11/01/2011 08:27 |
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Dal libro del rabbino, che, fra l'altro, si riferisce proprio a quel periodo:
Pag 130
SB: Pensi che se il prossimo album non sarà sbalorditivo non sarai più così eccezionale?
MJ: per me sarebbe un colpo terribile (se non lo realizzassi bene come desidero), perchè mi sottopongo a reali pressioni ed esigo il meglio da me stesso. Davvero. Il meglio della forma e dell'ambiente in cui lavoro, e pretendo molto da me. Così, far funzionare le cose in questo modo, fare il modo che tutto vada come deve andare, diventa per me psicologicamente estenuante.
SB: Ma credi che la gente ti amerebbe ancora se tu non avessi tanto successo? Ti sentiresti ancora amato? Un bambino ha bisogno di sentirsi amato anche se non va bene a scuola.
MJ: Sì, mi senitrei amato, per quel che ho fatto in passato. Ma non sarei sereno. Cerco di non guardare al passato.
SB: Pensi che il successo nella tua carriera sia diventato così importante a causa di alcune cose che mi hai raccontato, di un'infanzia molto difficile - senza compleanni, senza giorni di Natale?
MJ: Forse. Penso di sì.
SB: Pensi di essere troppo severo con te stesso, e per questo c'è tanta sofferenza in quel che fai? Sei incredibilmente severo con te stesso se le cose non riescono alla perfezione?
MJ: Sì, lo sono davvero. Preferisco essere l'unico responsabile, perchè sono io ad avere l'ultima parola su tutto. In passato è andato tutto molto bene. Oh, Dio ma se dovesse verificarsi (un calo di successo), non so cosa farei.
SB: Ma non capisci, Michael, che è proprio questo che devi superare.
MJ: Lo so, ma non ci riesco. Io sono fatto così |