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Il 9 novembre 1989, cadeva il Muro di Berlino. Un evento storico che colpì profondamente anche Michael Jackson, tanto da dedicare ad esso questa meravigliosa poesia dal titolo Berlino 1989:

«Odiavano il Muro, ma cosa potevano fare?
Era troppo difficile da abbattere.
Temevano il Muro, ma non avevano forse ragione?
Molti di quelli che avevano cercato di oltrepassarlo erano rimasti uccisi.

Diffidavano del Muro, ma chi non lo farebbe?
I loro nemici si rifiutavano di buttar giù anche solo un mattone; non importava quanto si protraessero i negoziati di pace.

Il Muro ghignava. “Vi sto insegnando una lezione”, si vantava. “Se volete costruire qualcosa di eterno, le pietre non servono a molto. Esistono cose come l’odio, la paura e la diffidenza che sono molto più forti”.

Sapevano che il Muro aveva ragione, e stavano per mollare.
Solo una cosa riuscì a fermarli: ricordarono chi c'era dall’altra parte. Nonne, cugini, sorelle, mogli. Volti cari che bramavano di rivedere.

“Cosa succede?”, chiese il muro, tremante.
Senza saperlo, stavano guardando attraverso il Muro, nel tentativo di trovare i loro cari.

In silenzio, da una persona all’altra, l’amore continuava a fare il suo lavoro invisibile.

“Smettetela!”, urlava il Muro, “sto cadendo!”.
Ma era troppo tardi. Un milione di cuori si erano ritrovati.

Il Muro era caduto prima che fosse abbattuto
».

- Michael Jackson, dal libro Dancing the Dream (1992).

Post di Vincenzo Compierchio e foto di Eric Di Scenza dal Michael Jackson FanSquare.