29/06/2009 18:12 |
|
|
« Quando questa mattina ho sentito alla radio che Michael era morto, non potevo crederci.
Poi, quando ho capito che era vero, sono scoppiata a piangere: per me quel bambino era come un figlio... Gli volevamo bene tutti, io e i miei figli.
Il nostro ranch di Los Angeles, quando ancora lo avevamo, non era distante più di mezz'ora dal suo di Encino, dove poi sono andati ad abitare i suoi genitori.
Io e i miei due ragazzi andavamo a trovarlo, e stavamo bene con lui; e lui stava bene con noi.
Ma Michael non era a suo agio con gli adulti: l'unico mondo in cui si sentiva protetto e sicuro era quello dell'infanzia.
Stava bene con i ragazzini e con persone come me: anch'io, in fondo, non sono mai cresciuta.
Credo che lui sia stato, con la sua musica, tra i più grandi di tutti i tempi, e che per questo non sarà mai dimenticato.
Per me, per i miei ragazzi, era meraviglioso... Meravigliose erano le sue canzoni.
Eppure, Michael si sentiva grande soltanto sulla scena, dove si muoveva a suo agio, forte come un leone; con grande talento, con felicità. Ma non stava bene nel mondo, nella vita reale non si ritrovava: era molto timido, non parlava, si chiudeva in se stesso come per proteggersi dagli altri.
Si capiva che avesse dei problemi, ma non li confidava - credo - a nessuno... Di certo non a noi che pure lo amavamo, e lui lo sapeva.
Stamattina ho telefonato a mio figlio, e abbiamo pianto insieme.
Povero Michael, povero ragazzo, povero bambino! Una fine repentina, inaspettata, misteriosa, specchio forse della sua estrema fragilità.
È davvero una grande perdita per il mondo intero... Io non dimenticherò mai la gioia che mi dava la sua musica».
- Intervista al quotidiano la Repubblica, 27 Giugno 2009.
« Michael Jackson non voleva affatto morire, credeva nel futuro.
Quello che deve farci riflettere è la sua determinazione nel volere dei figli: basta osservarlo nelle foto insieme ai suoi piccoli.
Ma il mondo non l'ha capito, e chi gli stava vicino non l'ha aiutato.
Michael non è uno dei tanti che non hanno retto la pressione dello star system, non è un ragazzo schiacciato da Hollywood.
Lui era un uomo fatto e, allo stesso tempo, un personaggio a sé. Aveva un talento immenso, irripetibile. Ed era infelice, triste.
Io non conosco esattamente il motivo di questo dolore, ma la sua sofferenza, negli ultimi 15 anni, è stata evidente».
- Intervista al settimanale A, 28 Luglio 2009.
_____________________________________
Post di Francesca De Donatis e foto di Eric Di Scenza per il Michael Jackson FanSquare. [Modificato da Compix 20/09/2020 16:08] |