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[FAN FICTION] Angel's Eyes (non terminata, l'autrice si è cancellata dal forum per sospetto plagio). Rating: arancione

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2010 17:05
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09/07/2010 20:59
 
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Ciao foruuuuum mi siete mancati tantissimo [SM=x47958] esame finito, quindi...FINALMENTE posso seguirvi e soprattutto...nuova storia!!! [SM=x47979] [SM=x47979] spero vi piaccia, era un gioia leggere i vostri commenti nella vecchia FF, spero di non deludervi. [SM=g27838]
ma la faccio breve e posto il primo capitolo...
grazie in anticipo a tutti quelle che leggeranno [SM=g27823]




"Credo nei sogni e nella nostra capacità di fare in modo che si avverino.
Ci credo davvero. Un sogno è qualcosa di più di un semplice desiderio, è uno scopo.
E' qualcosa che il nostro conscio e subconscio possono trasformare in realtà."



Capitolo 1


Se ne stava lì, seduto, con l’aria di chi ha perso troppo tempo per gli altri e troppo poco per se stesso. Non ricordo molto di quella sera ma giurerei di poter riconoscere quegli occhi anche a distanza di anni. Erano scuri, di un nocciola intenso e malinconicamente accesi da una luce stranamente nostalgica. Ricordo di averli fissati per un po’, finchè non se ne accorse e allora finsi di guardare da un’altra parte per l’imbarazzo. Non saprei descrivere altro, se mi chiedessero cosa indossasse o come fossero le sue mani o i suoi capelli, non riuscirei a rispondere. Posso però con estrema certezza dire che quelle iridi profonde non le avrebbe dimenticate nessuno.

Mi chiamo Nicole Jones, sono un’arredatrice d’interni di 32 anni nata in Italia ma californiana d’adozione ormai da sette anni. L’Italia, quella vera reale non da spaghetti western o da leggenda metropolitana, quella nazione caotica e opulenta che stereotipano in continuazione in film di poco gusto. Niente mafia, grassoni con i baffi e mandolini per la strada, almeno non nella città dove sono nata io, la città eterna, l’unica vera fonte di cultura e di arte rimasta incontaminata nel tempo: Roma.
Ho passato lì praticamente tutta la mia vita, mio padre era originario del Colorado e aveva conosciuto mia madre durante un viaggio in Italia con dei suoi amici, stavano festeggiando l’addio al celibato di uno di loro ma esagerando un po’ con i brindisi si sono ritrovati su un volo diretto per Roma. Ed è successo così, per caso, si sono incontrati, si sono innamorati e non si sono lasciati più.
Ho sempre invidiato il loro modo di stare insieme e di amarsi, sono complici come mai ho visto fare a nessun’altro, litigano ma il giorno dopo già sono pronti a ridere e scherzare. Li ho visti parecchie volte rincorrersi per la casa come due ragazzini, darsi i pizzichi, fare battute rendendo l’atmosfera quasi surreale. Quante volte ho avuto paura che tutto questo potesse finire.
Io però, nonostante tutto, non sono mai stata una di quelle bambine che sognano l’abito bianco e il principe azzurro, che giocano con le bambole facendole innamorare perdutamente pronte a vivere le loro incredibili storie d’amore. Non ho mai creduto veramente a nulla di tutto ciò per paura che un giorno mi sarei svegliata e mi sarei resa conto che in realtà era solo un sogno. So che non si dovrebbe ragionare così, lo so che è sempre meglio aver vissuto qualcosa di meraviglioso anche se poi è dovuto finire piuttosto che non averlo vissuto affatto, ma la paura purtroppo non si sconfigge a parole. Perciò eccomi qui a 32 anni con un’azienda a mio nome specializzata in progettazioni d’arredamento d’interni con 230 dipendenti in attivo, nel pieno centro di Los Angeles e neanche un gatto che mi aspetti la sera a casa per farmi almeno un po’ di fusa.
Non che mi dispiaccia o che sia insoddisfatta della mia vita, anzi, però credo che ogni tanto distrarsi un po’ faccia bene e allora in quei momenti, quando tutto sembra difficile perché sono costretta ad affrontarlo sempre e soltanto con le mie forze, in quei momenti penso ai miei genitori e capisco che forse vivere così non è poi il massimo.

-Sophie sai cosa ti dico, parto!-

-E dove andresti?-

-Non lo so ovunque, lontano, non importa dove. Ho bisogno di staccare per un po’.-

-Ti senti male vero? Oh mio Dio chiamate un dottore.-

-Ma perché scusa?-

-Nicole Jones stacca per un po’…dal suo lavoro, faccio fatica persino a dirlo.-

Del resto non ha tutti i torti, nell’ultima vacanza che ho fatto avrò avuto al massimo 13 anni.
Direi che ho proprio bisogno di fare le valigie e saltare sul primo aereo diretto ai Caraibi.
I Caraibi…caldo afoso, gente che non parla la mia lingua, scommetto che non ci sarà nemmeno Johnny Depp vestito da pirata ad aspettarmi. Quindi…che fregatura.
-Sophie forse mi sa che rimango.-

-Ah ecco ora ti riconosco.-


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