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Broken Hearted Girl (in corso). Rating: rosso

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2011 21:56
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10/03/2011 20:52
 
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Quando il battito del cuore supera le ombre del passato
l'amore potrà trionfare sul destino.

~ Nicholas Sparks ~


Episodio 8(quelli in rosso sono i pensieri di Scar.)



Spesso l'amore si trasforma in ossessione, e l'ossessione da' vita all'odio.
Quando mi raccontava di lui i suoi occhi grandi e verdi si rimpicciolivano e le sue labbra si irrigidivano formando due pieghe piene d'amarezza agli angoli della bocca.
Quello che le aveva fatto era inconcepibile, e soprattutto imperdonabile. Ma nonostante tutto Scar aveva tenuto duro, aveva cercato di farlo ragionare, di cambiarlo. Perché in fondo, molto in fondo, ancora gli voleva bene.
In realtà non era nient'altro che senso di colpa, secondo me. Landon le aveva dato la possibilità di avere un futuro brillante, se fosse rimasta dagli zii probabilmente avrebbe continuato a fare la cameriera in un fast-food, e sottolineo probabilmente.
Perchè intendo dire che Scar avrebbe potuto cavarsela con le sue forze e la sua intelligenza, ma il problema è che in questo mondo, puntroppo, il denaro è più importante di una mente brillante...Eh sì!
Ora aveva una vasta possibilità di scelta. Era laureata in pedagogia, e questo mi affascinava molto, e in più aveva ottenuto la licenza da fotografa professionista.
L'unico problema? Non era felice. I suoi occhi mi trasmettevano tristezza e insoddisfazione e la carriera era l'ultimo dei suoi pensieri.

Vi starete chiedendo perché non fu affidata alla tutela del padre.
Beh...questo non me l'aveva ancora raccontato...



***





Non osai avvicinarmi alla sua camera.
Mandai i domestici a svegliarla e a portarle tutto l'occorrente. Non aveva valige con sé. Era scappata prendendo solo la carta di credito e la sua macchina fotografica.
Mi aveva accennato di dover andare a far compere nel pomeriggio ma conoscendomi non le avrei permesso di spendere il suo gruzzoletto. Avrei provveduto io a tutto. Era mia ospite dopotutto e non mi mancavano di certo le possibilità per accoglierla come si deve.
Per il momento le feci portare solo l'intimo e una tuta, non disponevo d'altro in casa. Io dovetti uscire presto e non ebbi neanche il tempo di fare colazione con lei.

-Dorme ancora-,mi informò la domestica.

Doveva essere molto stanca e volevo lasciarla riposare. Buttai giù il caffè che mi scottò lievemente la bocca e corsi alle prove.

*


Aprii gli occhi a fatica. Non avevo alcuna voglia di alzarmi ma non ero di certo a casa mia. Le buone maniere prima di tutto!
Quando pensavo a quello che Michael stava facendo per me mi saliva un groppo in gola per la felicità ,ma allo stesso tempo non potevo smettere di sentirmi uno schifoso parassita. Prima Landon, poi Michael. Forse dovevo semplicemente affrontare quella situazione e cominciare ad andarmene per la mia strada. Nascondermi non sarebbe servito a nulla. Avevo vissuto fin troppo tempo da prigioniera e anche se quella in cui mi trovavo in quel momento era una gabbia d'oro non potevo smettere di sentirmi in trappola.
Mi alzai con svogliatezza e mi diressi in bagno. Era davvero un peccato farsi la doccia lì. Era così...così...insomma quel bagno era una reggia!
Un enorme specchio contornato da una cornice dorata rifletteva la mia immagine stanca e trasandata. Mi vedevo brutta.
In realtà era da un pezzo che non mi sentivo più desiderabile.
Forse perché mi trascuravo. I miei capelli erano sempre in disordine o raccolti in modo casuale. Non compravo una crema per il viso da non so quanto tempo e avevo completamente dimenticato cosa fossero ombretti e rossetti.
La mia spesa nel pomeriggio prevedeva anche quel genere di cose. Volevo cambiare, cominciare a preoccuparmi di me, della mia persona e del mio aspetto.
Mi sciacquai il viso con l'acqua fredda e dopodiché m'infilai sotto la doccia.

Mentre mi lasciavo coccolare dall'acqua quasi bollente mi chiesi se Michael avesse mai fatto la doccia lì, e immediatamente dopo mi tirai un pizzico sul braccio per eliminare dalla mente quel pensiero cattivo e ingrato. Era un uomo, senza dubbio più maturo di me. Mi stava ospitando in casa sua e io cosa facevo? Fantasticavo su di lui sotto la doccia?!



*






Durante la pausa telefonai a casa per chiedere di Scar.

-Ha gradito la colazione?- dissi frettoloso.
-Credo di si Mr. Jackson, ma ha insistito per uscire. Diceva di aver urgenza di alcune cose e Louis si è offerto di accompagnarla.-
-Ma perché non mi hai chiamato?! Ti avevo chiaramente detto di non permetterle di fare spese da sola.-
-Come le ho già detto ha insistito molto, mi dispiace.-
-Va bene, provo a contattare Louis.-
-Mi scusi tanto.-
-No...no non preoccuparti…-

Un'altra delle sue caratteristiche?TESTARDA.
Ero convintissimo che i domestici avessero fatto di tutto pur di trattenerla a casa fino al mio arrivo ma evidentemente era stata molto brava ad aggirare l'ostacolo.
Forse avrei dovuto impicciarmi di meno, permetterle di fare spese da sola. Ma sapevo in che situazione si trovasse e non me la sentivo di non aiutarla anche in quel senso.

Poi avevo paura di offenderla, anche se lo facevo per assicurarle una stabilità economica. Non sarebbe rimasta a Neverland per sempre e una volta da sola quei soldi le avrebbero fatto comodo.
Composi il numero di Louis e mi rispose immediatamente.

-Mr. Jackson?Ha bisogno di qualcosa?-
-Louis,Scar è con te?-
-Si,adesso è in una boutique di cosmetici veramente, sono fuori ad aspettarla. Si sta dando alla pazza gioia!-

Rise.

-Cosa ridi idiota?!Vai dentro e dille di smettere di comprare.-
-Perché?ha per caso la sua carta di credito?-

Rise ancora.

-Dille che hai un impegno con me e riportata a Neverland...-
-Va bene...vado-
-Ecco bravo.-



Non sapevo se fosse la stanchezza o semplicemente il fatto di vedere una DONNA da molto tempo, ma quando la vidi seduta a tavola mi sembrò una persona diversa.
Il suo viso era più luminoso e i suoi occhi verdi messi in risalto da una linea di Kejal nerissimo. I suoi capelli di aspetto più sano erano acconciati in una treccia morbida che si posava sulla spalla destra e scendeva lunga.

Manifestò un largo sorriso quando mi vide entrare in sala da pranzo. Venne verso di me e si alzò sulle punto avvolgendomi le braccia intorno al collo. Il perché di quel gesto d'affetto non l'avevo ancora intuito.

-Sono felice di vederti.-
-Anch'io Scar.- le dissi spostandole un ciuffetto di capelli che le cadeva sull'occhio.
-Mary mi ha detto.-
-Ti ha detto?-
-Si, la storia delle compere. Michael...non avrai davvero creduto che te l'avrei permesso?La tua ospitalità è già molto per me, non ho intenzione di creare ulteriori disturbi.-
-Disturbi?Non dirlo nemmeno per scherzo, e poi...beh non volevo che sprecassi i tuoi risparmi.-
-I soldi servono a questo! Presto lavorerò e potrò metterne altri da parte.-
-Uhm...sei davvero testarda.-

Chinò il capo e rise un po’ imbarazzata dalla vicinanza dei nostri visi e dal modo in cui la guardavo negli occhi.

-Me lo dicono spesso...Oh,a proposito...-

Andò verso il tavolo e prese un pacchettino blu.

-Questo è per te.-

-Per me?-
-Si,aprilo.-
-Scar...-
-Avanti,non è niente.-

Scartai con curiosità e timidezza quel pacchetto e lo aprii. Era un elastico per capelli.
Sì,proprio così. Vi aspettavate una collanina? O magari un bracciale?
Era un elastico nero molto resistente, con una targhettina in legno su cui c'era intagliato un simbolo.

-Vuol dire "Amore per la vita"...credo...è quello che mi ha detto la commessa...-

Mi aveva stupito e reso felice con un oggetto così semplice, ma allo stesso tempo speciale. Lo strinsi nella mano destra e poi l'abbraccia di nuovo... Forse ci stavo prendendo gusto.

-Ti ringrazio,è davvero bellissimo,lo conserverò dopo cena.-
-Oh no, non devi conservarlo! Voglio che tu lo metta durante il tour, è...un porta fortuna...ecco.-
-Davvero?-
-Si! Caspita per me i regali vanno goduti e non messi in una vetrina di cristallo ad invecchiare.-
-E se si rompe?sai quanti ne cambio durante una sola serata?-
-Ma questo è diverso, è resistente e regge che è una bellezza. E poi se si rompe non fa niente, l'importante è che tu l'abbia messo.-
-D'accordo...-

Cenammo insieme quella sera. Non lo facevamo dal famoso picnic in hotel. Era da rifare, ma stavolta in un prato vero. L'indomani avrei avuto un giorno di pausa e decisi di far preparare tutto l'occorrente. Era da tanto che non facevo un vero picnic all'aperto. Nonostante avessi tutto quello spazio a disposizione l'unica cosa che volevo fare quand'ero solo era rintanarmi in casa, e poi non avrebbe avuto senso fare una scampagnata da solo.

Quella sera indossava un abitino in lino beige con sandali color bronzo. Aveva dei piedi piccoli e aggraziati. Non aveva smalto o cose di questo genere. I suoi piedi erano normali, e nonostante tutto erano incredibilmente belli.

Non ne potevo più però di quei pensieri strani. Per me Scar era un'amica e non capivo perché cominciavo a vedere in lei qualcosa di diverso.
Mentre mangiava osservavo i movimenti della sua bocca: come la sua lingua accoglieva il boccone che poi masticava con un movimento terribilmente sensuale.
Incantato e assorto nei miei pensieri la fissai per un bel po’, tanto che ad un certo punto corse in bagno convinta di aver qualcosa incastrato trai i denti.
Ritornò al tavolo ancora confusa. Si accomodò di nuovo e si mise a pensare.

-Tutto bene?- le chiesi sorridendo alzando lo sguardo dalla pietanza.
-S...sì...credo...- fece una pausa e poi si pulì per l'ennesima volta la bocca col tovagliolo.
-Insomma perché mi fissavi così?!Se avevo qualcosa tra i denti potevi avvertirmi no?è imbarazzante!-
-No...no tu non...insomma io ti fissavo, cioè non ti fissavo! Mi ero semplicemente incantato...tutto qui.-
-No a me sembrava proprio che fissassi la mia bocca.-
-Può darsi ma non l'ho fatto intenzionalmente.-
-Allora non avevo nulla tra i denti?-
-No...-
-Beh meno male,credevo di aver fatto una figuraccia!-

Stavolta chinai il capo sulla pietanza per non ricadere nella stessa trappola. I suoi movimenti attiravano i miei occhi e il mio interesse come una calamita e non volevo rischiare un altro episodio simile!
Avevo praticamente il terrore di andare a letto, perché una volta chiusi gli occhi e aperta la mente quei pensieri, senza dubbio sbagliati, si sarebbero amplificati nella mia testa a dismisura.
I piedi, le mani, la labbra e le sue caviglie fine e delicate mi avrebbero tormentato e creato non pochi problemi ai piani inferiori.
Mi vergogno solo a pensarci, ma avevo ancora trentotto anni e la mia vita sessuale ne stava già risentendo. Scar era una bella ragazza, forse troppo. E averla per casa, saperla a soli due passi dalla mia camera mi faceva sentire uno sfarfallio nello stomaco e un forte ronzio nella testa.
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