-Perché non me l’hai detto!?-
-Michael ti stai sbagliando non è assolutamente vero!- dissi con voce tremolante per il panico. Non so come ha fatto a scoprirlo, di solito metto sul collo un po’ di fondotinta per coprirla. Continuava a piovere.
-Non fare la finta tonta con me!- disse portandomi ancora più dentro alla radura.
-Io non sto facendo niente! Sei tu che ti vuoi impicciare di tutto!! Se io ho una malattia non te ne può fregare niente, hai capito?!?- sia maledetta la mia boccaccia. Gliel’avevo detto. Ormai era troppo tardi, lo sapeva e non potevo tirarmi indietro.
-Oh… scusami non volevo…- dissi un po’ spaesata.
-Di cosa scusa?- chiese lui, che finalmente si era calmato.
-Di tutto, Michael. Non volevo litigare…- dissi guardando per terra. Mi guardò e si morse il labbro. Mi ritirò su la maglietta che era scesa sulla spalla.
-Scusami tu per averti urlato addosso così, mi scuso perché di sicuro ti ho spaventato…-
-Scuse accettate.- e lo abbracciai.
-Da quanto tempo ti hanno diagnosticato la vitiligine…- mi chiese lui timoroso.
-… 5 anni ormai.- risposi seccata.
-Mi dispiace.-
-Ok.- dissi mentre qualche lacrima traditrice mi scese sulle guance. Con una mano me le asciugò.
-Su dai, non piangere…- dissi abbracciandomi
-Scusa… io sai pensavo che prima tu…- dissi singhiozzando – che volevi…-
-No! Come hai potuto pensarlo! Quel pensiero non ha mai sfiorato la mia mente e non succederà mai! Non potrei farti e farvi mai, MAI del male!-
-Ok, scusami…- ci staccammo e io guardai il cielo. Si era rasserenato, e era uscito l’arcobaleno.
-Sarà meglio tornare dentro, Andy e Herman si staranno preoccupando.- dissi io
-Andiamo…-
Andy:
Herman mi promise di non dire niente. Speriamo che sia così, infondo mi fido molto di lui. In lontananza vidi arrivare Michael e…
Spero vi piaccia...
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