Billie Jean is not my lover! Terminata: 12 capitoli. Rating: arancione

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2010 14:16
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19/12/2009 22:55
 
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7-

Ricontai, girando le pagine del mio diario...1,2,3....No non era possibile! Non poteva essere! Contai di nuovo, ma la risposta era sempre la stessa. Uscii dalla mia stanza in preda al panico. La tournèe era finita da qualche settimana e quei giorni erano trascorsi così velocemente da non rendermi conto di cosa stesse accadendo dentro di me...
"Mamma, mi presti la Mercedes? Devo...andare un attimo al centro commerciale" Annuì distratta dalla sua soap opera preferita in TV. Corsi in garage e in un attimo schizzai via con l'auto. Il centro commerciale brulicava di persone: manacavano pochi giorni a Natale e i ritardatari correvano ai ripari comprando cose a piccoli prezzi....Entrai nella farmacia lì dentro, dove lavorava una ragazza che veniva in palestra con me
"Angie, come va? è tantissimo che non ci vediamo...Come mai non vieni più in palestra?"
"Beh...ho avuto da fare, ho fatto un viaggio con degli amici" mentii "scusa sai ma vado di fretta, non posso stare qui a parlare...Ce l'avete un test di gravidanza?"
"Oh...beh, certo. Che marca?"
"Dammene...cinque tipi diversi"
"Sono per te?" mi si gelò il sangue nelle vene...
"No, per...un'amica" la ragazza annuì e mi diede lo scontrino. La ringraziai uscendo in tutta fretta. Una volta a casa entrai nel bagno della mia camera, chiudendo a chiave la porta. Attesi impaziente, mordicchiandomi le unghie, poi li guardai...Rosa o blu che fossero, le linee di quegli stecchi di plastica diedero vita alla mia paura più grande: ero incinta! Misi le mani fra i capelli, iniziando a piangere convulsamente. Come poteva essere? Non sapevo neppure di chi fosse quel bambino che non desideravo affatto, ma che non avrei mai abbandonato o ucciso. D'altra parte, anch'io ero figlia del caso...Iniziai a vagare avanti e indietro per la mia stanza, guardando ripetutamente le foto scattate con i ragazzi durante il tour incorniciate sopra il letto: nella mia mente riaffiorarono i ricordi e sembrava che avessi tatuata nei pendieri l'espressione degli occhi di Michael che mi guardava deluso e dispiaciuto. Non mi rimaneva altro che dirlo ai miei, così scesi in cucina: stavano preparando insieme la cena. Era il loro hobby. Presi un bel respiro e li affrontai a sangue freddo
"Mamma, papà...aspetto un bambino" i due si guardarono a bocca aperta, evidentemente esterrefatti...
"Chi,chi è il padre?" chiese mio padre sull'orlo del pianto. Rimasi impietrita davanti a loro per qualche secondo, fin quando la mia bocca rispose da sola...e rispose con il nome sicuramente sbagliato
"E'...Michael Jackson!" balbettai
"Michael Jackson?" mi fece eco mia madre....Annuii con la testa, iniziando a piangere. Ero sicura che lui non era il padre del mio bambino, non poteva proprio esserlo, ma odiavo e amavo quel ragazzo allo stesso tempo. Odiavo il fatto che mi riprendesse sempre e che mi dicesse sempre la verità, anche entrando in controcorrente con me, ma sapevo di amarlo. Lo amavo tanto, ne ero sicura, avevo imparato ad amare ogni suo difetto e ogni suo pregio durante quelle settimane...non conosco il motivo, ma lo consideravo in qualche modo responsabile di quello che era accaduto: lui mi aveva avvertita, ma non avevo mai voluto dargli ascolto. Mi aveva predetto che avrei sofferto e che mi sarei resa conto che il mio comportamento non mi avrebbe portata da nessuna parte...ed era quello che si stava verificando in quel preciso istante.
_

La mia pancia cresceva ogni singolo giorno di più. Decisi di tenere il mio bambino che, nonostante non desiderassi, sapeva risollevare sempre il mio stato d'animo. Quei nove mesi passarono in fretta e una notte, d'improvviso ebbi le prime doglie. Il mio bambino nacque senza complicazioni alle prime luci dell'alba: era bellissimo, aveva la pelle come il cappuccino e degli occhi che conoscevo, ma non ricordavo di chi fossero...Mi ero appena svegliata dal riposo a cui mi avevano costretta i farmaci quando mia madre esordì,
"Angie, hai avvertito Michael? Credo abbia tutto il diritto di sapere che ha un figlio!" disse sorseggiando del caffè...
"No, ancora non gliel'ho detto" risposi mordendomi le labbra, sull'orlo del pianto; Come sarei uscita da quell'incubo?
"Allora alza quella stramaledetta cornetta...o vuoi aspettare che tuo figlio diventi maggiorenne?" annuii controvoglia e la pregai di lasciarmi sola. Tremante, afferrai l'apparecchio sul comodino della mia stanza d'ospedale e composi quel numero. Mi rispose la donna di servizio, alla quale chiesi di Michael
"Pronto?" rispose ignaro della mia bugia. Una lacrima mi rigò la guancia
"Michael...sono Angie. Volevo dirti che io...Sì io ho appena dato alla luce tuo figlio!" rimase in silenzio per qualche attimo che mi sembrò un'eternità
"Cosa? Spero tu stia scherzando! Sai anche tu che non è vero, Angel."
"Io so solo che è tuo figlio. E voglio che tu lo riconosca! Che ti prenda le tue responsabilità
"Angel, ti ha dato di volta il cervello, per caso? Ti darò dei soldi per mantenerlo, se è questo che desideri..."
"Non voglio i tuoi soldi, lo vuoi capire? Voglio solo che tu riconosca tuo figlio, nostro figlio..."
"Io non ho nessun figlio lo sai bene. Per quanto mi riguarda in questa storia non c'entro nientre e lo sai!" gridò dall'altro capo dell'apparecchio
"Avrai notizie dal mio avvocato, lo sai questo?"
"Ma vai al diavolo!" si limitò a ribattere, chiudendo la conversazione

enjoy!

Pamj
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