Earth Song - Fan Fiction (in corso). Rating: verde

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ludo.94
00sabato 6 novembre 2010 14:11
Stefy finalmente mi sono messa in pari con la lettura! migliori di capitolo in capitolo e quest'ultimo è davvero molto molto dolce!! finalmente Mike che dice parolacce!!! [SM=g27828]
spero di rileggerti presto con il nuovo capitolo!
un bacio,ludo! [SM=g27838]
Stefy B.85
00domenica 7 novembre 2010 01:35
Re:
ludo.94, 06/11/2010 14.11:

Stefy finalmente mi sono messa in pari con la lettura! migliori di capitolo in capitolo e quest'ultimo è davvero molto molto dolce!! finalmente Mike che dice parolacce!!! [SM=g27828]
spero di rileggerti presto con il nuovo capitolo!
un bacio,ludo! [SM=g27838]




Grazie mille! Cerco di fare del mio meglio.

Ora, visto che la mia cavalla non sta molto bene e dovrò passare la notte a svegliarmi e controllarla, ho deciso prima di dormire un po' tra una sveglia e l'altra di scrivere ancora. Quindi, ecco a voi.



____________________________________________________________________________________


CAPITOLO XV - Voltare pagina

- Pronto? - Lisa rispose al telefono.

Michael era rientrato in albergo per prepararsi a prendere l’aereo di ritorno, ma Karen non era ancora tornata e così decise di telefonare a Lisa.

- Sono Michael, come stai? - la voce di lui era fredda e distaccata.
- Ciao Michael, sono contenta che tu mi abbia richiamata, non ci speravo. Io sto abbastanza bene e tu? -
- Bene, bene... grazie. - in quel momento si sentiva come una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere da un momento all’altro, tante erano le emozioni che lo attraversavano e che non voleva far uscire.
- Senti Michael, lo sai che non amo i giri di parole quindi vengo dritta al punto: mi manchi, ti amo ancora e so che anche tu provi ancora qualcosa per me. -

Una lunga pausa di silenzio raggelò l’aria intorno ad entrambi.

- Lisa, ascolta, non è proprio il momento adatto per parlarne e poi io credo che sia troppo tardi ormai. Le decisioni importanti sono state prese, è inutile continuare a farci del male. - disse lui con tono fermo.

Dei singhiozzi sommessi si sentirono dall’altra parte del telefono. Altri lunghi attimi di silenzio pietrificarono Michael. Non sapeva cosa dirle, in realtà non c’era altro da dire. Forse sì, forse l’amava ancora, ma sapeva di non voler più stare con lei e non era per Susanne, no. Il motivo era che avevano già sofferto abbastanza negli anni passati insieme e lui voleva voltare pagina.

- Lisa, ti prego... non fare così. Io ti voglio bene e lo sai, ti vorrò sempre bene, ma non siamo fatti per stare insieme. Nonostante le nostre vite siano accomunate da moltissime cose, abbiamo due visioni differenti della vita ed io ho bisogno di condividere le piccole cose con una persona. - la voce di Michael si era addolcita, non sapeva restare duro di fronte alle lacrime di una persona che soffre.
- Lo so Michael... lo so... ma... io... - Lisa non riuscì a terminare la frase che scoppiò in lacrime. Singhiozzi, respiri e silenzi si alternavano dall’altro capo del telefono. Michael chiuse gli occhi, si sedette sul letto della sua stanza d’albergo e chinando il capo in avanti appoggiò la fronte sul palmo della mano.
- Lisa, ascoltami. Non devi cercarmi più, non adesso, bisogna che usciamo dall’illusione di noi due e il modo migliore per farlo è non sentirci più, finchè non abbiamo la piena consapevolezza che il nostro amore è finito. - disse Michael dolcemente. Pensava davvero quello che stava dicendo. Odiava soffocare i propri sentimenti, ma il piatto della bilancia su cui poggiava la sofferenza stava cominciando a pendere troppo rispetto all’amore per Lisa.
- Hai ragione Michael, mi dispiace, non avrei dovuto chiamarti e mandarti quel messaggio. Sono stata una stupida. Stammi bene. - Lisa mise giù il telefono di colpo. Era tra il devastato e l’arrabbiato e Michael sapeva di aver deluso tutte le sue aspettative. Ma non poteva farci niente.

Sconsolato appoggiò il telefono sul letto, rimase a fissare il vuoto per qualche istante e poi si alzò, rimettendo quelle poche cose che aveva tirato fuori nella valigia.
In quel momento bussarono alla porta.

- Chi è? -
- Michael sono io. - rispose Karen.
- Entra pure. -
- Ehi, che ci fai già qui? Tutto ok? - chiese lei preoccupata, gli si leggeva in faccia quando c’era qualcosa che non andava.
- Non proprio, dobbiamo rientrare stasera. Impegni di lavoro. - disse lui sospirando e accennando un finto mezzo sorriso per non farla preoccupare troppo.
- Capisco. - disse lei. - Vado a prepararmi allora. - proseguì dopo una breve pausa.
- D’accordo, ci vediamo nella hall tra dieci minuti. -
- Ok. -

Lucas stava raccontando a Susanne cosa era successo dopo che lei era scivolata nel canyon. Era così contento di rivederla sveglia che aveva cominciato a parlare come mai aveva fatto. Era stato come aprire il vaso di Pandora: tutte le emozioni in lui contenute si riversarono fuori in un caos totale.
Mentre raccontava, il resto del mondo non esisteva e non si accorse che Michael non era più lì.

- ... allora io non sapevo cosa fare e sono corso a... - il tono di Lucas era molto concitato mentre raccontava gli attimi dell’incidente.
- Dov’è Michael? - chiese Susanne all’improvviso.

Lucas si interruppe bruscamente, tra il deluso e il sorpreso. Si guardò intorno e poi guardò di nuovo Susanne.

- Sarà andato a prendersi qualcosa alle macchinette, ma dove ero rimasto? -
- Sono passati venti minuti da quando è uscito dalla stanza, non credo sia andato alle macchinette. - disse lei.
- Susanne, non preoccuparti, sa badare a se stesso... l’ho conosciuto meglio in questi giorni e credimi se ti dico questo. -
- Cosa intendi esattamente? - Susanne era molto curiosa.
- Non posso dirtelo, ma sappi che non è una persona qualsiasi. -
- Questo lo avevo immaginato, ma scommetto che c’è dell’altro. - disse lei con sguardo divertito e indagatore.
- Mi dispiace Susanne, non posso dirti di più, ho fatto una promessa. -
- Dai Lucas, siamo amici da tanto tempo. Di qualsiasi cosa si tratti lo sai che ti puoi fidare di me, quando lui me lo dirà io mi fingerò molto sorpresa. -
- Di questo puoi starne certa, ma non posso tradire la sua fiducia, non se lo merita. - concluse lui con la faccia più seria che Susanne avesse mai visto.
- Ho capito, non ti riuscirò a scucire niente da quella tua boccaccia. - disse lei facendo finta di essere arrabbiata.
- Esattamente. - rispose lui chiudendo gli occhi con aria seria, ma facendo fatica a trattenere un sorriso.

I due scoppiarono a ridere dimenticandosi che Michael ormai mancava da mezz’ora. Ovviamente l’infermiera a cui Michael aveva chiesto di recapitare il suo messaggio a Susanne non aveva svolto il suo compito e ora il biglietto giaceva in mezzo ad altre cartacce in uno dei cestini della reception. Se solo avesse saputo cosa aveva tra le mani...

Il volo di Michael e Karen atterrò alle 21:45. All’aeroporto c’era un SUV nero ad attenderli per portarli a Neverland. Una volta giunti al Ranch, Michael si congedò e salì in camera sua, accese il computer e inviò una mail.

“Susanne, ancora non riesco a smettere di sentirmi in colpa per essere andato via così di corsa. Non so nemmeno se e quando leggerai questa e-mail, ma voglio che tu sappia che se non fosse stato veramente necessario non sarei mai partito e non ti avrei mai lasciata. Per fortuna so di poter contare su Lucas, che ti starà sempre accanto. Mi farò sentire appena possibile. Non cercarmi nè per telefono nè per e-mail, non sarò reperibile per qualche giorno.

Con immenso affetto.

Michael”

Inviò la mail, si tolse il travestimento e mise il suo pigiama preferito di seta rossa. Sfinito si buttò sul letto e in breve tempo si addormentò.
manu 62
00domenica 7 novembre 2010 06:34
Ciao Stefy.Il capitolo mi è piaciuto anche se avrei voluto una svolta nel rapporto fra Michael e Susanne ma...tempo al tempo!Mi dispiace per la tua cavalla,spero non sia niente di grave e che si riprenda presto.In bocca al lupo!
ludo.94
00domenica 7 novembre 2010 09:44
Stefy, bellissimo capitolo ma cavoli quell'infermiera!! [SM=x47958] uff....non vedo l'ora che si rincontrino di nuovo!
un bacio [SM=x47938]
p.s.mi dispiace che la tua cavalla stia male...quindi anche tu fai cavallo? io ogni settimana, quando posso, cerco di montare, mi piacciono moltissimo i cavalli! [SM=g27827]
dirtydiana66
00domenica 7 novembre 2010 11:22
Speravo anch'io che si incontrassero, ma va be'...ogni cosa al suo tempo...aspetto il prossimo e grazie.
auguri per la tua cavalla che si rimetta presto , mia figlia li manda un bacio, va a cavallo pure lei.
angelaserre
00domenica 7 novembre 2010 11:52
finalmente riprende questa storia..............brava vai avanti rischio il coma permanenteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
BEAT IT 81
00domenica 7 novembre 2010 22:04
Stefy!!!!!!! Che bello, hai ripreso a scrivere!!!!!! Ho letto stanotte gli ultimi 2 capitoli, ma nn ho commentato, perdono!!!! Bellissimo il pezzo dove Susanne si risveglia grazie a Michael, xò cavolo, proprio sul più bello dovevano chiamare x dei problemi con l'album nuovo?!? Oddio, nn vedo l'ora che Michael e Susanne si incontrino x bene. Aspetto il seguito. Bravissima!!!!!!!!
Stefy B.85
00lunedì 8 novembre 2010 00:22
Innanzitutto ringrazio tutti per i complimenti e vi rassicuro che la mia piccola Wolly sta bene. Ha avuto una colica, per fortuna niente di grave e l'abbiamo presa in tempo. Io sto a pezzi perchè ho dormito ad intervalli di 1-2 ore e oggi ho anche lavorato... ma nonostante tutto sono qui a postare il prossimo capitolo. Io i cavalli ho la fortuna di averli a casa, oltre a lei ce ne sono altri due. Il mio sogno è quello di aprire un maneggio / fattoria didattica e spero di esserci vicina, ma non andiamo troppo off-topic.

Buona lettura!

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CAPITOLO XVI - Ad un passo dalla verità

“Cari mamma e papà,
volevo rassicurarvi che sto bene. So quanto eravate preoccupati per me, ma adesso è tutto a posto. I medici dicono che entro un paio di giorni o addirittura domani, potrò lasciare l’ospedale, anche se per il momento non potrò tornare al lavoro per qualche tempo.
Mi dispiace avervi dato così tante preoccupazioni e spero di poter rientrare a casa per un po' il prima possibile. Ho voglia di vedervi.
Il piccolo Jason come se la passa? Salutatemelo tanto. Un abbraccio grande.

Susanne”

Lucas le aveva fatto avere il suo computer nella stanza d’ospedale e Susanne non aveva perso tempo. Mancava dal mondo reale ormai da parecchi giorni e le sembrava di essere stata in coma per un’eternità.
Aveva letto l’e-mail di Michael e non riusciva a comprendere del tutto le ragioni di quella sparizione improvvisa. Continuava a pensarci e ripensarci e non riusciva a darsi una spiegazione esauriente. Non capiva quali impegni urgenti di lavoro potesse avere un ballerino. Sì, certo, c’erano le prove, ma supponeva che si facessero in date e orari prestabiliti. Insomma era davvero difficile comprendere questo comportamento da parte di Michael. Sapeva solo che le mancava e non sapeva come contattarlo.
Aveva un milione di domande da fargli e di cose da dirgli e Lucas le aveva messo una curiosità pazzesca dicendole che non era una persona qualsiasi. Da quello che aveva visto e quel poco che ricordava dopo il suo risveglio sembrava proprio un ragazzo qualsiasi, neanche troppo carino.

Spense il computer e accese la TV, era l’unico altro svago che le era concesso nella sua stanza. Era circa mezzogiorno e stavano trasmettendo i notiziari.

“Mancano due settimane all’uscita del prossimo album di Michael Jackson, dal titolo “HIStory”, ma già il cantante sta preparando il terreno per quello che sarà sicuramente un grande successo. Nonostante le accuse di due anni fa, Jackson sembra non aver perso popolarità tra i suoi fans che si sono riuniti oggi sulle rive del Tamigi a Londra per vedere un’anteprima delle statue gigantesche che Jackson userà per la promozione in tutta Europa del suo nuovo lavoro. La statua al momento è sulla terra ferma, ma si vocifera che verrà fatta navigare sul fiume nelle prossime settimane. Le stravaganze e le manie di grandezza di Jackson di certo non si fermeranno qui.”



Nel frattempo Michael era agli studi di registrazione, si era presentato un problema con la masterizzazione di “Tabloid Junkie”, una delle tracce dell’album ed era necessario registrarla di nuovo. Michael voleva sbrigarsi il più in fretta possibile e doveva combattere contro la sua natura da perfezionista che lo portava a ripetere le cose più volte per poter poi scegliere il meglio del meglio. Passò tutto il pomeriggio a registrare la canzone, più e più volte cercando di concentrarsi al massimo e alla fine fu molto soddisfatto del risultato. La canzone trasmetteva esattamente tutto il disprezzo e la rabbia nei confronti dei media, dei bugiardi e degli speculatori. Poteva finalmente tornarsene a casa.

Quella sera non volle mangiare, salì in camera ed accese il computer. Non c’era nessuna e-mail di Susanne, del resto era stato lui a dirle di non cercarlo. Provò ad entrare nella chat-room dove di solito c’era lei.

- Eccoti! - scrisse lui appena lesse il suo nickname sullo schermo.
- Michael? CIAO! -
- Come stai? -
- Benone grazie, anche se mi sto molto annoiando a stare qui in ospedale. -
- Ti capisco, sai già quando ti dimetteranno? -
- Credo domani o dopodomani. -
- Fantastico! Sono così contento di sapere che tu stia bene. -
- Piuttosto, tu stai bene? Sei sparito così all’improvviso... -
- Sì, sto bene, ho avuto qualche problema con il lavoro, ma ho già risolto tutto quanto.
- Posso invitarti qualche giorno come mia ospite qui a casa mia? -
- Oh... ehm, io, veramente... non lo so, non ci conosciamo ancora così bene. -
- Non preoccuparti ho un’intera casa per gli ospiti, dove puoi stare tranquillamente senza essere disturbata da nessuno, nemmeno da me. -
- Capisco... beh, visto che non posso tornare al lavoro, potrei avere l’occasione di conoscere Gipsy, colei che ci ha fatto conoscere e ringraziarla con qualche nocciolina. -
- Quindi è un sì? -
- Direi proprio che è un sì. -
- Bene! Ti faccio venire a prendere da un mio uomo di fiducia che ti accompagnerà in volo e poi in macchina fino a qui. -
- Oh... d’accordo. Grazie. -
- Grazie a te di aver accettato. Non vedo l’ora di passare un po’ di tempo con te per conoscerci meglio. -
- Sì, stavo pensando la stessa cosa stamattina. -
- Davvero? -
- Sì Michael, pensavo che in effetti mi sei mancato, anche se ancora in pratica non ci siamo conosciuti e avrei tante cose da chiederti e da dirti. -
- Ad esempio? -
- Beh... così su due piedi non saprei. -
- Dai, non farti pregare. Sono un tipo molto curioso. -
- Ok, fammi pensare un attimo... ci sono! Come mai sei diventato un ballerino? -
- Mmmh, vedi, in realtà non credo di esserlo diventato, ho sempre ballato nella mia vita, da quando sono nato in pratica. La musica mi scorre dentro e io non posso fare a meno di ballare, ogni suono mi ispira qualche sensazione. -
- Wow! Quando sarò lì da te mi farai vedere qualche passo allora! -
- Beh... sì, non lo so... sono molto timido. -
- Ahahah, buona questa, un ballerino timido! -
- Eh... già. -
- Scusa, non volevo offenderti, ma è strano che un ballerino sia timido, di solito si balla davanti alla gente. -
- Certo, ma ballare davanti alla gente e su un palco è molto diverso dal ballare per qualcuno in particolare. -
- Giusto. -
- Bene, che altro vuoi chiedermi? Sono a tua disposizione. -
- Ah, Michael, non lo so! Davvero, ci sono momenti in cui avrei mille domande, ma poi me le dimentico. Sicuramente qualcosa mi verrà in mente quando sarò a casa tua. -
- Hehe, d’accordo, allora non insisto. Dici che se andiamo a dormire, il tempo scorrerà più velocemente? -
- Io penso di sì, anche se non vorrei proprio andare a dormire ora. -
- Nemmeno io. -

La conversazione stava prendendo una piega un po’ più seria e gli stati d’animo di Michael e Susanne improvvisamente cambiarono. Ci fu un lungo momento di silenzio nella chat-room.

- Come sei vestito? - chiese infine Susanne.
- Indosso un pigiama. Adesso lo so che mi prenderai in giro di nuovo. -
- Perchè? Io adoro i pigiama. Di che colore è? -
- Rosso. -
- Rosso, un colore che ho cominciato ad apprezzare da poco. Preferisco i toni più freddi, come il celeste. -
- Io amo tutti i colori, non c’è niente di più bello dei colori, soprattutto i colori della natura. -
- Vero. -
- Tu invece, cosa indossi? -
- La stupida camicia da paziente d’ospedale. -
- Ahaha, beh, ti stava molto bene comunque. -
- Dici? Io mi trovo ridicola. Piuttosto preferirei non avere niente. -
- Probabilmente staresti ancora meglio. - scrisse lui, mentre le guance di diventavano rosse come due mele.
- Comunque non vale, hai sempre un vantaggio su di me. Avevi la mia foto, mi hai vista mentre io non potevo guardarti e quel poco che ricordo del risveglio è tutto leggermente sfuocato. Vengo a casa tua soprattutto perchè bisogna pareggiare il conto, signor Nameless! A proposito, mi dirai il tuo cognome prima o poi? -
- Credo che tu lo capirai da sola. -
- Cosa vuoi dire? -
- A tempo debito capirai. -
- Cosa state complottando tu e Lucas? -
- Assolutamente niente. -
- Voi due non me la raccontate giusta. -
- Credimi, non c’è niente sotto. -
- Dove, al pigiama? -
- ... -
- Scherzo! -
- Lo so. Meglio se andiamo a dormire ora, domani manderò il mio uomo a prenderti, fatti trovare preparata. -
- Sissignore! -
- Buonanotte piccola. Dormi bene. -
- Anche tu Michael, ci vediamo domani. -
manu 62
00lunedì 8 novembre 2010 06:43
Finalmente!Sai non vedo l'ora di vedere la faccia di Susanne quando si renderà conto di trovarsi di fronte Michael Jackson!Sono felice di sapere che Wolly sta meglio!
ludo.94
00lunedì 8 novembre 2010 15:43
capitolo divertentissimo stefy! soprattutto per l'affermazione prima di michael e poi di Susanne:"Dove,al pigiama?" hahahahaha non vedo l'ora che si incontrino! speriamo bene..
sono felice che il tuo cavallo stia meglio [SM=g27823]
un bacio!
dirtydiana66
00lunedì 8 novembre 2010 21:42
grazie, ci siamo... ci siamo aspettavo tanto qsto momento
ChiccaMJ
00lunedì 8 novembre 2010 22:45
bellissima *_____*
BEAT IT 81
00lunedì 8 novembre 2010 23:25
Stefy!!!!! Ho appena finito di leggere il capitolo nuovo, troppo divertente la loro chiaccherata in chat e la risposta di Susanne "dove, sotto il pigiama" è troppo forte, ho perfino cercato di immaginarmi la faccia di MJ ;-)))))).Ora xò, la mia più grande curiosità è scoprire come reagirà lei quando vedrà chi è Michael, speriamo bene :-)))))). Brava!!!! Baci
Stefy B.85
00lunedì 15 novembre 2010 02:16
Bene ragazze, ci siamo! Pronte?

In realtà il capitolo avrebbe dovuto fermarsi prima di dove invece l'ho interrotto, ma vi ho voluto graziare e ho voluto evitarmi un linciaggio. Quindi, buona lettura.

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CAPITOLO XVII - L’arrivo a Neverland

Susanne non riusciva a dormire. E come poteva? L’indomani sarebbe stato un giorno emozionante. Si sentiva come una quindicenne al suo primo appuntamento con un ragazzo. Ma questo poi, non era un semplice appuntamento, lui l’aveva invitata a casa sua per qualche giorno e si erano visti solo di sfuggita!
Erano le tre di notte e ancora non riusciva a non pensare a tutto questo. Alla fine decise di distrarsi leggendo qualcosa e dopo due pagine i suoi occhi e la sua mente cedettero al sonno.

Michael invece era ancora sveglio. Per lui era normale dormire poco o a volte non dormire affatto. Le emozioni, i processi creativi potevano sorprenderlo in qualsiasi momento e non c’era molto da fare per riuscire a dormire. In quel momento era molto emozionato al pensiero di avere Susanne a casa sua come ospite. A dire la verità era spaventato a morte dal fatto che lei ancora non sapesse la verità e lui aveva un’enorme paura che lei potesse arrabbiarsi e andarsene via subito. A quel punto sapeva che non ci sarebbe più stata speranza.
Tentava di elaborare un discorso con il quale potesse spiegare a Susanne come stavano le cose e faceva finta di parlarle guardando uno dei tanti manichini sparsi per la casa. Cominciava un discorso e poi lo interrompeva, trovava sempre qualcosa che non andava in quello che diceva e non sapeva davvero come fare. Alla fine decise che era meglio provare a dormire un po’ e andò a letto che il sole stava quasi per sorgere.

Susanne si svegliò presto, non sapeva esattamente a che ora il misterioso uomo di Michael sarebbe arrivato a prenderla. Preparò le sue cose e lasciò la stanza 125 per attendere davanti alla reception. Erano le 8 e trenta del mattino quando un uomo di colore si presentò.

- La signorina Thomas? - chiese.
- Sì, sono io. -
- Salve, mi manda il signor Michael, la devo accompagnare all’aeroporto. -
- Oh, salve. -
- Lasci, ci penso io. - disse lui prendendo il borsone di Susanne.
- Oh la ringrazio, ma non si disturbi. - disse lei cercando di riprendere la borsa.
- Mi dispiace, ma questi sono gli ordini del signor Michael. - replicò lui in tono molto serio.
- D’accordo... - disse lei rassegnata.

“Chi cavolo è questo Michael? Che fosse ricco l’avevo intuito, ma che avesse a disposizione un uomo che esegue alla lettera degli ordini per portami a casa sua... che diamine!” pensò Susanne mentre camminava verso la macchina che doveva portarla all’aeroporto di Flagstaff.

Michael aveva dormito si e no un paio d’ore, ma sembrava fresco come una rosa. Aveva dato il giorno libero a tutti i dipendenti di Neverland, tranne al capo della sicurezza che sorvegliava i cancelli e le abitazioni e ai due cuochi che avrebbero servito i pasti in quei giorni. Non voleva che Susanne si sentisse troppo in imbarazzo o che qualcuno lo tradisse spettegolando su una sua possibile storia d’amore o chissà che altro gossip stupido. Il mondo ancora non sapeva dell’ufficialità della separazione con Lisa.

Indossava dei pantaloni neri, calzini bianchi, gli immancabili mocassini, una camicia blu e finalmente era senza trucco, niente travestimenti. I capelli corti gli stavano ricrescendo lentamente e gli davano un’aria da bambino. Non si sentiva del tutto pronto ad affrontare la giornata, ma era ugualmente felice di passare finalmente del tempo con Susanne e cercava di essere ottimista su come sarebbe andata.

L’aereo atterrò verso mezzogiorno e l’accompagnatore di Susanne la fece salire su un’altra macchina che attendeva fuori dall’aeroporto. Dopo circa quarantacinque minuti di viaggio Susanne vide il paesaggio cambiare. Non erano più in città o vicino ad un centro urbano, si trovavano fuori, nella campagna, non c’erano abitazioni, solo campi e alberi. Era sempre più sconcertata.
Dopo altri dieci minuti intravide una casa, poi delle giostre tra le quali spiccava un’enorme ruota panoramica. Cominciò a capire, ma non voleva crederci.
Infine la macchina entrò nel cortile attraverso una strada laterale e si parcheggiò davanti alla casa degli ospiti.

- Signorina Thomas, siamo arrivati, se vuole seguirmi le mostro la sua stanza. -
- Certo, grazie. -

L’uomo di colore prese la borsa di Susanne e la accompagnò dentro l’edificio mostrandole il salotto, i bagni e la sua camera da letto.

- Spero che il soggiorno sia di sui gradimento, le auguro una buona permanenza. - l’uomo si congedò lasciando Susanne a sistemare le sue cose nella stanza.

- Oh porca misera! - disse lei appena l’uomo chiuse la porta.

Si guardava intorno con aria sbalordita, nemmeno la migliore delle suite dell’albergo più famoso che potesse venirle in mente era come quella stanza, per non parlare del bagno privato. Sembrava di essere in un film e per almeno un paio di minuti rimase a bocca aperta paralizzata dallo stupore, mentre girava su se stessa per osservare ogni dettaglio di quelle stanze enormi.

- Signor Jackson, la signorina Thomas è arrivata, l’ho accompagnata nella sua stanza come aveva chiesto.-
- Grazie Ray, ora puoi andare. Ci vediamo domani. -
- Certo signor Jackson. A domani. -

Michael era incerto sul da farsi. Avrebbe dato il tempo a Susanne di rinfrescarsi e poi sarebbe andato personalmente da lei a parlarle anche se ancora non aveva bene in mente cosa le avrebbe detto.

Susanne era seduta sul letto, ancora doveva riprendersi da tutto quello che stava succedendo. Credeva di essere completamente immune a cose del genere, ma in quel momento si rese conto che tutte le sue convinzioni in quel senso crollarono. Era quasi sicura di dove si trovasse, quello che non sapeva spiegarsi era il come era successo e il perchè. Cercò di calmarsi, di darsi un contegno, se fosse arrivato Michael e i suoi ultimi, flebili dubbi su chi era quel Michael fossero stati dissipati, allora era necessario essere pronti. No, non era affatto pronta. Credeva di esserlo, ma non lo era.

- E’ solo un uomo come gli altri, è solo un uomo come gli altri... - continuava a ripetere a bassa voce.

Fece un profondo respiro e poi si alzò dal letto. Tirò fuori degli abiti puliti dalla borsa e si diresse in bagno per fare una doccia veloce.

Michael continuava a girare in tondo nella sua stanza, impaziente.

- Ci siamo, altri dieci minuti e vado. - cercava di autoconvincersi.
- Mi presenterò e le dirò che... oh, che cavolo le dico? - sospirava mentre accelerava il passo dall’agitazione.
- Ok Michael, calmati adesso. Respira, bene così. Concentrati. - si fermò davanti allo specchio, si controllò un’ultima volta e trasse un profondo respiro.
- Andiamo. - disse infine.

Uscì dalla residenza, camminando il più lentamente possibile. Quando giunse alla porta della casa degli ospiti sentì il battito accelerare e respirò a fondo nuovamente, prima di suonare il campanello.

- Chi è? - chiese Susanne dall’interno.
- Sono Michael. -
- Cazzo! - disse piano Susanne. - Arrivo! - gridò poi.
- Se vuoi posso ripassare più tardi. -
- No, no, solo un minuto. - non sarebbe servito a niente prolungare l’attesa.
- Ok, fai con calma. -

Susanne finì di asciugarsi i capelli e di pettinarsi come meglio poteva, poi si diresse verso la porta. Indossava un paio di jeans, una maglietta bianca e sopra una camicia a maniche corte arancione a righe giallo scuro. Erano abiti che usava normalmente per il lavoro e non aveva altro con se in quel momento. Si sentiva un po’ inadeguata.

Aprì la porta e non riuscì a non fissare Michael.

- Ciao, io sono Michael, piacere di conoscerti. - disse lui allungando la mano.

Susanne era pietrificata. Non capiva più nulla, non sapeva se era paralizzata dal fatto che aveva di fronte Michael Jackson in persona o dal fascino che esercitava quell’uomo solo guardandolo.

Michael sorrise, tentando di nascondere l’enorme imbarazzo che provava e cercando di sbloccare quella situazione a dir poco strana.

- Piacere mio. - disse infine Susanne afferrando la mano di Michael e stringendola.

In quell’istante Susanne tornò in se e il suo senso dell’umorismo emerse in suo soccorso.

- Bene, bene, bene... lei Mr. Nameless mi deve un mucchio di spiegazioni, o dovrei chiamarla Mr. Jackson? - disse sorridendo.

Michael rise.

- Hai ragione. Ma prima ti voglio portare in un posto. -
- Mmm... ok. -
- Seguimi. -

Michael la condusse all’interno della proprietà dove c’era il suo albero magico. Susanne ne rimase affascinata.

- Ma è bellissimo! -
- Lo so, io mi arrampico qui quando voglio stare in pace, ti va di salire? -
- Certo! -

Si arrampicarono sull’albero e rimasero per un po’ in silenzio a guardare il panorama.



Questa è per farvi capire il look in quel momento e per sbavare un po'... [SM=x47963] [SM=x47962] [SM=g27836] [SM=x47928]
manu 62
00lunedì 15 novembre 2010 05:50
Bello Stefy!E grazie per averlo allungato.La foto che hai messo...mi immagino la faccia di Susanne che aprendo la porta si è trovata davanti quella meraviglia di uomo!
dirtydiana66
00lunedì 15 novembre 2010 12:26
finalmente!!!!!!!! WAWW.....trovarsi davanti un uomo così misterioso e pieno di fascino...sarei pietrificata anch'io....e nn solo....
grazie del capitolo
BEAT IT 81
00lunedì 15 novembre 2010 13:40
Bello Stefy!!!!! Meno male che Susanne l'ha presa bene ;-))))) . Sono già curiosa di leggere il seguito ;-)))) . Bacione
ludo.94
00lunedì 15 novembre 2010 14:38
Stefy bellissimo questo capitolo finalmente Susanne ha capito chi è Mr. Nameless!!
sono curiosissima di sapere cosa succedera nel prossimo cappy!!
ps. quella foto [SM=g27836] [SM=x47962]
un bacio! [SM=x47938]
ChiccaMJ
00lunedì 15 novembre 2010 14:54
Re:
Aprì la porta e non riuscì a non fissare Michael.

- Ciao, io sono Michael, piacere di conoscerti. - disse lui allungando la mano.

Susanne era pietrificata. Non capiva più nulla, non sapeva se era paralizzata dal fatto che aveva di fronte Michael Jackson in persona o dal fascino che esercitava quell’uomo solo guardandolo.

Michael sorrise, tentando di nascondere l’enorme imbarazzo che provava e cercando di sbloccare quella situazione a dir poco strana.



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Beh se mi si presentasse un uomo così alla porta neanch'io saprei più cosa dire [SM=g27836] e se mi facesse anche uno dei suoi sorrisi...beh...potrei reagire in 2 modi....ma è meglio se non mi esprimo! [SM=x47946]

Grande Stefy! aspetto il seguito [SM=g27838]
ludo.94
00lunedì 15 novembre 2010 21:00
Re: Re:
ChiccaMJ, 15/11/2010 14.54:

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Beh se mi si presentasse un uomo così alla porta neanch'io saprei più cosa dire [SM=g27836] e se mi facesse anche uno dei suoi sorrisi...beh...potrei reagire in 2 modi....ma è meglio se non mi esprimo! [SM=x47946] Grande Stefy! aspetto il seguito [SM=g27838]




ahhaha la solita chicca! [SM=g27828]
mi manchi chicchetta!!! [SM=x47938]
ChiccaMJ
00martedì 16 novembre 2010 10:57
Re: Re: Re:
ludo.94, 15/11/2010 21.00:




ahhaha la solita chicca! [SM=g27828]
mi manchi chicchetta!!! [SM=x47938]




Eh beh...come si dice...il lupo perde il pelo ma non il vizio [SM=x47979]

[SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918]


anche tu mi manchi piccoletta [SM=g27838]


Stefy B.85
00lunedì 22 novembre 2010 02:32
Questo è luuuuuuungo! [SM=g27811]

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CAPITOLO XIII - Richieste di aiuto

-Michael?- Susanne interruppe il silenzio.
-Sì? -
-Hai mai visto un tramonto senza luci?-
-Che intendi senza luci?-
-Un tramonto non inquinato dalle luci artificiali... dimmi, lo hai mai visto?-
-No, purtroppo io ci vivo sotto le luci artificiali.-
-Ti andrebbe di vederlo un giorno?-
-Certo!- rispose Michael pieno di entusiasmo.

Il sole stava calando dietro le colline di Figueroa Mountain e loro non avevano nessuna intenzione di scendere da quell’albero magico.
Tutto intorno le cicale si preparavano al loro concerto serale e le stelle cominciavano a svegliarsi mano a mano che il cielo si scuriva.

-Hai fame?- chiese Michael.
-In effetti, un po’.-
-Ok, allora scendiamo.-

Michael scese giù con notevole abilità e aiutò Susanne a scendere a sua volta porgendole la mano. Quel contatto li fece esitare per un attimo, per pochissimi istanti si guardarono negli occhi, poi Michael ritrasse la mano e si avviò verso la casa.

-Seguimi.- le disse mentre cominciava a camminare.

La porta di ingresso dava su un lungo corridoio dal quale si diramavano le varie stanze. A sinistra c’era l’immenso salotto, pieno di opere d’arte, sculture, dipinti e cose di ogni genere. Susanne faticava a non tenere in continuazione la bocca aperta.

-Michael, ma... tutta questa roba è tua?- appena finì la domanda si rese conto di quanto stupida fosse. “Certo che è sua, di chi altrimenti?”
-Sì, ti piace?-
-Beh, sicuramente c’è da rimanere sbalorditi davanti a tutto questo.-

Michael sorrise.

-Che cosa vuoi da mangiare?- chiese lui.
-Ehm... non saprei, tu che cosa mangi di solito?-
-Io, beh... di solito spizzico qua e là qualcosa. Mangio poca carne, l’unica cosa a cui non so resistere è il pollo alla KFC.-
-Beh, io sono vegetariana, quindi...-
-Fantastico! Dico alla chef di preparare qualcosa allora.-
-Ok.-

Michael andò in cucina a riferire le disposizioni per la cena. Poi tornò in salotto.

-Mentre aspettiamo ti va di fare un giro della casa?-
-Con molto piacere. Ma solo se sarai tu a farmi da cicerone.-
-Beh, considerando che non c’è nessun altro, affare fatto.-

Risero entrambi e si avviarono lungo il corridoio.

-Questa è la sala dei ricevimenti, di solito qui facciamo delle feste. Generalmente sono Liz o Janet che organizzano tutto quanto.-
-Liz? Vuoi dire Liz Taylor?-
-Certo.-

Susanne, senza farsi vedere, fece una smorfia e pensò “Ovvio... non ti pare?Sveglia! Sei con Michael Jackson!”

-Laggiù, c’è la porta del bagno degli ospiti.-
-Quella porta là invece?- la porta in questione attirò l’attenzione di Susanne perchè era diversa dalle altre, priva di decorazioni e intagli ed era di un legno più scuro.
-Lì c’è il mio angolo creativo. E’ dove passo la maggior parte del tempo a creare musica. A far uscire quello che mi arriva da lassù...-
-WoW!- Susanne non sapeva se chiedere di vederlo oppure no, ma Michael la anticipò.
-Ti va di vederlo?-
-Sicuro!-

Michael aprì la porta e un’enorme stanza per lo più vuota si parò davanti agli occhi di Susanne. Il pavimento era di parquet, i muri erano ricoperti da enormi specchi e in un angolo c’erano un impianto audio con casse, due o tre mixer, un paio di sedie, un computer e innumerevoli microfoni, cuffie e cavi.

-Caspita!- esclamò Susanne.
Quando sono qui dentro non esiste più nient’altro, siamo solo io e la musica. Nient’altro.-
-Deve essere una sensazione molto bella.-
-Sì... vieni andiamo al piano di sopra, vuoi?-
-Ok.-

Salirono le scale e Michael le mostrò tutte le stanze da letto che c’erano al piano di sopra, molte erano arredate per ospitare bambini, piene di giocattoli, colori e gadget di ogni tipo.

-Ci sono molti bambini che vengono a trovarti?-
-Beh, a parte i miei nipoti ci sono un sacco di bambini che vengono a Neverland di tanto in tanto. Quelle sono le giornate più belle per me, perchè posso divertirmi con loro senza pensare di essere giudicato per il nome che porto.-

Susanne non sapeva cosa rispondere a quell’affermazione. Quell’uomo doveva essere molto solo e questo la colpì profondamente. D’istinto gli posò una mano sulla spalla.

-Non preoccuparti, io non ho intenzione di giudicarti.-

Michael si fece improvvisamente serio, abbassò lo sguardo e lo distolse da Susanne. Non disse niente, ma dentro di sè voleva gridarle un enorme e immenso grazie, dal più profondo del cuore.

-Ok, credo che sia pronto da mangiare. Che dici? Finiamo il giro un’altra volta?- disse poi per uscire dall’imbarazzo.
-Certo, questa casa è talmente grande che tutto questo giro mi ha messo ancora più appetito!- disse sorridendo e guardandolo negli occhi.

Scesero al piano di sotto e si accomodarono in sala da pranzo.

-Ora che ci penso sono stato davvero scortese con te oggi.-
-Ma che stai dicendo Michael? Scortese? Quando?-
-Non ti ho nemmeno chiesto come ti senti. Sei uscita stamattina dall’ospedale...-
-Finiscila, sto bene, è tutto a posto e onestamente era l’ospedale a darmi la nausea.-
-Ti capisco... per me è lo stesso, tutte le volte che devo andarci è una tortura.-
-E’ per i problemi alla pelle?-
-Già.-
-Se non ne vuoi parlare non fa niente.-
-Preferirei di no in questo momento se non ti dispiace.-
-Non c’è problema, gustiamoci questo meraviglioso piatto di formaggi.-

Il resto della cena proseguì velocemente, tra una chiacchiera e l’altra. Alla fine si alzarono da tavola e si sedettero sul divano.

-Michael, posso chiederti una cosa?-
-Quello che vuoi.-
-Hai mai voluto scappare via da tutto e da tutti?-
-Moltissime volte. Certi giorni sogno di essere una persona qualsiasi, con un lavoro qualsiasi, che va a fare la spesa e affronta i problemi più comuni. Mi mancano le piccole cose, quelle di cui tutti farebbero a meno, ma che in fondo ci fanno sentire normali.-
-Quanto hai ragione...-
-Perchè me lo chiedi?-
-Perchè prima di avere l’incidente sentivo il bisogno di fuggire via. Da quando mi sono specializzata nel mio lavoro questo occupa tutta la mia vita. Non ho il tempo di affezionarmi a nessuno o di scegliere cosa comprare al supermercato che sono sempre in viaggio. Per carità, il mio lavoro mi piace e non potrei vivere senza di esso, ma a volte il bisogno di staccare la spina è così forte che fa male.-

Michael la fissava intensamente. Quelle parole lo avevano toccato in particolar modo.

-Per me è esattamente la stessa cosa.-
-Davvero?-
-Sì, tutti pensano che io faccia una bella vita, ricoperto di soldi, dandomi al lusso sfrenato e alla fama. Invece non si rendono conto che a volte vorrei solo essere lasciato in pace.-
-Io lo comprendo, credimi.-
-Grazie. -
-Bene, prima che la situazione si faccia di nuovo imbarazzante me ne vado a dormire. Spero solo di ricordarmi la strada per la casa degli ospiti!- rise Susanne.
-Puoi restare qui se vuoi.-
-Beh, grazie, ma devo cambiarmi e le mie cose le ho lasciate nella casa degli ospiti. -
-Oh, non c’è problema, te le vado a prendere io.-
-No, figurati.-
-Vorrei che tu restassi qui.- disse lui infine.

Susanne rimase con la bocca socchiusa a guardarlo per un attimo, un po’ sconcertata.

-E va bene. Ma solo per questa notte.- disse lei sorridendogli.
-Torno subito.-

Michael si precipitò fuori a prendere le cose di Susanne.
Quando tornò la accompagnò in una delle stanze degli ospiti al piano di sopra.

-Buonanotte.- disse lui
-Buonanotte Michael.-

Erano le tre del mattino quando Michael si svegliò di soprassalto. Si era addormentato da poco. Si alzò in piedi e corse a bussare alla porta di Susanne.

-Mmmh... chi è?- chiese lei intontita dal brusco risveglio.
-Susanne, stai bene? Ho sentito un rumore. -
-Sto bene Michael,entra se vuoi, così vedi con i tuoi occhi.- non le importava se l’avrebbe vista in pigiama, voleva solo tornare a dormire.

Michael aprì leggermente la porta, non voleva violare la sua privacy più di tanto.

-Scusami, ma ho sentito un rumore sordo e credevo fosse successo qualcosa.-
-Sto bene, non preoccuparti, tu piuttosto? Sembri parecchio sconvolto, qualcosa non va?-
-No, niente... il solito problema di insonnia e a quanto pare di incubi, credo che quel rumore me lo sono soltanto immaginato.-

Susanne voleva dormire, ma nello stesso tempo sentiva che Michael aveva bisogno di qualcuno in quel momento.

-Dai, entra e sdraiati qui accanto a me per un po’.-
-No... non posso.-
-Michael, non farti pregare, parliamo soltanto un po’, così ti tranquillizzi e torniamo a dormire.-
-Ok.- Michael entrò e si mise sul bordo del letto sopra le coperte.
-Perchè non riesci a dormire?-
-Oh, è un problema che ho da sempre. Non ne conosco la causa, ma ormai ci convivo.-
-Capisco, c’è qualcosa che ti turba in questo periodo?-
-Non lo so, penso di sì. Sai, l’album che deve uscire, il divorzio...-

“Divorzio?” pensò Susanne. “Caspita... non deve essere un bel momento per lui”.

-Oh, ma non voglio farti preoccupare per i miei problemi, sarà meglio che torni nella mia stanza e mi metta a dormire. Scusa per il disturbo. - disse lui mentre si alzava dal letto.
Susanne gli afferrò un polso. Michael si voltò e la guardò, lei vide che i suoi occhi chiedevano aiuto e decise che sarebbe rimasta con lui a qualunque costo.

-Resta qui ti prego.- disse lei scostando le coperte dal lato di Michael.

Lui, visibilmente imbarazzato si infilò sotto la coperta senza dire una parola.
-Susanne io non credo sia il caso...-
-Sshhht, adesso dormi, ci sono qua io. - lei gli passò un braccio sul petto per abbracciarlo e chiuse gli occhi.
Lui era pietrificato, per qualche minuto rimase immobile pensando a come cavarsi da quella situazione inopportuna, ma alla fine cedette a quella sensazione di calore e protezione che l’abbraccio di Susanne gli trasmetteva e si addormentò.
BEAT IT 81
00lunedì 22 novembre 2010 09:52
Stefy, che dolcezza la scena finale!!!!!! Bello bello bello, la storia è sempre più bella. Continua così!!!! Bacione Sara
manu 62
00lunedì 22 novembre 2010 09:58
Ma che bel capitolo...rilassante e dolce,ne avevo bisogno.Brava Stefy!
dirtydiana66
00lunedì 22 novembre 2010 12:29
capitolo molto dolce ...brava
ludo.94
00lunedì 22 novembre 2010 15:04
Stefy capitolo dolcissimoo!!! specialmente sul finale! bravissima migliori di capitolo in capitolo! [SM=g27823] Mi sta troppo simpatica Susanne!! [SM=g27828]
al prossimo capitolo,un bacio! [SM=x47938]
ChiccaMJ
00lunedì 22 novembre 2010 17:04
[SM=x47961] Salve! dopo un'attenta analisi di tutto e una chiacchierata con l'autrice mi sento di dire:

MICHELEEEEE (che in questo momento dovrebbe essere in questo stato -----> [SM=x47931] ) SVEGLIAAAAA!!! [SM=x47954]

Abbandona questo imbarazzo figlio mio, la Susy te lo sta facendo capire in tutti i modi che ti devi sciogliere [SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918] [SM=x47918]

eeeeeeeeeee ma un uccellino mi ha detto che si scioglierà....e come se si scioglierà! [SM=x47979]

Perciò preparatevi pulzelle!

THE BEST IS YET TO COME!!!

[IMG]http://i52.tinypic.com/k9ewjm.jpg[/IMG]


AOWWWWWW!!!





ludo.94
00lunedì 22 novembre 2010 17:33
oddio chiccaaaaaaa!!!sei pazza?!?!?!? [SM=x47954] quell'aowwww gigante mi ha occupato tutto lo schermo appena sono entrata hahahahaha!!! [SM=g27828]
ah finalmente Mike si scioglierà!!!! ma quando?? [SM=x47961] vabbè pazienza ludo,pazienza... [SM=x47931]
[SM=g27838]
ChiccaMJ
00lunedì 22 novembre 2010 18:31
Re:
ludo.94, 22/11/2010 17.33:

oddio chiccaaaaaaa!!!sei pazza?!?!?!? [SM=x47954] quell'aowwww gigante mi ha occupato tutto lo schermo appena sono entrata hahahahaha!!! [SM=g27828]
ah finalmente Mike si scioglierà!!!! ma quando?? [SM=x47961] vabbè pazienza ludo,pazienza... [SM=x47931]
[SM=g27838]





We piccolì tempo al tempo! non mi fare l'impaziente eh [SM=x47982]

[SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954]

vedrai vedrai l'attesa non sarà inutile!

e poi sai come si dice, L'ATTESA......... [SM=g27816]

[SM=x47975] [SM=x47975] [SM=x47975]

P.s. eeeeeeeeeeee lo so lo so quell'AOWWWWWWWW è stato un tocco di classe [SM=x47983] [SM=x47918] [SM=x47983]

e poi dopo tutto questo tempo mi chiedi ancora se sono pazza?!?!?!? [SM=g27833] MA CERTO CHE LO SONO dovresti saperlo ormai [SM=x47979]

Stefy B.85
00lunedì 22 novembre 2010 23:11
Ahaha ragazze mi fate troppo ridere!!! [SM=x47954] [SM=x47954] [SM=x47954]

Chicca sei fenomenale! [SM=x47932]

L'ometto deve prendere confidenza con l'irriverenza della Susy, che invece si adatta subito alle situazioni... del resto lo fa per lavoro... ma non posso dirvi altro... [SM=g27832] [SM=g27829] [SM=g27828]
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