Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 

Sogno o son Desto? Rating: verde

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2013 14:45
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20/01/2013 13:28
 
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Con mano tremante gli passai le dita sulle labbra. Il candido tepore sotto i polpastrelli. Era come sfiorare il velluto. Mi bació i polpastrelli, uno ad uno. Mi prese la mano, baciandola delicatamente. Poi gliela appoggiai sulla guancia. Mentre con l'altra gli accarezzai il solco che gli si formava quando tendeva i muscoli del collo. E poi lo guardai negli occhi perdendomici dentro. -Forse dovresti vestirti...- feci notare io.
-Giusto...- disse scostandosi. Risi timidamente. La routine andó avanti per qualche settimana.
Appena entró, con l'asciugamano legato in vita, lo guardai muoversi con eleganza in mezzo alla stanza alla ricerca di una maglietta. Era stupendo. Prese i vestiti e andò in bagno a cambiarsi. Lo aspettai sul letto. Dopo un paio di minuti uscì dal bagno con una maglietta a scollo a v e dei pantaloni neri. Si sedette sul letto.
-Beh che facciamo?- chiese lui.
-Non so...- inizió a torturarsi il labbro inferiore. Un silenzio di tomba calò d'un tratto. Decisi di rupperlo.
-Magari possiamo guardare un film...?-
-Sí! Is a Good idea!- risi.
Si alzò e andó a cercare un DVD. Prese un paio di film. Ce n'era uno di horror, uno di azione e uno d'amore.
- Cosa scegli?- mi chiese. Ci pensai un attimo. Quelli di azione non mi piacciono molto.
-Quello... d'amore- dissi arrossendo. Rise anche lui. Ci mettemmo sul letto a gambe incrociate a guardare il film. La storia parlava di due ragazzi che si sono conosciuti tramite un amico in comune. Poi si erano innamorati lavorando insieme. Io lo guardai mentre i due protagonisti si stavano baciando. Lui se ne accorse e si giró verso di me. Ci fissammo. Volevo proprio sapere cosa stava pensando in quel momento. Pochi attimi. Mi avvicinai e lui fece lo stesso. Le nostre labbra si sfiorarono appena. Gli misi le mani dietro la nuca. Ci staccammo e non dicemmo niente. Continuammo a guardare zitti il film. Sentivo le palpebre farsi pesanti. Mi appoggiai alla sua spalla. E caddi in un sonno profondo Diedi uno sguardo alla televisione. La scena era ancora ferma al bacio. Era come se la scena del NOSTRO bacio fosse rimasta impressa nell'aria. Guardó anche lui la televisione. Poi portó lo sguardo su di me, sulle mie labbra. Mi bació di nuovo. Lo lasciai fare. Assaporai bene il sapore delle sue labbra. Era un misto di lampone e ciliegia. Ad un tratto bussarono alla porta. Ci fermammo all'istante. Ci ricomponemmo. Io andai in bagno e lui andó alla porta. Mi sedetti per terra e portai le ginocchia al petto. Sospirai chiudendo gli occhi. Mi passai un dito sulle labbra. Era successo veramente? Ci eravamo baciati? Era una piccola cosa ma nel mio cuore occupava uno spazio enorme. Mi alzai e spiai dalla porta. Michael era in piedi e parlava con un uomo. L'uomo era di colore e un po' vecchiotto. Michael era molto freddo. Lo potevo capire da come gesticolava. L'uomo se ne andó. Io uscii dal bagno come se non avessi sentito niente.
-Michael... tutto ok?- chiesi guardandolo. Stava facendo avanti e indietro per la stanza. Si fermó davanti al comó e aprí il cassetto. Lo vidi tirare fuori dei bigliettoni. Mi avvicinai e gli presi il braccio.
-A cosa ti servono?- chiesi. Erano veramente tanti.
-Niente... devo... ridare dei soldi... a... a un amico!- disse nervosamente. Si scostó e uscí dalla stanza. Rimasi li. Scesi e incontrai Herman.
-Herman...-
-Scusi?- chiese cortesemente.
-Sono...io... Soraya!-
-Oh! Buongiorno signorina!- disse sfoderando un sorriso.
-Sai dirmi... dov'è Michael?- chiesi io. La sua espressione cambió.
-No... non posso dirglielo. Vada a fare colazione.- me ne andai triste. Arrivai in cucina e presi un cornetto al cioccolato. Mi feci fare da Mildret, la domestica, un cappuccino. Andai di soppiatto nello studio di Michael. Entrai ma non c'era nessuno. Sorseggiando il mio cappuccino curiosai un po' in giro. Appoggiai il cornetto su un tovagliolo e lo misi sulla scrivania. Ero girata a guardare fuori dalla finestra. Il liquido caldo mi scendeva in gola. La porta si aprí di colpo. Mi girai. Era Michael. Entró di colpo e mi tolse di mano i documenti che avevo preso in mano e stavo leggiucchiando.
-Lasciali! Non entrare piú senza il mio permesso e non metterti mai piú a leggere e curiosare!- ero un po' intimorita. Mi allontanai da lui. Ero spallee al muro.
-Non impicciarti nel mio mondo.- disse mentre rimetteva a posto il tavolo.
-Michael... cos'hai oggi?-
-Niente!-disse girandosi di colpo. Era cosí vicino, potevo sentirgli le tempie che pulsavano dalla rabbia. Avevo un nodo in gola.
-Michael... ma che cos'hai?- chiesi con la voce rotta dal timore.
-Ti ho detto che non ho niente!- disse a denti stretti.
-Da...da quando stamattina quell'uomo ha parlato con te...-
-Hai origliato?!- sbraitó lui. Chiusi gli occhi.
-Soraya!-
-No... stavo uscendo dal bagno... e ho visto quell'uomo... scusa... io... non volevo... spiare...- dissi ad occhi chiusi. Piano piano riaprii gli occhi. Era ancora li davanti a me. Si era giá preparato. Camicia rossa, pantaloni neri e occhiali a specchio. Guardai il mio riflesso nei suoi occhiali. Ero proprio impaurita.
-Ti prego Soraya di non intrometterti!-
-Io non mi sto intromettendo! Giro per casa per cercarti e nessuno mi vuole dire dove sei! Poi mi metto a guardare il tuo studio e mi urli contro! Io volevo solo capire che cosa hai oggi! Che fine ha fatto il Michael di ieri sera?!- urlai. Mi prese per i polsi. In un repentino scatto, avvicinó il mio corpo al suo. Mi bació. Era un bacio rabbioso. Smettemmo di baciarci e mi guardó dritto negli occhi.
-Era questo che volevi?!-
-No.- dissi io chiudendo gli occhi.
-E ora esci dal mio studio!- disse lasciandomi i polsi. Lasciai la tazza sul tavolo e me ne uscii.
-Sono stata una stupida a pensare che ci fossimo veramente innamorati!-
Penso ad alta voce. Esco di casa e vado a fare una passeggiata per Neverland. Devo scoprire chi è quell'uomo. Ad un tratto vedo in lontananza un enorme suv ner che entra dal cancello. Mi passano di fianco. Cerco di capire chi sia, quando la portiera si apre e scende un anziana donna di colore. Mi si avvicina e mi chiede:
-Lei mi dica dov'è Michael.-
-Scusi ma magari si è sbagliata. Io non faccio parte del personale.-
-E allora chi sei?- bella domanda. Chi sono io per Michael? Un'amica? Una ragazza? Un divertimento? Mi portai le mani sugli occhi.
-Io... non lo so.- dissi appoggiandomi all'albero che avevo dietro. La donna mi guardó perplessa.
-Oh... comunque dov'è Michael?-
-Nel suo studio.- dissi stanca io. Si diresse in casa. Io me ne andai da un altra parte. Volevo pensare, stare tranquilla. Mi sedetti all'ombra di un albero. Forse dovevo andarmene. Questa casa mi ricordava solo Andy e sofferenze. Magari mi devo cercare un altro lavoro. Scoppiai in lacrime. Guardavo fisso verso quella finestra. Misi piú a fuoco. Vedevo Michael, e guardava nella mia direzione. Mi guardava mentre stavo piangendo e non veniva a consolarmi. Abbassó la testa, la scosse e sparí nell'oscuritá. Mi asciugai le lacrime e decisi di rientrare in casa. Salii le scale e andai in camera. Iniziai a raccogliere le mie cose e a metterle in una borsa. Se volevo cercare un altro lavoro mi serviva il curriculum. Lo tiene nello studio il datore di lavoro. Quindi devo andare nel suo studio. Andai di fretta nel suo studio, sperando che non ci fosse. Entrai. Lui non c'era. Aprii un paio di cassetti. Trovai uno schedario. Passai uno ad uno i curriculum degli altri ballerini. Trovai il mio. Lo presi e andai fuori dallo studio senza neanche mettere a posto i cazzetti. Arrivai in camera. Chiusi la porta. Vidi Michael in piedi che stava frugando nella mia borsa.
-Che fai?!- chiesi io.
-No Soraya! Che stai facendo tu!-
-Mi costruisco una vita! Senza di te!- mi avvicinai alla borsa e feci per infilarci il curriculum. Me lo prese dalle mani.
-Vuoi pure licenziarti?!- disse sorridendo in modo ironico.
-Si! Voglio andarmene e cercare un nuovo lavoro!-
-Non puoi...- disse sempre sorridendo ironico.
-Sí che posso! Chi me lo puó impedire?!-
-Io!- urló buttando il curriculum per terra. Una settimana era andata benissimo e adesso siamo finiti cosí.
-Tanto io non sono nessuno per te!! Mi vuoi solo fuori dalla tua vita! Ecco il problema! Tu sei solo egocentrico! Il tuo mondo gira solo intorno a te!!!- dissi scoppiando di rabbia.
-Dimmelo che mi stai usando! Mi stai solo prendendo in giro! E io che pensavo che noi...-
-Che noi!!!?-
-Pensavo che ci stessimo innamorando!- dissi io. Lui prese il mio borsone e lo buttó ai miei piedi.
-Vattene pure se vuoi!!- lanció pure il curriculum per terra.
-Ma dammi solamente la certezza che l'amore che io provo per te sia ricambiato.- il cuore mi sussultó. Mi amava?
-Quindi tu?-
-Sí io ti amo! Voglio tenerti fuori dal mio mondo. Ti farebbero del male. É per questo che sono arrabbiato! Tu sei testarda e vuoi continuare a farti del male entrando nel mio mondo!- disse con voce grave. Mi buttai letteralmente tra le sue braccia. Mi accolse baciandomila testa. Poi mi bació, le nostre bocche si schiusero. Mi prese in braccio e mi mise sul letto. Si mise sopra di me. Continuavamo a baciarci. La sua mano sinfece audace e mi alzó la maglietta. Gli fermai la mano.
-Michael... non ancora... non adesso... perfavore...- cercai di dire soffocata tra un bacio e l'altro. Si fermó. Mi guardó con sguado supplicante.
-Ma... io... ho paura...- ammisi a malincuore. Lui sorrise lievemente e mi carezzó la testa.
-Non devi avere paura Soraya.-.


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