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Sogno o son Desto? Rating: verde

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2013 14:45
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08/01/2013 09:48
 
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Adesso che gli ha detto la verità riguardo a quel lurido di Tom che violentava Andy può stare tranquilla che con il suo aiuto Tom la pagherà e può stare tranquilla perché Michael è molto di verso da Tom
17/01/2013 18:00
 
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Hai ripostato!! [SM=x47928] Giusto! Michael è molto diverso, azi non ha nulla di che spartire con Tom.
Posta presto il prossimo! [SM=g2927046]

20/01/2013 13:28
 
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Con mano tremante gli passai le dita sulle labbra. Il candido tepore sotto i polpastrelli. Era come sfiorare il velluto. Mi bació i polpastrelli, uno ad uno. Mi prese la mano, baciandola delicatamente. Poi gliela appoggiai sulla guancia. Mentre con l'altra gli accarezzai il solco che gli si formava quando tendeva i muscoli del collo. E poi lo guardai negli occhi perdendomici dentro. -Forse dovresti vestirti...- feci notare io.
-Giusto...- disse scostandosi. Risi timidamente. La routine andó avanti per qualche settimana.
Appena entró, con l'asciugamano legato in vita, lo guardai muoversi con eleganza in mezzo alla stanza alla ricerca di una maglietta. Era stupendo. Prese i vestiti e andò in bagno a cambiarsi. Lo aspettai sul letto. Dopo un paio di minuti uscì dal bagno con una maglietta a scollo a v e dei pantaloni neri. Si sedette sul letto.
-Beh che facciamo?- chiese lui.
-Non so...- inizió a torturarsi il labbro inferiore. Un silenzio di tomba calò d'un tratto. Decisi di rupperlo.
-Magari possiamo guardare un film...?-
-Sí! Is a Good idea!- risi.
Si alzò e andó a cercare un DVD. Prese un paio di film. Ce n'era uno di horror, uno di azione e uno d'amore.
- Cosa scegli?- mi chiese. Ci pensai un attimo. Quelli di azione non mi piacciono molto.
-Quello... d'amore- dissi arrossendo. Rise anche lui. Ci mettemmo sul letto a gambe incrociate a guardare il film. La storia parlava di due ragazzi che si sono conosciuti tramite un amico in comune. Poi si erano innamorati lavorando insieme. Io lo guardai mentre i due protagonisti si stavano baciando. Lui se ne accorse e si giró verso di me. Ci fissammo. Volevo proprio sapere cosa stava pensando in quel momento. Pochi attimi. Mi avvicinai e lui fece lo stesso. Le nostre labbra si sfiorarono appena. Gli misi le mani dietro la nuca. Ci staccammo e non dicemmo niente. Continuammo a guardare zitti il film. Sentivo le palpebre farsi pesanti. Mi appoggiai alla sua spalla. E caddi in un sonno profondo Diedi uno sguardo alla televisione. La scena era ancora ferma al bacio. Era come se la scena del NOSTRO bacio fosse rimasta impressa nell'aria. Guardó anche lui la televisione. Poi portó lo sguardo su di me, sulle mie labbra. Mi bació di nuovo. Lo lasciai fare. Assaporai bene il sapore delle sue labbra. Era un misto di lampone e ciliegia. Ad un tratto bussarono alla porta. Ci fermammo all'istante. Ci ricomponemmo. Io andai in bagno e lui andó alla porta. Mi sedetti per terra e portai le ginocchia al petto. Sospirai chiudendo gli occhi. Mi passai un dito sulle labbra. Era successo veramente? Ci eravamo baciati? Era una piccola cosa ma nel mio cuore occupava uno spazio enorme. Mi alzai e spiai dalla porta. Michael era in piedi e parlava con un uomo. L'uomo era di colore e un po' vecchiotto. Michael era molto freddo. Lo potevo capire da come gesticolava. L'uomo se ne andó. Io uscii dal bagno come se non avessi sentito niente.
-Michael... tutto ok?- chiesi guardandolo. Stava facendo avanti e indietro per la stanza. Si fermó davanti al comó e aprí il cassetto. Lo vidi tirare fuori dei bigliettoni. Mi avvicinai e gli presi il braccio.
-A cosa ti servono?- chiesi. Erano veramente tanti.
-Niente... devo... ridare dei soldi... a... a un amico!- disse nervosamente. Si scostó e uscí dalla stanza. Rimasi li. Scesi e incontrai Herman.
-Herman...-
-Scusi?- chiese cortesemente.
-Sono...io... Soraya!-
-Oh! Buongiorno signorina!- disse sfoderando un sorriso.
-Sai dirmi... dov'è Michael?- chiesi io. La sua espressione cambió.
-No... non posso dirglielo. Vada a fare colazione.- me ne andai triste. Arrivai in cucina e presi un cornetto al cioccolato. Mi feci fare da Mildret, la domestica, un cappuccino. Andai di soppiatto nello studio di Michael. Entrai ma non c'era nessuno. Sorseggiando il mio cappuccino curiosai un po' in giro. Appoggiai il cornetto su un tovagliolo e lo misi sulla scrivania. Ero girata a guardare fuori dalla finestra. Il liquido caldo mi scendeva in gola. La porta si aprí di colpo. Mi girai. Era Michael. Entró di colpo e mi tolse di mano i documenti che avevo preso in mano e stavo leggiucchiando.
-Lasciali! Non entrare piú senza il mio permesso e non metterti mai piú a leggere e curiosare!- ero un po' intimorita. Mi allontanai da lui. Ero spallee al muro.
-Non impicciarti nel mio mondo.- disse mentre rimetteva a posto il tavolo.
-Michael... cos'hai oggi?-
-Niente!-disse girandosi di colpo. Era cosí vicino, potevo sentirgli le tempie che pulsavano dalla rabbia. Avevo un nodo in gola.
-Michael... ma che cos'hai?- chiesi con la voce rotta dal timore.
-Ti ho detto che non ho niente!- disse a denti stretti.
-Da...da quando stamattina quell'uomo ha parlato con te...-
-Hai origliato?!- sbraitó lui. Chiusi gli occhi.
-Soraya!-
-No... stavo uscendo dal bagno... e ho visto quell'uomo... scusa... io... non volevo... spiare...- dissi ad occhi chiusi. Piano piano riaprii gli occhi. Era ancora li davanti a me. Si era giá preparato. Camicia rossa, pantaloni neri e occhiali a specchio. Guardai il mio riflesso nei suoi occhiali. Ero proprio impaurita.
-Ti prego Soraya di non intrometterti!-
-Io non mi sto intromettendo! Giro per casa per cercarti e nessuno mi vuole dire dove sei! Poi mi metto a guardare il tuo studio e mi urli contro! Io volevo solo capire che cosa hai oggi! Che fine ha fatto il Michael di ieri sera?!- urlai. Mi prese per i polsi. In un repentino scatto, avvicinó il mio corpo al suo. Mi bació. Era un bacio rabbioso. Smettemmo di baciarci e mi guardó dritto negli occhi.
-Era questo che volevi?!-
-No.- dissi io chiudendo gli occhi.
-E ora esci dal mio studio!- disse lasciandomi i polsi. Lasciai la tazza sul tavolo e me ne uscii.
-Sono stata una stupida a pensare che ci fossimo veramente innamorati!-
Penso ad alta voce. Esco di casa e vado a fare una passeggiata per Neverland. Devo scoprire chi è quell'uomo. Ad un tratto vedo in lontananza un enorme suv ner che entra dal cancello. Mi passano di fianco. Cerco di capire chi sia, quando la portiera si apre e scende un anziana donna di colore. Mi si avvicina e mi chiede:
-Lei mi dica dov'è Michael.-
-Scusi ma magari si è sbagliata. Io non faccio parte del personale.-
-E allora chi sei?- bella domanda. Chi sono io per Michael? Un'amica? Una ragazza? Un divertimento? Mi portai le mani sugli occhi.
-Io... non lo so.- dissi appoggiandomi all'albero che avevo dietro. La donna mi guardó perplessa.
-Oh... comunque dov'è Michael?-
-Nel suo studio.- dissi stanca io. Si diresse in casa. Io me ne andai da un altra parte. Volevo pensare, stare tranquilla. Mi sedetti all'ombra di un albero. Forse dovevo andarmene. Questa casa mi ricordava solo Andy e sofferenze. Magari mi devo cercare un altro lavoro. Scoppiai in lacrime. Guardavo fisso verso quella finestra. Misi piú a fuoco. Vedevo Michael, e guardava nella mia direzione. Mi guardava mentre stavo piangendo e non veniva a consolarmi. Abbassó la testa, la scosse e sparí nell'oscuritá. Mi asciugai le lacrime e decisi di rientrare in casa. Salii le scale e andai in camera. Iniziai a raccogliere le mie cose e a metterle in una borsa. Se volevo cercare un altro lavoro mi serviva il curriculum. Lo tiene nello studio il datore di lavoro. Quindi devo andare nel suo studio. Andai di fretta nel suo studio, sperando che non ci fosse. Entrai. Lui non c'era. Aprii un paio di cassetti. Trovai uno schedario. Passai uno ad uno i curriculum degli altri ballerini. Trovai il mio. Lo presi e andai fuori dallo studio senza neanche mettere a posto i cazzetti. Arrivai in camera. Chiusi la porta. Vidi Michael in piedi che stava frugando nella mia borsa.
-Che fai?!- chiesi io.
-No Soraya! Che stai facendo tu!-
-Mi costruisco una vita! Senza di te!- mi avvicinai alla borsa e feci per infilarci il curriculum. Me lo prese dalle mani.
-Vuoi pure licenziarti?!- disse sorridendo in modo ironico.
-Si! Voglio andarmene e cercare un nuovo lavoro!-
-Non puoi...- disse sempre sorridendo ironico.
-Sí che posso! Chi me lo puó impedire?!-
-Io!- urló buttando il curriculum per terra. Una settimana era andata benissimo e adesso siamo finiti cosí.
-Tanto io non sono nessuno per te!! Mi vuoi solo fuori dalla tua vita! Ecco il problema! Tu sei solo egocentrico! Il tuo mondo gira solo intorno a te!!!- dissi scoppiando di rabbia.
-Dimmelo che mi stai usando! Mi stai solo prendendo in giro! E io che pensavo che noi...-
-Che noi!!!?-
-Pensavo che ci stessimo innamorando!- dissi io. Lui prese il mio borsone e lo buttó ai miei piedi.
-Vattene pure se vuoi!!- lanció pure il curriculum per terra.
-Ma dammi solamente la certezza che l'amore che io provo per te sia ricambiato.- il cuore mi sussultó. Mi amava?
-Quindi tu?-
-Sí io ti amo! Voglio tenerti fuori dal mio mondo. Ti farebbero del male. É per questo che sono arrabbiato! Tu sei testarda e vuoi continuare a farti del male entrando nel mio mondo!- disse con voce grave. Mi buttai letteralmente tra le sue braccia. Mi accolse baciandomila testa. Poi mi bació, le nostre bocche si schiusero. Mi prese in braccio e mi mise sul letto. Si mise sopra di me. Continuavamo a baciarci. La sua mano sinfece audace e mi alzó la maglietta. Gli fermai la mano.
-Michael... non ancora... non adesso... perfavore...- cercai di dire soffocata tra un bacio e l'altro. Si fermó. Mi guardó con sguado supplicante.
-Ma... io... ho paura...- ammisi a malincuore. Lui sorrise lievemente e mi carezzó la testa.
-Non devi avere paura Soraya.-.


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21/01/2013 16:21
 
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Era ora che Soraya si rendesse conto che la ama
26/01/2013 15:30
 
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Ecco il nuovo capitolo. Spero che vi piaccia.

Si mise sopra di me. Continuavamo a baciarci. La sua mano si fece audace e mi alzó la maglietta. Gli fermai la mano.
-Michael... non ancora... non adesso... perfavore...- cercai di dire soffocata tra un bacio e l'altro. Si fermó. Mi guardó con sguado supplicante..
-Ma... io... ho paura...- ammisi a malincuore. Lui sorrise lievemente e mi carezzó la testa.
-Non devi avere paura Soraya.- mi sussurró.
-Non me la sento... non so come si fa...- dissi timidamente.
-Ok...- disse lui. Ma la sua mano continuava a insinuarsi sotto la maglietta.
-Michael!- dissi io.
-Scusa...- ritrasse la mano. Continuai a baciarlo. Volevo solo quello. Solo baci. Niente di piú per adesso. Ci addormentammo cosí, abbracciati. Mi sveglia. Michael non c'era. Mi riaddormentai. Quando mi risvegliai di nuovo lo vidi seduto al bordo che mi guardava. Aveva in mano un vassoio con la colazione.
-Ciao...- dissi io.
-Buongiorno Sor.- rispose sorridendo. Appoggió il vassoio su letto ed estrasse una rosa dalla giacca. Me la mostró.
-La vedi? Questa sei tu. La rosa è delicata ma allo stesso tempo ha le spine che pungono.- passó la mano sul gambo.
-Le spine tagliano.- e mi mostró la sua mano. Sanguinava un po'.
-Ma Michael ti sei fatto male!- non mi diede retta e continuó a parlare.
Poi accarrezzó i petali uno a uno.
-All'interno è morbida e dolce. Ed è proprio qui dentro che ha inizio la vita.- disse indicando il centro del fiore. Poi mi tolse il lenzuolo, alzó la mia maglietta e mi accarezzó la pancia.
-É qui. Qui inizia la vita.- mi ricoprí.
-Se la rosa la si sa trattare... non punge. Come te.- lo guardai. Gli presi la rosa tra le mani e ne assaporai lentamente l'odore. La appoggiai sul comodino. Ci misi anche il vassoio. Poi mi avvicinai piano a lui. Lo presi per il colletto della camicia e lo avvicinai al mio viso. Me lo prese tra le mani e mi bació. Le bocche si schiusero e le nostre lingue si conobbero come non mai. Lentamente si distese su di me.
-Cosa c'è?- chiese.
-Io... voglio fare... l'amore... con te...- dissi io chiudendo gli occhi e arrossendo. Mi accarezzó la guancia.
-Sei sicura?-
-Sí Michael.- sorrise e spense la luce del comodino. La stanza era in penombra. Mi bació delicatamente. I baci poco a poco diventarono infuocati e accesi. Mi tolse la maglietta. Avvicinai le mie mani tremanti e gli sbottonai piano la camicia. La lanciai via. Avevo una tremenda paura. Paura di sbagliare. Posó dei piccoli baci sul mio collo e sulle spalle. Mi fece rabbrividire.
-Michael...-
-Cosa c'è...- chiese continuando a baciarmi.
-N...Niente...-
Affondai le mani nei suoi riccioli scuri. Con mia grande sorpresa riuscí a sganciare il mio reggiseno. Lo fece cadere dal letto. Non sapevo cosa fare a questo punto. Mi guardó e se ne accorse. Baciandomi, mi prese le mani e le appoggió sul bordo del suo pantalone. Capii e iniziai ad avvicinarmi al bottone del pantalone. Lo slacciai piano. Feci scorrere la cerniera. Se li sfiló da se. Lui poi sfiló i miei. Deglutii pesantemente.
-Tutto...ok...- chiese lui sospirando.
-Si...- risposi io. Le sue mani percorsero il mio corpo lasciandomi senza respiro. Sfiorarono l'elastico degli slip. Sospirai. Lasciai che mi sfilasse gli ultimi indumenti. Ora il mio corpo era sotto il suo controllo, fra poco sarei stata sua. Feci per sfilargli i boxer. Ma mi fermó.
-Che...c'è?- chiesi io.
-Sicura?-
-Oh Michael... chi ami baci.- dissi baciandolo. Gli sfilai i boxer. Mi aggrappai alle sue spalle e ci unimmo in una lega unica. Un dolce incontro. Il mio primo dolce incontro. In quell'atto non c'era violenza, non c'era "sesso". C'era semplicemente amore. C'eravamo solamente noi, Soraya e Michael. Tremai.
-Ti... faccio... male...- chiese tra un sospiro e l'altro.
-No... p...piano...- dissi chiudendo gli occhi. Sorrise e mi accarezzó la testa. Ci addormentammo abbracciati e sudati. Avvolti in quel lenzuolo. Unico velo del nostro amore. Unica barriera contro tutto quello che era al di fuori del mio cuore. Michael si sveglió di soprassalto. Sobbalzai anche io.
-Ma che c'è?!- chiesi ancora spaventata. Si alzó... era... nudo. Abbassai lo sguardo.
-Non faccio mica paura! Non esageriamo!-
-Scusa... mi imbarazzo.- mi spiegai riportando lo sguardo sul suo viso. Si infiló i boxer e i pantaloni.
-Dove vai?-
-A una runione... dovevo andarci...- si guardó in giro alla ricerca di un orologio.
Erano passate ben tre ore.
-Ma quanto ci abbiamo messo?!- chiese mentre cercava la sua camicia. Gliela raccolsi e gliela porsi. La prese e poi mi guardó. Mi prese per i polsi e mi bació. Sapevo a cosa voleva arrivare.
-Michael...Michael! Devi andare...- dissi mentre continuava a baciarmi. Si staccó e mi raccolse il reggiseno e gli slip.
-Forse... dovresti...-
-Ah sí... credo di sí.- dissi infilandomi tutto. La sua espressione cambió.
-A cosa pensi?-
-Alla... riunione!- rispose nervoso.
-Io vado adesso. Dormi. Fai un po quello che vuoi... ci vediamo... stasera.- disse guardandomi in modo magnetico.
-Ok ciao Michael.- dissi avvicinandomi e baciandolo. Rimasi un po' seduta sul letto. Avevo fatto l'amore...
Mi addormentai senza neanche mangiare. Non avevo voglia di scendere percui mangiai la colazione che avevamo lasciato sul comodino. Accesi la tv per farmi fare compagnia. Stavo iniziando a mangiare il mio toast quando non riuscii a credere alle mie orecchie. Rimasi con il toast a mezz'aria.
"Ecco il cantante pop Michael Jackson che esce dal tribunale. Le accuse di pedofilia gli stanno infangando l'immagine pubblica. Sopratutto dopo le veritá confessate dal dodicenne Jordan Chandler..." un nodo mi si formó in gola. Sentivo come degli spilli negli occhi. Le lacrime dovevano uscire Mi aveva nascosto tutto. Mi aveva giurato di dirmi tutto. E io che gli ho creduto. Presi la rosa che mi aveva regalato e andai nello studio. Gliela appoggiai sulla scrivania. Scrissi un biglietto.
"SEI UN TRADITORE... ti amo"
Tornai in camera. Mi vestii. Andai da Mildret
-Fammi preparare una camera.- dissi io. Mildret mi guardó accigliata.
-É sicura?- mi girai.
-Sí!- uscii di casa e mi diressi verso il maneggio privato. Girai un po'. Vidi un cavallo nero. La targhetta citava il nome di "Black Lie". Decisi di prendere quello. Lo sellai e andai a fare un giro.

Michael:
Ero in macchina ed ero di ritorno dal tribunale. Varcammo il cancello. La macchina frenó. Scesi in tutta fretta. Deaideravo vederla, abbracciarla. Avevo fatto ritardo all'udienza... per lei. Appena entrai in casa non vidi Mildret. La cercai. Andai al piano di sopra, un rumore mi attiró verso la camera opposta alla mia. Entrai e vidi Mildret che stava preparando un letto.
-Buongiorno signor Jackson!- mi salutó mentre metteva la fodera a un cuscino. Guardai la camera.
-Cosa fai Mildret?-
-Preparo una camera per Soraya.-
-Per Soraya?!-
-Sí me l'ha chiesto lei. Ha detto che vuole stare da sola.- sbigottito diedi un pugno al muro. La feci sobbalzare.
-Perchè non l'hai fermata?!-
-Mi...mi scusi...-
-No... non è colpa tua. Piuttosto dov'è adesso?-
-Credo a fare un giro a cavallo... ma Mr. Jackson... ha bisogno di pensare...- disse prendendomi per il braccio mentre stavo per andarmene. Annuii con la testa. Me ne andai nel mio studio in preda all'ira. Le avevo dato tutto. Tutto il mio amore, TUTTO! Dopo qualche minuto mi accorsi di una rosa appoggiata sulla scrivania. Era quella che gli avevo regalato. C'era un bigliettino.
"SEI UN TRADITORE... ti amo" guardai un paio di volte il biglietto. Lo strappai dalla rabbia e lo buttai, scoppiando poi in un pianto silenzioso. Ad un tratto mi sembró di udire dei passi. Mi asciugai velocemente le lacrime. Cercai il mio orgoglio maschile e uscii dalla porta. Era lei. Aveva i vestiti sporchi di terra. Stava pure piangendo. Mi avvicinai e gli appoggiai la mano sulla spalla. Si scostó e mi tolse la mano.
-Ti prego Michael... non adesso perfavore.- disse chiudendo gli occhi e piangendo. Rimasi li in corridoio. La guardai entrare nella mia camera. Ero felice dentro di me. La mia felicitá si spense vedendola uscire con il borsone e entrare nella sua camera. Entrai nel mio studio affranto. Mi misi a pensare guardando fuori dalla finestra. Cosa potevo avergli fatto!? Mi strofinai gli occhi. Un silenzio di ghiaccio si formó. Sentii i suoi singhiozzi disperati.
Soraya:
Mi sentivo tradita. Non avevo la maturitá per farmelo dire? Continuavo a piangere disperatamente.
-PERCHÉ NON ME L'HAI DETTO!?!- chiesi ad alta voce. Ero totalmente fuori di me. Continuai ad urlare.
-POTEVI DIRMELO!! POTEVI FIDARTI DI ME!!! IO TI ODIO!!- le ultime parole mi fecero sussultare. Io non volevo dirle. Piansi appoggiandomi al muro. Poi andai a farmi una doccia. Il rumore dell'acqua scrosciante ovattó i miei singhiozzi. Mi ripresi. Ad un tratto qualcuno bussó alla porta. Pensai che fosse Michael. Aspettai sperando che se ne sia andato. Ma ribussarono un'altra volta. Andai ad aprire. Era Mildret.
-'Sera. La cena è pronta.- dovevo scendere a cena.
-..ok..Ok mi preparo e scendo...- dissi a malincuore. Entrai e andai in bagno. Mi guardai allo specchio. Avevo le occhiaie, gli occhi arrossati dal pianto, e i miei capelli erano spettinati. Non avevo voglia di mettermi apposto ma i capelli me li pettinai. Poi mi asciugai le ultime lacrime e scesi di sotto. A tavola c'era la sua famiglia. Katherine, Joe e tutti i fratelli. Mi imbarazzai. Lui era seduto a capo tavola e mi guardava. Non capii perchè portava gli occhiali da sole alle otto di sera. Erano tutti in silenzio.
-S..scusatemi...- mormorai appena. Andai in cucina dove trovai Mildret. Mi sedetti al bancone della cucina a vista e mi misi le mani fra i capelli.
-Cosa c'è Soraya?- mi chiese Mildret.
-Ha invutato la sua famiglia... e io ho fatto la figura dell'idiota!- dissi quasi piangendo. Mi alzó il mento e mi disse.
-Non piangere! Ora recupera il tuo orgolgio femminile ragazza! vai di la!- disse seria. Gli sorrisi. Presi coraggio e andai in sala da pranzo. Appena varcai la soglia caló un silenzio.
-Dove posso sedermi?- chiesi con spontaneitá. Katherine si guardó attorno. -Puoi sederti la!- disse indicando... il posto di fianco a Michael. Lo vidi nervoso. Deglutii.
-Grazie.- dissi sorridendo. Lei ricambió. Mi sedetti lentamente. Avevo gli occhi di tutti su di me. Poi ad un tratto ricominciarono a parlare fra di loro. Iniziai a mangiare mentre studiavo un po' tutti. Michael mi sfioró la mano per sbaglio. La ritrassi di colpo. Non lo guardai in faccia.
-Mi passeresti l'acqua?- chiese lui. Io lo guardai. Presi la bottiglia d'acqua e gliela passia. Mi ringrazió, cercando inutilmente il mio sguardo. Ero infuriata con lui. Non mi aveva detto niente. Mi sentivo esclusa. Durante la cena continuava a scrutarmi. Il suo sguardo si posava sulle mie labbra. Sapevo che voleva possederle. Voleva stringermi fra le sue braccia, voleva me. A fine serata salutammo i parenti. La cena fu piena di sguardi supplicanti di lui. Chiudemmo la porta. Ci ritrovammo l'uno di fronte all'altra. Abbassai gli occhi. Mi si avvicinó per baciarmi ma io mi scostai. Strinse gli occhi. Un bacio rifiutato. Non deve essere stato bello per lui. Me ne andai in camera e mi buttai sul letto. Mi addormentai. Mi risvegliai decisi di lavarmi. Andai in bagno mi feci un'altra volta la doccia. Mi pettinai i capelli e li raccolsi in una coda. Uscii e scesi sperando di trovarlo seduto al tavolo a fare colazione. Ma lui non c'era. Andai in panico ed entrai in cucina. -Dov'è!?- chiesi io.
-A voluto fare colazione nello studio.- mi rispose Mildret mentre impastava la pasta dei biscotti. Corsi verso il suo studio. Appoggiai la mano sulla maniglia ed ecco il cuore che sussulta. Dovevo aprire quella porta, dovevo aprire il mio cuore. Respirai profondamente e aprii la porta. Mi guardó.
-Ciao.- disse tranquillo come se non fosse successo niente. Mi innervosii.
-Ciao!-
-Sei qui per chiedermi scusa giusto?- chiese. Mi infuriai a queste parole.
-IO??! DOVREI SCUSARMI?!- chiesi fuori di me.
-SÍ!! Per la figura che mi hai fatto fare a cena!!- mi si avvicinó.
-OH!! COME É ANDATA ALLA "RIUNIONE", MIKE?!?!- chiesi sorridendo in modo ironico.
-É PER QUESTO?!?!- chiese sbalordito. Lo guardai confusa.
-É per questo che stiamo litigando!?? Per delle fottute accuse?!?-
-"Fottute accuse"??!- urlai in preda alla rabbia.
-Michael è pedofilia!!!! Non sono fottute accuse!!!!-
-Ti sei arrabbiata perchè mi hanno accusato!?!?- chiese lui innervosito.
-NO! PERCHÉ NON ME L'HAI DETTO?!?! NON SONO ABBASTANZA MATURA?!??- chiesi io.
-SAPEVO CHE TI SARESTI ARRABBIATA! E POI NON SONO COSE CHE TI INTERESSANO!!-
-Tu... tu!- appoggiai il mio indice sul suo petto.
-Avevi giurato!!- dissi chiudendo gli occhi.
-Ma cosa!?!-
-DI DIRMI TUTTO!-
-Ma fammi il favore Soraya!- disse prendendomi il polso. Strattonai e mi lasció.
-Vattene via dal mio studio!!- disse lui.
-IO... TI ODIO!- le mie ultime parole.
-Beh! RICAMBIO!- disse tornando a sedersi. Uscii dallo studio e sbattei la porta cosí forte che lo specchio che era appeso nel corridoi cadde frantumandosi in mille pezzi. Andai dritta in camera sua. Non sapevo neanche perchè ci fossi entrata. Mi guardai in giro. Avvicinandomi al letto schiacciai qualcosa con il piede. Era una pillola bianca. La guardai attentamente. Non sapevo cos'era quindi la lasciai a terra. Camminai fino al letto. Accarezzai le lenzuola. Le lenzuola dove i nostri corpi si erano conosciuti. Piansi stringendole fra i pugni. Sentii dei passi avvicinarsi. Mi alzai e uscii. Era davanti alla porta che mi fissava. Il mio labbro inferiore tremó. Scoppiai in lacrime e non riuscii a trattenermi. Mi passó affianco ed entró senza fare niente. Le lacrime scorrevano velocemente sul mio viso. Ero ferita. Ancora di piú perchè non mi aveva notato.
-Sei solo un bastardo!- gli urlai entrando nella mia stanza. Passi veloci verso di me. Ecco quello che sentii. Chiuse la porta.
-STAI ZITTA!! Zittaaa!- urló.
-No!- mi si avvicinó in modo repentino. Mi prese per i polsi e mi bació. Un bacio rabbioso. La sua lingua calda e morbida fece sciogliere i nodi della mia anima. Lo spinsi via ma lui mi riattiró a se. Sapeva benissimo che non sapevo resistere ai suoi baci. Indietreggiai nel vano tentativo di farlo smettere. Inciampai nel borsone e cademmo sul letto. Era sopra di me. Continuava a baciarmi.
-Michael lasciami!!!- cercai di dire. Si staccó dalle mie labbra. Lo guardai negli occhi. Sapevo di avere il fuoco nei miei.
-Stai zitta ti prego!- disse guardandomi
-Non ho voglia di urlare.- continuó.
-Oh... Michael neanche io... mi sono solamente... sentita esclusa...- dissi piangendo. Mi bació il viso.
-Scusa... e che non avevo voglia di parlarne... ma ora... basta litigare...- si spiegó. Mi bació mentre le nostre lingue danzavano. Mi sfiló la maglietta. Io sbottonai uno a uno i bottoni della sua camicia. Stavo per fermarlo, per dirgli cche magari non dovevamo... ma era troppo tardi, aveva giá slacciato il reggiseno. La mia mano aveva giá iniziato ad aprire il bottone del jeans. Feci scorrere lentamente la cerniera.
-Soraya... non provocarmi...- disse guardandomi negli occhi. Gli sfilai i pantaloni piano. Lui stava sfilando i miei. Gli ultimi abiti ci scivolarono via di dosso. Mosse lentamente e dolcemente il bacino contro il mio.
-Perchè dobbiamo sempre... litigare...- chiese lui sussurando al mio orecchio.
-Finisce sempre cosí...- risposi io. Poi ci rivestimmo. Mi si avvicinó e mi abbracció.
-Michael... non voglio piú litigare cosí... ho detto cose che io non penso... io non ti odio... io... ti...- mi bació senza farmi finire.
-Amo...- disse lui.
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27/01/2013 21:48
 
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Bello e ricco di tensione. Posta il prossimo con la speranza che non litigano più e Michael non la escluda più dalla vita ovvero le spiega con calma delle false accuse di pedofilia fatte Jordan Chandler e farsi aiutare
29/01/2013 17:56
 
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Mi si avvicinó e mi abbracció.
-Michael... non voglio piú litigare cosí.. ho detto cose che io non penso... io non ti odio... io... ti...- mi bació senza farmi finire.
-Amo...- disse lui.
Rimanemmo abbracciati per un tempo infinito. Ad un tratto alla porta bussó Mildret.
-Soraya?? Tutto ok? Non trovo piú Michael.- sorrisi. Mi prese la mano e andammo alla porta. La aprii.
Mildret spostó lo sguardo da me a lui e viceversa. Poi diede un occhiata dietro le nostre spalle. Il letto era disfatto e c'era ancora per terra il suo cappello. Ritornó a guardare noi.
-Oooh... ok.- disse sfoderando un sorriso. Si avviccnó furtiva a noi per poi bisbigliarci.
-Michael... hai la cerniera aperta.- io e lei scoppiammo a ridere mentre Michael si giró dall'altra parte "armeggiando" con i pantaloni.
Mildret se ne andó e ci lasció da soli. Risi mettendomi la mano davanti alla bocca. Si giró.
-Cosa ti ridi??- chiese.
-Dai... la cerniera aperta!- dissi continuando a ridere.
-L'hai aperta tu!- rispose ridendo. Mi sdraiai sul letto. Mi rigirai un po'. Michael mi guardava con aria perplessa.
-Cosa fai?- chiese avvicinandosi a me. -Cerco di non dimenticare.-
-Cosa?-
-Il nostro amore... nessuno in passato mi ha mai amato cosí. Pensa se... un giorno si romperá per sempre...- dissi pensierosa. Un suo bacio mi riportó alla realtá.
-Ehi... non devi pensare al passato perchè ormai ce l'hai alle spalle e non puó essere cambiato. Non pensare neanche al futuro, perchè quello è ancora da scrivere e decidere. Pensa al presente, assapora ogni attimo come se fosse l'ultimo.- disse giocando con una mia ciocca di capelli.
-Quindi dici di pensare ad adesso?-
-Proprio cosí Sor.-
-Ok. Io adoro quando mi chiami Sor. Io adoro te Mike.- dissi scrutandolo.
-Anche io Sor.- avvicinó le sue dita al mio collo. Mi scostai.
-Mi fai il solletico!- dissi ridendo.
-Houston ho trovato il suo punto debole! Annientiamola!- disse scherzando con voce robotica. Salí sul letto e si mise a farmi il solletico. Risi fino a rimanere senza respiro.
-Basta!! Ti prego!! Tregua!- lo supplicai con le lacrime agli occhi. Rise anche lui. Si chinó verso di me e mi bació. Mi alzó lentamente la maglietta e mi fece il solletico sulla pancia.
-Mike!!- dissi ridendo.
-Okok!- rispose rimettendo a posto la maglietta. Si distese di fianco a me. Avevo il fiato corto dal solletico. Rimasi incantata ad osservare il candelabro dorato.
-Cosa guardi?- mi chiese mettendosi di lato.
-Un candelabro...- risposi girandomi verso di lui.
-Cosa vorresti dal futuro?- chiesi io
-Non so... la pace nel mondo...?-
-No. Io dicevo... non dubito della pace nel mondo ma intendevo... qualcosa di personale... realizzabile.-
-Ah... ehm... un bambino.- disse lui pensieroso. Voleva un bambino... la cosa più semplice del mondo gli era stata negata.
-E perchè non lo fai?-
-Non è cosí semplice la soluzione...- disse abbassando lo sguardo.
-La... soluzione...- pensai che sarebbe stato un ottimo padre, me lo sentivo nel cuore.
-La soluzione ce l'hai davanti a te.- alzó lo sguardo e mi guardó.
-Tu... mi daresti un figlio?- chiese incredulo. Cosa avevo fatto?!
-Io... sí!- dissi togliendomi quel peso. Mi baciò in modo passionale.
-Grazie... grazie...- continuava a bisbigliarmi mentre mi baciava il collo.
-Mike non devi dirmi grazie... quando succederá succederá. Non so quando rimarró incinta.- dissi io. Ad un tratto sentii delle piccole goccie sul collo.
Stava piangendo.
-Grazie Sor.- disse piangendo. Io gli asciugai le lacrime.
-Non piango io ma non piangere neanche tu!- Mi sorrise.
-Te l'ho giá detto grazie?- chiese lui.
-Sí Mike!- dissi io asciugandogli con un dito la sua ultima lacrima. Ad un tratto la porta si aprí e entró Herman.
-Signor Jackson c'è una chiamata per lei.-
-Ok arrivo subito.- disse facendosi serio. Herman chiuse la porta.
-Chi è?-
-Sor non lo so!- disse ridendo. Si alzó dal letto e si diresse verso la porta. Lo fermai per un braccio. Fummo uno davanti all'altra. Lo baciai lentamente. Con le mani mi avvicinai alla cerniera dei suoi pantaloni.
-Ma Sor... che fai...- chiese sussurrando tra un bacio e l'altro.
-Ti chiudo la cerniera...- mi staccai da lui.
-Oh... grazie!- disse ridendo.
-Vai adesso! Ti aspetteranno in ufficio!- dissi dandogli un colpetto sulla spalla.
-Ciao Sor... mi mancherai...-
-Ma Mike! Siamo a due stanze di distanza!- dissi sorridendo.
-Giusto. A proposito di stanze... torna nella mia ti prego.-
-Ahm... io non... so...-
-Soraya perfavore... voglio sentire il calore del tuo corpo di fianco a me. Voglio sentire il tuo dolce respiro sulla mia pelle. Voglio sentire la dolcezza delle tue labbra sulle mie. Voglio sentirti mia in tutto e per tutto Soraya.-
-Ok.- dissi quasi commossa. Se ne andò mandandomi un bacio.
Rimasi seduta sul letto. Eh sí mi ero innamorata sul serio. Stavamo facendo sul serio. Gli ho pure promesso un bambino.
-Sono impazzita!- dissi a me stessa.

MICHAEL:
Andai nello studio. Mi ero riappacificato con Soraya. Avevamo pure fatto l'amore. Dovevo farla finita con Lisa, devo chiedere il divorzio. Entrai nello studio e presi la cornetta del telefono. Era proprio lei, Lisa Marie Presley. Si parla del diavolo e spuntano le corna.
-Pronto?-
-Sí ciao... Michael!-
-Ciao... Lisa.-
-Chiedo il divorzio.-
-Perchè?!- chiesi io stupefatto. Praticamente stava giá facendo tutto lei!
-Michael io ho una vita e due figli da gestire! Non posso perdere tempo con te! E poi dai! Non ci vediamo da un mese!-
-Ok... chiameró il mio avvocato e gli diró di passare alle azioni legali. Ci sentiamo...- dissi chiudendo la chiamata. La vita non poteva andare meglio. Avevo la mia Soraya e la mia Neverland. Nessun paparazzo per ora. Nessuno che rompe le scatole. E... fra poco avrei avuto anche un figlio. Io la adoro. Ritornai in camera ma lei non c'era.
-Soraya?- chiesi camminando verso il bagno. Aprii lentamente la porta. Era li con l'asciugamano tenuto vicino al petto. I capelli biondo cenere erano bagnati, come la sua candida pelle. Emanava un odore dolciastro e estremamente sensuale.
-Posso?- chiesi entrando. Lei sorrise lievemente e mi fece cenno di sí. Entrai.
-Sei la cosa piú bella che io abbia mai visto.- dissi guardandola negli occhi. Ii suoi dolci occhioni da cerbiatta...
-Anche tu...- disse estasiata. Mi avvicinai e delicatamente gli poggiai un bacio umido sul collo. Lei chiuse gli occhi. Mi si avvicinó e mi bació.
-La dobbiamo smettere di baciarci come due innamorati...- dissi ridendo.
-Oh ma è quello che siamo!- disse accarezzandomi la mascella.
-Ora vestiti... ti porto in un posto speciale.- dissi guardandola un ultima volta.
Andai a sedermi sul letto aspettandola. Dopo venti minuti uscí dal bagno vestita. Rimasi a bocca aperta. Aveva una camicetta rosa che metteva in risalto le sue forme. Cosí come i pantaloni, semplici jeans. La presi per mano.
-Su andiamo!- dissi guardandola.
-Ok- corremmo fuori casa e andammo nei prati. Ci fermammo un attimo per riprendere fiato.
-Ok adesso chiudi gli occhi!-
-Ma Michael! Dopo non vedo dove vado!- in pochi secondi la presi in braccio.
-Non ti preoccupare! Ma adesso chiudili!-
-Ok...- disse lei. Non pesava molto. Mi sentivo il dovere di proteggerla. Aveva un corpicino cosí esile. Avevo una costante paura di fargli del male... o di fargli provare dolore... anche quando facevamo l'amore. Mi ripresi da quei pensieri. Ero talmente innamorato che non mi accorsi che eravamo quasi arrivati.
-Ecco adesso puoi aprire gli occhi!-
SORAYA:
Aprii lentamente gli occhi. Mi facevano male perchè il sole picchiava forte. Quando riuscii a mettere a fuoco rimasi stupita. C'era una casetta costruita in legno con davanti una stupenda radura con al centro un laghetto dove delle piccole cascate creavano un atmosfera romantica. Mi feci mettere giú.
-Michael! Tutto questo è fantastico!- dissi facendo un giro su me stessa. Lo vidi pensieroso. Mi avvicinai di piú e lo presi per la manica della camicia. Lo trascinai nel laghetto. Mi ci buttai prima io. L'acqua era fresca ma non troppo fredda.
-Dai vieni!- dissi togliendomi la maglietta. Lo vidi titubante.
-Non so...- lo schizzai con l'acqua. Si buttó anche lui e si tolse la maglietta. Mi prese per i fianchi.
-Allora vuoi la guerra??- chiese abbracciando il mio fianco con un braccio. Mi bació e andammo sott'acqua.
Vedevo tante piccole bolle che circondavano i nostri corpi. Riemergemmo e presi fiato.
-Michael tu sei completamente pazzo!-
-Sí! Pazzo di te!- disse schizzandomi. Ci schizzammo per un po' e giocammo spensierati. Uscii dal laghetto grondante d'acqua. Mi stesi al sole. Strinsi piano i fili d'erba fra le dita e assaporai questo momento. Uscí anche lui. Si infiló la camicia e si stese di fianco a me.
-Sai... potrei anche abituarmi.- dissi io.
-A questo?-
-Sí.- risposi. Lo vidi pensieroso.
-Cosa pensi?-
-Che fra un mese ricomincia il tour.-
-Giá...- lo osservai. Mi avvicinai e gli diedi un bacio sul naso.
-Posso farti una domanda?- chiesi io.
-Certo Sweet.- mi aveva chiamato con quel nome. Mi sentii al settimo cielo.
-Per te sono bella? Nel senso... ti piaccio?-
-Se mi piaci??- chiese sorpreso.
-Sí... sai io non voglio che tu mi ami solo per il mio sorriso o... perchè ho delle belle gambe.- dissi io. Mi si avvicinó di piú per poi venirmi sopra. Mi accarezzó lentamente la guancia.
-Oh ti prego... non dirmi queste cose. Io ti amo perchè sei bella sí... ma sei bella dentro. Il discorso della bellezza esterna... è tutto un altro argomento.- disse lui baciandomi.
-Intendi dire che non sono bella?- chiesi.
-Oh ragazza... tu...tu mi fai impazzire... sei incredibilmente sensuale... quando ti muovi.- disse guardandomi.
-Ooh..-
-Tu sei bellissima... sia dentro che fuori. Fai impazzire i miei sensi.- disse accarezzandomi una gamba. E sapevo cosa sarebbe successo se non l'avrei fermato. Gli presi la mano.
-Non vuoi?-
-Oh... io non so come spiegarti... è giá tanto che ci sono riuscita ma... ho ancora paura. Sai la sensazione è bellissima... ma ho sempre paura... ho paura di riaprire gli occhi e di ritrovarmi davanti agli occhi la faccia dell'essere orribile che abusava di me.- dissi quasi piangendo. Sentivo il cuore che mi tremava. Lui era rimasto ad ascoltarmi con un espressione seria e tesa. Le mie lacrime fecero sciogliere la sua espressione che si addolcí. Mi accarezzó delicatamente il viso.
-Scusa piccola scusami... non volevo farti piangere...- disse dispiaciuto. Mi bació tentando di soffocare i miei piccoli singhiozzi.
-Stai sicura che quando facciamo l'amore cerco di non farmi trasportare. Sto sempre attento perchè ho paura di farti male... di farti provare dolore...- una lacrimuccia gli scivoló sul viso.
-Michael non hai fatto niente...- dissi mentre piangevo.
-Sí sono stato io... ti ho fatto male...- lo fermai con un bacio.
-Il problema non sei tu. Il problema è il passato. Ma non lo si puó dimenticare.-
Ci calmammo un po'.
-Tu.. ci pensi mai ad Andy?- chiesi mentre guardavo una nuvola che volteggiava fiocamente nel cielo.
-Sì... mi manca...Peró adesso non facciamoci assalire dalla malinconia. Lei è in un posto migliore.- rispose baciandomi. Mi passó la maglietta e mi rivestii. Ci mettemmo poi su una collinetta e io appoggiai la testa sul suo petto. Guardammo il sole che poco a poco scendeva dietro le colline.
-Andiamo in quella casetta?- chiesi. Stavo iniziando ad avere freddo.
-Certo piccola. Era proprio quella la sorpresa.-
-Allora andiamo!- mi alzai e lo presi per mano. Entrammo. Il camino era acceso. Era tutto così fantastico.
-Adesso vai ad asciugarti e metterti apposto.- mi disse prendendo il mio viso fra le sue mani.
-Ok.- andai a prepararmi. Quando tornai andai in camera da letto. C'era un letto a baldacchino con tantissime candele tutt'attorno al letto. Un bouquet di rose rosse sovrastava sopra un tavolo con apparecchiata una cenetta a lume di candela.
-Wow...- dissi avvicinandomi ad annusare i fiori. Michael mi arrivó da dietro e mi abbracció. Ci sedemmo e iniziammo a mangiare.
-Per il fine settimana devo andare via.- disse pulendosi con il tovagliolo. Il mondo mi cadde addosso.
-C-come... devi andare via?- chiesi facendo cadere la forchetta a terra. La raccolsi.
-Puoi venire con me se vuoi.-
-Sí verró con te.- mi alzai dal mio posto e mi avvicinai a lui. Mi sedetti sulle sue gambe. Mi bació. Le nostre lingue si intrecciarono e crearono una cosa sola. Chiusi gli occhi.
-Cosa facciamo adesso?- chiesi io.
-Torniamo a Neverland.-
-No! Ti prego rimaniamo qui! Per stanotte... che sará la nostra notte.- dissi io guardando il cielo stellato dalla finestra alle sue spalle.
-L'idea mi alletta molto... ok.- rispose. Scesi dalle sue gambe e andai ad accendere la radio. Partí una canzone dei Beatles "Here Comes The Sun" che io adoravo.
-Mike questa mi piace!- dissi facendo una giravolta su me stessa. Mi si avvicinó e mise una mano sul mio fianco.
-Mi concede un ballo?-
-Ma Mike! Non è la musica giusta!-
-Ascoltiamola dentro di noi la musica. I nostri cuori fanno musica.- disse. E iniziammo a ballare. Mi fece finire con una giravolta e mi bació. Mi misi in ginocchio e soffiai su una candela. E cosí ci mettemmo a spegnere una a una le candele. Ne mancava solo una che era al centro del letto. Ci guardammo con sguardi complici. Salimmo sul letto. Prendemmo tutti e due la candela in mano e la soffiammo. La stanza diventò ad un tratto buia. Sentivo il suo respiro. Mi avvicinai e lo baciai. I vestiti ci scivolarono via di dosso. Proprio sul piú bello sentii un rumore. Lo allontanai dalla mia bocca appoggiando la mano sul suo petto nudo.
-Ehi... che c'è?-
-Cos'è caduto??- chiesi allarmata.
-Oh tranquilla sará stata una candela.-
-Ok...- dissi io. Rimasi comunque in allerta. Ricominció a baciarmi. I bacini si muovevano in simbiosi e i fiati si fecero corti e sospirati. Un brivido percorse il mio corpo. E un gemito liberatorio uscí dalla mia bocca. Michael sospirava sulla mia pelle sudata. Ammirai la sua espressione stupenda. Con una mano gli accarezzai la guancia e scesi fino al collo. I fiati si fecero sempre piú corti finchè non raggiungemmo il fantastico incontro fra anima e corpo. E cademmo in un sonno profondo.
La mattina mi svegliai. Avevo freddo. -Michael... la coperta...- dissi chiudendo gli occhi.
-Siamo ancora... nudi?- chiese lui accarezzandomi la schiena.
-A quanto pare sí...- poi mi coprí con la coperta.
-Sono sudata e puzzo...- dissi girandomi verso di lui.
-Credo sia normale... dopo ieri notte.- disse baciandomi il collo.
-Giusto credo sia per quello.- dissi chiudendo gli occhi. Ero stanca. Michael appoggió la testa sul mio petto e chiuse anche lui gli occhi. Ad un tratto mi suonó la sveglia del celluare. Lo presi e guardai.
-Cos'è?- chiese lui.
-Cazzo Michael! Siamo in ritardo alle prove!- dissi togliendomi la coperta. Saltó in piedi anche lui. Cercammo i nostri vestiti.
-Prendi!- dissi passandogli i pantaloni.
-Magari prima mi servono i boxer?- chiese alzando le coperte. Presi il mio reggiseno. I gancetti si erano impigliati con i suoi boxer. Mi si avvicinó e cercó di dividerli. Poi ci rivestimmo in fretta. Corremmo a Neverland ed entrammo in tutta furia nella sala prove. C'erano tutti i ballerini che ci guardavano strano. Michael mi prese per la manica della camicetta e mi trascinó fuori. Con una mano mi sfiorò il seno. Lo guardai male.
-Che fai??- chiesi io. Non disse niente. Lo guardai male. Mi stava chiudendo i bottoni.
- Si vedeva tutto il pizzo del reggiseno.- disse tirando fuori la mano. Io gli diedi un occhiata. Sempre con la cerniera aperta. Gliela chiusi in modo repentino. Poi gli osservai il collo . Aveva ancora il segno del mio bacio. Mi inumidii un po' il dito e cercai di togliergli il segno. Rise perchè gli stavo facendo il solletico.
-Ok adesso siamo pronti!- dissi io sorridendo. Prendemmo fiato e dignitá ed entrammo dentro alla sala prove.


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29/01/2013 23:28
 
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Menomale hanno fatto pace. Posta il prossimo per sapere cosa succederà
04/02/2013 06:29
 
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-Ok adesso siamo pronti!- dissi io sorridendo. Prendemmo fiato e dignitá ed entrammo dentro alla sala prove. I ballerini ci guardavano ancora strano.
-Beh che si fa qua?! Su muovetevi! Iniziamo a provare!- disse Michael battendo le mani e andando davanti alla fila di ballerini. Iniziammo le prove. Sudavo molto ed ero molto concentrata ma il mio pensiero andava tutto a lui. Quanto l'amavo...
I ballerini poco a poco se ne andarono e rimasi sola con Michael. Stava scegliendo la scaletta per il prossimo concerto mentre io riperfezionavo i passi. Feci una piroetta e... inciampai in un asse sovrapposta e caddi pesantemente a terra. Allarmato mi si avvicinò.
-Soraya stai bene??- chiese sorreggendomi.
-Che dolore! La caviglia!- dissi stringendo i denti. Mi prese in braccio e mi portó fuori.
-Dove andiamo?-
-Da un dottore!- rispose caricandomi sul sedile posteriore della sua Bentley nera. Mi distesi.
-Intendi guidare tu??- chiesi dolorante
-Sí.- salí in macchina. Uscimmo dal cancello e prendemmo la strada per il centro cittá. Sentii un dolore pingente che partí dalla caviglia e si espanse per tutto il mio corpo fino ad arrivare alla testa.
-Ahi...- dissi massaggiandomi la testa. Iniziai a piangere dal dolore.
-Ti prego Michael sbrigati!-
-Subito!- acceleró e in men che non si dica ci trovammo davanti all'ospedale. Era vuoto. Michael mi prese in braccio ed entrammo nell'ospedale. I dottori guardarono male Michael. Ma io avevo bisogno di cure all'istante! Il dolore si stava facendo insopportabile. -Cos'è successo?- chiese un dottore avvicinandosi a noi.
-Dottore non lo so... mi sono girato un attimo e poi l'ho trovata a terra dolorante.- disse Michael tenendomi la mano.
-Sono caduta..- risposi. Il dottore ci guardó come persone normali. Io lo ero ma lui no. Lui vedeva un normale cliente e non Michael Jackson.
-Bene seguitemi- disse avviandosi verso una saletta medica. Michael mi prese in braccio. Mi appoggió sul lettino. Il dottore inizió a toccarmi la caviglia. Ad un tratto toccó il punto che mi faceva piú male.
-Ahia!- dissi facendo spaventare Michael.
-Ok io vado a chiamare il mio aiutante intanto lei la aiuti a togliersi i pantaloni.- disse prendendo una cartelletta e avviandosi fuori. Michael mi si avvicinó.
-Meno male che te li devo togliere io!- disse ridendo.
-Non fa ridere!!-
-Eh scusa cercavo di sdrammatizzare! E poi tu sei solo mia!- disse iniziando a slacciarmi il bottone dei jeans. Fece scorrere la cerniera e mi li sfiló delicatamente.
-Ti prego dammi un bacio...- lo pregai. Avevo bisogno di qualcosa di dolce. Mi si avvicinó e appoggió lentamente le sue labbra sulle mie. Le nostre bocche piano piano iniziarono a schiudersi finchè le nostre lingue erano libere di esplorare le reciproche bocche. Continuava a baciarmi con vigore. Il dottore entró con un assistente. Si fermò un attimo a guardarci. Smettemmo all'istante di baciarci. Le mie labbra erano arrossate. Le mie guancie avevano preso fuoco. Michael, anche se non lo dava a vedere, era imbarazzato. Il dottore fu impassibile e mi si avvicinó tastandomi la caviglia.
-Cos'è dottore?- chiese Michael allarmato.
-Penso sia una distorsione. Ma per ulteriori accertamenti sará meglio fare una radiografia.- disse scrivendo sulla cartelletta.
-Portala nella sala delle radiografie.- disse il dottore al suo assistente. Mi si avvicinó e fece per prendermi in braccio. Ma Michael lo anticipò.
-Faccio io. Non si preoccupi.- disse all'infermiere.
-La sala delle radiografie è di la.- ci indicó lui. Andammo nel corridorio.
-Sei proprio un gelosone!- dissi cercando di dimenticare il dolore.
-Sei mia prioprietá e nessuno ti puó toccare!- disse baciandomi. Ci fermammo mentre ci baciavamo. Prendeva le mie labbra tra le sue. Si staccó mi diede un piccolo morso al labbro inferiore.
-Michael andiamo.- dissi passandomi un dito sulle labbra. Ci incamminammo. Arrivammo in sala e mi fecero le radiografie. Mi sentii ad un tratto debole e sentivo le gambe molli e la testa mi martellava... sembrava di svenire...
MICHAEL:
Era svenuta e per fortuno sono riuscito a sostenerla. Corsi in tutta fretta nell'ufficio del dottore. In corridorio vidi dei flash delle macchine fotografiche. Quei maledetti paparazzi. Entrai nell'ufficio del dottore e la adagiai sul lettino. Chiamai Wayne e la sicurezza. Il dottore mi si avvicinó.
-Cos'è successo?- chiese.
-Io... guardi non lo so... è svenuta e... e io... poi c'erano i paparazzi... e allora...- mi appoggió una mano sulla spalla.
-Stia tranquillo Mr. Jackson. Adesso la visito e gli diró cos'ha.- mi disse il dottore. Rimasi seduto di fianco al lettino. Non la vedevo rinvenire e tutti i movimenti del medico mi stavano mettendo in agitazione.
-É solo uno svenimento da stanchezza. Per caso ha fatto qualcosa che impiega molte energie? Qualcosa di stancante?- mi chiese lui. Sapevo esattamente la risposta. Era troppo intima peró.
-Beh... abbiamo fatto le prove... e...- dissi pensando se dirlo o no.
-E...? Avete avuto un rapporto ultimamente?- chiese in modo oggettivo. "Rapporto"... quella parola non mi piaceva.
-Beh... sí.- dissi imbarazzato.
-Ok allora sará dovuto a quello. Adesso gli fasceró la caviglia.- disse mentre si avvicinava ad un armadietto. Estrasse della garza bianca. Si avvicinó a lei e gli fasció delicatamente la caviglia.
-Ecco finito.- disse guardandomi apprensivo.
-Posso sapere il suo nome?-
-Sono il dottor Glasgow.-
-Ok. Grazie mille.-
-Bene la signorina dovrà rimanere fino a domani per gli ultimi accertamenti.- lo ringraziai stringendogli la mano. Seguii l'infermiere che mi accompagnó in camera con il lettino. Un ultimo scatto di un paparazzo e poi mi rifugiai in camera con lei. L'infermiere mi lasció solo con lei. Perchè non si svegliava? Mi sedetti di fianco a lei e mi presi la testa fra le mani. Non ce l'avrei fatta a fare il tour senza di lei. Mi alzai e le andai vicino. Mi sporsi per guardarla con piú attenzione. Era meravigliosa anche da svenuta. Le diedi un bacio sulla fronta. Poi piano piano le diedi un bacio sulle labbra. In pochi secondi sentii la sua bocca che si schiuse per far passare la sua dolce e morbida lingua. Si era svegliata.
-Oh Michael... cos'è successo?- chiese allarmata.
-Shhh- gli dissi continuandola a baciare. Sentire le sue labbra morbide fra le mie. Le nostre lingue che si sfioravano con piccoli tocchi timorosi. Avevo intrappolato le sue labbra con le mie. Chiuse gli occhi. Mi staccai lentamente da lei. Aveva tutte le labbra arrossate. Mi avvicinai piano e le mordicchiai il labbro inferiore.
-Sor... ti amo.- dissi sussurrando. Vidi i suoi occhi tremanti dall'emozione.
-Michael... anche io!- disse buttando le braccia al mio collo. Le accarezzai la schiena.
-Adesso mi dici cos'è successo?-
-Beh... il dottore Glasgow ha detto che sei svenuta per colpa del "Rapporto" che abbiamo avuto ieri notte...- dissi con l'amaro in bocca.
-Ahm... rapporto? Non è bello da dire... è piú carino dire "fare l'amore"...- mi disse imbarazzata.
-hai una distorsione alla caviglia. Domani faranno gli ultimi accertamenti e poi non potrai ballare per qualche settimana.-
-Oh...- disse delusa.
SORAYA:
Qualche settimana?! Non è possibile.
-Adesso è meglio che ti riposi.- disse Michael accarezzandomi la fronte.
-Dormi con me ti prego!- dissi con sguardo languido. Si distese di fianco a me e si mise sotto le coperte. Abbracciai il suo fianco con la gamba sana. Me la accarezzó provocandomi un brivido.
-Mike...- dissi baciandolo. Le nostre lingue si incontrarono di nuovo. Quando smettemmo mi guardó intensamente negli occhi. Mi si avvicinó e sussurró parole d'amore al mio orecchio. Mi morse delicatamente il lobo dell'orecchio. Una leggera risata mi scappó. La sua mano mi accarezzava il collo. Le sue dita affusolate sfiorarono il dolce rigonfiamento del seno. Non aveva mai esplorato cosí intimamente il mio corpo. Le sue dita erano delicatissime, quasi impercettibili. Ma questo acutizzó i miei sensi. Eravamo totalmente avvolti nel buio. Le sue dita delicate accarezzarono un ultima volta il mio seno. Si abbassó e mi diede un bacio delicato in basso al collo. E cosí ci addormentammo abbracciati. Ci svegliammo. Arrivó il dottore che mi fece gli ultimi controlli. Infine con l'aiuto dei bodyguards riuscimmo ad arrivare a casa. Michael mi aiutó a camminare fino al letto.
-Michael... come faremo con il tour?-
-Stai tranquilla. Tanto inizia fra un mese. Hai tempo per guarire.- rispose dolcemente.
-Sai... mi è piaciuto tantissimo l'altra notte... nella casetta...- dissi abbassando lo sguardo.
-Oh... ma stavi sognando! Noi non abbiamo fatto niente! Ti sei solo addormentata perchè eri stanca dopo il bagno!- disse prendendomi in giro. Ero un po' permalosa.
-Ah sí? Allora vorrei sognare di nuovo...-
-Sul serio?- chiese lui emozionato.
-Sí Michael...-
-Ma non c'è bisogno di chiederlo...- disse anche lui imbarazzato. Eravamo cosí impacciati... anche se non era la prima volta. Mi si avvicinó e mi bació con passione. La sua lingua giocava sensualmente con la mia. I baci si fecero caldi. Mi prese i polsi e li bloccó vicino alla mia testa. Si distese su di me.
-Come... faccio... con la... caviglia...- chiesi tra un bacio e l'altro.
-Saró... piú delicato...- disse togliendomi la maglietta e lasciandomi i polsi. Mi accarezzó pianissimo e delicatamente il seno. Lo lasciai fare. Tanto qualsiasi cosa venga da lui non potrebbe mai provocarmi dolore o disagio. Neanche quel gesto mi mise a disagio. Mi bació sul seno. Chiusi gli occhi.
-Scusa...- mi disse con voce dispiaciuta.
-Niente...- dissi rimanendo in balia dei suoi tocchi. Le sue mani ormai espertissime mi tolsero il reggiseno. Ebbe piú libertá di esplorare il mio corpo. Sospiró quando sentí che le mie mani avevano iniziato giá ad aprire la cerniera dei pantaloni. Potevo chiaramente avvertire tutto il calote del suo corpo che si concentrava in un unico punto. Gli sfilai i pantaloni lasciandoli cadere ai piedi del letto. Tra le mie mani e il punto di tutto la sua passione c'era solo un tessuto a dividerci... i suoi boxer. Avevo sinceramente timore ad abbassarli. Non volevo violare la sua intimitá.
-Che c'è?- chiese in un sussurro staccandosi dal mio seno.
-Niente è che...non vorrei violare la tua... intimitá...-
-Baby... sono tutto per te... tutto per te...-
-Sogno o son desto?- dissi io. Mi bació di nuovo il seno e con una mano lo accarezzó. Mi fece venire i brividi. Mi decisi e gli sfilai i boxer. Per sbaglio sfiorai l'intoccabile. Un gemito liberatorio uscí dalla sua bocca. Mi vergognai e diventai tutta rossa.
-Non preoccuparti.- disse lui baciandomi. Mi strattonó i jeans e li tolse. Fece attenzione alla mia caviglia. Si abbassó e mi bació la pancia. Poi piano piano mi sfiló gli slip. Mosse deciso il bacino contro il mio. Venni posseduta in modo deciso nelle profonditá del mio corpo.
-Ti amo..- sussurrai al suo orecchio. Gemetti. Sorrise mentre cercó di soffocare gli altri gemiti con dei baci. Il fiato era irregolare. I ritmi aumentarono finchè stremati non ci stringemmo in un abbraccio. Pelle contro pelle scambiandoci le anime. Avevo tutta la fronte sudata.
-Ti adoro Sor.- mi disse dopo un po'. Rimanemmo abbracciati immersi nei nostri pensieri.
-Posso chiederti una cosa Sor?-
-Certamente.-
-Ma mica non sapevi nuotare?- chiese perplesso.
-Beh in effetti è una giusta domanda... io non lo so... mi sono aggrappata a te. Ho imparato!- dissi sorridendo. Mi strinse di piú al suo petto. Feci per alzarmi e vestirmi. Mi accorsi peró che non potevo con la caviglia.
-Lascia che ti aiuti.- disse lui alzandosi e tenendomi la mano. Raccolse il mio intimo e me lo passó.
-Beh... io non so... se... hai bisogno di aiuto...- disse imbarazzato grattandosi la testa. Risi.
-Haha no devi solo aiutarmi a non perdere l'equilibrio.- mi appoggiai con una mano alla sua spalla mentre con l'altra mi rivestivo. Mi aiutó ad allacciare il reggiseno. Infine mi aiutó anche ad infilare i pantaloni e la maglietta. Mi sedetti sul letto e lo guardai mentre si rivestiva. Aveva delle spalle larghe.
-Cosa guardi curiosona?!- chiese ridendo e infilandosi i pantaloni.
-Eh... io... cioè...- un suo bacio mise fine al mio balbettare.
-Cosa fai balbetti?- chiese ridendo. Arrossii. Quando finimmo di rivestirci andammo a metterci sul divano.
-Vuoi qualcosa da mangiare?- mi chiese lui.
-Ho una voglia matta di fragole!- dissi io entusiasta. Rise e mi disse ok. Accesi intanto la tv. Ed ecco il solitp tg. Passarono vari servizi finchè non ne arrivó uno che mi fece sgranare gli occhi.
"É ufficiale la notizia del divorzio fra la figlia del Re del Rock e il Re del Pop, Michael Jackson e Lisa Marie Presley stanno divorziando. Le ultime faccende legali si stanno concludendo proprip adesso." Intanto passavano le immagini di lui e lei che si baciavano.
-Sor ecco le fragole!!- disse con il sorrisp stampato sul viso. Ma il mio si era spento pochi attimi fa. Al posto del sorriso era arrivata la rabbia.
-Ti prego basta menzogne!- dissi arrabbiata.
-Ehi Sor cosa hai?- chiese avvicinandosi a me.
-Eri sposato!!- dissi ulrando.
-No!!- mi rispose mentendo. Che vigliacco.
-SEI SOLO UN BUGIARDO!! TUTTE LE COSE CHE ABBIAMO FATTO, TUTTI I NOSTRI DOLCI MOMENTI ERANO SOLO UNA FOTTUTA PRESA IN GIRO!- urlai in preda all'ira. Mi prese per i polsi e mi fermó saldamente.
-Lo so ero sposato!!! Ma poi abbiamo fatto l'amore... e tutto è cambiato! Ti prego adesso smettiamola!!- mi disse tranquillizzandomi. Sapevo che ci teneva a me.
-Quindi... tu non l'ami piú?- chiesi piangendo. Mi bació asciugandomi le lacrime. La sua lingua si impossessó della mia bocca.
-No Sor... io amo te!- disse lui. Mi calmai
-Ok... ma alla prossima menzogna io me ne vado via da questa casa.- sentenziai.
-Ok.- mi rispose sorridendo. Ci andammo a mettere sul divano. Spegnemmo la tv. Prese una fragola dal piatto e me la porse. La mangiai. Presi la panna spray e mi riempii la bocca di panna. Era buonissima. Michael mi guardó e scoppió a ridere. Mi si avvicinó e mi bació all'angolo della bocca.
-Eri sporca di panna!- disse ridendo. Guardai la panna spray e la sua bocca. Avvicinai il beccuccio della bottiglietta alla sua bocca. La aprí lentamente e gli misi la panna in bocca. La mangiò. Poi presi una fragola e gliela misi in bocca. La sua lingua giró intorno al mio dito. Mi avvicinai e lo baciai. La sua lingua sapeva ancora di panna. Un dolce incontro fra fragola e panna. Gli misi le mani dietro la nuca. Gli accarezzai lentamente il collo. Adoravo giocare in modo romantico con lui. Lo imboccai con un altra fragola, la morse soltanto e l'altra metá la mangiai io. E cosí facemmo merenda con fragola e panna. Avevo un sonno tremendo e mi addormentai sul divano.



MICHAEL:
Si era addormentata tra le mie braccia. La presi e la portai nello studio. La adagiai lentamente sul divanetto trapuntato che c'era vicino alla libreria in legno. Feci qualche chiamata per finire le ultime cose del tour. Aprii il cassetto per prendere una penna quando vidi un contenirore in plastica. Erano loro... quelle maledette pastiglie. Le presi e le gettai con rabbia nel cestino, ora che avevo lei non potevano piú rovinarmi la vita! Mi andai a sedere sulla poltrona e buttai la testa indietro. Rimuginai sulla caviglia di Soraya. Chissà se sarebbe guarita in tempo. Ad un tratto squillò il mio cellulare. Lessi il numero sul display: Dottor Glasgow.
-Pronto dottore?-
-Sí, buonasera. Volevo sapere come andava la caviglia della signorina.-
-Bene credo... non si lamenta piú del dolore.- dissi guardandola dormire.
-Volevo dargli il resoconto degli accertamenti...-
-Mi dica.-
-L'esame delle urine ha accertato che potrebbe rimanere incinta... quindi con la situazione in cui si trova vi consiglio di non avere alcun rapporto.- ancora quella parola. Quindi non dovevamo avere nessun tipo di rapporto? Era troppo tardi ormai.
-E... se il rapporto ha già avuto luogo?- chiesi preoccupato.
-Oh... beh allora... auguri!- mi rispose il dottore ridendo.
-Uh... ok arrivedererci.- risposi pensieroso. Lei si era svegliata e mi guardava accigliata.
-Ciao piccola mia.- dissi avvicinandomi a lei e baciandola.
-Hai dormito bene?- chiesi accarezzandole una guancia.
-Mmmmh... sí.- disse lei stiracchiandosi.
-Chi era al telefono?- chiese guardandomi fisso negli occhi.
-Niente il dottor Glasgow.- risposi abbassando lo sguardo.
-Oh... e cosa ha detto??- chiese curiosa.
-Niente di importante... ha detto che è tutto normale.- mi avvicinai al suo volto e gli diedi un bacetto sul naso. Rise di gusto.
-Ehi hai ancora la bocca sporca di panna!- esclamai io.
-Dove??- chiese preoccupata lei. Mi avvicinai lentamente alla sua bocca. Appoggiai delicatamente le mie labbra sulle sue. Le sue labbra si schiusero e le nostre lingue si incontrarono. Si staccó poco a poco dalle mi labbra. Gli passai un dito sulle labbra.
-Adesso sei pulita...- sussurrai.
-Proprio una bella scusa per baciarmi...- mi sussurró all'orecchio.
-Perchè non posso baciarti?- chiesi lentamente.
-Tutte le volte che vuoi Michael.- mi disse lei. Ero felice. Il suo sorriso si spense.
-Ehi che c'è Sor?- chiesi preoccupato prendendogli il mento.
-No è che... io non posso piú ballare adesso...- mi disse triste.
-Oh no! Appena sarai guarita potrai ballare!- le dissi.
-Davvero?!- chiese lei.
-Sí!- e mi abbracció. Ad un tratto entró Mildret.
-Scusate l'interruzione ma la sua famiglia verrá a farvi visita fra poco!- mi disse d'un fiato lei.
-Ok pioi andare a preparare le stanze degli ospiti.- e se ne andò.
-Oh no i tuoi!- disse lei preoccupata.
-Perchè?-
-La figura che ho fatto quella sera!- disse affranta. Risi.
-Che fai mi prendi in giro?- mi chiese.
-Haha no!
-Lo so ero orribile quella sera...-
-Ehi non è vero! Anche se avevi un po' di stress addosso eri sempre bellissima!- le dissi baciandola sulla guancia.
-Infatti ho visto come mi guardavi durante tutta la cena!- mi rispose.
-Lo so...-
-E... scusa se ho rifiutato il tuo bacio...- mi disse dispiaciuta. Giá... aveva rifiutato un mio bacio....
-L'importante è adesso.- dissi baciandola.
-Ti prego non smettere mai di baciarmi Michael. Ti prego non far mai rompere in mille pezzi il mio cuore...- mi disse bisbigliando fra un bacio e l'altro.
-Mai.- gli dissi sicuro che non sarebbe mai accaduto.


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04/02/2013 20:22
 
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Sor è incintahael gli è lo dovrà dire. Posta il prossimo
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