UN FANTASTICO INCONTRO (in corso). Rating: rosso

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23/05/2010 22:21
 
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PARTE SECONDA (Il Secondo Incontro)

5° Capitolo


Entriamo tutti in casa e, mi trovo in un atrio di forma rotonda, grande quanto una piazza, da cui parte una scala di marmo larghissima a forma di chiocciola, ma con gradini molto bassi.
Alzo gli occhi e vedo sopra di me un soffitto a cupola alto almeno 10 metri, i pavimenti, lucidissimi, di marmo bianco con venature rosa e verdi, sono coperti da una serie di tappeti persiani con colori e disegni meravigliosi, dove camminandoci sopra, si affonda letteralmente per quanto sono alti.

Nell'atrio veniamo accolti da una bella donna, bionda, non più giovanissima, lo noto dalle mani, piene di anelli di brillanti, un po' rugose; non certo dalla faccia, che si presenta senza nemmeno una ruga con la pelle tesa come quella di un tamburo.
Noto che è vestita in maniera elegante anche se un po' troppo vistosa per i miei gusti, e soprattutto è ingioiellata come se fosse la reclame ambulante di Cartier; avrà indosso, infatti, almeno tre chili di gioielli, tra orecchini, collana, bracciali ed anelli tutti rigorosamente di brillanti, grossi come ceci.
Penso che, in confronto, il mio girocollo di perle rosa naturali, deve arrossire dalla vergogna, guardo mio padre facendo un cenno come per dirgli:

"Ma hai visto che roba?"

Lui, a voce bassissima e storcendo la bocca, mi risponde:

"E' troppo pacchiana!”

Gli sorrido dato che sono assolutamente d'accordo con lui.

Phil fa gli onori di casa presentando me e mio padre alla signora in questione, che per l'appunto è sua moglie Meg, la quale saluta tutti con calorose effusioni e, in particolare abbraccia con grande affetto Michael e Franky che ricambiano con la stessa intensità, dato che è passato molto tempo dall'ultima volta che si sono visti.

Finiti tutti i convenevoli, passiamo in un salotto, ampio poco meno dell'atrio, dove sento una musica soffusa, molto intima e rilassante e, qui veniamo invitati a sederci su comodissimi divani per gustarci un aperitivo.

Un impeccabile cameriere ci chiede cosa desideriamo bere ed io, che bevo rarissimamente, figurarsi poi a stomaco vuoto, dico a mio padre di chiedere, se è possibile, qualcosa di non alcolico per me.

Papà mi dice che l'unica cosa non alcolica che hanno è o l'acqua o succhi di frutta. Opto per il succo d'arancia e mi sembra di capire che anche Michael, che si è seduto sul divano di fronte al mio, chieda la stessa cosa, dopodiché mi guarda con aria complice, almeno così mi sembra.
Franky, che nel frattempo si è seduto vicino a me, mi chiede se mi piaccia questa musica, gli rispondo di sì, e lui aggiunge, che è un brano di un bravissimo jazzista che unisce però al jazz anche altri stili, tipo blues, soul e swing.

Cominciamo quindi a parlare di musica, e gli dico che sono appassionata anche di musica classica e che posseggo a casa, una collezione di oltre 200 cd, dalla musica medievale fino a Gershwin, Piazzolla e Orff di cui adoro i Carmina Burana.

Franky come nomino i Carmina Burana mi lancia uno sguardo strano e mi chiede se sapevo che anche Michael ama moltissimo quell'opera, mentendo, gli rispondo che non lo sapevo assolutamente e istintivamente guardo verso Michael che sta parlando con Meg, ma che forse sentendosi osservato, si gira verso di me e contraccambia lo sguardo.

Franky, a cui non sfugge nulla, da quanto ho potuto capire, mi dice di scusarlo se sta per farmi una domanda un po' personale, ma nel momento in cui noi siamo entrati nell'ufficio di Phil e siamo stati presentati a Michael, ha notato che il suo amico ha cambiato improvvisamente umore; dall'allegria e contentezza per aver rivisto Ted dopo molto tempo, non appena mi ha guardata, Mike ha avuto una reazione strana che di solito non ha con le belle donne.

Il mio amico poi, aggiunge inoltre, che anche guardando me, ha notato che il mio viso che poco prima era disteso e solare, improvvisamente ha cambiato espressione diventando molto tirato e, mi dice che, soprattutto i miei occhi a mandorla, bellissimi, perché grandi ed intensi erano diventati improvvisamente tristi e spenti, quindi vorrebbe sapere se sia vero, che io e Michael ci siamo conosciuti in aereo quel giorno e, non invece in un'altra occasione precedente.

Prima di rispondergli prendo un po' di tempo, dato che non so se dirgli la verità o fare finta di niente, poi mi decido e gli rispondo che è una storia troppo lunga per essere raccontata in quel momento.
La padrona di casa infatti, ci invita a trasferirci nella sala da pranzo poiché la cena è servita.

I posti a tavola sono stati assegnati e Phil che è a capotavola, indica a me e papà di sederci vicino a lui, ma mio padre mi chiede di lasciare, per gentilezza, il mio posto a Ted perché così almeno possono parlare di lavoro, e mentre Andy si siede invece vicino a mio padre, io prendo posto vicino a Ted.
Dall’altro lato ho vicino Franky, a cui Meg anch'ella a capotavola, ha quasi ordinato di sedersi alla sua sinistra, mentre Michael ovviamente prende posto alla sua destra.

La cena comincia ad essere servita, ma a me la fame è del tutto passata e vedo che anche Michael, come al solito, mangia pochissimo, anzi si può dire che alcune pietanze non le tocca nemmeno.

Intanto Franky continua a parlare con me, ma io che sono stanchissima, stressata e profondamente amareggiata, non riesco nemmeno più a ricordarmi la maggior parte delle parole in inglese, e con aria disperata gli chiedo se per caso oltre all'inglese sappia parlare qualche altra lingua. Mi risponde che parla poco l'italiano e, il francese, molto meglio che l'italiano, perché per un periodo di tempo aveva vissuto in Francia.

Sentendo che Franky conosce il francese, che anch'io parlo abbastanza correttamente, ed ogni caso molto meglio dell'inglese, ho un sussulto di gioia e gli domando se dal quel momento potremmo parlare in questa lingua, così mi stancherò di meno. Lui accetta volentieri e, a questo punto, mi chiede a voce molte bassa, se adesso posso raccontargli quello che era successo tra me e Michael. Gli dico di sì, a patto però di stare molto attenti a non dire mai il suo nome, ma di sostituirlo con Mi, altrimenti avrebbe capito che, stavamo parlando di lui, anzi presa dal dubbio, chiedo al mio interlocutore, se fosse sicuro che Mi non conoscesse il francese, ma lui mi rassicura dicendomi che non lo sa.

Inizio il mio racconto descrivendogli come ci fossimo conosciuti a Roma durante il Dangerous Tour e come tra noi ci fosse stata subito un'attrazione e così via fino a spiegargli perché la cosa tra noi fosse finita, a causa del mio nuovo lavoro che non potevo assolutamente lasciare per raggiungerlo da qualche parte durante le tappe dei suoi concerti.

Gli parlo poi della mia vita, così come si era svolta durante questi anni, del mio matrimonio fallito, fino ad arrivare al viaggio per LA e, a come ci fossimo poi incontrati sull'aereo, dove mi aveva quasi riconosciuta, ma dove io per paura che lui mi trovasse cambiata in peggio rispetto a com’ero quasi otto prima anni prima, non ho avuto il coraggio di dirgli che ero proprio io.

Mentre converso con Franky, ogni tanto guardo Michael e mi accorgo che sempre più spesso, volta lo sguardo verso me ed il suo amico, con un espressione che mi sembra una via di mezzo tra il seccato e l'incuriosito, tanto che Meg, che ha continuato a parlare con lui per tutto il tempo, si è accorta di non avere più la sua attenzione e, seguendo il suo sguardo si rivolge a Franky dicendo che non sapeva che lui parlasse così bene il francese e gli chiede, in tono malizioso, se stessimo parlando in quella lingua solo per fare un po' d'esercizio o semplicemente per non far capire agli altri di cosa stessimo parlando.

Il mio cavaliere, senza battere ciglio, mantenendo un’ applombe invidiabile, molto garbatamente, spiega che essendo io molto stanca, a causa del lungo viaggio e del cambio di fuso-orario, pur conoscendo l'inglese ma non così bene come il francese, preferivo parlare con lui in questa lingua, poiché entrambi la conosciamo molto bene.

Meg, dopo questa spiegazione, si rivolge a me con un tono talmente gentile da sembrare falso, dicendomi che ovviamente sono libera di parlare come mi faccia più piacere poiché, si vede dal mio viso, che sono davvero molto stanca, ovviamente la ringrazio con un tono ed un sorriso altrettanto stucchevoli, tanto da farle capire, che ho inteso perfettamente la sua stoccatina sul mio aspetto., che immagino orrendo.

Lancio di nuovo un'occhiata a Michael, che mi sta guardando di traverso, con occhi di fuoco e, come se niente fosse riprendo a parlare in francese con Franky.

Ho appena ricominciato a conversare, allorquando una persona si avvicina a Phil per dirgli qualcosa a bassa voce, al che il nostro ospite si rivolge a mio padre dicendogli che c'è per noi una telefonata dall'Italia e papà, ovviamente, lo guarda stupito ma, lui gli spiega, che si era permesso di lasciar detto alla direzione all'hotel di deviare tutte le telefonate, in arrivo per noi, ai numeri del suo ufficio o di casa sua, per dare a noi la possibilità di rispondere subito alle eventuali chiamate che potevano arrivare per noi.

Entrambi ringraziamo e chiedo per chi fosse la telefonata, Phil risponde che dovrebbe essere per me.

Mi alzo per andare a rispondere e mentre controllo l'orologio vedendo che sono le 23,30, sento il sangue defluire dal mio viso, guardo mio padre preoccupatissima e con voce angosciata gli dico:

"Oddio è successo qualcosa alla bambina! Perché chiamano a quest'ora"?

Evidentemente sia il mio tono di voce concitato, che la mia espressione cadaverica, devono aver attirato l'attenzione degli altri ospiti, perché improvvisamente cala un silenzio glaciale e, mi sento gli occhi di tutti addosso, che ovviamente non hanno capito nulla di quello che stava accadendo.

Mio padre però mi dice:

"Ma possibile che non ti ricordi mai che siamo a Los Angeles? A Roma sono 9 ore avanti, quindi lì sono le due e mezza di pomeriggio?".

Mi batto una mano sulla fronte sorrido e dico:

"Maledetto fuso orario! Non me lo ricordi mai.”

Tranquillizzata, seguo il tizio che mi accompagna verso il telefono e mentre esco dalla sala, sento mio padre che sta spiegando agli altri quello che era appena accaduto.

Afferro la cornetta tuttavia con un po’ di preoccupazione ma subito, sento la vocina di mia figlia che mi chiede immediatamente quando torno a casa, le rispondo che ritornerò presto e le dico di fare la brava e di non piangere perché le porterò per regalo tante belle cose dall'America. Mi trattengo ancora un po' al telefono per parlare anche con il mio ex, che mentre mi rassicura che sta andando tutto per il meglio, approfitta subito per chiedermi dove sto e con chi sto.
Gli dico garbatamente, per evitare inutili discussioni e, farmi il sangue cattivo, che sono a cena con mio padre ospiti di colui che dovrebbe diventare suo socio e, lo saluto dicendo che appunto non voglio tenere occupato il telefono più di tanto, per cui, dopo aver attaccato, ritorno in sala da pranzo, finalmente più tranquilla e rasserenata.

Mi dirigo verso il mio posto, e guardo Franky che, alzatosi per aiutarmi a sedere, mi accoglie con un sorriso aperto e soddisfatto.

Ricambio il suo sorriso e, mentre mi accomodo, guardo verso Michael che mi sta fissando con occhi molto più benevoli rispetto a prima, anzi direi quasi dolci, gli rivolgo anch'io uno sguardo molto intenso e per la prima volta, da quando ci siamo incontrati nell'ufficio di Phil, gli sorrido con affetto.

Mi sorride anche lui e con un tono di voce dolcissimo, mi chiede:

"E’ tutto ok?”

Gli rispondo che ora va tutto bene dato che, finalmente, sono riuscita a parlare con casa mia.

Lui continuando a fissarmi, a bruciapelo, mi chiede:

"Quanti anni ha tua figlia?"

Gli rispondo:

"Quattro anni e mezzo"

"E ora dove sta?"

"A Roma, con il padre."

"Ah, con tuo marito!"

"No, con il mio ex-marito. Sono divorziata da quasi due anni"

Lo guardo sempre fisso e mi sembra che accenni ad un barlume di sorriso, ma prima che possa aggiungere qualsiasi altra cosa gli chiedo:

"E i tuoi figli dove sono? Perché sono i tuoi figli i due bambini che ho visto con te sull'aereo?"

Con estrema gentilezza mi risponde:

"Sì sono i miei figli. Sono a casa qui a LA, ma a quest'ora già dormono da un bel pezzo."

Aggiungo, tanto per rifargli il verso.

"Ah, sono con tua moglie!?"

Michael mi guarda con aria interrogativa e, vedo che a stento si trattiene dal ridere, come se trovasse comica questa affermazione.

Mi pento immediatamente di quello che ho detto e aggiungo:

"Scusami, forse sono stata indiscreta."

Lui mi sorride e invece ribatte:

"No assolutamente. Ho solo trovato buffa questa domanda."

Alla sua risposta, come un dejà vu, rivivo la stessa scena di tanti anni prima, quando in macchina, cominciò a ridere perché non poteva credere che io non sapessi niente di lui.

Guardandomi bene dall’esternare questi miei pensieri, limito solo a replicare:

"Perché, cosa c'è di buffo? Tu a me hai chiesto la stessa cosa"

Michael mi guarda adesso con un’espressione tra il rassegnato e l’incredulo, poiché tra di sé, starà di certo pensando che, almeno da questo punto di vista non sono affatto cambiata, continuando a non conoscere nulla della sua vita privata, per cui, tra il serio ed il faceto, mi domanda:

"Veramente non sai che ho divorziato da poco, visto che i media di tutto il mondo ne hanno parlato?"

Mentre constato ancora una volta, che è talmente egocentrico da pensare che tutti gli abitanti della terra debbano per forza seguire le sue vicende personali, rispondo con un tono leggermente risentito:

"Di solito, non leggo i giornali scandalistici! E se non mi capita di ascoltare le notizie che riguardano le così dette Celebrità dai telegiornali o da qualcuno che me ne parla, non sono molto aggiornata sui gossip e pettegolezzi vari che li riguardano."

Ometto, per riservatezza di aggiungere che comunque lo dovrebbe sapere, visto che, quando ci siamo conosciuti a Roma, era successo più o meno la stessa cosa.

A questa mia affermazione il suo sguardo si fa più intenso e sempre sorridendo mi dice:

"E' raro trovare una donna che non si interessi di gossip".

Gli rispondo un po' piccata, ma in francese questa volta, e chiedo a Franky di tradurre per me, poiché in inglese non conosco le parole per esprimere ciò che penso.

"Beh, non so che donne tu abbia conosciuto, ma ti garantisco che personalmente ne conosco molte che la pensano esattamente come me. Mentre invece conosco altrettanti uomini che invece ci sguazzano nei pettegolezzi, anzi posso dire con sicurezza, che in quanto a gettare fango sulle persone sono dei maestri."

Franky, prima di tradurre, mi dice che condivide in pieno ciò che ho appena espresso, e ripete tutto a Michael, che annuisce ma replica:

"Sì è vero, hai perfettamente ragione, non si può generalizzare, ma io trovo che per la loro natura, le donne siano più curiose e forse, anzi sicuramente, anche più intelligenti degli stessi uomini, perché mentalmente sono molto più complesse di noi maschi. A volte ho proprio difficoltà a capire i loro meccanismi mentali, e questo, dato che per mia natura devo avere sempre tutto sotto controllo, mi rende un po' diffidente verso il genere femminile."

E mentre dice queste ultime frasi, mi guarda con un'espressione severa, come per dirmi: "Lo sai bene a cosa mi sto riferendo".

Cerco di glissare il suo sguardo ma lui, a bassissima voce, quasi bisbigliando mi fa:

"Hai capito cosa intendo?"

Non mi resta che fare un cenno d'assenso con la testa e rivolgere la mia attenzione alla padrona di casa che ci invita ad accomodarci in un altro salotto dove nuovamente ci verrà servito da bere.

Franky sempre molto galante, mi sposta la sedia per farmi alzare porgendomi il braccio per accompagnarmi fuori della sala da pranzo, ma Michael lo chiama, per cui lui, scusandosi con me, gli si avvicina cominciando a parlare tra di loro.

Per non essere indiscreta, da sola vado verso il salotto dove mio padre con i suoi amici stanno già sprofondati sui divani a parlare.

Mi siedo su un divano più piccolo degli altri, leggermente scostato dal gruppo, quando vedo arrivare Franky con una strana espressione che mi chiede se fumo e se mi va di uscire fuori in giardino.


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