All'interno del link c'è il video, io ho tradotto direttamente la trascrizione dell'intervista postata nel sito, spero non ci siano troppi strafalcioni
MORGAN: Kathy, quando torneremo, voglio parlare con te di un tuo buon amico, Michael Jackson.
MORGAN: Rieccoci con le Hilton. Kathy, questo è affascinante. Un sacco di persone sostengono di aver conosciuto Michael Jackson. Tu sei effettivamente andata al liceo con Michael Jackson. E siete rimasti amici intimi con lui fino alla fine della sua vita.
E tu non hai mai parlato molto di lui in pubblico, non che io abbia potuto vedere. Parlami del tuo rapporto con lui.
K. HILTON: Ci siamo conosciuti quando avevo 13 anni e lui 14 ed abbiamo sviluppato una amicizia e un legame nel corso degli anni. E siamo sempre rimasti in contatto. E poi quando mi sono trasferita a New York e lui veniva, andavamo sempre ai suoi concerti. E, sai, abbiamo iniziato con... eravamo soliti fare scherzi telefonici insieme. Ed eravamo ragazzini. Ci siamo divertiti tanto. E poi lui è venuto a trovarmi quando è nata Paris. E poi ha finito per vivere a...
MORGAN: Era lì quando Paris è venuta al mondo?
K. HILTON: Aveva solo pochi mesi.
MORGAN: Davvero?
K. HILTON: Finì per trasferirsi al Waldorf per sei mesi, quando noi abbiamo vissuto lì per otto anni. E proprio prima di morire, era al Bel Air Hotel, dove vivevamo mentre rinnovavamo la nostra casa. Quindi lui è stato lì per circa tre o quattro mesi. Così abbiamo avuto modo di passare del tempo insieme.
MORGAN: Parlavamo di malintesi con Paris. Quali erano le idee sbagliate su Michael, cosa ne pensi?
K. HILTON: Beh, non c'era una persona più gentile, più generosa, affettuosa, dolce, intelligente... intelligente... non posso... il padre più meraviglioso. Al Bel Air non aveva nessuna bambinaia. E quando andavo a prendere i bambini per portarli da qualche parte, lui lavava loro i capelli e abbottonava loro il maglione ed era così buono e meraviglioso. E io... lo amo. Tutta la sua famiglia, sono davvero una stupenda, bellissima famiglia.
MORGAN: Dove eri quando hai saputo che era morto?
K. HILTON: Ero appena tornata in albergo.
MORGAN: Come hai saputo la notizia?
P. HILTON: La mia assistente me lo ha detto. E io sono letteralmente caduta a terra. E mia sorella è venuta a prendermi e siamo andati direttamente a casa, perché pensavo che i bambini sarebbero stati lì.
MORGAN: Sei andata in ospedale quando...
HILTON K.: Sì.
MORGAN: Qual è stata la scena lì?
K. HILTON: I bambini e la signora Jackson e tutti i fratelli e le sorelle e praticamente tutti erano in questa stanza. E piangevano e si abbracciavano l'un l'altro sconvolti. E questo è un padre che era così con i figli, si è dedicato a loro da quando sono nati per crescerli ed essere con loro.
E poi Latoya e Randy mi hanno fatta entrare per dirgli addio. Penso che se non l'avessi fatto, non ci avrei mai creduto. Perché anche se è un amico, era una persona così potente.
MORGAN: Era ancora vivo quando...
K. HILTON: No.
MORGAN: Hai detto qualcosa?
HILTON K.: Sì.
MORGAN: Cosa hai detto?
K. HILTON: Gli ho accarezzato la testa e le braccia e le gambe e i piedi e... gli ho detto ti amo così tanto e, sai, gli ho sussurrato alcune cose divertenti, e questo è tutto
.
MORGAN: Incredibilmente triste la fine della sua vita, non è vero?
K. HILTON: Ed era così favoloso in albergo. Si alzava presto ogni mattina, giocava con i bambini. Davvero scioccante.
MORGAN: Paris, conoscevi bene Michael?
P. HILTON: Sì, io sono cresciuta... con mia mamma... ricordo... uno dei primi ricordi che ho di lui è stato quando mia mamma ci ha portato sul set del video di "Thriller". E abbiamo ancora le immagini. L'ho sempre amato. Ero solita andare ai suoi concerti e lui faceva salire mia sorella e me sul palco e noi cantavamo lassù. L'ho sempre amato così tanto. Era un uomo straordinario.
K. HILTON: Lui mi disse, Kathy, mi piacerebbe andare a vedere Paris. Io dissi, beh, lei è fuori città. Beh, mi piacerebbe vedere il suo studio di registrazione. E io dissi, OK, va bene. E dissi monta in macchina. Erano tipo le 20.30. Gli dissi che non potevamo avere del personale di sicurezza a quell'ora. Andiamo. Rick guiderà. Sali dietro. E così i ragazzi sono venuti e siamo andati tutti e siamo stati da Paris.
E lui ama guardare tutto. Perciò guardava tutti i quadri alle pareti. E ama l'arte. E nel suo armadio e in tutte le sue collezioni di Pinocchio e Tinkerbell e tutto il resto. E lui disse lei mi ricorda me - lei - lei è - cosa disse? Qualcosa tipo, mi ricorda me a volte su certe cose che mi piacciono. E amava l'oro e le cornici e...
P. HILTON: Tu lo portasti in studio.
K. HILTON: L'ho portato in studio e ha avuto modo di vedere tutto.
MORGAN: E lui era un talento straordinario, vero? E usò il tuo nome, ovviamente, per uno dei suoi figli. Come ti sei sentita?
P. HILTON: Ne sono stata onorata.
MORGAN: Fu una diretta conseguenza?
K. HILTON: Sai, Latoya ti racconterebbe la storia. Quando eravamo più giovani, tutti noi dicevamo che chi avesse avuto prima figlia le avrebbe dato nome Paris. E io ho avuto la prima figlia. Così ho avuto modo di farlo per prima. E poi, quando ebbe sua figlia...
MORGAN: Hai visto spesso i bambini da quando è morto?
K. HILTON: Li ho visti un paio di settimane fa. Siamo andati fuori a cena. E non riesco a credere a quanto sono grandi. Siamo andati laggiù circa tre settimane fa.
MORGAN: E sembra che stiano bene?
K. HILTON: Oh, stai scherzando? Sono in una nuova casa e la signora Jackson è lì. Hanno una incredibile, bellissima casa, una grande sicurezza. E abbiamo fatto una grande cena di famiglia. Loro sono andati su e hanno fatto i compiti e poi sono venuti giù e li hanno fatti vedere alla nonna e poi hanno fatto il bagno e hanno detto buona notte, nonna, ti vogliamo bene. Ed è stato bello vederli.
MORGAN: C'è una specie di sensazione, dovuta credo alle azioni giudiziarie imminenti che coinvolgono il medico e la sua morte e tutto il resto, che fosse diventato una specie di personaggio patetico, alla fine, assuefatto a tutti questi farmaci e così via. È un ritratto inaccurato, cosa ne pensi?
K. HILTON: Beh, posso dirti che quando era al Bel Air Hotel, non c'era nessuno - non c'era niente di tutto questo. Dato che io - era proprio sotto dove mi trovavo io. E parlavamo tutto il tempo. Infatti, se andavamo da qualche parte durante il giorno, diceva all'1:00 alla fontana. E se tardavo cinque minuti, era già lì.
E lui era con i suoi figli. Io credo nel mio cuore che, dato che doveva fare i concerti, era difficile per lui dormire, probabilmente. Non era un tossicodipendente. Aveva un problema ad addormentarsi. Voglio dire, non si tratta di qualcuno che abusava di qualcosa per sballarsi e penso che i livelli siano andati su e su e su.
MORGAN: Cosa pensi sarà dell'eredità di Michael Jackson?
K. HILTON: Beh, penso che adesso che se n'è andato, tutti si rendano conto di che persona buona fosse, di tutte le cose meravigliose che ha fatto per beneficenza. Ed è interessante che non sentiamo... beh, non voglio entrare in questo argomento, ma ha lasciato tre bellissimi bambini.
MORGAN: Che saranno il suo lascito, credo.
K. HILTON: Assolutamente.
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