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Pagine: 1, [2], 3
manu 62
00martedì 26 ottobre 2010 06:49
Bel capitolo grazie!
ludo.94
00martedì 26 ottobre 2010 21:33
Ciao Sfinge! finalmente sono riuscita a mettermi in pari con la lettura [SM=g27819]
Che dire se non che questa fan fiction mi sta piacendo da morire! solo cinque capitoli ed è già nella lista delle preferite! mi piace moltissimo il modo in cui scrivi e a dirti la verità questa è una delle poche fan fiction con Michael post mortem che seguo,perchè in generale preferisco quelle ambientate negli anni in cui era bello vivo e vegeto...ma questa storia ha un non so che di particolare che mi affascina sempre di più!
continua così! [SM=g27817]
un bacio,Ludo [SM=g27838]
Sfinge senza segreto.
00lunedì 13 dicembre 2010 01:49
... E per la serie 'A volte ritornano': domani posto e sarà un capitolo abbastanza lungo (il minimo che devo fare vista l'indegna attesa).


Thanks for reading and for being here :) Stay tuned!
Sfinge senza segreto.
00lunedì 13 dicembre 2010 21:52
6.

Si è offerta di sua sponte per fare il bucato, nonostante non fosse il suo turno; dopodiché ha tirato a lucido i pavimenti ed ha ritirato i panni lasciati sullo stendibiancheria. Jacques sostiene fermamente che Delia sia vittima di un qualche effetto tardivo (molto tardivo) del jet-lag. Ovviamente non è così, ed il vero motivo per cui non si è fermata un attimo per tutta la sera è che ha cercato di non pensare più dello stretto necessario. Tuttavia in barba ai suoi sforzi ogni volta che guardava fuori da una finestra il pensiero tornava a Leindert in uno studio misterioso, in compagnia di un uomo che avrebbe dovuto essere morto da tempo. Delia ha pensato che non fosse il caso di dissipare i dubbi di Jacques, che dopotutto non è andato oltre le sue strampalate diagnosi, ben conscio che in realtà il bucato l'avrebbe dovuto fare lui (e Jacques odia fare il bucato). Ad ogni modo Delia finisce di ripiegare l'ultima maglietta e decide di andare a dormire, attività che spera di continuare fino all'indomani, quando Leindert sarà sicuramente tornato. Tra le prove, il lavoro e l'appuntamento non l'ha ancora rivisto dalla mattina, ed essendo il suo giorno libero ha avuto un sacco di tempo per preoccuparsi e soprattutto incuriosirsi. Entra nella sua stanza scompigliandosi i capelli, si toglie maglietta, jeans e calzini, si infila nel suo pigiama (per modo di dire: è una vecchia maglia dei Pearl Jam, rovinatissima) e fa una veloce visita al bagno. S'infila tra le coperte pensando che è proprio strano dormire durante la notte un giorno a settimana quando nello stesso orario si è soliti lavorare. E' come uscire da una dimensione parallela. Si volta a guardare l'orologio sulla scrivania: è mezzanotte e mezza. Chissà se Leindert è già sulla strada del ritorno, oppure se è ancora impegnato in qualche performance con la chitarra tra le mani, e se magari Michael lo sta esaminando, oppure sta cantando, oppure... E se non stessero suonando? Cosa potrebbero fare? Giocare alla Playstation? Discutere? Che diavolo fanno, si chiede Delia (che non è un'esperta di teoria musicale, per niente), i musicisti in studio quando non suonano? Probabilmente la speranza di riuscire a dormire era soltanto un'illusione. L'occhio scivola infido su qualche foglio di carta bianco e su una penna a sfera abbandonati sulla scrivania, vicino a una busta chiusa. Delia sente il cuore stringersi nel petto. Oggi ha provato a scrivere ai suoi, per la prima volta. Ha riempito di racconti due fogli, scrivendo fitto. Li ha sigillati all'interno della busta, ma non sa quando e se riuscirà mai a spedire la missiva. Ha cercato di rassicurarli e di convincerli a non cercarla e a non tentare di riportarla indietro, ma sa che lo faranno e sa anche che lettere ed e-mail sono rintracciabili, come del resto le telefonate (maledice silenziosamente il progresso tecnologico). Sdraiata supina, sospira e posa i palmi delle mani sugli occhi chiusi. Che fare? Non ne ha la più minima idea. Visto che non riesce a dormire pensa che possa essere una buona idea tentare di rilassarsi ascoltando un po' di buona musica. Si alza (il pavimento freddo sotto i piedi le da un po' fastidio all'inizio), va nella camera che Leindert divide con Jacques e Cesar (e dove l'ordine è, evidentemente, un'opinione) ed inizia a rovistare nello scatolone dei cd, accompagnata dal respiro pesante di Jacques che già dorme profondamente mentre Cesar, seduto sul letto, si limita a gettarle un rapido sguardo di sfuggita prima di tornare a leggere un pesante (e Delia ritiene in tutti i sensi) volume filosofico. Per Delia frugare tra i cd di Leindert è diventata un'abitudine tanto quanto lo è diventata per i tre ragazzi la sua figurina che entra senza bussare e sparisce con un quadretto di plastica tra le braccia, a volte anche più di uno. Il primo che le capita tra le mani è Mezmerize dei System of a Down: bellissimo, ma non proprio quello che può dirsi un ascolto rilassante. Lo ripone. Immerge nuovamente la mano: Bad, Michael Jackson. Questa sì che è ironia della sorte! Lo mette da parte, continuando a cercare. Trovato Dark Side of the Moon dei Pink Floyd crede di avere tutto quello che le serve ed esce dalla stanza, salutando con un cenno della mano Cesar. Tornata in camera, inserisce per primo il cd dei Pink Floyd; forse con l'altro continuerebbe a pensare troppo. Quando il cd smette di girare lei dorme profondamente e sogna tubi al neon che si piegano, si contorcono e si slanciano verso il cielo.

Un chiavistello cigola, un mazzo di chiavi tintinna, una porta viene aperta e chiusa rapidamente; rumore di passi nel corridoio, la porta cigolante di una stanza viene socchiusa, il suono attutito di un oggetto posato a terra. Qualche sussurro appena percettibile. Ancora rumore di passi dalla stanza al corridoio e infine in bagno (maniglia alzata e abbassata pianissimo, è vecchia e stride da morire); rumore d'acqua corrente, fruscio di spazzolino. Silenzio. Maniglia impercettibilmente abbassata una seconda volta, rumore di passi, la porta della camera di Delia struscia rumorosamente contro il pavimento e la risveglia dal suo sogno, che stava prendendo pieghe vagamente allucinogene da quando ai tubi al neon si erano aggiunti Leindert e Michael in concerto in un bunker militare e i suoi genitori tra il pubblico a cui veniva recapitata da un pesce vipera volante una sua lettera scritta con inchiostro rosa shocking. Leindert rimane sulla porta, fissando lei che sta sdraiata tra le coperte con gli occhi aperti, offuscati dal sonno.
- Scusami – sussurra – non volevo svegliarti.
- Fa niente – biascica lei.
Leindert si avvicina e si sdraia accanto a lei, accarezzandole una guancia. Delia lo abbraccia con forza, prendendo un bel respiro nelle pieghe della sua maglietta (del resto, ci tiene a dirlo, gliel'ha appena lavata). Si sta abbastanza stretti in due su un letto singolo, ma dopotutto non è poi così male. Delia passa una mano tra i capelli azzurri del ragazzo, illuminati dalla lama di luce che entra dalla finestra attraversando l'intera stanza. Sarebbe ora di tingerli di nuovo.
- E' stata una buona giornata? - s'informa Leindert, guardandola nel occhi ed accarezzandole un braccio.
- Sì – risponde lei – e la tua?
- Fantastica – dice, mentre spalanca gli occhi.
Delia esce dallo stato di dormiveglia e finalmente si ricorda qual'era il pensiero che le aveva occupato la serata. Si drizza a sedere sul letto, seguita da Leindert.
- Raccontami tutto!
- Allora... Sono andato sul luogo dell'appuntamento e c'era questa macchina nera bellissima, lucida, probabilmente era una... Be', lasciamo stare – Leindert ridacchia vedendo la faccia impaziente di Delia, a cui non potrebbe interessare di meno il fatto che fosse una Mercedes o una Wolkswagen – in ogni caso, appena hanno accostato dalla macchina è sceso un tizio di colore immenso, cioè, era veramente spaventosamente grande, e mi ha aperto la portiera posteriore. Quando mi sono accomodato ho notato che accanto a me c'era un altro tizio di colore gigantesco che mi ha messo una benda sugli occhi, “ragioni di sicurezza”, ha detto... Comunque hanno guidato per parecchio, circa un'ora. Ho sentito il rumore di un cancello elettrico e ho capito che eravamo arrivati. Mi hanno fatto scendere e mi hanno portato dentro sempre rigorosamente bendato. E poi ho sentito la voce di Michael che mi diceva che potevo levarmi la benda, e che si scusava per il disagio. Mi ha anche ringraziato per essere venuto e io non sapevo cosa rispondergli, perché sarei dovuto essere io a dirgli grazie.
- E poi? - lo incalza Delia.
- Poi... Siamo scesi nello studio, che è sotterraneo. Ah, lasciami dire che la casa era bellissima, veramente. Troppi oggetti per i miei gusti, ma in ogni caso molto bella. Nello studio c'era tutta roba ultramoderna, microfoni di ultima generazione, casse che io e il gruppo ce le sogniamo, consolle per cui potrei anche uccidere... E niente, è entrato nella sala di incisione e mi chiesto di seguirlo, poi mi ha dato degli spartiti e mi ha chiesto di provare a suonargliene qualcuno. Me li sono guardati per bene mentre lui aspettava pazientemente seduto su una sedia girevole. Ho attaccato una chitarra elettrica che era là all'amplificatore più vicino ed ho iniziato a suonare, senza pensare altro che a fare il meglio possibile. Fantastico! Sentivo le corde della chitarra bruciarmi sotto le dita, e poi bisogna anche dire che quello strumento era un gioiellino niente male.
- E quando hai finito che ti ha detto? - chiede Delia, scoccandogli un bacio a fior di labbra.
- Be'... Subito non ha detto nulla, mi ha solo domandato se potevo fargli sentire un'improvvisazione, e diciamo che ci ho provato. Mi ha sorriso e mi ha detto che ero stato bravo, e che gli ero piaciuto. Mi ha fatto sedere vicino a lui e mi ha fatto vedere i pezzi sui quali stava lavorando. Ha accennato qualche pezzo del cantato e ha intonato le melodie, per farmi capire cosa intendeva, e io intanto provavo a seguirlo con la mia chitarra, quella acustica. Ogni tanto mi fermava e mi faceva intendere in quale modo suonare una nota. Devo dire che gli riescono molto bene le percussioni, tra l'altro. Abbiamo continuato per parecchio, e ogni tanto mi chiedeva un parere su qualcosa e poi scarabocchiava a matita un minimo appunto su un foglio di carta. Per certi versi – Leindert sposta lo sguardo dal vuoto a Delia – è stato un po' strano. Non mi aspettavo che fosse così naturale. Pensavo che il mio ruolo sarebbe stato molto più passivo, invece teneva in considerazione le mie opinioni. Diavolo, mi sono reso conto che fino ad ora sono stato capace di fare soltanto della musica appena accettabile. Io e i ragazzi sappiamo fare di meglio, e se riusciremo a fare di meglio gli porterò una nostra demo.
- Bella idea!
- Già. Ho già un paio di idee per sconvolgere sound e insieme visivo della band.
- Punk is dead – scherza Delia.
- Può essere. Mi sono reso conto che possiamo dare molto, molto di più.
Delia si accoccola meglio contro il suo petto, per quanto possibile nel molto limitato spazio del suo letto, e sbadiglia vigorosamente.
- Direi che è stato un successo, no? - dichiara infine.
- Sì, direi di sì. Mi ha anche chiesto di tornare durante la prossima settimana.
- Grandioso – mormora Delia, che ormai sta scivolando nuovamente nel sonno. Leindert la abbraccia e le mormora un “buonanotte” a fior di labbra, ma all'improvviso il suo sguardo s'illumina di un lieve bagliore.
- Ah, stavo dimenticando – sussurra – la prossima volta mi ha chiesto di portare anche te.
Come risposta ottiene un mugugno indistinto.

Delia ritiene fermamente che la mattina sia il momento peggiore per alzarsi; tutta questa luce soffusa fa solamente venire voglia di stiracchiarsi e rigirarsi dall'altra parte, ignorando i rimbrotti del buon senso. Per sua fortuna Leindert è del suo stesso identico avviso (e per di più al lavoro gli tocca il secondo turno, non il primo), per cui la loro mattina scorre pigramente in abbracci e coccole un po' goffe. Verso le undici decidono di alzarsi.
Delia sta lavandosi i denti davanti allo specchio con sguardo vacuo quando gli sovviene un dubbio. Sputa un po' di dentifricio e apre la porta del bagno.
- Leindert!
Il ragazzo sbuca dalla sua camera a torso nudo, la maglia tra le mani.
- Che cosa c'è?
- Mi hai detto qualcosa ieri sera, mentre mi stavo addormentando?
- Sì – afferma lui – ti ho detto che la prossima volta che vado là – e pone l'accento sul là – mi ha chiesto di portarti con me.
Delia resta interdetta.
- E io cosa ci dovrei fare lì con voi?
- Voi chi? - s'intromette Jacques, di ritorno dalla cucina con una tazza di caffè lungo in mano.
- Non lo so – replica lui sorridendo, senza degnare di uno sguardo l'amico che continua a fissarli a turno piuttosto perplesso.
- Mah – sbotta Delia, poi si rinfila lo spazzolino in bocca e richiude la porta del bagno.

Prendere in mano il bicchiere, immergere la spugna nel sapone, passarla sul bicchiere, posare la spugna, sciacquare il bicchiere sotto l'acqua corrente, asciugarlo, riporlo; prendere un altro bicchiere e ricominciare tutto da capo. Delia trova che lavare i bicchieri a fine serata, quando il locale è ormai vuoto e manca mezz'ora alla chiusura, sia molto rilassante. Nonostante siano passati alcuni giorni continua a chiedersi il motivo per cui Michael l'abbia invitata ad unirsi a loro; da che mondo è mondo, lei non sa neanche leggere le note. Quale aiuto potrebbe dare all'interno di uno studio, se escludiamo quello di voltapagine ufficiale del pentagramma? Indubbiamente le fa piacere e si sente onorata di questo riguardo, però... Non sa cosa pensare. Forse si sta facendo troppi problemi, quando magari è stato un semplice invito senza alcuna dietrologia. E in questi giorni di Michael neanche l'ombra, così non le si è presentata l'occasione di fargli qualche domanda. Arrivata a casa trova Leindert sul pavimento della sua camera intento ad accordare la chitarra.
- Scusami – farfuglia – ma di là c'è troppo rumore, con quei due che se la spassano.
- Non fa niente – dice lei soprappensiero.
- Ah, andiamo da Michael domani pomeriggio.

Il cielo promette caldo e sole, osserva Delia sbirciando tra le tende della finestra di camera sua. E' mezzogiorno e mezzo e lei sta girando distrattamente un cucchiaino in una tazza di caffellatte. Si è svegliata da meno di mezz'ora e deve ancora vestirsi, ma sa che per le cinque dovrà trovarsi sul luogo dell'appuntamento, che non è lo stesso dell'altra volta e che è un po' lontano da casa loro. Sospira, solleva un braccio e passa la mano destra tra i propri capelli decisamente arruffati. Che cosa potrebbe mettersi?

I due ragazzi si tengono per mano mentre camminano sull'affollato marciapiede; ogniqualvolta viene urtata la chitarra di Leindert emette un piacevole gemito. La giornata è splendida come si prospettava e i due sono usciti sotto il forte sole californiano in maniche corte e occhiali da sole. Delia osserva con interesse le persone, i loro vestiti, le loro espressioni; le piacerebbe che Leindert condividesse la sua curiosità, invece di affibbiargli nomignoli come “portinaia”.
- Dovrebbero essere qui tra poco – mormora lui, senza rivolgerle lo sguardo. Delia nasconde uno sbadiglio dietro la mano sinistra e sbatte le palpebre un paio di volte. La mano del ragazzo le agguanta il polso tanto velocemente da farla trasalire (dovrebbe imparare, una buona volta, a essere meno rude nel prenderle la mano). Le scappa un gemito.
- Vieni, andiamo – dice Leindert.
La guida lungo il marciapiede, facendo slalom tra le altre persone, fino ad affiancare una grossa macchina nera con i vetri oscurati. Alcuni passanti le lanciano uno sguardo di soppiatto, altri semplicemente tirano dritto per la loro strada, come se non esistesse. Le due portiere anteriori scattano e si aprono sotto le mani di due energumeni davvero enormi, come nella descrizione di Leindert; quest'ultimo rivolge loro un breve saluto cordiale, a cui loro rispondono caldamente con grandi pacche sulle spalle che lo fanno oscillare su se stesso. Salutano anche lei, senza fare alcuna presentazione, e poi aprendo la portiera dei sedili posteriori li invitano ad accomodarsi, e mettono nelle loro mani due foulard da legare sopra gli occhi, lanciando un cenno insieme d'intesa e di minaccia, quasi a voler dire: “e sarà meglio che lo facciate, altrimenti ve la vedrete con noi e stavolta non saranno pacche sulle spalle”. I due ragazzi si bendano a vicenda e aspettano immobili. A Delia sembra che il viaggio sia molto lungo, e tra sé e sé considera plausibile che le due guardie del corpo stiano cercando di confonderli riguardo la loro destinazione.

Delia sta seriamente rischiando di addormentarsi quando il quieto ronzio di un cancello automatico in apertura la risveglia dal torpore. La macchina rallenta, curva, fa poco più di un metro ed infine viene spenta. L'aria fresca che entra dalle portiere aperte è davvero piacevole, al contrario delle due grandi mani dalle dita tozze che le si infilano tra i capelli e a gesti dopotutto abbastanza delicati per la loro stazza sciolgono il nodo del foulard. Delia porta le mani al viso e si stropiccia gli occhi: dopo tutto quel buio ha bisogno di qualche istante per riabituarsi alla luce. Terminata l'opera, si sistema la lunga maglietta rossa ed i leggins neri ed esce nella luce ancora bruciante dell'ultimo pomeriggio.
Il posto in cui sono giunti è un vasto giardino circondato da spesse siepi e pieno di alberi e arbusti disposti con criterio; non saprebbe assolutamente stabilirne l'ubicazione, ma indubbiamente si trovano molto fuori Los Angeles. Qua e là tra le piante appare qualche panchina in ferro battuto, e in lontananza le pare di udire le risate spensierate di alcuni bambini, anche se non può vederli. Leindert le poggia la mano destra sulla scapola sinistra e la invita delicatamente a seguirlo lungo un sentiero lastricato, su cui ogni tanto lei incespica nelle sue Converse rosse (che incredibilmente sono ancora sufficientemente integre). Alla fine del viottolo è situata una casa di campagna di dimensioni abbastanza modeste (Delia pensa che serva a non attirare troppa attenzione) e davvero molto carina. Le sembra che sia in stile coloniale, anche se lei non s'intende d'architettura come di molte altre cose. Prima che venga loro aperta la porta passa almeno un minuto di numeri e codici alfanumerici: infine viene loro permesso di entrare e vengono subito accolti da una domestica in livrea. L'entrata è luminosa, dipinta di chiaro e piena di oggetti d'arte delle più disparate provenienze. Le porte delle stanze comunicanti sono socchiuse, e sbirciando lievemente Delia nota arredamenti pregiati e bellissimi tendaggi sopra grandi finestre da cui penetrano raggi del sole e vigorose pennellate di verde erba. Viene chiesto loro da parte delle guardie del corpo di pazientare per qualche minuto nel salotto. Non chiedono il motivo e semplicemente annuiscono. Viene loro aperta una porta sulla destra che porta in una camera piccola ma come tutto il resto davvero bella a vedersi. Ai muri sono appesi tantissimi quadri assai diversi tra loro che costituiscono davvero un bel passatempo per Delia, incredula del fatto che un divano così bello sia stato fatto per sedercisi sopra. Tutto attorno ai muri sono disposte librerie piene di libri e dalle finestre socchiuse entra esitante il cinguettio di un uccellino non molto lontano. Un grosso volume è stato lasciato aperto sul tavolinetto stile luigi qualcosa e le sue pagine frusciano pigramente nella lieve brezza che fa ondeggiare le tende spalancate.
- Attimo, fermati perché sei bello – sussurra Delia tra sé sé. Leindert nel frattanto sta strimpellando pigramente la sua chitarra acustica la cui fodera giace abbandonata ai suoi piedi.
Il rumore della porta dell'ingresso e alcuni passi nel corridoio fanno sì che in meno di un secondo le loro schiene si drizzino e i loro occhi si incrocino; Leindert è del tutto tranquillo, mentre non si può dire lo stesso per Delia.
- Ciao, come state? - li saluta cordialmente Michael (camicia blu scuro larga, pantaloni neri, coda di capelli dietro il collo e mocassini, ovviamente) regalandogli un sorriso grande, sereno e di cuore, così luminoso che Delia sente tutta la tensione precedente quell'attimo sciogliersi e i muscoli del suo viso articolarsi nel miglior sorriso che riesce a tirare fuori.
- Tutte bene, grazie, tu? - risponde Leindert.
- Oh, tutto bene, tutto bene. Ero fuori in giardino con i miei bambini e non mi sono accordo che si stava facendo tardi, scusate l'attesa – dice, e gli si illuminano gli occhi.
- Nessun problema, davvero. E' bellissimo qui! - replica lei sorridendo. Non si è mai sentita così bene come ora qui in America. Michael le sorride di rimando.
- Bene – esordisce – credo che ora potremmo scendere nello studio.
- Ok – rispondono i due ragazzi.
Lo studio è effettivamente sotterraneo, come Leindert aveva raccontato, ma è grande e molto illuminato, pieno di strumenti e tastiere delle quali Delia ignora totalmente l'utilità. Si sistemano tutti i tre all'interno della sala di registrazione, e Delia si lascia scivolare sul pavimento in un angolo; Michael e lei si scambiano uno sguardo, forse lui si chiede perché si sia seduta per terra quando ci sono delle sedie, ma lei gli fa capire che va bene così, e terminano il loro muto discorso con un nuovo, piccolo sorriso.
Il tempo che lui e Leindert passano a suonare e cantare per Delia scorre velocissimo, risucchiato dalle bellissime note, principalmente tenere ballate. Probabilmente lei potrebbe morire senza nemmeno accorgersene.
- E' già così tardi? - esclama Michael rivolgendo uno sguardo all'orologio a muro appeso di fronte a loro, che segna le dieci.
- Per stasera finiamo qui? - domanda Leindert, accarezzando il legno lucido della sua chitarra.
- Sì – risponde Michael.
Delia si alza e si avvicina ai due uomini; notando che nessuno dei due si è mosso suppone che resteranno ancora un po' qui. Ovviamente Leindert è il primo a parlare e a chiacchierare vivacemente, come suo solito; Michael lo segue interessato, Delia è leggermente distratta dai suoi pensieri, come spesso le capita. Si risveglia soltanto quando la discussione tocca l'argomento 'passato'. Il ragazzo dai capelli blu sta ricordando i suoi trascorsi adolescenziali in quel di Londra; Michael gli chiede se, per caso, lui e Delia si sono conosciuti a scuola. Leindert d'impeto risponde di no e poi, mentre sta per dire qualcos'altro, si blocca e la guarda negli occhi. Delia sente un piccolo brivido salire su per il polso destro. Bugia o verità? E come si può mentire a quegli occhi così espressivi?
- Io sono scappata di casa. Io e lui ci siamo conosciuti sull'aereo per Los Angeles – dice, osservandosi attentamente le ginocchia (ora è seduta su una comoda sedia di legno). Con che coraggio rialzare lo sguardo e trovarsi di fronte un genitore che ama i suoi figli, che non potrebbe mai trovare qualcosa di buono in una scelta simile? Sente un groppo risalirle la gola mentre solleva il mento e cerca di prepararsi alle domande, ai perchè, o forse solamente ad un lungo silenzio imbarazzato. Perché diamine l'ha detto?
Con sua grande sorpresa lo sguardo di Michael non è severo né duro. C'è qualcosa di vicino alla comprensione in quei due occhi grandi. Leindert li guarda interrogativo ed un po' preoccupato. L'uomo le prende una mano tra le sue (che sono grandi il doppio delle sue, sottolineiamolo pure) e le chiede spiegazioni. Lei cerca di essere il più sincera possibile, il più chiara possibile, anche se le riesce molto difficile, perché la situazione non è chiara neanche a lei. Prova a rendere in parole il desiderio, l'idea, la determinazione, la paura, i ripensamenti, la disperazione, il coraggio, gli ultimi terribili dubbi e poi il salto nel vuoto. Non sa se è riuscita nel suo intento finché, finita la sua confusa spiegazione, vede lo sguardo sinceramente preoccupato di Michael su di sé. Ma è una preoccupazione genuina e che non ha nulla della rabbia o del rimprovero. Leindert ora li fissa curioso, silenzioso come raramente è capitato di vederlo prima, impegnato ad accarezzarsi la barba un po' lunga sotto il mento con due dita della mano destra, il gomito poggiato sul ginocchio. Lei e Michael si sono avvicinati, ora le ginocchia di Delia possono quasi toccare le sue. Non ha ancora lasciato la sua mano. Ogni tanto gliela stringe un po' più forte.
- E ora i tuoi genitori sanno dove sei?
Attimo di silenzio.
- No. Volevo scrivergli, ma non sapevo come fare. Qualunque sistema può essere rintracciato e loro verrebbero a cercarmi e mi riporterebbero indietro. Io amo stare qui. Sono felice qui. Non voglio tornare indietro, non voglio sentirmi costretta a farlo da loro – abbassa la testa sulle ginocchia perchè sente che il singhiozzo che le si era incastrato in gola si sta trasformando rapidamente in lacrime. E' la prima volta che piange per loro da così tanto tempo che non se lo ricorda più. Leindert si alza all'istante e, stando dietro di lei, le accarezza la schiena con movimenti lenti e circolari; ma Delia percepisce un'altra mano sopra la sua nuca che gliela sta accarezzando dolcemente in un tocco veramente paterno. Lascia che il dolore esca fuori tutto, per la prima volta: nessuno dei suoi due compagni protesta, lasciano che si sfoghi.

Delia alza finalmente la testa sentendosi svuotata e sfinita. Sorride a entrambi, si alza, si volta e abbraccia calorosamente Leindert, che le dà un lieve bacio sulla fronte; distaccatasi da lui abbraccia con calore anche Michael, che ricambia affettuosamente. E' strano il modo in cui ora, in mezzo a loro due, si sente a casa, tranquilla.
- Papà?
Una voce sottile li interrompe e li spinge a voltarsi verso la porta socchiusa. Dall'apertura li stanno fissando due grandi occhi azzurri, un paio di braccia sottili, due spalle dritte e due guance rotonde e morbide. Immediatamente Michael raggiunge la ragazzina dai lunghi capelli castani a cui la voce appartiene e le accarezza in un gesto delicatissimo la spalla destra, abbassandosi leggermente per ascoltare le sue parole. Leindert e Delia sorridono di sottecchi l'uno all'altra osservando questa scena così delicata e naturale. Capiscono che è il momento di andare a casa, o meglio al pub, lasciando alla ragazzina il suo papà. Dopotutto la ragazza è riuscita a trovare una sostituta – Zazù – per questa serata, ma forse sarebbe il caso di andare a dare un'occhiata.

Michael li accompagna fino alla porta attraverso corridoi illuminati e stanze buie (non tutte, un filo di luce e voci attutite li raggiungono), fino alla porta d'ingresso oltre la quale il parco sta immobile, silente e buio, le cime degli alberi lievemente scosse da un alito di vento che fa rabbrividire Delia. Sulla porta il ragazzo dai capelli azzurri, che alla luce dei lampioncini mandano bagliori argentei, si ricorda di aver lasciato la sua chitarra nello studio e viene riaccompagnato dentro dalle due guardie del corpo, spuntate fuori da chissà dove dopo essere sparite per ore. Lei e Michael rimangono da soli e in unico, fluido movimento del braccio l'uomo la prende per mano e la avvicina a sé.
- Io posso aiutarti. So come fare arrivare lettere ai tuoi genitori senza che loro possano rintracciarti. Ho dei canali di comunicazione molto protetti, anche se ti sembreranno un po'... artigianali. Pensi che si possa fare?
Delia sorride, e sente di stare arrossendo dalla felicità. E' incredibile la cura che quest'uomo dedica al prossimo. Stringe un po' più forte la sua mano mentre dice che sì, accetta, e che non dimenticherà mai questo gesto. Lui sorride.
- A questo proposito, vorrei che tornassi qui domani nel primo pomeriggio, da sola. Ti spiegherò un po' di cose e poi... - si interrompe, lo sguardo fisso su un grosso pino.
Delia lo guarda interrogativa. - E poi?
Michael sospira. - E poi voglio parlarti di una cosa, di una cosa in cui potresti aiutarmi. Sento che potresti essere la persona giusta – mentre termina la frase si volta a guardarla, gli occhi vividi nel buio.
- Va bene. Farò tutto quello che è nelle mie possibilità per darti una mano – e Delia lo dice col cuore; pensa sul serio di avere avuto l'onore di incontrare uno straordinario essere umano. Nel viso di lui sboccia un sorriso di gratitudine bellissimo.
- Ehi – scherza Delia – guarda che sono io a dover ringraziare te.
- Questo lo vedremo.
Delia lo abbraccia una seconda volta e per la seconda volta si sente a casa. Subito dopo Michael le dà le indicazioni per arrivare al prossimo punto di incontro.
Quando Leindert arriva li trova intenti all'osservazione delle tante piante e dei tanti alberi all'interno del parco. Ha la chitarra sulla spalla destra. Delia e Michael lo raggiungono e i tre si congedano con la promessa di ritrovarsi presto (be', per qualcuno un po' più presto).
Nuovamente bendata, con la testa appoggiata sulla spalla di Leindert, mentre la macchina fa inversione e poi accelera con un ringhio sommesso, Delia non può fare a meno di abbandonarsi ai suoi molti pensieri per l'indomani.
ludo.94
00martedì 14 dicembre 2010 14:19
Bellissimo capitolo sfinge!! [SM=g27823] brava!! [SM=x47932] Sai..stavo riflettendo sul tuo nick...ma non è che per caso fa riferimento a un'aforisma di Oscar Wilde?? [SM=g27833] mi è venuto subito in mente questo...o forse mi sbaglio,cercavo di indovinare! [SM=g27827] [SM=g27819]
vabbè un bacio e al prossimo capitoloo!! [SM=g27838]
BEAT IT 81
00martedì 14 dicembre 2010 17:34
Sfinge!!!!!! Trovo solo ora il tempo x commentare. Troppo bello anche questo capitolo, ora sono davvero curiosa di sapere qual'è il favore che Delia ha accettato di fare a Mike, nn vedo già l'ora di leggere il nuovo capitolo!!!!!! Sempre bravissima!!! Baci Sara
Sfinge senza segreto.
00giovedì 16 dicembre 2010 21:12
Re:
ludo.94, 14/12/2010 14.19:

Bellissimo capitolo sfinge!! [SM=g27823] brava!! [SM=x47932] Sai..stavo riflettendo sul tuo nick...ma non è che per caso fa riferimento a un'aforisma di Oscar Wilde?? [SM=g27833] mi è venuto subito in mente questo...o forse mi sbaglio,cercavo di indovinare! [SM=g27827] [SM=g27819]
vabbè un bacio e al prossimo capitoloo!! [SM=g27838]




Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! [SM=g27823] Comunque ci hai preso in pieno, il mio nick è ripreso da una risposta di Lord Henry nel Dorian Gray. Brava per la perspicacia! [SM=x47932] Un bacio anche da parte mia!
Sfinge senza segreto.
00giovedì 16 dicembre 2010 21:18
Re:
BEAT IT 81, 14/12/2010 17.34:

Sfinge!!!!!! Trovo solo ora il tempo x commentare. Troppo bello anche questo capitolo, ora sono davvero curiosa di sapere qual'è il favore che Delia ha accettato di fare a Mike, nn vedo già l'ora di leggere il nuovo capitolo!!!!!! Sempre bravissima!!! Baci Sara




Lo saprai presto, sto scrivendo il settimo capitolo! Grazie mille per continuare a seguirmi e per apprezzare la storia. [SM=g27822]
ludo.94
00giovedì 16 dicembre 2010 21:23
Re: Re:
Sfinge senza segreto., 16/12/2010 21.12:




Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! [SM=g27823] Comunque ci hai preso in pieno, il mio nick è ripreso da una risposta di Lord Henry nel Dorian Gray. Brava per la perspicacia! [SM=x47932] Un bacio anche da parte mia!




ah ecco! allora non sbagliavo! [SM=g27823] sono contenta di non essere l'unica a cui piace Wilde, a scuola a momenti non sanno neanche chi è [SM=g27834] aspetto il prossimo capitolo!!! [SM=x47938]
BEAT IT 81
00venerdì 17 dicembre 2010 09:21
Re: Re:
Sfinge senza segreto., 16/12/2010 21.18:




Lo saprai presto, sto scrivendo il settimo capitolo! Grazie mille per continuare a seguirmi e per apprezzare la storia. [SM=g27822]




Grande!!!! Allora aspetto con ansia [SM=g27822] [SM=g27822] . Bacione
Fr@ncy=)
00domenica 19 dicembre 2010 14:49
ciao Sfinge!! avevo incominciato a leggere la tua storia, ma poi non avevo più avuto modo di farlo fino ad oggi. ora sono al pari, e volevo farti i complimenti per il tuo modo di scrivere, mi piace veramente tanto [SM=x47932]
la tua storia è originale e molto intrigante [SM=g27823]
spero posterai presto il seguito, per mi hai veramente incuriosito...cosa le chiederà michael?? [SM=g27833] [SM=g27828]
baci, francy
manu 62
00domenica 19 dicembre 2010 17:25
Scrivi veramente bene.Hai stuzzicato la mia curiosità...continua presto.
Sfinge senza segreto.
00venerdì 24 dicembre 2010 19:12
Re:
Fr@ncy=), 19/12/2010 14.49:

ciao Sfinge!! avevo incominciato a leggere la tua storia, ma poi non avevo più avuto modo di farlo fino ad oggi. ora sono al pari, e volevo farti i complimenti per il tuo modo di scrivere, mi piace veramente tanto [SM=x47932]
la tua storia è originale e molto intrigante [SM=g27823]
spero posterai presto il seguito, per mi hai veramente incuriosito...cosa le chiederà michael?? [SM=g27833] [SM=g27828]
baci, francy




Grazie! Sono davvero contenta che ti piaccia! [SM=g27822] Speravo di riuscire a postare oggi ma un sacco di tempo è andato nel cercare tutti i regali... Se riesco, mi piacerebbe inviare il settimo capitolo tra domani e dopodomani. Avevo intenzione di completare ancora un altro capitolo - l'ottavo - a inizio gennaio. Stay tuned! [SM=g27811] Baci & auguri anche da parte mia!
Sfinge senza segreto.
00venerdì 24 dicembre 2010 19:17
Re:
manu 62, 19/12/2010 17.25:

Scrivi veramente bene.Hai stuzzicato la mia curiosità...continua presto.




Grazie! [SM=g27821] Sto lavorando al settimo capitolo e spero di postarlo molto, molto presto (nelle mie rosee previsioni, domani). Tantissimi auguri di buon Natale! [SM=x47938]
Sfinge senza segreto.
00venerdì 24 dicembre 2010 19:23
Non riuscirò a postare un capitolo entro oggi (probabile domani) ma ci tenevo a fare dei caldissimi AUGURI di buon Natale a tutte le lettrici qui presenti, commentanti o non. Il Natale, liturgia a parte, è anche un modo per dirsi "ti voglio bene", e allora io colgo l'occasione: I love you girls!

Tanti baci a tutte. [SM=x47938]
ludo.94
00venerdì 24 dicembre 2010 19:55
Re:
Sfinge senza segreto., 24/12/2010 19.23:

Non riuscirò a postare un capitolo entro oggi (probabile domani) ma ci tenevo a fare dei caldissimi AUGURI di buon Natale a tutte le lettrici qui presenti, commentanti o non. Il Natale, liturgia a parte, è anche un modo per dirsi "ti voglio bene", e allora io colgo l'occasione: I love you girls!

Tanti baci a tutte. [SM=x47938]




Auguri di buon Natale Sfinge!! [SM=x47938]
Non ti preoccupare posta quando vuoi, noi siamo qui!! [SM=g27823]
[SM=x47938]
manu 62
00sabato 25 dicembre 2010 06:03
Tantissimi auguri anche a te! [SM=x47981]
Sfinge senza segreto.
00venerdì 31 dicembre 2010 15:00
... Tra un impegno e l'altro, per Natale non sono riuscita ad aggiornare; però ci tenevo davvero a farlo prima di Capodanno.
Il quadro descritto in questo capitolo esiste davvero e perciò vi sfido a trovarlo nel mondo reale! :) Detto, questo, spero che l'idea che ho scelto di raccontarvi - che è anche quella principale intorno alla quale la Fanfiction ruota - non vi sia troppo indigesta. So che è un argomento un po'... Spinoso, ma io sono dell'idea che sia un argomento bellissimo su cui scrivere. Buona lettura, non trucidatemi e i migliori auguri per un felicissimo nuovo anno (Love per tutte e tutti)!

7.

Delia si sveglia ancora abbracciata a Leindert, avvolta nel ruvido lenzuolo del suo letto. La camera è buia e silenziosa, le tende sono immobili. Non un filo di vento entra dalla finestra, deve essersi acquietato durante la notte. Delia si sporge lievemente per gettare un'occhiata all'orologio da polso di Leindert, dopodiché si lascia scivolare sul letto con uno sbuffo. Sono le cinque del mattino. Ha dormito davvero poco, eppure non ha sonno; le piacerebbe potersi assopire di nuovo, ed essere incosciente ancora un po'. Tutto questo silenzio le da alla testa. Scivola giù dal fondo del letto per evitare di svegliare Leindert e si avvicina alla scrivania, sulla quale ha lasciato la lettera per i suoi genitori dopo averla scritta e sigillata. La prende in mano e la riapre esercitando una lieve pressione sulla linguetta di carta adesiva, che si solleva senza strapparsi. Seduta a gambe incrociate sul pavimento freddo (in effetti, dovrebbe decidersi a comprarsi un tappeto) la rilegge tutta, più volte. Infine prende la penna in mano ed aggiunge un altro foglio fitto di piccoli particolari che in un primo momento aveva giudicato irrilevanti. Si lascia trascinare dal piacere di scrivere, e quando finisce di rileggere la lettera ampliata sono le sei e dieci del mattino. Controlla con attenzione di non aver mai indicato direttamente o indirettamente il luogo in cui si trova ed infine la richiude soddisfatta. Dopo averla riposta all'interno della borsa – non sa se oggi le servirà, ma nel dubbio meglio averla con sé – pensa di andare a godersi una bella doccia nella calma dell'alba, per rilassarsi un po'. Ha accettato di fare questo favore a Michael anche se non ha la più minima idea di che cosa possa trattarsi, e la curiosità la divora e la intimorisce al tempo stesso, per quanto attualmente si senta davvero contenta di poter ricambiare in qualche modo alla sua gentilezza d'altri tempi, forse, o forse soltanto molto rara.
Con i capelli ancora bagnati si dirige in cucina, decisa a farsi il suo solito caffellatte, e vi trova Joey immerso nella lettura del giornale. Egli, che è un ragazzo cordiale per natura, la informa delle notizie di oggi e a partire da questo iniziano a chiacchierare con piacere, tanto che Delia si lascia convincere a farsi tatuare da lui dopo mesi di proposte e dubbi.
- Non te ne pentirai, vedrai – assicura Joey – sono uno dei migliori sulla piazza.
- Ok, avrai la mia pelle – assicura Delia, divertita. Dal calore del sole su di lei, che ora è molto più intenso rispetto a prima, intuisce che siano le otto passate del mattino, come il suo orologio poi le conferma. Si alza in piedi, mette la tazza nel lavello e saluta Joey con un bacio sulla guancia, come è solita fare, inventandosi una scusa credibile su un appuntamento con una sua amica; dopodiché corre in camera, dove Leindert ancora dorme profondamente. Sulla soglia si toglie la vecchia maglia che usa per dormire e apre la cassettiera: ne tira fuori un paio di jeans skinny blu scuro (i suoi preferiti), un reggiseno rosso e una t-shirt nera. Dallo schienale della sedia riesuma una camicia di organza nera e se la infila senza abbottonarla, controllandosi i corti capelli allo specchio; infine raccoglie la borsa da terra, infila velocemente le paperine nere abbandonate ai piedi del letto e schiocca un grosso bacio sulla guancia a Leindert, che emette un gemito soddisfatto. Nonostante l'incontro con Michael sia soltanto nel primo pomeriggio Delia ha deciso di uscire fin dalla mattina, un po' per prendersi del tempo per una bella passeggiata tranquilla (è da tanto che non se ne permette una), un po' per evitare di dover incrociare lo sguardo limpido di Leindert troppo spesso, rischiando di tradirsi. Non sa se riuscirebbe a tenergli un segreto, e lo stesso dubbio vale per Michael: chissà se ciò ha qualche relazione con la profonda natura del musicista.
La Città degli Angeli a quest'ora del mattino – come a tutte le ore, del resto - è un tripudio di colori, suoni e chiacchiere: l'ideale per distrarsi. Delia si lascia guidare dall'istinto e varca la soglia di vari negozi, curiosando qua e là come era solita fare anche in via Po a Torino; solo che qui la scelta è molto, molto più vasta. Sfogliando distrattamente qualche volume in una delle sue librerie preferite ricorda con tenerezza i suoi primi mesi qui, nella terra dei sogni, quando ancora non si era abituata del tutto all'idea di dover sempre parlare in inglese e riceveva occhiate perplesse dai commercianti ai quali con la massima educazione e con il suo più delicato tono di voce chiedeva in perfetto italiano il costo di un oggetto oppure il permesso di lasciare il suo curriculum. Si lasciò sfuggire un sospiro. Era stato un periodo difficile e a volte spaventoso – non l'ha mai detto a nessuno ma una volta, sotto la doccia scrosciante, aveva pianto – eppure le era stato necessario in un modo che prima non avrebbe potuto neppure immaginare. Ripone sullo scaffale il tascabile che fino a poco fa aveva tra le mani ed esce sorridendo nell'aria calda di aprile; dopo aver fatto questo piccolo bilancio tra passato e presente si sente soddisfatta di sé stessa e pronta ad affrontare qualche altra prova senza troppa paura.
Verso mezzogiorno si ferma a mangiare qualcosa in un piccolo locale su una stradina laterale (trova sempre piuttosto imbarazzante il dover mangiare da sola) e poi decide di iniziare a incamminarsi verso il punto di ritrovo con un po' di anticipo. Ogni tanto si ferma a domandare a qualche passante se ha preso la direzione giusta e vicino ad un cancello in ferro battuto incrocia un gruppo di ragazzi che, radio vintage in spalla, cercano un posto per ballare Thriller. Rallenta leggermente il passo per osservarli di soppiatto e una volta superati allunga la falcata sogghignando. E' come se lei fosse a conoscenza di un piccolo e prezioso universo parallelo dal quale i più sono esclusi. Nel poco tempo che per ora hanno passato insieme, Michael le ha regalato qualcosa di molto forte, che le si è infilato sottopelle e che lentamente si sta riversando dentro di lei, facendola sentire migliore di quello che era, più felice della sua vita e del suo lavoro; le sembra di aver constatato che la stessa cosa stia succedendo a Leindert. Ha iniziato a scrivere in modo febbrile pezzi delle melodie per la demo e sta incoraggiando Cesar a scriverne i testi (“sei tu quello bravo con le parole” dice il ragazzo dai capelli azzurri finalmente ritinti). Lavorano insieme fino a tarda notte nel retro del pub (oppure tra i tavoli, se c'è poca gente), sotto gli occhi di Jacques che ogni tanto riemerge dal fascicolo di Spider Man per dare la sua opinione. Di questo passo, in non più di tre mesi avranno completato il disco con tanto di produzione. C'è veramente qualcosa di magico in quell'uomo.
Il punto d'incontro si trova nuovamente a ridosso di uno snodo molto frequentato della metropoli, talmente affollato che Delia deve fare attenzione a non farsi trascinare via dalla folla. Scrutando attentamente i dintorni non nota nessuna macchina sospetta: in effetti, è in anticipo di mezz'ora. Decide quindi di appoggiarsi al muro intonacato dell'edificio alle sue spalle e di dilettarsi, come al solito, nell'osservazione dei molti passanti, giusto per occupare il tempo. Nel frattanto, per evitare possibili altrui sguardi irritati, finge di leggere il libro che ha portato con sé nella borsa.
Il grosso van nero arriva con dieci minuti d'anticipo, e si ferma con il motore acceso a un centinaio di metri da Delia, davanti all'imponente entrata di un rinomato hotel di Los Angeles. La ragazza ripone il libro e si affretta a raggiungerla. Le guardie del corpo che la bendano e la accompagnano sono le stesse dell'altra volta e sono davvero molto gentili con lei. Il viaggio, senza l'esuberante compagnia di Leindert (perchè lui riesce ad essere esuberante anche se bendato ed in silenzio) sembra ancora più lungo. Considerando che l'appuntamento era fissato non molto lontano dal centro della città suppone che ci vorrà parecchio tempo per uscirne, considerato anche il notevolissimo traffico. In un primo momento, nell'oscurità forzata, Delia cerca di concentrarsi sui rumori esterni e non sui suoi pensieri; ma nel giro di pochi minuti smarrisce il senso del reale nel suo flusso di coscienza, tanto che nemmeno il ronzare del cancello elettrico in apertura riesce a distrarla. Sobbalza al sentire il forte schiocco della portiera che si apre, e immediatamente si toglie la benda dagli occhi precedendo la guardia del corpo, che rimane con le grosse mani a mezz'aria. Il parco è immerso in una serena quiete, disturbata soltanto dal cinguettare di qualche uccello. “Nessuna risata di bambino” considera Delia mentre aspetta che i suoi accompagnatori terminino di digitare i complicati codici di accesso sulla pulsantiera accanto alla porta. Una volta entrati nel corridoio, Michael viene subito ad incontrarli, rischiando uno scontro con la cameriera che, dalla direzione opposta alla sua, si stava recando ad accoglierli. Sembra decisamente più nervoso rispetto alle altre volte. Saluta velocemente i tre nuovi arrivati senza scordare però di informarsi sulle condizioni del viaggio, poi congeda le due guardie del corpo e guida Delia nello stesso piccolo salottino dell'altra volta, dopo aver gentilmente chiesto alla domestica di servir loro the, caffé o qualcosa di simile. La stanza è immutata dal giorno prima – forse è stato spostato soltanto qualche libro – e anche il suo abbigliamento è praticamente identico, osserva Delia divertita: cambia solo il colore della camicia, che ora è nera. Si siedono uno davanti l'altra, e per qualche istante regna un molto imbarazzante (almeno per Delia) silenzio. Lei non sa proprio cosa dire: in questo momento vorrebbe con tutta sé stessa avere almeno una piccola parte del carattere di Leindert, o di Joey anche, per dire, che è sempre così pacato e gentile (anche se chiunque pensando ad un tatuatore si immaginerebbe qualcosa di ben diverso, suppone). Michael fissa lo sguardo su qualcosa fuori dalla finestra per poi distoglierlo e concentrarsi sul pavimento. Sembra che non si sia ancora deciso del tutto sul da farsi. La ragazza decide di risolvere la situazione in modo drastico, anche se forse non molto delicato. Si china a raccogliere la sua borsa e dopo una breve ricerca ne trae la lettera e la poggia sul tavolo. Dopodiché si schiarisce la voce, perché l'uomo non si è accorto di nulla. Si volta verso di lei con aria interrogativa.
- Ecco – inizia lei, che non sa come cominciare – questa è la mia lettera. L'ho portata, non so se può servire.
- In effetti, no – risponde lui, ora concentrato su di lei – comunque non importa. Adesso ti spiegherò tutto.
Delia raddrizza la schiena contro la poltrona riccamente decorata su cui è seduta, preparandosi ad un attento ascolto.
- Vedi, è molto semplice – esordisce lui, abbassando la testa – la tua lettera verrà recapitata da una delle mie guardie del corpo ai tuoi genitori, senza utilizzare mezzi di comunicazione massificati; semplicemente la infilerà nella loro buca delle lettere. Abbastanza artigianale, no?
Michael le rivolge un sorriso amichevole, a cui Delia risponde in ugual modo.
- Ti ringrazio davvero per quello che stai facendo, spero davvero di poter ricambiare in modo degno qualunque cosa tu voglia chiedermi di fare – dice, sentendosi arrossire. Lui abbassa nuovamente lo sguardo per rialzarlo dopo qualche istante ed iniziare a esporre quello che evidentemente lo preoccupa – a Delia sembra di aver capito che sia così.
- Quello che ti chiedo non è facile, ma penso che tu abbia la giusta sensibilità per farlo, anche se a volte sei un po' precipitosa – ridacchia , guardandola di sottecchi, e lei non può fare a meno di trovarsi d'accordo – comunque non penso che questo possa essere un problema. Dovresti viaggiare insieme a John o a Will (Delia intuisce che si riferisca alle due guardie del corpo) ma mentre uno di loro una volta atterrati a Londra prenderà un altro aereo per Torino, tu dovresti fermarti là.
Si interrompe, mordendosi il labbro inferiore. Delia è talmente incuriosita che non riesce proprio a trattenersi. E poi, detto tra parentesi, a Londra non ci è mai stata e la cosa la elettrizza abbastanza.
- Perché? Cosa devo fare lì?
- Be' – e nuovamente si tortura le labbra – dovresti consegnare una mia missiva, ma temo che non sarà facile, considerando il carattere della persona a cui dovresti darla. Parliamo sempre di lettere, anche se la mia è una comunicazione molto breve, e per certi versi è necessario che sia così. Lei avrà bisogno di un po' di tempo per metabolizzare... Per essere sicuri che la riceva, e soprattutto che non vada a finire in mani sbagliate, gliela consegnerai tu a mano, e forse è bene che abbia con te un foglio con delle credenziali o non ti faranno neppure avvicinare a lei. Incontrarla ad un'occasione mondana sarebbe troppo difficile e troppo rischioso. Quando ti troverai in sua presenza, ti chiedo di sfruttare tutta la tua calma e la tua pazienza, perché lei si irrita facilmente e potrebbe, in effetti, anche decidere di non ascoltarti; ma personalmente spero che non sia così.
La cameriera bussa delicatamente e poi entra per servire il the, mentre Michael si alza e passando accanto a quest'ultima si scusa e dice di dover telefonare all'avvocato per alcune questioni. Delia immagina che possano c'entrare anche quelle credenziali che vuole darle. Ripensando al dialogo appena sostenuto, con la tazzina di the bollente in mano favoleggia un po' sull'identità di questa donna o ragazza (perché è chiaro che stanno parlando di una donna o di una ragazza). Chi potrebbe essere così difficile da contattare tanto da aver bisogno di una specie di permesso? Probabilmente, una celebrità. Ma quale? E quale messaggio deve recapitarle, di preciso? Potrebbe essere qualcosa di molto breve e conciso, giusto un mezzo per mettersi in contatto. Le discussioni serie si fanno di persona, no? E comunque, la domanda principale resta: lei chi è? Chissà che rapporto ha con Michael. Delia gira lentamente il cucchiaino nella tazza, concentrandosi sull'ondeggiare del liquido fumante. Con la coda dell'occhio intravede la lettera appoggiata sul tavolo, e nella sua mente appaiono i volti dei suoi genitori, quei volti a cui per così tanto tempo si era sforzata di non pensare. Non riesce a figurarsi le loro reazioni una volta ricevuta la sua lettera. Non è mai riuscita a capirli fino in fondo, come loro non hanno mai capito fino in fondo lei. Si scotta la lingua a contatto con il the, che è davvero bollente.
Michael socchiude la porta dietro di sé (un fruscio vellutato), le sorride e la informa che è tutto a posto, che se per lei va bene potrebbe partire con William già la prossima settimana. Delia insiste per pagarsi volo e albergo – tanto più che è riuscita a mettere un po' di dollari da parte – ma Michael non vuole sentire ragioni. Dice che pagherà lui, punto. In fondo, lei si fermerà a Londra soltanto per fare un piacere a lui.
- Questa persona abita proprio a Londra? - chiede la ragazza, alzando un sopracciglio e osservandolo distrattamente mentre prende un lungo sorso dalla tazza. Vuole saperne di più, e le sembra che Michael l'abbia intuito.
- Non proprio. Non è comunque molto lontano, William ti procurerà un passaggio e ti darà l'indirizzo esatto.
- Ok, benissimo – afferma Delia, soppesando quanto le è stato appena detto.
- Bene – sospira l'uomo, appoggiando la mano destra sul gomito sinistro. Delia lo osserva da sotto in su. Michael torna a sedersi davanti a lei e le riserva un lungo sguardo penetrante, tanto che Delia ha l'impressione che le stia leggendo nella mente.
- Ti piacerebbe vederla? Lei, intendo. Magari potrebbe esserti utile avere presente come è fatta, no?
Delia, in realtà, non aspettava altro che questo e risponde con un sì assai vigoroso. Michael ride.
- Allora seguimi – aggiunge, alzandosi e dirigendosi verso la porta. La sua tazza di the è rimasta intatta, quella di Delia è vuota per metà. La ragazza si alza e si lascia guidare fino al fondo del lungo corridoio centrale, dove si trova una grande e lucida scala di legno massello. Il nostro uomo sale i gradini con grande eleganza e molto velocemente. Sembra davvero eccitato dall'idea di mostrarle il volto della donna misteriosa, come se stesse per rivelarle qualcosa di importante, bellissimo ed imprescindibile.
Il piano superiore ripete lo stesso stile di arredamento del piano inferiore e quindi la ragazza è costretta ad aguzzare la vista al massimo per evitare di inciampare in statue, sgabelli e varia mobilia indubbiamente di grande valore. Le pareti sono tappezzate di quadri che però per la fretta e per la poca luce – le tende delle finestre sono tutte tirate e passa soltanto qualche piccolo raggio sbiadito – non riesce a vedere bene. Le porte delle stanze sono chiuse, e nessun rumore giunge dal loro interno; l'unico suono che Delia riesce a percepire è quello dei loro passi sul pavimento di lucido marmo.
Michael si ferma davanti ad una porta chiusa circa a metà del corridoio principale (ci sono almeno due diramazioni e il corridoio sul fondo fa una svolta e continua; ma Delia non ha indagato più di tanto. Mentre apre la porta, l'uomo nota che lei sta scrutando i dintorni molto attentamente. Intuisce quale possa essere la sua curiosità e con magnanimità la soddisfa.
- I bambini non ci sono. Come potrai immaginare, non possono restare sempre qui, qualcuno sospetterebbe qualcosa – le comunica, un'ombra di profonda tristezza nel tono di voce. Delia sente il bisogno di accarezzargli la spalla destra. Cerca di ricacciare indietro il senso di colpa nei confronti dei suoi genitori e quando, pochi attimi dopo, Michael le fa educatamente cenno di attraversare la soglia precedendolo, l'unica emozione che ancora la attraversa è la curiosità riguardo al volto della donna.
La camera è una specie di piccola biblioteca disordinata; le tende sono chiuse anche qui, ma Michael va subito a spalancarle, lasciando entrare la luce potente del sole. Le librerie ricoprono tutte le pareti. I volumi sono sparsi ovunque, sul tavolino, per terra, sui sedili delle poltroncine; anche qui Delia deve fare molta attenzione a muoversi onde evitare di far danno, mentre il suo compagno sembra perfettamente a suo agio in mezzo a tale bailamme. Una piccola parte dei pensieri della ragazza viene dedicata alla compassione per la cameriera e per chi l'aiuta, perché pulire una stanza del genere – e magari più di una – non deve essere esattamente un lavoro facile e veloce. Michael le fa cenno di avvicinarsi: è chinato in un angolo poco lontano dalla finestra nel quale sono appoggiate una accanto all'altra parecchie tele di dimensioni modeste, con la parte frontale rivolta verso il muro. Delia suppone che non ci sia stato il tempo o lo spazio per appenderle. Il nostro uomo inizia a voltarne alcune con delicatezza, evidentemente cercandone una in particolare; quando infine la trova la osserva attentamente prima di voltarla in modo che anche Delia possa vederla; quest'ultima si china accanto a lui per osservarla meglio.
Lo stile in cui il quadro è dipinto potrebbe riportare alla mente i manifesti di Mucha. L'unico soggetto, rappresentato all'interno di un ovale grigio scuro contornato da uno sfondo blu sbiadito, è una donna con gli occhi chiusi, seduta in maniera molto raccolta, la mano destra appoggiata sulla caviglia e quella sinistra sulle ginocchia. E' vestita con una lunga tunica bianca e sul capo porta una corona di fiori dai grandi petali color dell'oro. I capelli sono castani, lisci, di media lunghezza. Il volto è ovale, armonioso. Ha le labbra sottili ed il naso dritto, stretto e piccolo. Gli occhi sono chiusi. Sembra che stia sognando, in perfetta pace col mondo.
- E' davvero molto bello – esordisce Delia. Michael stacca lentamente gli occhi dal quadro e si gira a guardarla, sussurrando: - lo credo anch'io.
- Anche lei è davvero molto bella – aggiunge Delia, riportando per un attimo gli occhi al quadro, dentro il quale la donna continua a dormire. Gli occhi di Michael mandano un bagliore quasi accecante nel momento in cui dice, stavolta ad alta voce: - questo l'ho sempre saputo.
La sua voce è piena di una serenità che Delia sente scorrere dentro di lei e riempirla di coraggio e fiducia; non vede l'ora di partire e di incontrarla. La mente della ragazza continua a lavorare furiosamente.
- In ogni caso – sospira l'uomo, alzandosi e iniziando a vagare qua e là per la stanza, spostando distrattamente i libri da una parte o dall'altra – non farti ingannare da quel bel viso così calmo; ti assicuro che lì sotto è nascosto un caratterino niente male.
- Siete stati insieme? - domanda Delia, ben consapevole che quello che ha chiesto non c'entra assolutamente nulla con quello che le era stato appena detto. Michael resta interdetto, poi sogghigna tra sé e sé e risponde: - Oh, sì, sì. Parecchi anni fa siamo stati anche sposati, ma il matrimonio non è durato molto. Troppi problemi, avevamo obiettivi diversi e siamo entrambi piuttosto testardi.
- E dopo? Ci avete riprovato? Avete mantenuto dei rapporti?
Michael prende un libro tra le mani, passandolo dall'una all'altra, spostandosi di fronte alla finestra. Delia è sempre inginocchiata nello stesso punto.
- Ci abbiamo provato più volte e per diverso tempo, ma non ha mai funzionato. C'erano troppi ostacoli allora... Forse oggi le cose potrebbero andare diversamente, no?
Delia intuisce che la domanda è più rivolta a lui stesso che a lei. Si alza in piedi e si avvicina a lui. Fuori l'erba del parco è di un verde brillante e il cielo è chiaro, screziato da piccole nuvole bianco latte. I sentimenti di Michael sembrano diluirsi nell'aria della stanza ed in questa forma arrivare a lei. Speranza, amore, tristezza, forse un pizzico di inquietudine. Prende tra le sue la mano sinistra di Michael e gli sorride.
- Farò tutto quello che posso fare, lo giuro – gli dice, stringendogli un po' la mano, e le parole che pronuncia le sente davvero nel profondo del suo cuore; riesce a sentire quanto tutto ciò sia importante per lui, quanto sia forte questo sentimento che è perdurato per anni senza cedere alle delusioni o allo sfinimento. L'amore è davvero qualcosa di ultraterreno.
Michael le sorride luminoso, pieno di gratitudine, e la abbraccia con calore. Delia sente il suo cuore pulsare attraverso il cotone della camicia e la tiepida tranquillità che emana; pensa che quest'uomo sembra molto più giovane della sua reale età. Non vede l'ora di partire per Londra; il suo sesto senso le dice che è la cosa giusta da fare, non importa quanto sarà difficile.
Appoggia la fronte sulla clavicola di Michael, e chiude gli occhi. Cerca di memorizzare dentro sé questo sentire caldo e amorevole che lui le trasmette; la donna ritratta nel quadro potrebbe averne bisogno.
Fr@ncy=)
00sabato 1 gennaio 2011 18:53
ciao sfinge!! prima di tutto volevo augurarti buon anno!!
che dire del capitolo? la donna in questione se non ho capito male è Lisa...che cosa le vorrà dire Michael di così importante? e dici che tutto questo è un quadro reale?
mah, comunque complimenti ancora per il modo di scrivere, sempre dettagliato al punto giusto senza esagerare, mi piace molto =)
BEAT IT 81
00domenica 2 gennaio 2011 23:17
Sfinge!!!!! Ho letto solo ora l'aggiornamento, la storia si fa sempre più appassionante eora sono proprio curiosa di vedere come reagirà Lisa Marie all'incontro con Delia e soprattutto cosa contiene la missiva , ok, sono davvero curiosa come una bertuccia ;-))))). Continua così !!!!!! Baci Sara
Sfinge senza segreto.
00martedì 4 gennaio 2011 14:22
Re:
Fr@ncy=), 01/01/2011 18.53:

ciao sfinge!! prima di tutto volevo augurarti buon anno!!
che dire del capitolo? la donna in questione se non ho capito male è Lisa...che cosa le vorrà dire Michael di così importante? e dici che tutto questo è un quadro reale?
mah, comunque complimenti ancora per il modo di scrivere, sempre dettagliato al punto giusto senza esagerare, mi piace molto =)



Auguri per un felice anno nuovo anche a te! :) Tra poco saprete tutto... Per quanto riguarda il dipinto, che è effettivamente esistente, aggiungerò alla discussione come "nota al capitolo 7" una traduzione da un sito in lingua inglese che ne parla. [SM=g27817]
Grazie per i complimenti [SM=g27821] a volte ho il dubbio di essere poco descrittiva.
Sfinge senza segreto.
00martedì 4 gennaio 2011 14:24
Re:
BEAT IT 81, 02/01/2011 23.17:

Sfinge!!!!! Ho letto solo ora l'aggiornamento, la storia si fa sempre più appassionante eora sono proprio curiosa di vedere come reagirà Lisa Marie all'incontro con Delia e soprattutto cosa contiene la missiva , ok, sono davvero curiosa come una bertuccia ;-))))). Continua così !!!!!! Baci Sara



Manca poco e il mistero sarà svelato (nelle mie previsioni due o tre giorni, o anche prima)! Sei sempre tra le prime a commentare, grazie [SM=x47938]
Sfinge senza segreto.
00sabato 8 gennaio 2011 04:06
Nota al capitolo 7:

Ho tradotto un articolo che è abbastanza accurato nel parlare di "Meditations", quadro di Patrick Whelan che ho descritto nel settimo capitolo. Trovo che abbia una storia davvero interessante. La resa in italiano non è certamente delle migliori, ma spero che il senso si capisca. [SM=g27824]
Sulla pagina originale (QUESTA) è visibile anche un'immagine del quadro abbastanza grande.
Buona lettura!



The Jackson Seven
(Il titolo dev'essere un gioco di parole con “The Jackson Five”, quindi lo lascio in lingua originale)

Poco prima di morire, Michael acquistò sette dipinti dalla Whelan Art Gallery a Laguna Beach, California. Nel sito, cliccate sulla foto di Michael in basso a destra per vedere i “Jackson Seven” allineati uno vicino all'altro.

Riproduzioni giclée di questi pezzi erano state messe in vendita nel novembre 2009 con i ricavi destinati alla 'Make-A-Wish Foundation', una delle istituzioni benefiche preferite di Michael. Gli originali erano stati acquistati da Michael nella tarda primavera del 2009 quando iniziava a prepararsi per i concerti di 'This Is It' a Londra, ed erano stati consegnati a Michael soltanto due settimane prima che morisse.

Tra loro c'erano tre dipinti di copertine di libri classici da 'Alice Nel Paese Delle Meraviglie', 'Bucanieri', e 'Peter Pan'. Io non so se le stampe sono ancora disponibili, e suggerirei di domandare alla galleria se siete interessati all'acquisto: info[AT]whelanartgalleries.com

Un pezzo in particolare, chiamato “Meditazioni”, era apparentemente di grande interesse per Michael. Egli lo chiamava “Il dipinto blu” ed era apparentemente abbastanza fissato su di esso. Questo è il dipinto di una donna con un anello dorato di foglie che incorona i suoi capelli scuri, seduta in una posizione angelica, con la testa appoggiata sul suo ginocchio. Ci sono chiacchiere sul fatto che il dipinto ricordasse a Michael Lisa-Marie Presley, comunque questa è solo una diceria. Mancando una sicura conferma, nessuno ovviamente conosce la verità riguardo ciò eccetto Michael stesso.

Da “ocinsite.com” riguardo a queste stampe:

Uno dei tipi comuni di stampa visti oggi nelle gallerie è chiamato “iris” o “glicée”. Questi termini si riferiscono ad una tecnica di riproduzione computerizzata nella quale l'immagine è prodotta da un file digitale e stampata con una speciale stampate a getto d'inchiostro usando inchiostro, colori acrilici o ad olio. Le stampe giclée offrono uno dei migliori gradi di accuratezza e ricchezza di colore disponibili.



Se tu sei come la maggioranza di noi e non puoi permetterti uno Chagall, Dalì, Matisse, Mirò, Picasso, Rembrandt o Renoir originale, visita il Laguna Fine Art, anche sulla Foresta Avenue nella Downtown, che offre una selezione di riproduzioni di capolavori e di artisti contemporanei internazionalmente rinomati.

Giclée firmate dall'artista locale e illustratore conosciuto Patrick Whelan, il cui stile è il “realismo romantico”, sono disponibili alle Whelan Art Galleries sulla North Coast Highway. Whelan, un laureato d'onore del Laguna College of Art and Design, ha creato centinaia di illustrazioni incluse una dozzina di copertine di libri di Nancy Drew. Edizioni limitate di queste immagini sono altamente da collezione.

Amber Henry, collezionista/proprietario della galleria ha condiviso questo messaggio dopo la morte di Michael:

L'amore di Michael Jackson per l'arte ha cambiato la nostra piccola Laguna Beach Art Gallery per sempre.

Patrick Whelan e io siamo stati onorati con il raro piacere di conoscere il signor Jackson e sua figlia, Paris al Beverly Hills art show lo scorso mese. Egli ha passeggiato intorno a noi due, con sua figlia, selezionando illustrazioni originali di copertine di libri e vari pezzi d'arte. “Peter Pan” e “Bucanieri” erano tra le illustrazioni sulla sua lista. Ma alla fine è stato “Meditations” quello di cui si è veramente innamorato. Piu tardi abbiamo scoperto che si riferiva a questo pezzo come “il dipinto blu”, e che menzionava questo pezzo quasi ogni giorno.

Patrick e io abbiamo recapitato l'opera alla sua casa due settimane fa. Quale onore è l'avere la nostra opera come recente inclusione nella collezione del signor Jackson, anche se per breve tempo, l'arte e il signor Jackson e la memorabile arte che ha creato, vivranno per sempre!

Per conto dell'artista Patrick Whelan e delle Whelan Galleries, vorremmo presentare il nostro massimo rispetto per il signor Jackson e le condoglianze alla sua famiglia e al suo meraviglioso staff.

Grazie!

Amber Henry, Gallery Director/Owner
Whelan Galleries, Laguna Beach, CA
949.494.5076

Riguardo al “Dipinto blu” ie(?): “Meditazioni”, qualcuno ha scritto a Patrick Whelan e gli ha chiesto se conosceva la ragione dietro il valore di quel pezzo per Michael, e se potesse essere dovuto a una somiglianza con Lisa-Marie.

Patrick ha risposto:

Grazie per i tuoi bei commenti riguardo l'opera. Lo apprezzo. Meditazioni era uno dei miei personali dipinti preferiti, quindi è stato particolarmente gratificante per me quando un artista della statura di Michael è stato attratto da esso. Sono stato molto lento nel vedere la connessione a Lisa Marie perché, ovviamente, conosco la modella che ha posato per il quadro. Nonostante ciò, ho sentito questo da così tante persone, incluse molte che sono venute alla galleria e hanno visto la stampa là, che finalmente è diventato evidente per me.

Ma il fattore decisivo per me è avvenuto un paio di settimane fa quando ho trovato un articolo che era stato pubblicato su un quotidiano a Taiwan. Presentavano il dipinto Meditazioni accanto a tre foto di Lisa Marie che erano state scattate al tempo in cui stava con MJ. La somiglianza era in effetti impressionante. Io sono ora assolutamente convinto che questa era la ragione del suo rapporto con esso. Forse egli stava pianificando di mostrarlo a lei, o perfino di regalarglielo. Ma sfortunatamente, se n'è andato così presto dopo il suo acquisto che non lo sapremo mai per certo.

Dubito molto che Lisa Marie sia persino consapevole della sua esistenza. Penso che sarebbe comunque una cosa davvero meravigliosa se lei avesse visto questa opera, perché allora lei avrebbe saputo che era ancora nel cuore di Michael fino alla fine.

Forse un giorno lei lo vedrà. Io certamente lo spero. Io penso davvero che a Michael sarebbe piaciuto.

Best Always,
Patrick
BEAT IT 81
00domenica 9 gennaio 2011 23:48
Sfinge grazie x la traduzione dell'articolo, nn so se è la musica di sottofondo al sito della galleria d'arte o le parole dell'artista sulla stampa "Meditazione" ma sono in un mare di lacrime, cmq anche secondo me MJ era attratto da quel quadro proprio x la grandiosa somiglianza con Lisa, si nota subito.....Grazie grazie grazie.......Ah, aspetto il seguito della storia ;-))))) . Baci
Sfinge senza segreto.
00martedì 29 marzo 2011 11:33
Aggiornamento:
Non sono morta [SM=g27827]!
A parte questo, voglio dire che questa storia NON è interrotta. E' solo che ogni tanto vengo risucchiata nel mio vortice di cose che mi interessano e di amici e finisco per non scrivere più. La ragione è semplice: se non mi sento davvero ispirata non credo sia giusto nei confronti di nessuno postare un capitolo buttato lì tanto per. Io amo questa storia, ci sto pensando più o meno dall'aprile - marzo dell'anno scorso e non ho nessuna intenzione di scriverla in un modo che non mi soddisfa. Ora come ora ho ritrovato l'ispirazione e sto andando avanti con l'ottavo capitolo, anche se è ancora da risistemare visto che in certi punti tra virgole, coordinate e subordinate la lettura è difficile persino per me che l'ho scritto [SM=g27820] (del resto sono una mente contorta).
Immagino anche che la scelta di inserire Lisa non come perfida vipera non sia stata molto popolare [SM=g27828] eppure non posso fare altrimenti. Quando ho pensato di inserirla mi è venuto così naturale che davvero non ho potuto evitarlo. Sarà che l'ho sempre trovata una donna affascinante, forte e debole nello stesso tempo, impetuosa eppure così fragile... Forse addirittura un pochino ci assomigliamo. Spero che possiate perdonarmi e magari accordarmi quella fiducia necessaria tra lettore e 'scribacchina' (ché scrittrice è proprio una parola grossa [SM=x47988] ).
Detto questo vi saluto e spero a breve di aggiornare. Grazie a chiunque leggerà per avermi seguito fin qui e, se vorrà, in futuro. In particolare ringrazio BEAT IT 81, che continua a seguirmi pure nelle note nonostante i miei tempi sballati... A te il primo premio fedeltà di Low Light (adesso vedrò che cosa inventarmi [SM=g27823] )! [SM=x47928]
Tantissimi abbracci a tutte/i,
Sfinge
BEAT IT 81
00martedì 29 marzo 2011 13:41
Re: Aggiornamento:
Sfinge senza segreto., 29/03/2011 11.33:

Non sono morta [SM=g27827]!
A parte questo, voglio dire che questa storia NON è interrotta. E' solo che ogni tanto vengo risucchiata nel mio vortice di cose che mi interessano e di amici e finisco per non scrivere più. La ragione è semplice: se non mi sento davvero ispirata non credo sia giusto nei confronti di nessuno postare un capitolo buttato lì tanto per. Io amo questa storia, ci sto pensando più o meno dall'aprile - marzo dell'anno scorso e non ho nessuna intenzione di scriverla in un modo che non mi soddisfa. Ora come ora ho ritrovato l'ispirazione e sto andando avanti con l'ottavo capitolo, anche se è ancora da risistemare visto che in certi punti tra virgole, coordinate e subordinate la lettura è difficile persino per me che l'ho scritto [SM=g27820] (del resto sono una mente contorta).
Immagino anche che la scelta di inserire Lisa non come perfida vipera non sia stata molto popolare [SM=g27828] eppure non posso fare altrimenti. Quando ho pensato di inserirla mi è venuto così naturale che davvero non ho potuto evitarlo. Sarà che l'ho sempre trovata una donna affascinante, forte e debole nello stesso tempo, impetuosa eppure così fragile... Forse addirittura un pochino ci assomigliamo. Spero che possiate perdonarmi e magari accordarmi quella fiducia necessaria tra lettore e 'scribacchina' (ché scrittrice è proprio una parola grossa [SM=x47988] ).
Detto questo vi saluto e spero a breve di aggiornare. Grazie a chiunque leggerà per avermi seguito fin qui e, se vorrà, in futuro. In particolare ringrazio BEAT IT 81, che continua a seguirmi pure nelle note nonostante i miei tempi sballati... A te il primo premio fedeltà di Low Light (adesso vedrò che cosa inventarmi [SM=g27823] )! [SM=x47928]
Tantissimi abbracci a tutte/i,
Sfinge




Sfinge!!!!! Oddio, addirittura il premio fedeltà ?!? Mi fai arrossire [SM=g27821] [SM=g27821] !!!! Cmq chiamami pure Sara, ok? Allora aspetto con ansia il nuovo capitolo, nn metterci troppo, ok? (scherzo!!!) [SM=g27822] . Bacione Sara
Sfinge senza segreto.
00lunedì 25 aprile 2011 01:19
(coming soon...)
angelaserre
00martedì 26 aprile 2011 21:28
aspettiamo impazienti.
Foxy1975
00giovedì 22 settembre 2011 19:14
Sfinge, muoio per leggere la tua ff..ti prego, torna!!!
Foxy
Foxy1975
00giovedì 1 dicembre 2011 13:08
Quando posti? Io sono sempre qui!!!!
Foxy
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