Verona, studio dell’Azienda ospedaliera: «La tecnica per 40 minuti è una delle modalità per fare attività fisica moderata alla portata di tutti»
Invecchiamento, camminare con «passo rullato» lo rallenta: «Risultati significativi, soprattutto per le donne»
Che camminare faccia bene alla salute lo sanno tutti, ma il perché è così non è detto sia così scontato. Il meccanismo di questo benessere lo hanno dimostrato medici e professori dell’Azienda ospedaliera e dell’università di Verona: hanno realizzato il primo studio pilota per dimostrarne scientificamente i benefici.
La rivista scientifica
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica «Molecular Sciences» e riconosciuta a livello internazionale, base di ulteriore sviluppo di ricerca. Alla base c’è la molecola miR-146b, responsabile del processo di invecchiamento umano e animale: più il corpo ne produce e più aumenta il fenomeno di ossidazione cellulare. E sono soprattutto le donne ad esserne più interessate. L’equazione per combatterla, dunque, è semplice: basta ridurre la concentrazione di queste molecole per rallentare e ritardare il processo di invecchiamento. E come si fa a diminuirle? Con un’attività fisica moderata costante, come la camminata veloce, alla portata di tutti. E se fatta con una tecnica più «organizzata», come quella del «passo rullato», il risultato di benessere diviene ancora più potenziato. Al punto che se si preleva il sangue ad una persona che ha eseguito 5 settimane di camminata a passo rullato, il siero che si mette in coltura cellulare produce cartilagine.
La ricerca è dell’Uoc di Recupero e Rieducazione Funzionale di Borgo Trento, in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico dell’università di Verona, che nel 2022 hanno eseguito un’indagine su un gruppo di volontari, uomini e donne, per valutare la presenza della miR-146b. Inoltre, hanno impegnato 12 donne in un’attività fisica moderata ma costante, per monitorarne i campioni di sangue prelevati prima e dopo il programma di attività motoria, guidato da fisioterapiste-tutor ospedaliere. L’azienda ospedaliera, infatti, è partita con lo studio da un test realizzato sui propri dipendenti.
Come programmare
«Questo è un primo passo verso l’apertura al resto del territorio che l’Università potrà realizzare nel proseguo di un progetto già lanciato per la Medicina della Sport - sottolinea il direttore generale di Aoui, Callisto Bravi – Si è aperto un campo scientifico su questa molecola, in gran parte ancora sconosciuta per molte malattie». «Tra gli obiettivi della scuola di medicina dello Sport – spiega il suo direttore, il professore Luca Dalle Carbonare – attraverso specifici marcatori di queste molecole si possono programmare esercizi adeguati alla persona e valutare, poi, nel tempo l’effetto di questo stimolo (la camminata). Di queste molecole ce ne sono tantissime per diversi processi fisiologici: stiamo ricercandole per trovare i mediatori di molte malattie degenerative. Abbiamo già trovato il marcatore per l’osteoporosi e l’artrosi». «Abbiamo raccolto i sieri delle partecipanti di sesso femminile alle camminate veloci: i risultati sono stati confortanti, con una significativa riduzione dell’espressione di miR-146b circolante. La produzione di cartilagine è inoltre rilevante per contrastare i fenomeni degenerativi legati all’apparato scheletrico», aggiunge Ermes Vedovi, direttore Uoc Recupero e riabilitazione funzionale.
«Benessere organizzativa»
Per questo l’azienda ospedaliera rilancia anche quest’anno, da inizio ottobre, l’attività «Benessere organizzativa», rivolto ai propri dipendenti, con due gruppi di camminate nei parchi e aree verdi attigue ai due ospedali cittadini, come precisa la direttrice sanitaria Matilde Carlucci. «La tecnica della camminata veloce con il passo rullante per 40 minuti è una delle modalità per fare attività fisica moderata alla portata di tutti. Portare avanti questo impegno con regolarità favorisce un invecchiamento in salute», conclude Cristina Scumà, fisioterapista e coordinatrice del corso di laurea in Fisioterapia.
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