Testimonianza estratta da
un'intervista di Uri Geller al Corriere della Sera del 21 Novembre 2003.
«La conferenza stampa organizzata per incriminare Michael Jackson si è rivelata un circo hollywoodiano, disgustoso e privo di professionalità. Come si è permesso il procuratore distrettuale,
Tom Sneddon, di parlare di un reato tanto serio ridacchiando e raccontando barzellette di pessimo gusto?
Io sono il primo ad ammettere che
il peggior nemico di Michael, è Michael. Si ficca sempre in situazioni che un occhio sinistro può travisare, ritorcendole contro di lui. Ma la sua unica colpa è quella di essere un bambinone nel corpo di un uomo di 45 anni; ingenuo, spirituale e ipersensibile. Michael è innocente. Ed è un padre modello, sempre affettuoso e premuroso con i suoi figli.
Ai tempi di
Invincible, lo presi da parte per metterlo in guardia. G
li dissi che il suo comportamento coi minori avrebbe potuto destare sospetti. Lui mi guardò con le lacrime agli occhi, e fu allora che sentii tutto il dolore nel suo cuore, perché gli stavo chiedendo di non abbracciare più i bambini. Una cosa che lui, semplicemente, non riesce a capire e accettare. Questo è il vero problema.
Non ho mai visto Michael molestare alcun bambino in vita mia. Quando l'ho invitato a far parte del mio club, la sua condizione è stata una sola: quella di poter portare con sé bimbi con malattie terminali. Non dimenticherò mai quel giorno: c'erano centinaia di bambini in sedia a rotelle, alcuni morenti di AIDS. E quando è corso ad abbracciarli, i suoi occhi si sono illuminati.
Purtroppo la nostra relazione si è raffreddata. Non mi ha mai perdonato la disastrosa intervista, da me organizzata, con Martin Bashir, che ci ha traditi dopo aver promesso verbalmente e per iscritto che il suo documentario sarebbe stato favorevole a Mike. Da allora ha smesso di cercarmi. Ma io spero che mi chiami, perché sono uno dei pochissimi amici che ancora lo difendono.
Il folto entourage che lo seguiva fino a ieri, si è dileguato. Michael oggi è molto solo, e me l'ha confessato lui stesso l'ultima volta che ci siamo parlati.
Persino Liz Taylor lo ha abbandonato.
Sta vivendo malissimo questi momenti, è molto dura. È ipersensibile, e per lui non esiste accusa più infamante».
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A cura di
Vincenzo Compierchio per il
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