Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 

Sogno o son Desto? Rating: verde

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2013 14:45
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29/01/2013 17:56
 
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Mi si avvicinó e mi abbracció.
-Michael... non voglio piú litigare cosí.. ho detto cose che io non penso... io non ti odio... io... ti...- mi bació senza farmi finire.
-Amo...- disse lui.
Rimanemmo abbracciati per un tempo infinito. Ad un tratto alla porta bussó Mildret.
-Soraya?? Tutto ok? Non trovo piú Michael.- sorrisi. Mi prese la mano e andammo alla porta. La aprii.
Mildret spostó lo sguardo da me a lui e viceversa. Poi diede un occhiata dietro le nostre spalle. Il letto era disfatto e c'era ancora per terra il suo cappello. Ritornó a guardare noi.
-Oooh... ok.- disse sfoderando un sorriso. Si avviccnó furtiva a noi per poi bisbigliarci.
-Michael... hai la cerniera aperta.- io e lei scoppiammo a ridere mentre Michael si giró dall'altra parte "armeggiando" con i pantaloni.
Mildret se ne andó e ci lasció da soli. Risi mettendomi la mano davanti alla bocca. Si giró.
-Cosa ti ridi??- chiese.
-Dai... la cerniera aperta!- dissi continuando a ridere.
-L'hai aperta tu!- rispose ridendo. Mi sdraiai sul letto. Mi rigirai un po'. Michael mi guardava con aria perplessa.
-Cosa fai?- chiese avvicinandosi a me. -Cerco di non dimenticare.-
-Cosa?-
-Il nostro amore... nessuno in passato mi ha mai amato cosí. Pensa se... un giorno si romperá per sempre...- dissi pensierosa. Un suo bacio mi riportó alla realtá.
-Ehi... non devi pensare al passato perchè ormai ce l'hai alle spalle e non puó essere cambiato. Non pensare neanche al futuro, perchè quello è ancora da scrivere e decidere. Pensa al presente, assapora ogni attimo come se fosse l'ultimo.- disse giocando con una mia ciocca di capelli.
-Quindi dici di pensare ad adesso?-
-Proprio cosí Sor.-
-Ok. Io adoro quando mi chiami Sor. Io adoro te Mike.- dissi scrutandolo.
-Anche io Sor.- avvicinó le sue dita al mio collo. Mi scostai.
-Mi fai il solletico!- dissi ridendo.
-Houston ho trovato il suo punto debole! Annientiamola!- disse scherzando con voce robotica. Salí sul letto e si mise a farmi il solletico. Risi fino a rimanere senza respiro.
-Basta!! Ti prego!! Tregua!- lo supplicai con le lacrime agli occhi. Rise anche lui. Si chinó verso di me e mi bació. Mi alzó lentamente la maglietta e mi fece il solletico sulla pancia.
-Mike!!- dissi ridendo.
-Okok!- rispose rimettendo a posto la maglietta. Si distese di fianco a me. Avevo il fiato corto dal solletico. Rimasi incantata ad osservare il candelabro dorato.
-Cosa guardi?- mi chiese mettendosi di lato.
-Un candelabro...- risposi girandomi verso di lui.
-Cosa vorresti dal futuro?- chiesi io
-Non so... la pace nel mondo...?-
-No. Io dicevo... non dubito della pace nel mondo ma intendevo... qualcosa di personale... realizzabile.-
-Ah... ehm... un bambino.- disse lui pensieroso. Voleva un bambino... la cosa più semplice del mondo gli era stata negata.
-E perchè non lo fai?-
-Non è cosí semplice la soluzione...- disse abbassando lo sguardo.
-La... soluzione...- pensai che sarebbe stato un ottimo padre, me lo sentivo nel cuore.
-La soluzione ce l'hai davanti a te.- alzó lo sguardo e mi guardó.
-Tu... mi daresti un figlio?- chiese incredulo. Cosa avevo fatto?!
-Io... sí!- dissi togliendomi quel peso. Mi baciò in modo passionale.
-Grazie... grazie...- continuava a bisbigliarmi mentre mi baciava il collo.
-Mike non devi dirmi grazie... quando succederá succederá. Non so quando rimarró incinta.- dissi io. Ad un tratto sentii delle piccole goccie sul collo.
Stava piangendo.
-Grazie Sor.- disse piangendo. Io gli asciugai le lacrime.
-Non piango io ma non piangere neanche tu!- Mi sorrise.
-Te l'ho giá detto grazie?- chiese lui.
-Sí Mike!- dissi io asciugandogli con un dito la sua ultima lacrima. Ad un tratto la porta si aprí e entró Herman.
-Signor Jackson c'è una chiamata per lei.-
-Ok arrivo subito.- disse facendosi serio. Herman chiuse la porta.
-Chi è?-
-Sor non lo so!- disse ridendo. Si alzó dal letto e si diresse verso la porta. Lo fermai per un braccio. Fummo uno davanti all'altra. Lo baciai lentamente. Con le mani mi avvicinai alla cerniera dei suoi pantaloni.
-Ma Sor... che fai...- chiese sussurrando tra un bacio e l'altro.
-Ti chiudo la cerniera...- mi staccai da lui.
-Oh... grazie!- disse ridendo.
-Vai adesso! Ti aspetteranno in ufficio!- dissi dandogli un colpetto sulla spalla.
-Ciao Sor... mi mancherai...-
-Ma Mike! Siamo a due stanze di distanza!- dissi sorridendo.
-Giusto. A proposito di stanze... torna nella mia ti prego.-
-Ahm... io non... so...-
-Soraya perfavore... voglio sentire il calore del tuo corpo di fianco a me. Voglio sentire il tuo dolce respiro sulla mia pelle. Voglio sentire la dolcezza delle tue labbra sulle mie. Voglio sentirti mia in tutto e per tutto Soraya.-
-Ok.- dissi quasi commossa. Se ne andò mandandomi un bacio.
Rimasi seduta sul letto. Eh sí mi ero innamorata sul serio. Stavamo facendo sul serio. Gli ho pure promesso un bambino.
-Sono impazzita!- dissi a me stessa.

MICHAEL:
Andai nello studio. Mi ero riappacificato con Soraya. Avevamo pure fatto l'amore. Dovevo farla finita con Lisa, devo chiedere il divorzio. Entrai nello studio e presi la cornetta del telefono. Era proprio lei, Lisa Marie Presley. Si parla del diavolo e spuntano le corna.
-Pronto?-
-Sí ciao... Michael!-
-Ciao... Lisa.-
-Chiedo il divorzio.-
-Perchè?!- chiesi io stupefatto. Praticamente stava giá facendo tutto lei!
-Michael io ho una vita e due figli da gestire! Non posso perdere tempo con te! E poi dai! Non ci vediamo da un mese!-
-Ok... chiameró il mio avvocato e gli diró di passare alle azioni legali. Ci sentiamo...- dissi chiudendo la chiamata. La vita non poteva andare meglio. Avevo la mia Soraya e la mia Neverland. Nessun paparazzo per ora. Nessuno che rompe le scatole. E... fra poco avrei avuto anche un figlio. Io la adoro. Ritornai in camera ma lei non c'era.
-Soraya?- chiesi camminando verso il bagno. Aprii lentamente la porta. Era li con l'asciugamano tenuto vicino al petto. I capelli biondo cenere erano bagnati, come la sua candida pelle. Emanava un odore dolciastro e estremamente sensuale.
-Posso?- chiesi entrando. Lei sorrise lievemente e mi fece cenno di sí. Entrai.
-Sei la cosa piú bella che io abbia mai visto.- dissi guardandola negli occhi. Ii suoi dolci occhioni da cerbiatta...
-Anche tu...- disse estasiata. Mi avvicinai e delicatamente gli poggiai un bacio umido sul collo. Lei chiuse gli occhi. Mi si avvicinó e mi bació.
-La dobbiamo smettere di baciarci come due innamorati...- dissi ridendo.
-Oh ma è quello che siamo!- disse accarezzandomi la mascella.
-Ora vestiti... ti porto in un posto speciale.- dissi guardandola un ultima volta.
Andai a sedermi sul letto aspettandola. Dopo venti minuti uscí dal bagno vestita. Rimasi a bocca aperta. Aveva una camicetta rosa che metteva in risalto le sue forme. Cosí come i pantaloni, semplici jeans. La presi per mano.
-Su andiamo!- dissi guardandola.
-Ok- corremmo fuori casa e andammo nei prati. Ci fermammo un attimo per riprendere fiato.
-Ok adesso chiudi gli occhi!-
-Ma Michael! Dopo non vedo dove vado!- in pochi secondi la presi in braccio.
-Non ti preoccupare! Ma adesso chiudili!-
-Ok...- disse lei. Non pesava molto. Mi sentivo il dovere di proteggerla. Aveva un corpicino cosí esile. Avevo una costante paura di fargli del male... o di fargli provare dolore... anche quando facevamo l'amore. Mi ripresi da quei pensieri. Ero talmente innamorato che non mi accorsi che eravamo quasi arrivati.
-Ecco adesso puoi aprire gli occhi!-
SORAYA:
Aprii lentamente gli occhi. Mi facevano male perchè il sole picchiava forte. Quando riuscii a mettere a fuoco rimasi stupita. C'era una casetta costruita in legno con davanti una stupenda radura con al centro un laghetto dove delle piccole cascate creavano un atmosfera romantica. Mi feci mettere giú.
-Michael! Tutto questo è fantastico!- dissi facendo un giro su me stessa. Lo vidi pensieroso. Mi avvicinai di piú e lo presi per la manica della camicia. Lo trascinai nel laghetto. Mi ci buttai prima io. L'acqua era fresca ma non troppo fredda.
-Dai vieni!- dissi togliendomi la maglietta. Lo vidi titubante.
-Non so...- lo schizzai con l'acqua. Si buttó anche lui e si tolse la maglietta. Mi prese per i fianchi.
-Allora vuoi la guerra??- chiese abbracciando il mio fianco con un braccio. Mi bació e andammo sott'acqua.
Vedevo tante piccole bolle che circondavano i nostri corpi. Riemergemmo e presi fiato.
-Michael tu sei completamente pazzo!-
-Sí! Pazzo di te!- disse schizzandomi. Ci schizzammo per un po' e giocammo spensierati. Uscii dal laghetto grondante d'acqua. Mi stesi al sole. Strinsi piano i fili d'erba fra le dita e assaporai questo momento. Uscí anche lui. Si infiló la camicia e si stese di fianco a me.
-Sai... potrei anche abituarmi.- dissi io.
-A questo?-
-Sí.- risposi. Lo vidi pensieroso.
-Cosa pensi?-
-Che fra un mese ricomincia il tour.-
-Giá...- lo osservai. Mi avvicinai e gli diedi un bacio sul naso.
-Posso farti una domanda?- chiesi io.
-Certo Sweet.- mi aveva chiamato con quel nome. Mi sentii al settimo cielo.
-Per te sono bella? Nel senso... ti piaccio?-
-Se mi piaci??- chiese sorpreso.
-Sí... sai io non voglio che tu mi ami solo per il mio sorriso o... perchè ho delle belle gambe.- dissi io. Mi si avvicinó di piú per poi venirmi sopra. Mi accarezzó lentamente la guancia.
-Oh ti prego... non dirmi queste cose. Io ti amo perchè sei bella sí... ma sei bella dentro. Il discorso della bellezza esterna... è tutto un altro argomento.- disse lui baciandomi.
-Intendi dire che non sono bella?- chiesi.
-Oh ragazza... tu...tu mi fai impazzire... sei incredibilmente sensuale... quando ti muovi.- disse guardandomi.
-Ooh..-
-Tu sei bellissima... sia dentro che fuori. Fai impazzire i miei sensi.- disse accarezzandomi una gamba. E sapevo cosa sarebbe successo se non l'avrei fermato. Gli presi la mano.
-Non vuoi?-
-Oh... io non so come spiegarti... è giá tanto che ci sono riuscita ma... ho ancora paura. Sai la sensazione è bellissima... ma ho sempre paura... ho paura di riaprire gli occhi e di ritrovarmi davanti agli occhi la faccia dell'essere orribile che abusava di me.- dissi quasi piangendo. Sentivo il cuore che mi tremava. Lui era rimasto ad ascoltarmi con un espressione seria e tesa. Le mie lacrime fecero sciogliere la sua espressione che si addolcí. Mi accarezzó delicatamente il viso.
-Scusa piccola scusami... non volevo farti piangere...- disse dispiaciuto. Mi bació tentando di soffocare i miei piccoli singhiozzi.
-Stai sicura che quando facciamo l'amore cerco di non farmi trasportare. Sto sempre attento perchè ho paura di farti male... di farti provare dolore...- una lacrimuccia gli scivoló sul viso.
-Michael non hai fatto niente...- dissi mentre piangevo.
-Sí sono stato io... ti ho fatto male...- lo fermai con un bacio.
-Il problema non sei tu. Il problema è il passato. Ma non lo si puó dimenticare.-
Ci calmammo un po'.
-Tu.. ci pensi mai ad Andy?- chiesi mentre guardavo una nuvola che volteggiava fiocamente nel cielo.
-Sì... mi manca...Peró adesso non facciamoci assalire dalla malinconia. Lei è in un posto migliore.- rispose baciandomi. Mi passó la maglietta e mi rivestii. Ci mettemmo poi su una collinetta e io appoggiai la testa sul suo petto. Guardammo il sole che poco a poco scendeva dietro le colline.
-Andiamo in quella casetta?- chiesi. Stavo iniziando ad avere freddo.
-Certo piccola. Era proprio quella la sorpresa.-
-Allora andiamo!- mi alzai e lo presi per mano. Entrammo. Il camino era acceso. Era tutto così fantastico.
-Adesso vai ad asciugarti e metterti apposto.- mi disse prendendo il mio viso fra le sue mani.
-Ok.- andai a prepararmi. Quando tornai andai in camera da letto. C'era un letto a baldacchino con tantissime candele tutt'attorno al letto. Un bouquet di rose rosse sovrastava sopra un tavolo con apparecchiata una cenetta a lume di candela.
-Wow...- dissi avvicinandomi ad annusare i fiori. Michael mi arrivó da dietro e mi abbracció. Ci sedemmo e iniziammo a mangiare.
-Per il fine settimana devo andare via.- disse pulendosi con il tovagliolo. Il mondo mi cadde addosso.
-C-come... devi andare via?- chiesi facendo cadere la forchetta a terra. La raccolsi.
-Puoi venire con me se vuoi.-
-Sí verró con te.- mi alzai dal mio posto e mi avvicinai a lui. Mi sedetti sulle sue gambe. Mi bació. Le nostre lingue si intrecciarono e crearono una cosa sola. Chiusi gli occhi.
-Cosa facciamo adesso?- chiesi io.
-Torniamo a Neverland.-
-No! Ti prego rimaniamo qui! Per stanotte... che sará la nostra notte.- dissi io guardando il cielo stellato dalla finestra alle sue spalle.
-L'idea mi alletta molto... ok.- rispose. Scesi dalle sue gambe e andai ad accendere la radio. Partí una canzone dei Beatles "Here Comes The Sun" che io adoravo.
-Mike questa mi piace!- dissi facendo una giravolta su me stessa. Mi si avvicinó e mise una mano sul mio fianco.
-Mi concede un ballo?-
-Ma Mike! Non è la musica giusta!-
-Ascoltiamola dentro di noi la musica. I nostri cuori fanno musica.- disse. E iniziammo a ballare. Mi fece finire con una giravolta e mi bació. Mi misi in ginocchio e soffiai su una candela. E cosí ci mettemmo a spegnere una a una le candele. Ne mancava solo una che era al centro del letto. Ci guardammo con sguardi complici. Salimmo sul letto. Prendemmo tutti e due la candela in mano e la soffiammo. La stanza diventò ad un tratto buia. Sentivo il suo respiro. Mi avvicinai e lo baciai. I vestiti ci scivolarono via di dosso. Proprio sul piú bello sentii un rumore. Lo allontanai dalla mia bocca appoggiando la mano sul suo petto nudo.
-Ehi... che c'è?-
-Cos'è caduto??- chiesi allarmata.
-Oh tranquilla sará stata una candela.-
-Ok...- dissi io. Rimasi comunque in allerta. Ricominció a baciarmi. I bacini si muovevano in simbiosi e i fiati si fecero corti e sospirati. Un brivido percorse il mio corpo. E un gemito liberatorio uscí dalla mia bocca. Michael sospirava sulla mia pelle sudata. Ammirai la sua espressione stupenda. Con una mano gli accarezzai la guancia e scesi fino al collo. I fiati si fecero sempre piú corti finchè non raggiungemmo il fantastico incontro fra anima e corpo. E cademmo in un sonno profondo.
La mattina mi svegliai. Avevo freddo. -Michael... la coperta...- dissi chiudendo gli occhi.
-Siamo ancora... nudi?- chiese lui accarezzandomi la schiena.
-A quanto pare sí...- poi mi coprí con la coperta.
-Sono sudata e puzzo...- dissi girandomi verso di lui.
-Credo sia normale... dopo ieri notte.- disse baciandomi il collo.
-Giusto credo sia per quello.- dissi chiudendo gli occhi. Ero stanca. Michael appoggió la testa sul mio petto e chiuse anche lui gli occhi. Ad un tratto mi suonó la sveglia del celluare. Lo presi e guardai.
-Cos'è?- chiese lui.
-Cazzo Michael! Siamo in ritardo alle prove!- dissi togliendomi la coperta. Saltó in piedi anche lui. Cercammo i nostri vestiti.
-Prendi!- dissi passandogli i pantaloni.
-Magari prima mi servono i boxer?- chiese alzando le coperte. Presi il mio reggiseno. I gancetti si erano impigliati con i suoi boxer. Mi si avvicinó e cercó di dividerli. Poi ci rivestimmo in fretta. Corremmo a Neverland ed entrammo in tutta furia nella sala prove. C'erano tutti i ballerini che ci guardavano strano. Michael mi prese per la manica della camicetta e mi trascinó fuori. Con una mano mi sfiorò il seno. Lo guardai male.
-Che fai??- chiesi io. Non disse niente. Lo guardai male. Mi stava chiudendo i bottoni.
- Si vedeva tutto il pizzo del reggiseno.- disse tirando fuori la mano. Io gli diedi un occhiata. Sempre con la cerniera aperta. Gliela chiusi in modo repentino. Poi gli osservai il collo . Aveva ancora il segno del mio bacio. Mi inumidii un po' il dito e cercai di togliergli il segno. Rise perchè gli stavo facendo il solletico.
-Ok adesso siamo pronti!- dissi io sorridendo. Prendemmo fiato e dignitá ed entrammo dentro alla sala prove.


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