Sfondamento nelle giunte rosse del nord, trionfo in Campania e consolidamento nel Mezzogiorno. Il Popolo della Libertà fa un balzo in avanti alle Provinciali e ridisegna la mappa del potere locale. Il Partito democratico resta in testa solo nell’Italia centrale. Il Centrodestra allunga anche alle Comunali, dove è lo stesso Matteo Renzi, candidato sindaco di Firenze per il Pd, ad annunciare il ballottaggio con l’avversario Giovanni Galli. Secondo turno che si profila, a sorpresa, anche a Ferrara, storica roccaforte rossa e città natale del segretario Dario Franceschini. Nelle altre principali città capoluogo, Flavio Delbono è in vantaggio su Alfredo Cazzola a Bologna. E, se fossero confermati i dati, la spunterebbe di poco al primo turno. Per il centrodestra arrivano buone notizie, invece, da Biella, Verbania, Bergamo, Pavia, Campobasso e Pescara, strappate al centrosinistra. Ai blocchi di partenza delle Provinciali, il centrosinistra poteva contare sul governo di cinquanta giunte contro le nove del centrodestra. Dopo il voto, i rapporti di forza sono rovesciati: venticinque Province sono sotto il controllo della maggioranza; quattordici restano al Pd e ventuno vanno al ballottaggio. Il Popolo della Libertà e i suoi alleati hanno conservato senza difficoltà - vincendo al primo turno - le otto Province in cui erano alla guida della giunta (Cuneo, Bergamo, Brescia, Sondrio, Verona, Padova, Latina ed Isernia). La battaglia, così, si è spostata sulla maggior parte delle amministrazioni guidate dal centrosinistra prima del voto. Dai dati emerge che le Province di Napoli e Salerno cambiano colore grazie agli exploit di Luigi Cesaro ed Edmondo Cirielli, che non hanno avuto bisogno del ballottaggio per sbaragliare gli avversari progressisti Luigi Nicolais (ex ministro della Funzione pubblica) e Angelo Villani. Anche Avellino, fin dal primo turno, passa al centrodestra. La stessa sorte seguono le Province abruzzesi di Chieti, Pescara e Teramo, finora in mano al centrosinistra.
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