"Munich" scatena le ire della comunità ebraica statunitense
Si dice che la polemica aiuti il botteghino.
In certi casi, però, la sensazione è che possa danneggiarlo parecchio: è quello che ci sembra stia accadendo a "Munich", nuovo film di Steven Spielberg (debutta negli Usa il 23 dicembre, da noi esce il 27 gennaio 2006).
Cosa sta succedendo? Semplice: alcuni pezzi grossi della comunità ebraica stanno sparando bordate mica da ridere.
Ehud Danoch, console generale di Israele a Los Angeles, ha dichiarato al Jerusalem Post di ritenere il film di Spielberg "problematico". Non solo: ha definito il collegamento tra le attività del Mossad e i terroristi arabi come "un'equazione moralmente scorretta". E per chiudere in bellezza ha aggiunto: "Trovo che ci sia una certa pretenziosità nella volontà di trattare un conflitto doloroso e lungo decenni attraverso un film che contiene affermazioni alquanto superficiali".
A rincarare la dose ci pensa David Kimche, vecchio agente del Mossad: "Penso sia una tragedia che una persona della statura di Steven Spielberg, che ha realizzato pellicole straordinarie, abbia basato questo film su un libro che è assolutamente menzognero" (Kimche si riferisce a "Vengeance", scritto dal giornalista canadese George Jonas).
Insomma: Spielberg si prende un uno-due capace di stendere parecchia gente. Come reagirà? E quanto tutto ciò influenzerà il botteghino di "Munich"? Staremo a vedere, ma intanto una delle prime riviste importanti a recensire il film, ne parla con entusiasmo: "È un thriller - scrive David Ansen su Newsweek - superbamente incalzante e ben girato, realizzato con una maestria che farebbe l'invidia di Hitchcock. Quello che sorprende sono il tono, il punto di vista e la complessità della questione morale che Spielberg adotta nel suo film".
Posso dire la mia? Questi ebrei rompono parecchio i coglioni. Non va bene il testo di "They don't care about us" di Michael Jackson? Passi.
Non vanno bene le parole cattive della telefonata privata di Michael? Passi.
Ma adesso trovano anche da ridire sull'operato di un regista come Spielberg, tra l'altro egli stesso EBREO, autore di "Schindler's list", fondatore e sostenitore di alcune grosse iniziative di risonanza internazionale per non dimenticare l'Olocausto.
Uff...
Non è che abbiano un po' la coda di paglia???
"Grazie Silvio, senza di te non ce l'avrei fatta...con affetto, Leo"