- esclamai al settimo cielo. Lo abbracciai forte. Sapevo che quello non era un figlio nato dall'amore ma dagli abusi. Ma lo sentivo come tale. L'avevo portato io nella pancia per nove mesi. L'avevo tenuto io dentro di me come se fossimo un tutt'uno. L'avevo dato al mondo io. Mick mi si avvicinó e me lo prese dalle braccia. Controvoglia lasciai la presa. Ad ammetterlo ero anche un po' gelosa. Lo prese in braccio anche lui, coccolandolo un po'.
-Hey piccolino!- gli disse facendogli il solletico. Rideava come un matto.
-Pa!- disse a me indicando Mick. Voleva dire papà. Vedevo che Mick era felice che lui l'avesse chiamato papà. Mi voltai verso la sorella.
-Grazie mille Hannah!- le dissi tirando fuori dalla tasca il portafogli. Ma lei mi fermó.
-Non ce n'è bisogno. Dopo tutto quello che hai passato. È un piacere aiutarti.- mi disse sfoderando un sorriso. Ringraziai e uscí di casa. Io e Mick ci sedemmo sul tappeto e giocammo con Michael. Era una bellezza da vedere. Mentre era intento a giocare con i mattoncini mi girai verso Mick.
-Grazie...- bisbigliai.
-Per che cosa?- mi chiese sorridendo.
-Per aver accettato Michael... anche se non è tuo figlio.- gli dissi abbassando la testa. Mi fece alzare il mento.
-Io amo te e il bambino. Non mi interessa se non sono il padre biologico. Avremmo altre occasione per avere dei bambini.- mi disse guardandomi dritto negli occhi. Mi bació. Michael si giró e guardandoci rise. Ci guardammo e andammo a fargli il solletico. La sua risata cristallina illuminava l'anima di ognuno.
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Soraya:
Quando aprii gli occhi corsi immediatamente al bagno a vomitare. Uscii dal bagno ancora addormentata e Michael mi prese alla sprovvista baciandomi e abbracciandomi.
-Mh... buongiorno non si dice?- chiese ridendo.
-Dai... sto male!- gli confessai tenendomi la pancia.
-Oh... hai fame?-
-Sí! Peró voglio fare colazione fuori...- dissi pensando all'incontro con Andy.
-Uh... ma non mi riconosceranno?- chiese perplesso.
-Oh stai tranquillo! Qui nessuno ti calcola.- dissi ridendo. Ci preparammo e lo trascinai correndo al primo bar che mi piaceva. Lo feci sedere al tavolo e corsi al bagno. Ancora vomito! Uscii dal bagno e di nascosto chiamai Andy.
-Sono qui al bar... sí in centro... sí con Michael. Porta il bambino se vuoi. Ok.- sarebbe arrivata fra pochi minuti. Ritornai al tavolo raggiante.
-Piccola tutto ok?- chiese guardando la mia pancia.
-Sí.- mi sedetti. Arrivó una cameriera che chiese cosa volevamo.
-No grazie... aspettiamo un'amica.- dissi gentilmente. Michael si sistemó sulla sedia guardandomi storto. Accavallai le gambe.
-Amica?- chiese d'un tratto.
-Shhh...- gli dissi baciandolo. Mi guardó mordendosi il labbro. Scorsi in lontananza una donna e un passeggino. Era lei. La salutai con la mano e ricambió aumentando il passo. La sagoma si fece piú vicina. Si sedette al nostro tavolo mettendo il passeggino di fianco alla sua sedia. Michael era rimasto con la bocca aperta.
-Ciao...- disse lei dondolando il passeggino. Michael non diceva ancora niente. Si tolse gli occhiali da sole e si avvicinó ad Andy come a volerla scrutare per vedere se era veramente lei. Andy gli sorrise.
-Sí... sono io.- disse sorridendo e scostandosi i capelli dalle spalle.
-Io... non ci credo.- disse lui incredulo. Gli raccontai velocemente tutto e alla fine sembró convinto.
-Il bambino?- chiese alzando un sopracciglio. Andy prese il bambino dal passeggino. Lo strinse amorevolmente fra le sue braccia. Lo coccoló per poi dargli un bacino sulla fronte.
-Ok ti credo...- conversammo animatamente per tutta la mattinata. Ordinai ben tre cioccolate calde con panna per me. La gravidanza mi stava già facendo impazzire. Avevo sempre una fame immensa! Finimmo di fare colazione e dopo aver pagato (offrí tutto Michael) tornammo ognuno a casa propria.
-Ancora non ci posso credere...- disse Michael mentre io cercavo le chiavi. Aprii la porta ed entrammo. Trovai i miei genitori che ci guardavano con dei punti interrogativi negli occhi. Non li vedevo da ben un anno o piú! Mio padre aveva i capelli neri e mia mamma se li era tinti di biondo scuro.
-Ciao eh!- mi disse mia madre acida. Non ero in buoni rapporti con loro. Da quando ero partita per l'America già non ci parlavo.
-Cosa ci fate a casa mia?- chiesi un po' alterata.
-Siamo venuti a vedere come stavi...- poi si accorsero di Michael. Gli lanciarono delle occhiata che non erano molto gradite da lui.
-Mh...- disse mio padre.
-Cosa c'è?- chiesi fredda.
-State assieme?- mi chiese mia madre.
-Sí e sono anche incinta se proprio volete saperlo.- risposi senza fare una piega. I loro visi sbiancarono.
-In teoria non potrei avere figli.- aggiunsi infine. Li vidi uscire dalla porta senza dire niente. Shockati. Mi sedetti sul divano e piansi. Michael mi si fece subito vicino abbracciandomi.
-La situazione è stata sempre cosí... non ne hanno mai voluto sapere niente di me...- singhiozzai.
-Ci sono io...- mi disse baciandomi. Rimanemmo abbracciati fino a che non mi passó e... di nuovo in bagno a vomitare.
-Oh ma basta!!!- urlai accasciandomi a terra.
-Nove mesi!- mi canzonó Michael passando dal bagno. Mi andai a stendere nel letto. Rimasi tutto il pomeriggio a guardare la tv e a sonnecchiare. Michael nel frattempo mi stava riordinando i cassetti in camera. Forse me ne stavo approfittando? Naaah.
-Ehm... dove metto questo?- chiese imbarazzato prendendo in mano un paio di mutande rosa. Gliele strappai di mano. -Uff!!- dissi ficcandole in un altro cassetto.
-Lascia stare... vieni a letto piuttosto.- gli proposi alzando le coperte. Erano le otto di sera... era troppo presto. Ci baciammo finchè i baci si fecero caldi e passionali. La sua lingua toccava dolcemente la mia. Facemmo l'amore. Sospiri e gemiti. Dolci carezze ed emozioni.
-Ahi!- dissi ad un tratto. Si fermó all'istante. Come pietrificato dalle mie parole.
-Scusa... oddio... io non... volevo farti male!- disse balbettando.
-Fai solo piú piano... perfavore.- chiesi timida. I sospiri continuarono e cademmo in un sonno profondo. Credevo di averlo spaventato... forse durante la gravidanza non potevamo... ma vabbe. Lo osservai dormire profondamente. E dormii anche io. Quando mi risvegliai lo vidi che mi stava accarezzando i capelli.
-Ciao Michael.- dissi scrutandolo.
-Ciao sweet.-
-Come hai dormito?- chiesi sbadigliando.
-Bene con il tepore del tuo corpo vicino al mio.-
-Mh... ok.- dissi.
-Scusa...per ieri... notte...- arrossí abbassando lo sguardo.
-Oh ma fa niente... non hai fatto apposta. Dai alziam...- non feci in tempo a finire la frase che una fitta mi colpí la pancia. Michael si preoccupó.
-Sor tutto ok??- chiese alzandosi. Si rimise i pantaloni e la maglietta.
-No Mike... sono troppo forti...- dissi piegandomi in due dal dolore.
-Vuoi un dottore?-
-Sí!- urlai quasi. Michael andó a chiamare un dottore e nel giro di tre quarti d'ora me lo ritrovai in camera.
-Buongiorno signorina. Cosa si sente?-
-Ho delle continue fitte al ventre.- il suo sguardo si fece pensieroso.
-Sono incinta...- aggiunsi. Il dottore spostó lo sguardo da Michael a me e viceversa.
-É normale in gravidanza. Potrebbe essere causato anche da un rapporto... ne avete avuti per caso?-
-sí.- rispose tranquillo Michael.
-Bene... la prossima volta fate... ehm... con calma. Cerchi di non sforzarsi e di non sprecare energie. Si riposi e mangi quanto le va. Auguri e arrivederci.- disse filandosela in men che non si dica.
-Michael...- dissi chiamandolo.
-Cosa amore?- rispose lui.
-Non so cosa sento dentro di me... ma sono felice nonostante il dolore e la nausea.- mi guardò in modo dolce.
-Amore... è amore... è vita... è nostro figlio.- mi bació intensamente.
-Ho una strana voglia...-
-Oddio... di cosa?- chiese divertito e alzando gli occhi al cielo.
-Non sono mai stata a Disneyland...-
-Oh tesoro... sei incinta...-
-Vabbè!-
Sospiró. Mi rattristai. Il giorno passó velocemente. Rimasi tutto il giorno a letto. La notte fu infuocata. E cosí passarono i due mesi di pausa. Una mattina peró mi svegliai e guardai il mio riflesso allo specchio. Mi misi di lato e notai con felicità che la pancia si vedeva. Alzai la maglietta e la accarezzai. Senza accorgermene di lato arrivó Michael. Mi osservó curioso.
-Sta crescendo piccola.- disse toccandomi la pancia.
-Ho visto...- risposi baciandolo. Ci abbracciammo. Il telefono squilló. Andai a rispondere.
-Oh ciao Andy.-
-Ciao...-
-Cosa c'è?- chiesi io. Aveva un tono preoccupato.
-Hanno scoperto di voi...-
-Chi?!-
-I tabloids.- disse dispiaciuta.
-Come hanno fatto?!-
-Non lo so! Ho visto le vostre foto sul giornale. In una vi baciate.-
-Oh...-
-Eh... ho una notizia bella...-
-Cosa?-
-Sono incinta..-
-Di Mick??- chiesi felice.
-Sí! Aspettiamo due bambine...-
-Gemelle??-
-Sí!-
-Auguri!!!- parlammo ancora un po' finchè non ci salutammo. Lo sguardo mi diventò triste e Michael se ne accorse piuttosto velocemente.
-Cosa ti turba?-
-Hanno scoperto di noi Mike... ci sono le foto sui giornali.- dissi dispiaciuta.
-Oh... maledetti...- disse a denti stretti e stringendo i pugni.
-Fa niente Mike... l'importante è il bambino.- gli ricordai prendendolo per le spalle.
-Già...-
-Andy è incinta... di due gemelle...-
-Oh che bello!- disse sorridendo. Ma qualcosa non andava. Ritornai a Neverland mentre Mike risolveva degli affari fuori casa.
-Soraya!- sentii una voce chiamarmi. Mi voltai e vidi Mildret che mi sorrideva felice.
-Oh... che piacere vederti Mildret!-
-Ma piacere mio!- mi guardó la pancia. Alzai la maglietta e mi misi di lato. Lei fu felicissima.
-É stato un lungo lavoro ma ce l'abbiamo fatta!- esclamai ridendo. La salutai e andai a fare un giro per Neverland pensando ai miei genitori. Non capivano quanto stavo male. Ma... aspetta un'attimo! Potevo ancora chiamare mia mamma! Difatti... mio padre ha divorziato con lei e si è messo con quella strega di Celine. Presi il cellulare e composi il numero.
-Pronto?-
-Mamma!- urlai felice.
-Soraya! Come stai tesoro?- chiese dolcemente.
-Bene mamma... sono da Michael...- mi arrampicai su un albero e mi sedetti su un ramo a parlare con lei.
-Sí... ho visto le foto...- rispose pensierosa.
-Già...-
-Stai bene?-
-Sísí... solo che...-
-Che?-
-Sono incinta mamma.- dissi tutto d'un fiato.
-Oh! Che bello! Auguri!!!- urló dall'altra parte della cornetta.
-Papà non ha voluto saperne niente..- e scoppiai in un pianto a dirotto. Mia madre cercò inutilmente di calmarmi. Chiusi la telefonata e continuai a piangere.
-Soraya!! Scendi!- era Michael.
-Mike non ce la faccio... non voglio piú continuare la gravidanza...-
-Sei pazza! Scendi!!- scesi e continuai a piangere. Michael mi abbracció e mi accompagnó in salotto dove mi fece sedere sul divano.
-Cos'è questa storia dell'aborto?!-
-Mi sento in colpa a dare al mondo questo bambino... nessuno mi ama... nessuno si preoccupa per me...- dissi singhiozzando. Mi diede uno schiaffo. La vista mi si appannó. Le lacrime scesero velocemente mentre mi tenevo la mano sulla guancia.
-Riprenditi ragazza! Pensa prima di parlare!- urló furioso alzandosi dal divano.
-Io ti amo!! Mi preoccupo per te quasi come mi preoccupo per me se non di piú!- disse calmandosi e accarezzandomi la guancia.
-S...scusa... io ... non volevo piccola...- si scusò abbracciandomi.
-Perchè mio papà non ne vuole sapere niente di me?- chiesi a lui.
-Oh tesoro non lo so... ma ora ci siamo solo io, tu e il bambino.- mi disse tenendomi stretta al suo petto e accarezzandomi i capelli. Le palpebre mi si chiusero.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Si era addormentata fra le mie braccia. La presi e la portai in camera dove l'adagiai delicatamente sul materasso. Le alzai piano la maglietta e mi godetti quella fantastica visione. La sua pancia era gonfia. Si vedeva adesso. Ci passai una mano sopra. Ad un tratto sentii un... movimento. Una specie di calcio. Mi immaginai mio figlio che già ballava nella pancia della mamma. Le ricoprii la pancia e le misi addosso una coperta per poi lasciarla dormire profondamente. Il mio cellulare squilló e mi affrettai a rispondere per evitare di destarla.
-Pronto?-
-Ciao Michael! Sono Naomi.- disse lei. Ci eravamo accordati per girare il video di In The Closet con lei. Sarebbe stata una buona occasione per portare Soraya a prendere una boccata d'aria fresca.
-Sí ciao Naomi. Mi hai chiamato per il video giusto?-
-Sí. Che ne dici se domani iniziamo a girare? Il regista ha detto che ci vuole domani sulle scene.-
-Oh. Di giá? Va bene... porterò anche Soraya.- risposi sovrappensiero.
-Soraya? É la ragazza dei giornali?-
-Sí. Ora devo andare. Mi chiamano dalla casa discografica... ciao.- dissi sbrigandomi a chiudere la telefonata. Nessuno sapeva di lei. Almeno, nessuno pensava facessimo coppia fissa e che fosse incinta. Chissà cos'avrebbero pensato. Neanche sposato e già con una donna incinta. Matrimonio. Quella parola mi balenó in testa come un fulmine a ciel sereno. Avrei chiesto di sposarmi. Appena sarebbe capitato il momento giusto gliel'avrei chiesto.
(StreetWalker )
00sabato 9 marzo 2013 16:31
Congratulazioni saranno genitori di due splendide gemelle. Posta il prossimo per sapere cosa dirà Soraya quando gli dirà che la porterà con se per assistere alle riprese di In The Closet e cosa dirà quando le chiederà di sposarlo
chiarajackie
00lunedì 11 marzo 2013 17:38
Scusami se non ho più commentato ma davvero, uno di quei periodi, pieni? nooo, di più! [SM=g2927028] Ma ora..tadaaan eccomi!!! [SM=g27828] Letta tutta adesso d'un fiato e pronta! [SM=g27828]
Allora,innanzituttosono curiosissima della reazione al momento dell'inizio riprese, e poi...saranno genitori. Che bellissima notizia!! Michael al settimo cielo!! Brava!! [SM=g27838]

BloodOnTheDanceFloor12898
00lunedì 11 marzo 2013 19:56
Chiarajackie grazie per aver commentato! [SM=g27827]
Aspettavo con impazienza... un tuo segno di vita! Il prossimo capitolo arriverà presto! Ciao e grazie ancora!
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