UN FANTASTICO INCONTRO (in corso). Rating: rosso

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 13:29
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23/05/2010 23:22
 
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6° Capitolo


Franky mi offre una sigaretta e mi fa cenno di sederci su un bel divano di midollino bianco, poi dopo qualche secondo di silenzio,
un po' imbarazzato mi dice:

"Senti, devo di dirti una cosa, ma ti prego di farmi finire di parlare prima di rispondermi."

"Ti ascolto, che succede?"

"Ecco vedi, prima, quando Michael mi ha chiamato, dopo esserci alzati da tavola, mi ha chiesto se l'argomento di conversazione, mentre parlavamo in francese fosse stato lui. Gli ho risposto di sì, perché a lui non gli si può nascondere niente. E' un uomo molto intelligente e tremendamente intuitivo, poi per certe cose ha davvero le antenne, quindi sarebbe stato del tutto inutile negare. Ha voluto sapere che cosa c'eravamo detti ed io gli ho riferito, a grandi linee, quello che tu mi avevi raccontato."

E qui fa una pausa e, io di rimando:

"E allora?"

Franky mi guarda e mi chiede se veramente voglio saperlo, perché è sicuro che quello che mi dirà non mi farà piacere.

Il mio cuore comincia a battere forte e sento come una morsa nello stomaco, vorrei scappare per non sapere niente, ma la mia curiosità è più forte della paura, quindi, sorridendo per tranquillizzarlo, replico:

"Dai, non preoccuparti, sono abbastanza grande ed abbastanza esperta per incassare i colpi bassi che la vita mi riserva."

Allora Franky, con aria molto contrita mi dice:

"Insomma dopo che ho finito di parlare, Michael si è fatto una bella risata e mi ha chiesto se davvero tu mi abbia raccontato quelle cose, perché tranne l'incontro sull'aereo, lui, di tutto il resto, non ricorda assolutamente nulla!”

Detto questo mi accorgo che il mio interlocutore mi guarda con aria preoccupata, forse aspettandosi chissà quale reazione.

Mi comporto invece esattamente al contrario, anche se dentro di me sento crescere una tale rabbia verso Mr. Jackson, che se solo me lo fossi trovato davanti in quel momento, sarei stata capace di dirgliene di tutti i colori ed in tutte le lingue, guardo quindi Franky con un sorriso e, con voce assolutamente calma e rassicurante gli ribatto:

"Beh, è normale che non si ricordi, sono passati tanti anni, e per lui, che ha conosciuto chissà quante persone nella sua vita, io sono una delle tante facce anonime che gli sono passate accanto, senza aver lasciato alcun segno. D'altronde come ti avevo detto prima, una delle mie paure, era proprio che lui non si ricordasse affatto di me. Mi chiedo tuttavia, perché sull'aereo mi ha detto che somigliavo molto ad una sua amica di Roma, che non vedeva da molto tempo."

Franky pronto mi risponde:

"Non devi meravigliarti di questo, perché Michael molto spesso, come è naturale per uno che ha fatto il giro del mondo per ben otto volte, confonde date, luoghi e persone, ed in generale, tranne che per pochissime cose, ha una memoria molto labile. Quindi è possibile che vedendoti tu gli abbia ricordato qualcuna che magari ha incontrato a Londra o a Parigi o magari in una città qualsiasi qui in America.
Mi dispiace doverti riferire questo, ma Michael mi ha espressamente chiesto di dirtelo, vista la reazione che hai avuto nell'ufficio di Phil quando lo hai rivisto, è bene che tu sappia, che il suo comportamento è solo dovuto ad una sua timidezza e riservatezza innata che lo rendono scostante con le persone che non conosce molto bene."

Ascoltando Franky, mentre sento arrivarmi delle pugnalate al cuore, tante per quante parole ha pronunciato, mi sto già dando mentalmente della cretina, dell'immatura, di quella che ancora sogna ad occhi aperti, nonchè della ragazzina che ancora riesce ad illudersi, nonostante i miei quasi quarant’anni vissuti con momenti di grandi sofferenza,

Facendo però finta di niente, gli dico di riferire a Michael, che può dormire sonni tranquilli, dato che nemmeno per un momento avevo pensato che tra di noi potesse accadere qualcosa e, dimostrazione ne è stata, che quando sull'aereo lui mi ha detto che le ricordavo una ragazza di Roma, io non ho svelato chi fossi, proprio perché non avevo alcun interesse a rinvangare il passato, che per quanto mi riguardava era bello che sepolto.
Aggiungo anche, per avvalorare la mia tesi, che il mio imbarazzo nell’ufficio di Phil era dovuto solo al fatto di pensare di aver fatto una figuraccia, per avergli mentito sulla mia identità, niente più di questo.

Detto ciò mi alzo e, rabbrividendo per il freddo vado verso la porta finestra per ritornare in salotto, ma mi scontro quasi con Michael, che sta uscendo fuori per cercare Franky.

Lo guardo, ma senza però far trapelare il mio sconvolgimento interiore, sorridendogli candidamente e, con un tono di voce angelico gli dico che il suo amico è là fuori, poi, mentre lui mi ringrazia per l’informazione, mi avvicino al suo orecchio per sussurrargli in italiano:

"Tu, sei un gran bugiardo!"

Non aspetto nemmeno la sua reazione, lo lascio lì e rientro in casa.

Mi avvicino subito a mio padre e dopo avergli detto che sono stanchissima e voglio andare a dormire, mi risponde:

"Certo tesoro. Andiamo subito, anch’io non reggo più.”

Papà chiede quindi a Phil se può farci accompagnare in albergo, perché siamo entrambi stanchi morti e, il nostro gentilissimo ospite risponde che non c'è alcun problema, poi ci informa che, probabilmente, con noi verranno anche Michael e Franky visto che stiamo tutti nello stesso hotel.

A me prende un colpo poiché, dopo quello che mi aveva detto Franky, tutto avrei voluto tranne che incontrare Mike di nuovo.

Papà ed io, tuttavia, sorridiamo mentre Phil si rivolge a loro, che nel frattempo sono rientrati, per annunciare che stavamo appunto andando via.
Michael risponde subito che anche lui desidera rientrare, dal momento che si sentiva abbastanza stanco, ed aggiunge, con aria timida, guardando prima mio padre e poi me:

"Se per voi va bene, ovviamente!"

Lo guardo come se volessi fulminarlo, ma con un sorriso tirato, gli rispondo che anzi, per noi è un piacere.

Dopo aver ringraziato per la serata magnifica e per la squisita ospitalità, salutiamo e ci dirigiamo verso la limousine che ci stava aspettando.

Salgo come al solito per prima, e mi risiedo sullo stesso sedile dell'andata, lo stesso fa mio padre, mentre Michael questa volta si siede vicino a me.

Sono talmente stanca che a fatica riesco a tenere gli occhi aperti, e abbandono la testa all'indietro mentre mio padre comincia a parlare con Franky che gli sta seduto di fronte.

Cullata dal ronzio del motore sto quasi per addormentarmi quando sento una specie di solletico vicino al collo, poi sento un leggero soffio vicino all'orecchio e la voce di Michael che con un sussurro mi dice in inglese:

"Tu, sei una bugiarda".

Volto di scatto la testa verso di lui e vedo che mi guarda e sorride con aria furbetta.

A bassa voce, non riuscendo a far finta di non capire, gli chiedo:

"Ma come hai fatto a capire quello che ti ho detto?"

Lui con la stessa aria di prima mi risponde:

"Che credi, anch'io ho i miei segreti".

Io di rimando:

"Te lo sei fatto dire sicuramente da Franky, giacché conosce un po' d'italiano".

"Sì è vero, ho chiesto a lui il significato".

Allora gli chiedo:

"Ebbene che ne pensi?"

Lui facendo finta di non capire a cosa mi stessi riferendo, a sua volta mi domanda:

"Di cosa?"

"Di quello che ti ho detto".

Lui mi guarda e sorridendo mi dice.

"Te lo dirò un'altra volta".

"Sì. Tra altri otto anni."

"Perché?" fa lui: "Non resti a LA per una settimana?"

"Io sì, ma tu, quanto resti?"

"Non lo so di sicuro, forse 3 o 4 giorni, o anche di più, dipende".

Non faccio in tempo a chiedere: “Dipende da che?” poiché l'auto è arrivata davanti al Beverly Hills, Michael stupito chiede a Franky perché ci siamo fermati davanti al portone principale, quando lui entra dal garage, per evitare i paparazzi sempre in agguato, al che Franky gli risponde che visto che anche noi stiamo lì, probabilmente l’autista voleva farci scendere davanti all'entrata.

Mio padre però capendo la situazione dice che non ci sono problemi e che anche noi entreremo da lì, l’auto procede quindi fino al garage mentre Franky avverte la sicurezza che Michael sta arrivando.
Mike poi, con un tono piacevolmente sorpreso, dice che non sapeva che anche noi stessimo nello stesso suo albergo, poi rivolgendosi a me, sempre a bassa voce, aggiunge che stando così le cose, non ci sarà nessun problema per incontrarci nuovamente.

Mi chiede poi in quale camera sto, ma io mi rendo conto solo adesso, che non so quale sia il numero della mia suite, perché ero entrata talmente in fretta prima, da non averci fatto caso.

Gli rispondo che non lo so, ma lui mi lancia uno sguardo diffidente, allora in tutta fretta lo domando a papà che mi risponde in inglese, intuendo forse che l’informazione è per Michael e, aggiunge anche che siamo al terzultimo piano.

Guardo Michael per vedere se abbia capito e lui mi sorride come per dirmi che è tutto ok.

Arrivati a destinazione, prima di scendere, saluto Mike augurandogli la buona notte, lui inaspettatamente mi ricambia con un abbraccio, il primo dopo quasi otto anni e, sentendo le sue braccia intorno a me e, i suoi capelli morbidissimi che mi solleticano la guancia, il mio cuore di nuovo comincia a battere all’impazzata, facendo riaffiorare tutte le emozioni fortissime che avevo vissuto in quella giornata passata insieme a Roma.

Dopo essere scesa, facendo uno sforzo sovrumano su me stessa, poiché se fosse dipeso da me, sarei rimasta tra le sue braccia, potendo, per sempre, saluto Franky, con due baci sulle guance, lo ringrazio per la sua disponibilità, ma lui ringrazia me per la mia compagnia molto piacevole e brillante, aggiungendo in francese che spera di incontrarmi molto presto e, mentre gli rispondo che lo spero anch'io, Michael ci passa vicino con le sue guardie del corpo e ridendo dice a Franky che deve dargli lezioni di francese, così almeno potrà capire quello che ci diciamo.

Ci avviamo così verso gli ascensori. Michael prende quello privato che sale direttamente fino all'ultimo piano, che lui ha affittato ovviamente per intero mentre papà ed io prendiamo uno dei tanti che sono a disposizione di tutti gli ospiti dell'albergo.

Finalmente arrivo nella mia suite, sono talmente stanca che riesco a spogliarmi per metà e poi crollo sul letto addormentandomi subito, come fossi stata colpita da improvvisa narcolessia, senza neanche poter pensare a tutte le emozioni che si erano susseguite in questa lunghissima e turbolenta giornata.
[Modificato da malabi 24/05/2010 15:38]


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