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«Michael Jackson aveva ventiquattro anni nel 1983, ma io lo credevo diciottenne... Con lui ho avuto un rapporto fantastico.
Era assolutamente determinato ad ottenere il meglio in ogni campo. Aveva un'etica lavorativa stupefacente: lavorava duro da quando aveva soltanto otto anni.

Mike era gioioso e bambinesco - non infantile - perché non aveva mai avuto un'infanzia: per questo era un bambino anche da grande. E poi avere quel tipo di celebrità che ha avuto lui poteva far impazzire.
Era stato, come sappiamo tutti, vittima di violenza; voleva allontanarsi dalla sua famiglia, e aveva sofferto molto.

Era delizioso, con me stabilì un rapporto speciale: dopo "Thriller" cominciò a venire spesso a casa nostra; avevamo molti interessi in comune, ci piaceva guardare insieme i cartoni di "Chuck Jones" e "Tex Avery".
Era un bambino... Io lo prendevo in braccio, e gli facevo il solletico.
Si fidava di me.

Ho potuto frequentarlo ed essergli amico nel suo momento migliore, umano e professionale. Era generoso, ed era un genio. [...]
Lo amo quel ragazzino, tuttora.

E vi dico: era anche un grande attore.
Aveva sempre nuove idee, nella scrittura del video così come nelle coreografie. Ma era sorprendente anche come interprete, capace di sprigionare la sua magia con un'espressione.
Guardatelo in "The Wiz": così giovane, e già così bravo. Lo conoscono in pochi, ma si vede che anche al cinema avrebbe sbancato.

E non era soltanto un dono della natura, ma imparava in fretta: quello che per gli altri arrivava dopo anni di studio ed esercizio, lui te lo regalava in venti minuti.

Però non lo invidiavo: non è facile essere una celebrità, io lo so bene... Ma essere la persona più famosa al mondo è bizzarro. E non dimentichiamoci che lui era un'industria. [...]



Quando lavorai ancora con lui al video di "Black or White", Michael era cambiato. Andavamo ancora d'accordo, ma era diventato più guardingo.
La differenza maggiore, comunque, stava nel fatto che sul set di "Thriller" lui lavorava per me, faceva tutto quello che dicevo con entusiasmo. Sul set di "Black or White", invece, ero io a lavorare per lui.

Il 25 giugno 2009, dovevo partire per Londra per girare "Ladri di cadaveri". [...]
Fu l'autista a dirmi che Michael era morto. È stato uno shock... Un'enorme tragedia per i suoi figli, i suoi amici e per il mondo intero.
Era un performer dal talento raro, una figura tragica. Perderlo è stato orribile
».

- John Landis durante la conferenza stampa della 74ª Mostra del Cinema di Venezia, 4 settembre 2017.
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Post di Francesca De Donatis e foto di Eric Di Scenza per il Michael Jackson FanSquare.
[Modificato da francesca.dedonatis 03/08/2021 12:10]