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[FAN FICTION] » Tʀᴜe coᴌoʀs . Terminata: 25 capitoli. Rating: arancione

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2013 20:27
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26/03/2010 13:03
 
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Martiiiiiiiiii.....
bellisimo anche questo capitolo...scusa ma sono riuscita a leggerlo solo adesso....
la scena del parco è dolcissima e molto emozionante....
e anche la scena dei consigli della "sorellina" sono fantastici....hai trasmesso molto bene il legame tra mike e janet....si si...
mi piace proprio!!! e trovo che invece tu l'abbia "steso" benissimo questo 5° cap...ma credo di essere ripetitiva ormai....

bravissima!!!!!!!

27/03/2010 10:30
 
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Stupendo anche questo capitolo, mi piace molto come hai descritto il legame tra Michael e Janet, sei bravissima!
27/03/2010 18:07
 
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Re:
Allyss, 26/03/2010 13.03:

Martiiiiiiiiii.....
bellisimo anche questo capitolo...scusa ma sono riuscita a leggerlo solo adesso....
la scena del parco è dolcissima e molto emozionante....
e anche la scena dei consigli della "sorellina" sono fantastici....hai trasmesso molto bene il legame tra mike e janet....si si...
mi piace proprio!!! e trovo che invece tu l'abbia "steso" benissimo questo 5° cap...ma credo di essere ripetitiva ormai....

bravissima!!!!!!!



Oooh grazie Allyss [SM=g27819] sono davvero contenta ti sia piaciuto nonostante a me non piaccia affatto, spero di rifarmi con i prossimi. [SM=x47938]



Alter Bridge O2.12.10

27/03/2010 18:09
 
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Jacko_4e, 27/03/2010 10.30:

Stupendo anche questo capitolo, mi piace molto come hai descritto il legame tra Michael e Janet, sei bravissima!



:D:D grazieee millee. Per chi è interessato, forse stasera posto ^^ a dopoo

Alter Bridge O2.12.10

27/03/2010 18:30
 
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Fantastico anche questo!
Eva è molto timida...oh,prima o poi si scioglierà... [SM=g27828]
D'altronde Michael è carinissimo [SM=g27836] .
Al prossimo capitolo...e complimenti sei proprio brava!
27/03/2010 19:21
 
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Re:
sofy_love, 27/03/2010 18.30:

Fantastico anche questo!
Eva è molto timida...oh,prima o poi si scioglierà... [SM=g27828]
D'altronde Michael è carinissimo [SM=g27836] .
Al prossimo capitolo...e complimenti sei proprio brava!




Stra quoto....
bis bis bis bis !!! [SM=x47963] [SM=x47963] [SM=x47963] [SM=x47932] [SM=x47932] ne vogio altro!!

michael__jackson (n°1)


michael__jackson (n°1),


michael__jackson (n°1),
27/03/2010 19:25
 
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Re: Re:
michael__jackson (n°1), 27/03/2010 19.21:




Stra quoto....
bis bis bis bis !!! [SM=x47963] [SM=x47963] [SM=x47963] [SM=x47932] [SM=x47932] ne vogio altro!!




Dopooo, dopo arriverà il seii forse ^^
Grazie milleee [SM=x47938]

*


sofy_love 27/03/2010 18.30
Fantastico anche questo!
Eva è molto timida...oh,prima o poi si scioglierà...
D'altronde Michael è carinissimo .
Al prossimo capitolo...e complimenti sei proprio brava!



Naaa, non è proprio timida, è solo che deve prendere confidenza ancora ^^
Grazie Sofyy [SM=g27838]

Alter Bridge O2.12.10

27/03/2010 21:00
 
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nuuuuu credevo avessi postato!!! [SM=x47954]
[SM=x47938] sei bravissima, continua appena puoi...

28/03/2010 00:21
 
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● Ͼapitolo Sei







-Eva-


Erano tre giorni che non scambiavo una parola con Michael e l'avevo visto si e no due, tre volte di sfuggita. Era impegnato col suo lavoro e le poche volte che era a casa si chiudeva nel suo studio con qualche manager per parlare di progetti e cose varie, credo. Cercavo in tutti i modi di evitarlo, le poche volte che era in giro, di non incrociare i suoi occhi per paura, paura di poter avvertire di nuovo quella sensazione del tutto inaspettata, paura delle circostanze, paura di dar fiducia a chi forse non se la meritava. Mi domandavo spesso il perchè di tutto ciò, perchè dovevo avere sempre timore di chi avevo intorno, il dover per forza capire chi realmente ci teneva a me e chi no. Perchè si doveva aver paura di girare in strada da soli di notte? Perchè bisognava stare attenti perfino a un articolo di lavoro sul giornale? Perchè c'era gente che ti tradiva e ti faceva del male? Perchè qualcuno aveva il compito di decidere il destino di un altro? Perchè esisteva il male? L'odio, la gelosia, la rabbia, perchè venivano a essere alla base di alcuni rapporti tra la gente? Non poteva semplicemente esistere un mondo colorato, caldo, luminoso e felice? Tutto in una perfetta perfezione, in pace. Però, sembra contraddittorio, ma sono proprio le cose negative che riescono a farci apprezzare ciò che c'è di buono. Immaginate un mondo dove ci sia solo sole e belle giornate. Le albe, i tramonti, la felicità nell'uscire di casa, diventerebbero cose monotone. Mentre quando piove, diluvia, tu non fai altro che sperare che il giorno dopo arrivi un po' di buon tempo, e quando vedrai quel sole sorgere dietro una distesa di acqua salata il cuor tuo si riempirà di calore e felicità. Quindi c'era anche un motivo di tutta quella mia sofferenza, di quella strada in salita; bisognava solo capire quale e dove mi avrebbe portato.

Da giorni avevo iniziato a frequentare uno psicologo, sotto obbligazione di Janet, per smaltire quello che mi era successo senza portare dietro traumi vari. Devo dire che stavo veramente meglio, avevo la mente più libera, ero più rilassata e sorridente. Una volta al giorno la solita corsetta e poi passavo tutto il mio tempo con Jan quando c'era, con cui avevo stretto una bella amicizia. Insomma tutto tranquillo. Forse quello che credevo di provare per Michael era solo una piccola infatuazione della sua figura così perfetta, solo una cosa passeggera, e infatti ora che non lo vedevo da un po' sembrava che io stessi bene. Quindi no problem, per fortuna..

***

Ero di nuovo sola a casa quella sera, Jan come al solito era dal ragazzo di nascosto e Michael non saprei. Erano le 21:00 e non avendo fame mi misi a vedere un bel film che passava lì per la tv, stravaccata sul divano. Erano ormai quasi le 22 quando sentii aprirsi la porta dell'ingresso
"C'è qualcuno?"
La sua voce arrivò al mio orecchio fina e sottile come sempre. Presi un bello spavento, quasi non cascai dal divano. Con scatto felino afferrai il telecomando e spensi la tv. Non doveva vedermi, eravamo soli, e io non volevo incontrare il suo sguardo, o peggio sostenere una qualunque conversazione che mi avrebbe sicuramente messo in difficoltà. Con passo felpato, stile Pantera Rosa, salii nella mia stanza, senza che lui se ne accorgesse
"Eva, Janet?"
La casa era avvolta da un inquietante silenzio che mi spaventava assai. Ero col fiato sospeso, per non so quale motivo, l'idea di rimanere con lui mi aveva messo agitazione. Ero accostata allo stipide della porta, e con l'orecchio rivolto verso le scale ero pronta a captare qualsiasi rumore che poteva farmi percepire la sua presenza nei paraggi. Dopo qualche secondo sentii i suoi passi felpati e naturalmente scalzi salire le scale, con cautela. Primo piano, un battito in meno. Secondo piano, due battiti in meno. Terzo, tre battiti in meno. Quarto pian.. Non feci in tempo a realizzare che mi fiondai con non poca delicatezza nel letto, ancora completamente vestita. Sentivo i suoi ritmici talloni poggiare sul parquet che lasciavano perdurare nell'aria quel rumore vuoto e legnoso. Sentivo anche il mio petto abbassarsi e alzarsi più velocemente del solito, affaticato dal troppo lavoro che stava svolgendo quel cuore nel mio petto, quasi come avessi corso mille chilometri ininterrottamente. Mi voltai di spalle alla porta, sperando davvero che le sue gambe non avessero deciso di finalizzare la propria passeggiata proprio di fronte quella stanza. Evidentemente la speranza servì a poco, perchè quel rumore era ormai vicino, troppo vicino, e si poteva distinguere benissimo che la meta di quel lungo tragitto era proprio la mia stanza. Strizzai gli occhi, desiderando che avesse creduto a quella scena improvvisata
"Eva"
Quel tono dolce, azzarderei angelico, parve avesse gli effetti di una scarica elettrica sul mio cuore, che ricominciò a scalpitare
"Eva, lo so che sei sveglia!"
Sperai che fosse solo una bugia per testare se ero davvero a dormire, così continuai la mia piccola recita. La mia parte era apparentemente semplice, dovevo solo fingere di dormire, ma con un muscolo che ti scoppia nel petto mi riusciva difficile persino quel compito
"Eva!"
Il tono si era alzato di qualche nota, ma sempre mantenendo quel suo pizzico di.. di lui
"Mi ha detto Wanda che fino a 2 minuti fa eri a vedere la televisione, prima che entrassi io, e poi sei scappata"
Maledii mentalmente la povera Wanda che purtroppo aveva semplicemente detto le cose come stavano, ma per quella sera ero giustificabile. Mi girai lentamente verso la sua parte e lo vidi nella penombra appoggiato allo stipite della porta, con la sua solita aria quieta e tranquilla. Dire che ero imbarazzata è poco, ero stata scoperta con le mani nel sacco, la mia recita era stata mandata all'aria da un piccolo topolino che aveva spifferato tutto. Rincontrai di nuovo i suoi occhi e i brividi sembravano volermi avvertire che erano la sola cosa di cui avevo bisogno
"Ehm, ho avuto improvvisamente sonno, non ti avevo nemmeno sentito figurati"
Cercai di buttarla lì sul vago, ma la sua espressione divertita di risposta mi fece capire che alla mia nuova bugia non c'aveva minimamente creduto. Io e il mentire eravamo proprio su due binari paralleli, non c'era niente da fare.
"Si, come no" Rise lievemente, e si fece improvvisamente serio sedendosi sul bordo del letto, guardandomi negli occhi "Che cosa credi che sia stupido? Secondo te non mi sono accorto che è da due giorni che mi eviti totalmente? Cosa ho fatto Eva, non capisco"
Sul mio viso sembrava che qualcuno si fosse divertito a disegnare di un viola acceso le mie gote, ma era tutta cosa naturale, era la solita reazione che aveva il mio organismo di fronte a lui
"Ma non è come c..credi M..Michael"
Non c'era niente da fare, ormai anche i muri avevano compreso che stavo inventando balle su balle per salvarmi da quella situazione, sperando che funzionasse. Ma ovviamente così non fu
"Dai Eva, dimmi, ti ho fatto qualcosa? O c'è qualcosa che ti turba? Non puoi lasciare tutto così in sospeso, mi sono aperto con te e sapevo di potermi fidare come tu puoi fidarti di me. Poi da quella sera non so cosa ti sia preso" Si avvicinò sempre di più a me e ancora una volta quella poca distanza tra noi mi fece rabbrividire. Cercai lentamente di allontanarmi un po' da quel pericoloso viso e lui mi prese la mano "Ti prego dimmi cos'hai.."
Quel dolce e timido tocco riprese a far palpitare il cuore nel mio petto. La situazione non migliorava se mi guardava con quegli occhi dolci, profondi e allo stesso tempo intristiti dal mio comportamento che avevo assimilato nei suoi confronti
"Ho paura"
Dissi così, di colpo senza stare a pensarci troppo, senza dare troppe motivazioni, e l'espressione sul suo viso sembrava aver capito anche senza il bisogno di un lungo discorso con troppi giri di parole
"Eva, io non farei mai del male a nessuno per queste cose, soprattutto a te adesso che ho avuto l'occasione di conoscerti in minima parte. Non avrei nè bisogno nè voglia di fare dei giochetti per ferire i sentimenti di qualcuno, non lo farei mai credimi. Io quando sto con te sono semplicemente me stesso e tutto quello che ho fatto mi è venuto naturale. Non ho programmato nulla con te, ho solo fatto quel che sentivo in quell'esatto momento. Ti sento così vicina a me, puoi comprendermi benissimo per certi aspetti e queste sono cose che mi hanno spinto ad avvicinarmi ancora di più a te. Ma ora quest'indifferenza a cosa serve? "
Mi stringeva forte la mano tra le sue, come se dire quelle parole gli costasse dello sforzo non indifferente, ed infatti era imbarazzato, lo si percepiva dalla sua voce un po' tentennante
"Io..io non lo so Michael. Io ho solo paura perchè non sei certo il ragazzo che si trova dietro l'angolo di casa. Viviamo in mondi completamente opposti e forse affezionarmi a te mi provocherebbe solo più dolore di quanto già non ne abbia accumulato"
"Lo so Eva, ma le supposizioni non servono a niente. I se e i ma sono tanti, forse infiniti e se uno si fa prendere da queste paure purtroppo non vive. Oggi non è ieri, oggi non è domani, oggi è questo istante, oggi siamo adesso io e te seduti qui. Non pensare troppo al futuro o troppo al passato, finiresti per lasciar scorrere il presente davanti agli occhi, senza averlo vissuto"

I miei occhi sembravano non esser più capaci di trattenere le emozioni che vi si erano accumulate con piccole gocce salate, ma con un po' di forza di volontà respinsi l'impulso di piangere. Non volevo apparire come una piagnucolona o cose così, ero abbastanza forte e dovevo anche dimostrarlo qualche volta. Vedendomi emozionata lui mi abbracciò, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, ed in effetti lo era, ma in quel momento quel timido tocco che mi permise di sentire tutto il suo calore su di me, mi parve la cosa più bella e speciale che potesse mai esistere
"Vieni, mettiti qualcosa di più pesante e usciamo" Si staccò da quell'intreccio nonostante il mio corpo pretendesse ancora il suo calore e con una spinta mi tirò fuori dal letto "Stasera si torna a vivere"

-Michael-


"Andiamo dove sai tu George"
Mi rivolsi all'autista mentre il mio sguardo era posato su di Eva seduta al mio fianco, che non capiva. Erano giorni che non la vedevo sorridere, nonostante l'avessi vista pochissime volte. Sapevo che mi evitava, che cercava di restarmi indifferente, e questo mi faceva male, perchè non avevo cattive intenzioni, non volevo far niente di male, mi piaceva godere della sua compagnia, e gliel'avevo semplicemente dimostrato, nel modo più innocente e naturale possibile
"Ora chiudi gli occhi che ti bendo" Le allacciai una striscia di stoffa nera intorno agli occhi " E queste cuffiette per sentire un po' di buona musica, la mia"
Ridendo le misi gli auricolari del walkman con Thriller
"Ma dove andiamo Mike? Così mi preoccupi"
Ero divertito e agitato allo stesso tempo, perchè sicuramente le sarebbe piaciuta quel piccolo pensiero che mi era da poco saltato per la mente
"Tranquilla Eva, adesso rilassati"
Accesi il walkman e via con la prima traccia. Durante il tragitto non avevo staccato un attimo gli occhi su di lei, intenta a ascoltare le mie canzoni, alcune già sentite e altre assolutamente nuove per lei. Muoveva il capo a ritmo della musica ed era così bella, con quei capelli un po' ondulati in fondo alle punte, lunghissimi e quel piccolo naso all'insù. La sua pelle non troppo chiara sembrava liscia come porcellana, una piccola bambolina creata dalle mani di qualche esperto artigiano che sembrava aver colto in lei quello spiraglio di perfezione, o almeno così era per i miei occhi.
"Siamo arrivati!"
La voce di George mi fece tornare alla realtà, quasi ammaliato e ipnotizzato, come un fachiro fa col suo serpente. Così andai ad aprire lo sportello ad Eva che era intenta a tenere il tempo con una piede
"Vieni scendi" Le dissi sfilando un auricolare "Segui me"
Le rinfilai la cuffia appena tolta e, prendendola per mano, la feci entrare in quel palazzo dove pochi giorni prima aveva detto di voler salire. Le due bodyguard davanti a noi ci fecero strada controllando che la situazione fosse sotto controllo. Io nel frattempo mi godevo quel minimo contatto tra me e lei: le nostre dita di sfioravano una per una, intrecciate in una forte ma delicata presa.
"Andate Mike, non c'è nessuno. Sopra c'è una porta, devi aprire quella e sarete fuori. Qualsiasi problema chiama o ci trovi sotto"
Annuii le presi anche l'altra mano, portandola lentamente in ascensore. Premetti il 45esimo piano e cominciò a muoversi. Eva si spaventò aggrappandosi al mio braccio
"Mike, cos'era?!"
Mi veniva da ridere, ma non feci in tempo a risponderle che già eravamo arrivati a destinazione. Era incredibile come quei cosi riuscivano a essere così veloci. La vedevo confusa e faceva strane smorfie troppo divertenti con le morbide labbra. Le porte scorrevoli si aprirono e una luce fioca illuminava un piccolo atrio con una porticina. Le presi ancora una volta tutte e due le mani e la avvicinai alla porta togliendole le cuffie.
"Era ora Mike, non ce la facevo più con la tua musica"
Disse ancora bendata, sbuffando un poco
"Ahh non gradisci le mie canzoni?" dissi con un tono da finto offeso "bene, sappi che potrei lasciarti qui eh"
Le lasciai le mani e mi allontanai di pochi passi causandole un senso di vuoto e disorientamento
"Mikee, oddio, ma sai che scherzavoo suu"
Girava su se stessa muovendo le mani in avanti per trovare qualche appiglio che però non c'era
"Ahah, dai scherzo vieni sali il gradino" Le ripresi le mani e la indirizzai verso il gradino che l'avrebbe portata fuori "Copriti bene eh"
"Perchè mai dovrei coprirmi bene se fa un caldo qua den..."

non fece in tempo a finire che quando fu fuori un'ondata di vento gelido ci sovrastò
"Te l'avevo detto" Risi portandola verso la ringhiera del palazzo "Ora ti tolgo la benda, pronta? "
Annuì vistosamente e le sfilai quel pezzo di stoffa nero dagli occhi e facendola poggiare alla ringhiera bianca. Mi misi dietro di lei cingendole la magra vita con le braccia, era così piccola. Aveva gli occhi ancora increduli e molto emozionati per quella visuale che le si apriva sotto i piedi
"Ma..ma..Michael è fantastico" La vedevo repirare a pieni polmoni quell'aria fredda "Guarda che spettacolo, ci si sente importanti a stare quassù. E' un po' come guardare tutti da un'altra prospettiva, una prospettiva privilegiata. Puoi vedere cosa fanno ma loro non badano a te"
Mille luci si aprivano sotto di noi. Macchine impazzite svolazzavano nel traffico ancora fitto nonostante la tarda ora. Dai pub e dai ristoranti si poteva udire l'intreccio di centinaia di voci e musiche diverse che si mescolavano. Insegne e tabelloni luminosi rischiaravano le vie intervallate da alti lampioni, pronti ad aiutare il nostro satellite in cielo a illuminare quelle larghe strade popolate. Poggiò le sue mani sulle mie braccia che non la lasciavano muoversi da quella presa. Anche io incantato da quello che mi si mostrava davanti misi il mio mento tra la sua spalla e il suo collo percependo a pieno il suo odore così delicato e femminile
"E' una favola no?"
Si girò verso di me puntandomi quell'immenso mare di emozioni verde addosso, sorrideva, era felice
"Si, è una favola" Appoggiò il suo profilo contro la mia guancia continuando a parlare "Tutto può essere una favola, basta credere che lo sia davvero e essere con le persone giuste, non pensi?"
"Si, credo anch'io nelle favole e penso che adesso ci siamo dentro perchè sono anche con la persona giusta"

Mi staccai da quell'abbraccio e la feci girare davanti a me, occhi dentro occhi, ed era così ingenua lì immobile. Immediatamente prese le mie mani, come se necessitasse di un contatto. Ne portò una sul suo petto, infilandola dentro quel leggero giubotto nero
"Lo senti?"
Percepivo i battiti del suo cuore accellerati sul palmo della mia mano. Presi l'altra sua mano libera, non togliendo la mia dal suo petto, e la portai anche io sul mio cuore, facendole assaporare cosa si scatenava dentro me
"Tu lo senti?"
I nostri cuori sembravano cantare la stessa melodia, con lo stesso ritmo e lo stesso vigore. Spostai la mia mano dal suo petto portandola al suo viso, accarezzandolo, sfiorandolo in ogni minimo particolare. Non riuscivo a fermarmi, non riuscivo a fermare il battito del mio cuore. Era lei a scatenarmi tutto questo, e a me non restava altro che farmi trasportare dall'onda di quelle emozioni. Le portai una mano dietro la nuca immergendola in quel mare di capelli castano chiaro, e la tirai a me con delicatezza. Iniziai a posare dolcemente le mie labbra sulla sua guancia, lasciando piccoli, umidi baci. La sentivo rabbrividire a ogni minimo contatto, ed io lo stesso. Mi trovavo in uno stato di semincoscienza, qualcosa sembrava essersi impadronito del mio corpo, e mi lasciava fare tutto con estrema naturalezza, accantonando quella timidezza che spesso mi attanagliava. Il mio viso pareva essere attratto dalle sue morbide labbra, dischiuse e rosate, come una sorta di calamita. La guardai negli occhi, e la vidi ancora intimorita per quello che sarebbe potuto succedere. Le accarezzai il collo e, stringendola più a me, le posai un timido bacio all'angolo delle labbra. Una semplice carezza, una semplice dimostrazione. Non mi bastava un semplice bacio sulla guancia, ma un vero bacio era troppo, e forse ancora presto, così decisi per una via di mezzo. Il resto sarebbe venuto da se. Ad un tratto un rumore ci riportò alla realtà, spaventandoci
"Aò ma chi siete voi due?" Una ragazza con un ragazzo per mano, presumo suo fidanzato, era appena uscita, forse voleva godersi un momento di intimità con lui, ma si era resa conto che noi non abitavamo in quello stabile "Voi non siete del nostro palazzo, che state a fà qua?"
Si avvicinava sempre di più e sicuramente mi avrebbe riconosciuto, in quanto non avevo messo nessun travestimento quella sera
"Ehm, no si sbaglia noi abitiamo al 14esimo piano"
Cominciò a parlare Eva mentre io cercavo di nascondermi tra il mio giubotto e dietro la sua esile figura
"Ma se c'abito io al 14esimo piano, ah ragazzina non mi prende in giro a me!"
Certo che più sfiga di così non poteva essere! Mi venne da ridere, ma in quel momento c'era da fare tutto tranne che perdersi in risate
"Scappiamo Eva"
Le sussurrai all'orecchio
"Bhè evidentemente avrà perso un po' la memoria ultimamente"
Continuò Eva allontanandosi dalla ragazza, che si era fatta sempre più vicina, per andare verso la porta tenendo stretta la mia mano. Ad un tratto il ragazzo affianco alla giovane assunse un'espressione interrogativa, poi sbalordita
"Oh Sà ma quello è MICHAEL JACKSON"
Disse urlando e tirando la mano della sua fidanzata che spalancò gli occhi
"Oh madonna santa è luiiii"
Si buttarono letteralmente contro di me, ma Eva fu più abile da farmi sgusciare da quella presa e correre verso la porta, con loro dietro
"MICHAEL JACKSOOOON"
Ci mancava solo questo. Dovevo essere ormai abituato all'idea che non potevo avere un ritaglio di vita personale solo per me. Ma non era giusto, tutti dovrebbero avere il diritto di godere di una privacy, cosa che per il grande Michael Jackson pareva impossibile. Mi sentivo frustrato e amareggiato. Avevo avuto un pensiero carino nei confronti di Eva, e nemeno quello mi era concesso di vivere. Mi dispiaceva, non per me, ma per lei, che non doveva godersi la serata per colpa di qualche scena isterica. Non fraintendetemi però, non sia mai che possa risultare un ingrato verso quel pubblico che mi aveva fatto diventare quel che sono. Non dimentico che quei fan che mi circondano in bagni di folla sono coloro a cui devo un immenso grazie, che mi amano incondizionatamente, non solo per il mio lato artistico, lo so, loro, o meglio la maggior parte, scava a fondo, e nonostante non mi avessero mai incontrato, riescono a cogliere una grande parte di quello che sono realmente. Però ciò non toglie il mio diritto e bisogno ad avere una vita personale, solo per me. Ma questo è l'altro lato della medaglia, il mio sogno era diventare quel che sono diventato, con l'essere riconosciuto come grande artista, incluso nel pacchetto, c'era anche questo lato spesso negativo che la fama causava. Dovevo imparare ad accettarlo silenziosamente, anche se dentro di me volevo gridare e lamentarmi a più non posso.
Arrivammo sull'orlo della porta ed io entrai subito dentro l'ascensore mentre vidi Eva che si era girata di colpo verso quella coppia urlante
"PRRRRRR"
Gli aveva fatto una linguaccia lasciandoli di stucco quasi sbattendogli la porta in faccia
"Ahahahahahah" Io stavo letteralmente morendo dalle risate "Dai scendiamo prima che succeda un casino"
Le dissi mentre ripensavo alla scena, piegandomi in due dal troppo ridere

"Oddio Eva ti giuro, mi hai fatto morire, li hai lasciati allibiti" le dissi con le lacrime agli occhi, finalmente salvi da quella situazione "Ahahah"
Cominciò anche lei a ridere di gusto con me, era stata troppo divertente. Loro impazziti perchè mi avevano visto e ci correvano dietro, lei come una bimba sull'orlo della porta si è girata verso di loro con le braccia puntate sui fianchi facendogli una pernacchia con la lingua di fuori per poi quasi sbattergli la porta in faccia. Ahahah, che sagoma che era.
"Ahahah, dai Mike, se la sono cercata"
"Ahahah assolutamente sì Eva. Sei troppo forte"
Le stampai un bacio sulla testa, tra i suoi capelli profumati, approfittando di quell'attimo di serietà "Ora andiamo a casa.."
Salimmo in auto e lei appoggiò il suo capo sulla mia spalla. Percorremmo così tutto il tragitto, in silenzio, ma questa volta un silenzio amico e complice. Arrivati a casa mi accorsi che si era addormentata profondamente, ecco svelato il motivo di tanto silenzio
"Eva, siamo arrivati"
Cercai di svegliarla senza risultato, così la presi tra le mie braccia, portandola per quei pochi metri che separavano il parcheggio dall'entrata di casa. Quando la alzai incominciò a schiudere le palpebre, ancora un po' incoscente della situazione. Quando si rese conto che la stavo portando in braccio spalancò gli occhi
"Oddio, no no scusa Mike" disse agitandosi "fammi scendere, non volevo addormentarmi scusa"
"Ti avrei portata lo stesso in braccio"
Le risposi sorridendo "Dovevo ricambiare il favore della pernacchia in qualche modo no?"
Rise e si adagiò tra le mie braccia, mettendo le sue mani dietro il mio collo per essere più stabile. Sulla porta c'era Janet che curiosa aguzzava la vista in nostra direzione per capire meglio cosa stesse accadendo.
"Ma ti sei fatta male Eva?"
Le chiese appena fummo sull'uscio dell'entrata
"Ehm..ve..veramente.."
Come sempre si era imbarazzata per la situazione diventando rossa e balbettando qualcosa di incomprensibile, così intervenii
"No no Jan. Eva è più in forma che mai" Dissi lasciandola cadere sulle sue gambe "Ora andiamo a dormire tutti che è tardi, susu."
"Mmmmh, vabene, ma voi non me la raccontate giusta"
Così dicendo rivolse uno sguardo interrogativo ad Eva, sperando di capire qualcosa dalla sua espressione
"Buonanotte Jan"
Dissi , mentre ci stavamo avviando verso le scale, per sfuggire agli interrogatori di mia sorella. Mentre salivamo, gradino per gradino, le presi ancora una volta la mano, intrecciando sempre le nostre dita, e lei mi rivolse un sorriso imbarazzato. Da sotto sentivo gli occhi di Janet puntati su quel nostro piccolo contatto. L'avevo vista con la coda dell'occhio seguirci furtivamente fino alle scale, sempre la solita curiosa. Arrivammo al nostro piano e Eva si fermò guardandomi negli occhi
"Grazie per la serata Mike, grazie per tutto quello che stai facendo per me"
Le presi il viso tra le mani, poggiando la mia fronte sulla sua, non staccando un attimo i miei occhi dai suoi.
"Grazie a te Eva, piuttosto scusa per l'inconveniente. Ma dovresti sapere che fa scalpore trovare Michael Jackson sull'attico di un palazzo" Rise e le stampai un bacio sulla testa "Ci vediamo domani, buonanotte"
Mi staccai da lei, sorridendole. Sarei voluto restare per tutta la notte in sua compagnia, a guardare il cielo, continuando a sentirla vicina, ma era stanca e forse stavo correndo troppo, dovevo fare un passo alla volta
"Buonanotte Mike, a domani"
Mi mandò un bacio con la mano, ed io feci finta di acchiapparlo nell'aria e di metterlo in tasca.
Così, sorridendo ancora, si chiuse la porta della stanza alle spalle, lasciando il suo odore ancora impresso tra le mie mani.




[Modificato da (martiii) 28/03/2010 00:34]

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28/03/2010 01:50
 
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Martiiiii è bellissimoooooo!!!!!Sai,descrivi proprio bene le situazioni,mi piace il tuo modo di scrivere,complimenti!!!! [SM=x47932]
Spero che il seguito non tardi ad arrivare!!!Un bacio [SM=x47938]
Anto
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