l'ultimo capolavoro di Martin Scorsese (Recensione)
Dopo averci raccontato attraverso occhi infelici e malinconici la guerra tra le bande di “
Gangs of New York”(2002) e le vicende del pilota megalomane Howard Hughs in “
The Aviator”(2004), il vecchio leone Martin Scorsese torna dietro la macchina da presa con “
The departed - il bene e il male”, remake del campione d'incassi “Infernal affairs”, film orientale del 2002, dirigendo ancora una volta il suo nuovo attore “feticcio” Leonardo Di Caprio, insieme all’istrionico Matt Damon, al colossale e diabolico Jack Nicholson e allo straordinario Mark Wahlberg.
Scorsese cambia nettamente rotta, infatti in “The departed” non si è più dalle parti di “
Mean Streets”(1973) e di “
Taxi driver”(1976) in una New York tetra, sanguinosa e malata, ma ci si trasferisce a Boston, con più carica, con più grinta e con più voglia di dimostrare a tutti il proprio talento.
E il caro Zio Martin lo mette ben in risalto il suo talento, mostrandoci cose che non ci aveva mai mostrato, adotta inquadrature a dir poco geniali, ogni movimento di macchina è dosato e pensato nei minimi dettagli, la sua regia è assolutamente perfetta, nessuna sbavatura, nessun errore...
Scorsese riesce ad essere in questa occasione più che mai, visionario e ispirato, dimostrandoci coraggio e maestria, inserisce citazioni e auto citazioni, in primis quella di “
Scarface”(1933), e lo si può intuire dal continuo uso di “
X”, oggetti che formano tra loro delle “
X”, ogni volta che un personaggio viene ucciso, la camera inquadra, insieme ad esso, una “
X”. Mi viene in mente soltanto una frase: qui ci troviamo di fronte ad un Maestro.
Magistrali anche le interpretazioni di tutto il cast, nessuno escluso, a cominciare dall’incredibile prova di Leonardo Di Caprio, che qui interpreta uno dei ruoli più intensi ed impegnati di tutta la sua carriera, con espressioni e movimenti che ricordano tanto i mitici anni d’oro di Robert De Niro, e pare proprio che il grande Bob abbia trovato il suo erede, e chi meglio di un italo americano poteva esserlo? Stupefacente anche la performance di Matt Damon, che affianca un diabolico e immenso Jack Nicholson, non concedendogli mai più di quanto deve, tenendo testa ad uno dei più importanti miti della storia del Cinema, e se permettete... Questo è fare Cinema!
Ottimo anche Marc Wahlberg, e con lui, il suo personaggio, ovvero il Sergente Dignam, con tutta la sua personalità prepotente ed egoista, che va certamente ad incrementare la potenza e la bellezza di questo capolavoro, che vanta tra gli altri interpreti anche un colossale Martin Sheen, che sebbene interpreti un ruolo abbastanza tranquillo e distaccato, quello del Capitano Queenan, sembra davvero tornato agli ormai lontani e gloriosi tempi di “
Apocalypse Now”(1979). Eccellenti anche Alec Baldwin e Ray Winstone.
Semplicemente sublime la fotografia di Michael Ballhaus che ritrae con assoluta perfezione un'ambientazione grigia e periferica della cittadina di Boston, e che rende ancor più l’idea di cosa significhi la parola violenza che in questa pellicola è uno degli aspetti predominanti. Sensazionali le musiche di Howard Shore, che vantano tra l’altro numerosi pezzi rock, tanto cari a Scorsese, che li utilizzò anche nel drammatico “
Al di là della vita”(1999). Questa è senza dubbio una performance strabiliante, che ha consentito a “The departed” di portare a casa ben quattro
Academy Awards, tra cui quelli per il
miglior film, il meritatissimo per la
miglior regia,
miglior sceneggiatura non originale(William Monahan) e
miglior montaggio(Thelma Shoonmaker).
Insomma, viene proprio da dire: ce ne fossero di film così...
[Modificato da compagno grimm 20/03/2008 09:58]