Detto fatto. Ragazze spero che vi piaccia...
CAPITOLO 18
L’avverarsi di un sogno e il crollo di una vita
Questa mattina Michael ha deciso di portarmi sul set del video
Heal the World, per vedere da vicino come lavora, da dove parte la magia e anche per distrarsi (sono ricomparse le voci e anche qualcosa di più serio). Partono le immagini “Ok. Vai” gli grida il regista e Michael comincia a cantare, le lacrime scendono spontanee sulle mie guance.
Heal The World
Make It A Better Place
For You And For Me
And The Entire Human Race
There Are People Dying
If You Care Enough
For The Living
Make A Better Place
For You And For Me
E’ ancora più commovente sapendo ciò che sta passando tra le voci di pedofilia e i dolori che anche se non vuole ammetterlo ci sono, minori, ma comunque sono ricomparsi anche a lui.
*quanto siamo uguali. Tutti e due non vogliamo far preoccupare l’altra. Canta guariamo il mondo ma nessuno tranne me pensa a guarire lui*
“Cinque minuti di pausa”, esce dallo studio e viene da me
“Spero che quelle siano lacrime di commozione”
“Sì, mi hai sciolto il cuore. Sei stato fenomenale, era come se parlassi alla mia anima”
“Allora ho raggiunto il mio scopo. Mi puoi aspettare un attimo, ho una sete assurda”
“Tieni, ormai ti conosco”
“No! Il succo d’arancia. Te l’ho mai detto che ti amo oggi?”
“Solo all’incirca novecentonovantanove volte”
“Ecco la millesima. Ti amo”
“Non davanti alla troupe. Non voglio cacciarti nei guai”
“Me n’ero scordato, il fatto è che quando guardo i tuoi splendidi occhi non penso a nient’altro”
“Si riprende” urlano
“Vedi di concentrarti sul video invece”.
Non capisco il motivo, ma glielo fanno rifare cinque volte, quando a parere mio la prima registrazione è perfetta.
*no! Di nuovo i dolori allo stomaco. Non mi sento molto bene. Mi gira la testa…*
“Chiamate un’ambulanza! Muovetevi!” “Elena, guardami, parlami. Apri gli occhi. Non puoi lasciarmi così” “Allora si può sapere quanto ci mette?” “Non lasciarmi ti prego, abbiamo ancora tutta una vita davanti… “Finalmente siete arrivati” “Cos’è successo?” “Non lo so, è svenuta di punto in bianco”
“Finalmente ti sei svegliata. Mi hai fatto prendere un colpo”
“Dove sono?”
“Sei in ospedale amore mio. Sei svenuta e ti hanno portato qui in ambulanza. Perché tu non mi hai detto nulla, perché non mi hai detto che i dolori erano ricomparsi?”
“Per lo stesso motivo per cui non me l’hai detto tu, per non farti stare in pena. Hai già tanti pensieri per la testa, non mi sembrava il caso di ammorbarti anche con i miei”
“Scema. L’unica cosa a cui tengo davvero è la tua salute. Ti prego non farlo più, non mentirmi, non nascondermi più niente” si mette a piangere “ho temuto di perderti. Non voglio più trovarmi in una situazione del genere”
“Scusami amore. Non lo farò più te lo prometto” ci abbracciamo e nel frattempo arriva il medico.
“Ha dormito per un bel po’ signorina. Sbaglio o mi aveva detto che se avesse avuto ancora dolori sarebbe venuta da me?”
“Mi scusi dottore. Ho sottovalutato le mie fitte”
“Non è niente di grave? Mi dica che è così. La prego”
“Non è niente di che. Vorrei parlare, però, da solo con Elena”
“Qualunque cosa ha da dire al mio tesoro può dirla anche a me” “Tesoro, mi vai a prendere una cioccolata calda alla macchinetta?” “Va bene. Ah, tua madre ha chiamato”
“Non mi dire che gliel’hai detto? Avrà dato di matto” chiude la porta dietro di se.
“Signorina dagli esami emergono dei valori anomali”
“Cioè? Cosa vuole dirmi?”
“Abbiamo fatto un’ecografia, mentre era svenuta e ...”
“E?”
“Abbiamo trovato una massa nell’utero. Ci sono due possibilità. Una che sia un tumore, l’altra …”
“L’altra?”
“Ha per caso un ritardo?”
“Sì, ma le mie cose sono sempre irregolari”
“Allora congratulazioni”
“Congratulazioni?”
“Sì, lei è incinta”
“Incinta? È per questo che avevo quelle fitte?”
“Alle prime gravidanze può succedere. Comunque sarebbe dovuta venir prima da me”
“Mi scusi, ancora. Ma il bambino sta bene?”
“È in perfetta salute come la mamma del resto”
“Mio Dio diventerò mamma! Non ci credo”
“È responsabile di un’altra vita adesso. Si riguardi di più, quando ha dei dolori al ventre o dei ritardi, se no alla prossima gravidanza avrà il bambino senza essersi accorta di essere incinta” ridiamo entrambi
“Cosa c’è di così divertente? Voglio ridere anch’io”
“Niente. Il dottore ha detto che sono svenuta perché mi stanchi facendomi fare troppi moonwalk”
“Quindi è stata solo stanchezza?” gli faccio l’occhiolino
“Esatto. Bisogna che la signorina stia tranquilla e che faccia una dieta sana ed equilibrata”
“Glielo avevo detto che era un po’ ingrassata. Può tornare a casa?”
“Non vedo perché no”
“Allora la ringraziamo. È stato davvero incredibile”
“Signorina ci siamo capiti?”
“Certamente”
“Non si preoccupi, adesso a lei ci bado io!”
In limousine mi fa la predica “Ho rischiato l’infarto! Non devi farlo mai più, non devi nascondermi più nulla. Cosa farei se ti succedesse qualcosa? Morirei, ecco che farei. Cesserei di vivere dopo essere stato consumato dal dolore” le lacrime mi scendono sulle guance
“Scusa, amore. Non volevo farti piangere”
“Scusami tu, è che hai tanti pensieri per la testa e non mi sembrava il caso di metterti ancora di più in agitazione per qualche leggero fastidio allo stomaco”
“Scuse accettate. Vieni” mi abbraccia “Dovresti chiamare tua madre, sarà in ansia”
“Mamma”
“Finalmente! Come stai? Michael mi ha detto che sei svenuta. Si può sapere perché?”
“Preparati”
“Per cosa?”
“Hai solo nove mesi per entrare nei panni di nonna”
“Vuoi dire che?”
“Sì, lo sono”
“Mio Dio! Diventerò nonna. Bisogna festeggiare”
“Frena i motori. Lui ancora non lo sa. Glielo dirò quando si sarà calmato”
“Ok. Tesoro riguardati e congratulazioni. Ancora non ci credo, diventerò nonna!”.
Mi prende in braccio per farmi uscire dalla macchina, mi porta fin dentro casa per distendermi sul divano “Guarda che è lo sposo che varca la soglia di casa con la sposa in braccio”
“Lo so. Ho anticipato un po’ i tempi. Ora stai calma qui”, gli squilla il cellulare “È il mio manager. Devo rispondere, scusami un attimo, mentre esce lo sento dire
“Sì, Frank. Adesso sta bene. Solo un po’ di stanchezza” e ancora “Cosa pensi! Non sono un’adolescente che pensa solo a quello!”.
Ad un certo punto corre indietro dicendomi di mettere sul telegiornale. Sta parlando il capo della polizia di Santa Barbara
“Do ufficialmente inizio al caso della famiglia ... contro Michael Jackson per molestie sessuali. Ora cedo la parola al diretto interessato il piccolo …”
Michael crolla a terra, corro da lui ad abbracciarlo “Non ho mai fatto nulla del genere. Perché mi accusa di una cosa così orrenda? Anche se non mi sta tanto simpatico perché ci ha provato con te non l’ho toccato neanche con un dito” lo stringo forte al mio petto
“Lo so che non faresti mai niente di simile. Sei l’uomo più buono e sensibile del mondo. Vedrai che è tutto un malinteso o magari qualcuno l’ha costretto a mentire”
“Chi? Perché?”
“Chi non lo so ma di sicuro per i tuoi soldi”.
Subito dopo compare la notizia che sua sorella La Toya ha pubblicato un libro di denuncia contro la sua famiglia dove scrive anche di presunti rapporti che Michael avrebbe avuto con dei bambini a Neverland prima del mio arrivo. “Anche mia sorella no! Elena aspettami qui, torno il più presto possibile”
“Vengo con te”
“Il medico hai detto che devi stare tranquilla”
“Calma un corno! C’è in ballo la reputazione e la vita dell’uomo che amo. Ti ho promesso di non lasciarti mai solo e non ho intenzione di farlo proprio ora che hai più bisogno di me. Quindi non dirmi di stare serena!”
mi abbraccia ad acconsente “Cosa farei senza di te?”.
Andiamo allo studio dove si trova quella stronza che ci accoglie in maniera consona alla sua persona
“Sai mi deludi fratellino. Stavolta hai scelto una ragazza e neanche un granché” nera di rabbia mi fiondo su di lei tentando di strapparle i capelli
“Non provare più a dire stronzate sul mio Michael!”, Michael e il marito di La Toya intervengono per separarci
“Elena, ricordati le parole del medico”
“Col c...o! Io quella la distruggo!”
“Amore me la vedo io”
“Va bene. Ti aspetto qui fuori” lo bacio e poi entra nel camerino di sua sorella seguendola a ruota.
Dopo un po’ escono “Andiamo”
“È tutto a posto?”
“Sì. Voglio solo andare a casa” saliamo in limo
“Io non l’avrei perdonata”
“Cosa dovevo fare?” ribatte furioso “odiarla come faccio con mio padre? Ho bisogno di avere accanto tutta la mia famiglia. Ho bisogno di tutto l’amore e l’affetto possibile in questo momento!”
comincio a piangere “Volevo solo dire che hai un cuore grandissimo, solamente questo”
“Oggi non faccio altro che farti piangere forse è meglio che me ne stia zitto”
“Scusami, è che non mi hai mai parlato in questo modo”
“Vieni qua, vicino a me” mi appoggio alla sua spalla
“Ti starò vicino. Non temere puoi sempre contare su di me”
“Grazie. Era giusto quello che avevo bisogno di sentirmi dire”
La sera è più distrutto che mai “Amore mio non credo di farcela. Non ne ho la forza”
“Cosa stai dicendo? Non ti riconosco più, anzi sì. Mi sembra di avere davanti il Michael della sera del concerto”
“Adesso è diverso, prima erano solo voci mentre ora sono accuse vere e proprie”
“Ce l’hai fatta allora e ce la farai anche oggi”
“No! Proprio ora che mi sto ricostruendo una vita, una vita con te al mio fianco non ho intenzione di farmela rovinare. Gli darò tutti i soldi che vorranno così non ci sarà bisogno di un processo”
“Non capisci, così ti etichetteranno come colpevole”
“Non voglio iniziare un processo”
“Ti prego, lotta per la tua vita. Lotta per noi, per il nostro amore. Ti starò accanto per sostenerti non devi temere” riflette e poi
“Se ci sarai tu al mio al mio fianco allora non potrò fallire. Combatterò per te, per il nostro amore perché ti amo più della mia stessa vita”.
Questo risponde alla tua domanda BEAT IT 81?
Grazie a tutti per i commenti mi fate scoppiare il cuore di gioia ogni volta!