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Il caso Michael Jackson
All’indomani del blitz condotto nel Neverland Ranch - in assenza di Michael Jackson - da 70 agenti della polizia di Los Angeles muniti di mandato di perquisizione spiccato dalla Corte Distrettuale di Santa Barbara in seguito alla denuncia di abusi sessuali presumibilmente perpetrati dal Re del Pop su un bimbo di 12 anni e soprattutto, all’indomani dell’emissione di un mandato di arresto nei confronti del 45enne divo nero, apprendiamo che i di lui legali stanno negoziando la cauzione. Se è quando Wacko Jacko finirà in manette, potrà uscire solo versando 3 milioni di dollari. Il reato contestato al cantante è previsto da un comma dell’articolo 288 del codice penale della California e riguarda ‘atti impudichi e lascivi con minori di 14 anni’. Secondo Thomas Sneddon, il procuratore distrettuale che ha promosso le indagini, le gravissime molestie si sarebbero consumate più volte nel mese di settembre e Michael Jackson rischierebbe dai tre agli 8 anni di carcere. “Sono dispiaciuto che ci sia un’altra vittima”, ha concluso Sneddon, “Sono dispiaciuto per la vittima e per la sua famiglia”. L’intero clan Jackson si è stretto attorno al 45enne Michael e un loro avvocato, Peter Castro, ha ribadito la totale estraneità del suo assistito alla vicenda. Tra coloro che difenderanno il Re del Pop in aula ci sarebbe invece Mark Gerragos, il legale che rappresentò Winona Ryder dopo che fu pizzicata mentre rubava vestiti e accessori in un negozio di Beverly Hills. Ai soldi della cauzione ci penserà invece uno dei fratelli maggiori del cantante, il buon Jermaine. Scortato da un nugolo di gorilla, il divo di I Think It’s Love si è precipitato a Las Vegas da Michael. Nel frattempo dagli uffici della polizia californiana è trapelata una notizia tutt’ora non confermata: durante la perquisizione del Neverland Ranch gli agenti avrebbero scovato una stanza segreta in cui Jackson custodiva una collezione di fotografie e videotape girati in occasione dei suoi incontri proibiti. Immediata la smentita di Brian Oxman, altro avvocato della famiglia Jackson. In questo dedalo di accuse, smentite, orrori e raccapriccianti colpi di scena diventa impossibile stabilire se Michael Jackson sia una vittima o un carnefice. L’ultima parola spetta tuttavia al di lui portavoce, Stuart Backerman, cha ha dichiarato: “Le accuse oltraggiose contro Michael sono false. Michael non farebbe mai del male a un bambino in nessun modo. In tribunale proveremo che quelle accuse scurrili e totalmente infondate sono false. Naturalmente, le implicazioni sono angoscianti per chiunque le ascolti ed è proprio questo il punto.”. Di più. Re Michael, opportunamente assistito dai suoi avvocati, starebbe organizzando il suo ritorno a Santa Barbara per sostenere un confronto immediato e per provare che ogni addebito è infondato. |