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Broken Hearted Girl (in corso). Rating: rosso

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2011 21:56
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05/03/2011 11:00
 
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"Se la musica è l'alimento
dell'amore, seguitate a suonare, datemene
senza risparmio, così che, ormai sazio, il mio appetito
se ne ammali, e muoia."


Episodio 4

La musica mi ha sempre aiutato a superare i momenti di sconforto, ha addolcito i momenti romantici e ha caricato quelli di rabbia.
Non sono mai riuscito ad immaginarmi la mia vita senza musica.
Io sono musica.
Con questo non voglio dire di esserne il dio, di essere il migliore, non fraintendetemi. Voglio solo dire che sono praticamente nato per servirla, Dio mi ha dato questo dono e io lo ritengo il più prezioso.
Sapete spesso la gente segue la musica, segue i messaggi che manda ma la cosa che più mi rattrista è che vengono seguiti i messaggi sbagliati.
Prendete i rapper, loro parlano di donne, soldi, armi, bande...e i giovani seguono le loro parole incantanti dallo stile di vita trasgressivo e dal denaro facile.
Io ho sempre usato la musica come mezzo di comunicazione, eppure non sono molte le persone che percepiscono il mio messaggio di pace.




* * *






Chiusi gli occhi stanco della giornata trascorsa, non avevo voglia di dormire perchè era ancora molto presto, ma neanche di stare sveglio. Mi sarei annoiato a morte.
Avevo ancora il cappotto e il cappello, e ancora i muscoli e le ossa indolenziti. Londra era davvero umida non riuscivo ad abituarmi a quel clima.
Stavo per addormentarmi profondamente quando il telefono si mise a squillare, il cuore mi arrivò in gola per lo spavento che avevo preso in sonno.
Risposi con la mano sul petto per cercare di fermare quei battiti forti e fastidiosi.

-Si?-
-Ciao.-
-Scar…sei tu?-
-Si, perché sei così meravigliato?-
-E’ che io credevo…lascia perdere.-
-Disturbo?-
-Certo che no, dimmi pure.-
-Ehm..senti, ho notato che c'è una bella luna piena stasera e stranamente pochissime nuvole, potrebbero uscire delle belle foto.-
-No guarda, mi hanno fotografato tutto il giorno, per oggi può bastare.-
-Io parlavo dell'ombra.-
-Oh...oh certo l'ombra...Allora sì, d'accordo.-
-Bene, io scendo ci vediamo sul retro dell'hotel, lì non dovrebbe esserci nessuno.-
-Lo spero.-
-Sta tranquillo.-

Ecco, ci era riuscita di nuovo. Mi aveva tranquillizzato con quelle due paroline.
Come faceva ad essere sempre così raggiante?Per fino al telefono avevo avvertito il suo sorriso, eppure la sua situazione non era delle migliori.
Beh, senza dubbio aveva appreso alla lettera la prima frase di una delle mie canzoni preferite: Smile.
E io che cantavo?io che credevo in quelle parole non riuscivo a sorrider. I miei occhi erano spesso tristi, quando mi fissavo allo specchio potevo vederla, potevo sentirla. Ce n'era davvero tanta nei miei occhi.



Era buio. Non un lampione, niente. Solo la luce della luna a trasformare in nastri d'argento i ciuffi d'erba ai lati della strada.
Scorsi la sua figura all'angolo, giocherellava con un ciuffo di capelli e agitava la gamba destra.
Il suo tesoro appeso al collo con un laccio blu, era una di quelle macchine gigantesche, una di quelle da professionisti.

-Ehi,hai fatto presto.-
-Già..allora..dove ci mettiamo?-
-Tu cammina,e quando ti dico stop fermati,ma devi rimanere in quella posizione.-

Mi misi a passeggiare lentamente per quella strada, mi sentivo uno stupido. Non vedevo l'ora che dicesse quella maledetta parola, avere gli occhi di qualcuno addosso mi metteva un'ansia terribile.

-Come sto andando?-
-Continua a camminare.-

E continuai a camminare.

-Prova a mettere le mani in tasca.-

Obbedii.

-Perfetto...e...stop!-

Non ebbi il tempo di emettere un fiato che una serie di scatti partirono veloci uno dopo l’altro. Ma quando alzai lo sguardo mi tranquillizzai, stava fotografando il pavimento. In quel momento vidi con la coda dell'occhio la mia ombra.

-Sei stato bravissimo, presto avrai le tue foto.-
-Bravissimo io?e cosa avrei fatto di così speciale?-
-Mi hai regalato la tua anima.-

Sorrisi e basta. Non c'era bisogno di aggiungere altro. Riusciva sempre a spiazzarmi con le sue parole.

-Adesso devo andare, Landon tornerà presto stasera.-
-No...aspetta Scar...-
-Si?-
-Perché fai tutto questo alle sue spalle?-
-Lui non capirebbe...-
-Ma...Scar...-
-Michael...devo andare.-
-Certo, perdonami.-

Lasciai andare il suo braccio ancora poco convinto, in realtà non ero convinto di niente. Del suo rapporto con Landon, del suo passato...e del suo futuro.
Ma ovviamente non erano affari miei, anche se quell'impulso irrefrenabile di proteggerla bussava sempre più spesso alla mia porta.

Risalito in camera decisi di mettermi in pigiama, non avrei ricevuto altre visite, supponevo."Landon sarebbe tornato presto": cos'è?non aveva con chi spassarsela quella sera?I bar avevano esaurito gli alcolici?A giudicare dallo schifoso odore di birra che avevo avvertito allo studio del fotografo doveva essere un gran bevitore.
Mi stupivo sempre di più di come quella ragazza così carina e raffinata potesse avere a che fare con un rozzo simile.
Beh, si dice che alle donne piace l'uomo rude, che puzza. Magari se non mi fossi fatto la doccia per qualche settimana avrei trovato la donna della mia vita!
Nonostante tutti quei pensieri, l'idea che fosse costretta a stare con lui mi gironzolava in testa sempre di più.
Ma come ho già detto...non erano affari miei.
Scacciai quel pensiero dalla mente ma sfortunatamente fu rimpiazzato da un altro pensiero, molto più triste e doloroso. Pensai tutta la notte a Lisa.



* * *





Durante la notte non sentii nulla, nonostante la sua camera fosse a pochi metri di distanza dalla mia, e per di più sullo stesso corridoio.

Ripeto.

Fortunatamente durante la notte non sentii nulla, altrimenti sarei andato a dare una bella strigliata a quel rozzo.
Una bella strigliata?Oddio, probabilmente mi avrebbe riso in faccia!
Sarei andato a prenderlo a calci. Ecco...credo che così vada meglio!

Quando salii in auto le prime parole dell'autista non furono "Buongiorno Signor Jackson",ma..."Ha sentito che razza di casino che hanno fatto stanotte quei ragazzi?"

-Quali ragazzi?- Chiesi ancora confuso.
-Davvero non ha sentito nulla?erano al suo stesso piano.-
-Io...no,no non ho sentito nulla.-
-Accidenti che sonno pesante- mormorò tra sé.
-Ehi...- lo ripresi.
-Mi scusi.-

Restai in silenzio per qualche minuto. Perché tutti avevano sentito e io no?Mi sentivo così di rabbia a pensarci.
Anche se forse era stato meglio così, non erano affari miei, me lo dissi per l'ennesima volta, ma non riuscivo ad accettare quella situazione.

-E...dimmi,sei riuscito a capire il perché della lite?-
-Non ho capito molto a causa dei rumori che si sentivano ma pare che la ragazza si lamentasse della gelosia del fidanzato, immagino.-
-Gelosia?-
-Sì, urlava qualcosa come "Mi tieni rinchiusa qui come una prigioniera",povera ragazza.-
-Oh santo cielo!-
-Tutto ok Signor Jackson?-
-Si...si è tutto ok.-

Pian piano i tasselli tornavano al loro posto. Veniva da me di notte per non farsi scoprire da lui.
Mi sentii subito triste. Non aveva il controllo della propria vita, non poteva uscire a prendere una boccata d'aria senza chiedere prima il permesso a qualcuno.
Era tutto troppo ridicolo, noi siamo nati liberi, e liberi dobbiamo continuare a vivere .Chi era quel tipo per negarle di vivere la sua vita?
A quel punto era tutto chiaro, lei non poteva essere innamorata, mi rifiutavo di crederlo. C'era qualcosa che la tratteneva lì, e non poteva fare altro che soffrire in silenzio.
Io sapevo come ci si sente quando ti negano un pezzo di vita. Non avevo avuto la mia infanzia e Scar non aveva avuto la sua adolescenza, probabilmente.



Quando ritornai in hotel la sera passai davanti alla sua camera concentrato, era tutto silenzioso, sembrava quasi che non ci fosse nessuno lì dentro.
Volevo fermarmi e bussare ma sapevo che avrei potuto metterla nei guai, allora nervoso fino alla punta dei capelli me ne tornai nella mia suite e chiusi con forza la porta.

Più pensavo alle parole del mio autista e più mi ripetevo che non era giusto, non potevo lasciare che quel verme negasse a Scar di essere felice, di divertirsi e di avere amici.
Era sola perché lui l'aveva isolata dal mondo, la rinchiudeva come un oggetto e la tirava fuori quando gli andava. Anche se non erano affari miei far finta di non vedere non era da me, non potevo chiudere gli occhi e lasciare che qualcuno continuasse a soffrire.
Cavolo io vivevo di questo! La mia musica era basata su questo!!
"Who am I, to be blind?"
L'avevo scritto, l'avevo cantato, l'avevo sentito.
Chi ero io per essere cieco?per far finta di non vedere?Avevo l'obbligo di aiutare chi soffriva, ed era quello che avevo intenzione di fare.
Composi il numero della sua camera un po’ timoroso di sentire la voce di Landon dall'altra parte, ma in verità non rispose proprio nessuno.

Non perseverai, magari stavano dormendo e non volevo interrompere il suo sonno. Almeno lì poteva sognare una vita diversa da quella che stava vivendo.
Non riuscivo a capire come la gelosia portasse a far soffrire la persona amata. Oddio per me quello non era amore!
Come puoi dire di amare qualcuno, se questo qualcuno soffre ripetutamente a causa tua?Non è possibile, quella è solo ossessione, è lo stupido desiderio di avere tutto sotto controllo, per fino la vita di qualcun’altro.
Ma c'era un'altra ipotesi da non sottovalutare. Magari era talmente innamorato da non rendersi conto di quello che le faceva, voleva tenersela tutta per se, non voleva dividerla con nessuno.


La notte passò in fretta, mentre l'ultimo spiraglio di luna spariva il sole già era pronto a prendere il suo posto. Più luminoso e caldo, più intenso e accecante. Amavo il sole, ma non potevo godermelo, non potevo avvertire i suoi raggi tiepidi sul viso. Era la prima volta che vedevo un sole così a Londra e qualcosa mi diceva che sarebbe stata anche l'ultima...
[Modificato da °Offy° 10/03/2011 20:54]
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