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WATCH ME FLY (in corso). Rating: verde

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2013 21:44
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14/08/2012 21:39
 
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Buona lettura!!


Capitolo sedicesimo

Clara salì in macchina indossando i suoi pantaloni più nuovi e una camicetta ritoccata qua e là da lei stessa così abilmente da nascondere ogni segno del tempo. Joan fece da autista ma in una veste insolita per lui, maglietta e jeans. Seduta sul sedile posteriore mentre l’auto si avviava all’uscita, Clara era impegnata a rimirare la sua borsetta appena scartata regalatale da uno dei suoi “alunni” . Partirono così alla volta della città. Michael l’aveva salutata al cancello con un grande bacio augurandole di divertirsi.
Appiccicata al finestrino osservava scorrere il paesaggio naturale di Santa Barbara. Joan ogni tanto le chiedeva se andava tutto bene e in realtà non si aspettava nessuna risposta, era pienamente d’accordo con lo stupore che le rendeva la mente troppo occupata per rispondere.
“Eccoci a destinazione” annunciò aprendole lo sportello.
Erano nel parcheggio di un negozio la cui definizione di “grande” era soggettiva. Per lei andava bene il termine, forse perché non aveva mai messo piede in uno .Le porte scorrevoli si aprivano e chiudevano in una velocità che fece indugiare Clara ad entrare, ma dopo aver visto l’esempio della sua guida si avventurò. Il negozio era organizzato su due piani collegati da scale mobili e ascensori.
“Allora Clara, dove desideri andare? alla boutique, alla gioielleria….”
“In quel negozio di fiori!” disse avendone avvistato uno che le aveva catturato l’interesse da subito. Joan la seguì impettito. Se qualcuno avesse fatto caso a loro potevano crederli davvero padre e figlia. Al bancone stava una signora anziana, con un paio di occhialetti da lettura posati sull’arcuato naso. Li accolse con un saluto stridulo ma molto caloroso. Clara ricambiò e si avvicinò ad una composizione di girasoli. Li annusò un po’.” Niente male” pensò.
“Vuole una mano?” chiese la donna andandole alle spalle.
“No…anzi, forse sì.” guardò Joan che acconsentì .
“Vorrei dei fiori che esprimano la mia gratitudine verso una persona. Ma non saprei quali.”
La commessa la guardava diretta come se avesse voluto cavar dalla sua testa i pensieri. “Per chi sono cara?” le disse alla fine.
“Mi dispiace-si sentì in un momento di insicurezza-non posso dirle il nome.”
Una risata scosse il gracile corpo della signora che fece ridacchiare anche Joan. Riprese il controllo.
“Oh ma io non voglio certo sapere il nome, intendevo, cosa è per lei, padre ,amico ,marito..”
Clara che si convinse di aver fatto una figuraccia- era così ovvio ciò che intendeva!-ora era completamente disorientata. Ma alla vista degli occhi miti puntati ai suoi si rilassò.
“é…il mio ,diciamo più che amico!” scherzò sperando che non usasse il termine giusto considerandolo anche quello da lasciare alla privacy.
“Capisco ,allora ci vuole qualcosa di speciale. Scommetto che il tuo fidanzato è speciale.”
La parola “fidanzato” la attraversò. Le suonava così strana ,anche se era le verità dei fatti infondo. “Sì, è molto speciale.” aggiunse mentre la commessa si guardava intorno pensando. Poi ebbe l’illuminazione e prese da un vaso esposto un grazioso mazzo già pronto. .
“Questi dovrebbero andare.” Glieli porse. Clara li osservò incantata.
“Non c’è niente di meglio per ringraziare qualcuno .”
“Vengono molto?” chiese aspettandosi la triste verità.
“No cara ,no. ”fu la risposta che ebbe un suono meraviglioso alle orecchie di Clara a dispetto del reale.
“Se volete potete tornare a prenderli quando avrete finito le compere.” propose gentilmente. Era un’ottima idea, non voleva di certo presentarsi con i fiori tutti appassiti!
Così, uscì tutta fiera di sé ripetendo a Joan se avrebbe gradito.
“Ma certo! A lui piacciono i fiori.”
“Scommetto che ne riceverà fino alla nausea.” sospirò poi.
“Ma a Neverland c’è spazio. –rise lui-E poi, perché tu no?”
“E per di più sono i vostri soldi”
“Ma sentito? Potevamo farci quello che volevamo.”
Clara si sentì subito meglio. Era incredibile come Joan riuscisse ad infondere quiete solo con semplici parole, aveva quel suo modo pacato che avrebbe reso mansueto persino un leone ipotizzò .Stettero via tutta la giornata. Osservarono vetrine, fecero la spesa, si fermarono a rifocillarsi in un piccolo ristoro. Tornarono a Neverland al tramonto. Dalla macchina, entrando nel cancello secondario si scorgeva alle spalle della tenuta.
“Michael, Michael siamo tornati!” gridò Clara eccitata all’idea della faccia che avrebbe fatto vedendo i fiori. Nessuno rispose. Joan intanto scaricava i sacchi della spesa. Ad un certo punto udì una melodia e seguendole si ritrovò davanti lo studio. Aprì un po’ la porta e vedendolo sorrise tenendo ben nascosti il mazzo. Michael era completamente assorto nel suonare e ogni tanto canticchiare parole a caso. Non voleva disturbare. Prima o poi si sarebbe accorto di lei. Voltandosi le indirizzò un sorriso inaspettato invitandola ,facendo segno con la testa, ad entrare. Si fermò. Clara camminò verso il piano con il regalo dietro la schiena in attesa del momento opportuno.
“Allora come è andata?”
“Benissimo. Mai visto un negozio così grande!” sostenne e non riuscendo più a trattenersi mostrò il pensiero.
“Questi sono per te. Mi sono permessa di farti un dono. “
La bocca di Michael si allargò fino a mostrare tutti i denti. Li prese e ne assaporò il profumo. “Non ce n’era bisogno. Se faccio tutto questo tu sai che è per amore ,ma li accetto molto volentieri.”
Clara posò una mano sul piano e Michael gliela prese. “Li metterò in camera mia. Vieni”
Li infilò in un vasetto da cui tolse dei fiori finti che posò sul comodino.
“Prendi la bottiglia d’acqua sulla specchiera . Li annaffierò di persona.”
Clara obbedì. Quando afferrò la bottiglia le cadde l’occhio su qualcosa di “strano”. Si accigliò per indagare meglio. Quando stette sul punto di prendere in mano una di quelle stranezze Michael le andò accanto e spinse il tutto nel cassetto sottostante la tavola.
“Lascia perdere. Roba passata. Dovrei buttarla. “
Clara scosse il capo in segno di incomprensione.
“Te l’ho detto ,lascia perdere. “
“A cosa servono esattamente. Non ho capito.” Insistette.
“A sentimenti che non sento più” tagliò corto lui.
Clara lo guardò supplichevole. Non sapeva ancora tutto ,lo sentiva.
“Un giorno magari te ne parlerò. C’è tempo. Ormai non servono più” cominciava a sentirsi in disagio, ma Clara volle affrontare il mistero anche se significava, magari prendersi grida in faccia o anche se questo le sarebbe costato caro.
“Come io mi sono fidata di te, tu ora devi di me. Non mi scandalizzerò. Ti prego Michael.”
“Ma io mi fido di te.” Si portò una mano alla guancia. Uno schiaffo se lo era meritato lui questa volta.
“Stiamo pari.” Tento di ironizzare ma Clara era irremovibile.
“Bè, sarò breve” ”ma coinciso!” completò lei risoluta.
Così le raccontò dell’uso che faceva di quei farmaci cercando di andare al finale che in poche parole era: “Non ne ho più bisogno perché, a dirla tutta mi sento bene ora . Ho capito che il passato non si cancella, ma si può provare ad allietare con il presente e so che posso sempre contare sulla mia “maestrina. ”.” Mentre le diceva ciò sperò davvero di poter considerare tutto acqua passata.
Clara ascoltava compassionevole e finito il racconto gli si lanciò al collo. “oh Michael!” urlò come se avesse liberato il cuore da un peso portato per chissà quanto tempo.
Michael con le mani le percorse i fianchi fino ad arrivare alle spalle stringendola in un’ abbraccio appassionato. “Come potrei se devo volare con te. “ calò il silenzio. Clara si sentiva in uno stato di beatitudine in quella stretta così dolce ma forte.
“Ora vieni. Voglio che tu sia la prima ad ascoltare una mia nuova canzone. Ammetto che il riuscire ad allietare il passato è una cosa a cui ho pensato ora. Ma ormai la canzone è fatta e…lascerò che lo rimpianga.”
Clara alzò le spalle:” Può capitare a chiunque di guardarsi alle spalle e provare dolore ,ma secondo me ad un certo punto ….vabbè ,lo hai già detto.”
Michael dopo aver dato acqua ai fiori, si riposizionò al piano e suonò la nuova canzone a Clara.
“Ho intenzione di aggiungerci un coro di bambini.” disse al termine dell’esecuzione.
“Oh è dolcissima! Sì, penso che ci starebbe bene!” concordò Clara.
“La intitolerò “Childhood””
“Michael?”
“Qualcosa a tuo parere non andava?” provò ad indovinare lui pronto a prendere un suo consiglio.
“Potremmo ricantare…”I just can’t stop loving you”?”chiese con prudenza.
“Vieni qui!” la fece sedere accanto a sé e la casa si animò. Joan canticchiava allegramente preparando per la cena seguendo le loro voci che essendo aumentate e avendo dimenticato incuranti la porta aperta risuonavano per le stanze .


P.S: BUON FERRAGOSTO!
[Modificato da chiarajackie 14/08/2012 22:40]
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