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Ultimo Aggiornamento: 20/11/2013 17:53
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04/11/2013 09:30
 
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[SM=g2927043] Ciao a tutti! Che ne dite di un bel capitolo di lunedì per cominciare la settimana?! Spero vi aggradi... [SM=g2927029]


Capitolo 34

Non avevano reagito tanto male quando Michael aveva detto loro che doveva andar via e dovevano restare con me a cena..erano restati male perché doveva andar via, ma in fondo, non partiva per la guerra, e trovai un po’ esagerato tutto quel cordoglio.
Proposi di andare fuori e approfittare del po’ di sole che c’era per giocare tutti a pallone, la mia proposta raggiunse un giubilo generale, il solo problema era il pallone... rimediammo una palla di Blanket, certo non un pallone da calcio, ma una semplice palla a righe colorate, ma andava benissimo ai nostri scopi...squadra delle ragazze più Blanket contro squadra dei ragazzi..vinsero i ragazzi, sebbene Prince non fosse uno sportivo, Dylan tendeva comunque a diventare protagonista sul campo e a non lasciare spazio agli altri giocatori se non erano del suo livello..perciò vinsero grazie a lui e credo che Prince non si divertì affatto...Paris invece si divertì, e dimostrò propensione per lo sport e per il gioco dando prova di tattica e spirito d’iniziativa..io qualche buon tiro lo piazzai.
Giunse l’ora di cena e la governante ci avvisò, mentre eravamo rimasti seduti sull’erba a parlare e il sole era sceso, intirizzendoci un po’, ma era quasi primavera e non ce n’eravamo accorti, stavamo bene.
Solo una piccola parte del tavolo nella sala da pranzo era stata apparecchiata, ed avevano servito arrosto e patate e verdure e soffici scons di mais, eravamo affamati, ma mai abbastanza per non darci una lavata alle mani e alla faccia prima di sederci a tavola..aiutai Blanket a legarsi i capelli, prima di lavarsi il faccino sudato e un po’ sporco,la nostra squadra lo aveva fatto giocare parecchio,e sentii una strana emozione dentro, presi le sue piccole mani per asciugarle, gli asciugai il viso, dandogli una carezza e strappandogli un sorriso con una smorfia..e sentii la sua dolcezza, e mi ricordai cosa significava crescere un bambino, il continuo scambio di emozioni lievi e dolcissime, l’impotenza e la frustrazione nel non potergli evitare un dolore...lo avevo scordato, ed ero in cinta di nuovo..mi emozionai e commossi, e lo sentivo, a Blanket piacevo.
Dylan era stordito, Paris lo aveva circuito per tutto il tempo, anche per colpa mia che lo avevo lasciato solo con lei, e sembrava non avere più risposte alle sue domande...in compenso Prince continuò a parlarmi della sua idea, e a chiedermi di dargli spunti per la sua storia...cenammo, chiacchierando amabilmente e i tempo volò.
Finita la cena, mentre pulivamo i piatti dalla torta al limone poco prima che cominciassi ad allarmarmi perché Michael non chiamava, mi chiamò sul cellulare
Jenny “ Dove sei?!”
Michael “ In macchina..ahm..ma non sto tornando a casa..”
Jenny “ Michael, devo andarmene..devo riaccompagnare Dylan..”
Le facce dei miei piccoli commensali si rabbuiarono
Michael “ Lo so..mi dispiace..ahm..resteranno con Carver, li metterà a letto lui..”
Jenny “Carver?!!”
Al solo sentire questo nome Paris cominciò una lagna
Paris “ No, non voglio Carver..quando torna papà?!”
Jenny “ Ecco..grazie tante..”
Michael “ E’ inevitabile, devi restare..”
Rise appena, e io m’innervosii
Jenny “ Stai scherzando?! E’ troppo tardi per avvisare in ufficio!”
Michael “ Cos’é, hai paura di essere licenziata?!”
Jenny “ Molto spiritoso..Michael sai benissimo..”
Ma fare discorsi cinici sul vile danaro davanti ai bambini non mi sembrava opportuno
Michael “ ...Andiamo..resta..e aspettami nel mio letto..vuoi?!”
Jenny “ Non posso risponderti come vorrei..”
Michael “ Fallo per me babe..”
Jenny “ Ne riparliamo..”
Attaccai.
Telefonai al lavoro, mi giustificai dicendo che avevo un’emergenza di famiglia e mi presi una bella strigliata per la mia mancanza di professionalità, il mio collega avrebbe fatto il turno da solo e Dio non volesse che proprio quella notte..così chiesi di poter almeno attaccare a mezzanotte, raggiungendo un compromesso.Fortunatamente, avevo la divisa con me.
Avvisai anche mia madre che Dylan restava a casa di Michael e che qualcuno lo avrebbe accompagnato a casa l’indomani mattina presto.
Anche se non avevo perso completamente il turno, ero seccata dalla superficialità con cui Michael aveva trattato i miei impegni..
“..aspettami nel mio letto..vuoi?!”
Quello era stato il colpo di grazia.

Mentre bevevamo qualcosa nel lounge dell’Haberton Hotel, io e Thome Thome,ed ero sconcertato, per essere riuscito a mantenere segreta la mia presenza a Londra, con il semplicissimo ausilio di una sciarpa nera, mi confortava l’idea che Jenny fosse con i bambini e che restasse a dormire..mi sembrava una casualità eccezionale, e un buon inizio se già al secondo giorno Jenny era in confidenza con loro tanto da metterli a letto al posto mio...ed era così che doveva andare, sarebbe stata la madre dei miei figli, di tutti i miei figli.

Guardammo un film sulla tv via cavo, uno di quei film minori della Disney ispirato alla Bella e la Bestia, Prince e Dylan si annoiarono ma io Paris e Blanket, invece, ci immedesimammo molto...erano già le nove e mezza che spensi la tv, con proteste e sollievi generali..chiesi ai bambini se volevano aiuto per prepararsi per la notte, ma ricevetti solo la richiesta di Blanket di leggergli qualcosa prima di dormire...chiesi alla governante di mettere in caldo un piatto con la cena per Michael, e di darglielo,una volta che fosse tornato, se non fosse tornato prima che io uscissi..cominciavo già a fare la moglie e la padrona di casa.
Lessi due storie a Blanket, fino a che gli occhi non gli si ridussero a due fessure.
Prince ci mostrò la camera per Dylan, lo ringraziammo e andò in camera sua
Dylan “ Ci devi proprio andare mamma?!”
Jenny “ Ci voglio andare..ho lavorato sempre in tutti questi anni..é il mio lavoro, mi importa..anche se lo lascerò..”
Lui tacque, capendo che era importante
Jenny “ Sei a disagio, vero?!”
Dylan “ Si, un po’..”
Jenny “ Non ti devi preoccupare, l’ho lasciato detto a Carver di svegliarti domattina presto e portarti dalla nonna..”
Dylan “ Non é per quello..non sono a casa mia..”
Jenny “ Non posso riportarti a casa a mezzanotte, devi andare a letto..cerca di capire..”
E lui cercava di capire, ma aveva sempre 12 anni e mezzo ed era una situazione strana
Jenny “ Cosa ti ha detto Paris?!”
Dylan “ Mi ha fatto un sacco di domande..su di me, sul perché non ho un padre vicino..sul tuo lavoro..e sul calcio..”
Jenny “ Lo avevo immaginato..é stata cattiva?!”
Dylan “ Solo curiosa direi..e..credo abbia un debole per me, mi prende per mano..”
Jenny “ Oh, non ti montare la testa! “
Lo abbracciai, poi si mise a letto e parlammo ancora.
Mi ero addormentata sul letto di Dylan...ma mi ero svegliata in tempo per non fare tardi, passai a controllare Blanket e Paris, che dormivano scomposti fuori dalle coperte, dalla porta di Prince veniva un filo di luce, mi avvicinai e lo sentii battere al computer, poi scesi per prendere la divisa in macchina, erano quasi le undici.

Tornai a casa intorno alle undici e trenta, appena ero riuscito a sganciarmi dal mio manager, dopo una serata resa tediosa dalle sue rassicurazioni entusiastiche sul felice compimento del tour...trovai Jennyfer sulla porta, in divisa..pensai che era un bel caso che mi stesse aspettando..
Michael “Mi aspettavi?!”
Le sorrisi
Jenny “ Vado al lavoro..”
Michael “ Ora?!”
Jenny “ Attacco a mezzanotte..”
Michael “ Hai un po’ di tempo allora..”
Jenny “ Vorrei arrivare prima..”
Restammo a guardarci, sentivo che era piccata con me, e vederla andar via, quando mi ero immaginato una notte fantastica, nel mio letto
Michael “ Amh..mi dispiace..”
Jenny “ Anche a me..Dylan é qui, non ho avuto il coraggio di svegliarlo..”
Michael “ Okay..non é un problema..”
Jenny “ Allora..”
Michael “ Quando ti rivedo?!”
Jenny “ Non lo so..presto..”
Michael “ Domani? Qui? Con Dylan?!”
Jenny “ Non lo so Michael, se finisce come oggi..non voglio più assentarmi al lavoro..”
Michael “ Lo so..”
Jenny “ ..Sono felice che tu lo sappia, perché avevo creduto che lo ignorassi..beh, buonanotte..”
Michael “ ..Cosa?!Io non ho ignorato proprio niente! Ti sono grato per essere rimasta..”
Si avviava alla macchina, dandomi le spalle
Jenny “ Non c’é di che Michael..buonanotte..”
Gesù, mi mandava fuori di testa, quella sua sicurezza quando voleva delimitare i confini che non dovevo varcare, avevo toccato il suo lavoro, aspettandomi da lei che si comportasse come una madre con i miei figli, e non lo potevo pretendere così...aveva tutte le ragioni per essere arrabbiata, ma io avevo problemi a sufficienza per preoccuparmi del suo ritardo al lavoro, e sinceramente, al momento, mi sembrava più giusto che lei rimanesse con i bambini...salì in macchina e partì,ed io restai a guardarla.

Mercoledì 8 aprile..

Attaccare il turno alle nove e attaccare il turno a mezzanotte, faceva una bella differenza... avevo avuto tutto il tempo di rilassarmi dopo cena, e addormentarmi accanto a Dylan aveva peggiorato le cose..ero stordita dal sonno, e dovetti bere due tazze di caffè per lavorare, e il caffè faceva male al mio bambino.
Eccetto che per il flirt della torta e un bacio sulla guancia, non avevo quasi toccato il mio uomo quel giorno...ecco cosa intendeva Michael quando diceva che mi sarei stancata, intendeva che i suoi bisogni avrebbero prevaricato sempre i miei, e che alla fine sarei scoppiata. Ci stavamo per sposare, Gesù Santo.
Mi mancava, e la notte al lavoro era tranquilla, avrei potuto restare..e dormire con lui e fare in modo che si facesse perdonare..dividere il letto, il calore, il sonno...lasciare un ricordo di me tra le mura della sua stanza.
Ci pensavo , pensavo a lui..vestiva trasandato in casa...ed era buffo, carino, timido davanti ai suoi figli...che lo adoravano e seguivano attenti ogni espressione del suo viso verso di me..mi chiedevo quando avremmo potuto essere noi stessi davanti a loro, quando avremmo potuto essere davvero una famiglia, se lo saremmo stati mai.
Presi il telefono in mano un numero incalcolabile di volte, ma non lo chiamai, non gli mandai messaggi.
Quella mattina mi sentivo stanca di più che se avessi fatto un turno intero, presi un caffè, un altro, al bar sotto la società e tornai a casa, non volevo addormentarmi al volante.. guidai senza voglia verso casa, e la luce dell’alba cominciava a ferirmi gli occhi con la sua luce ocra.
Appena scesi dalla macchina mi accorsi della BMW nera parcheggiata all’altro lato della strada, lo sportello si aprì, e Michael scese, indossava il suo impermeabile nero, il fedora e gli occhiali scuri, un po’ di vento gli scompigliò i capelli sulle spalle..restava in piedi accanto alla sua macchina e mi guardava, come me, come se aspettasse un segnale per avvicinarsi...sembrava un corvo, un bellissimo corvo lucido e nero..d’istinto, alzai un po’ il
braccio, come per farlo volare da me e farlo planare su di esso..attraversò la strada, con quel suo passo svelto e leggero, che avrei riconosciuto fra mille.
Il sole si stava alzando dietro di noi, e lui era lì, davanti a me..veniva sempre da me, quando si sentiva in torto, in debito, non poteva aspettare..si tolse gli occhiali distogliendo lo sguardo e li agganciò allo scollo della maglietta che indossava sotto la giacca e l’impermeabile, poi mi guardò, rilasciando un sospiro...ero così felice di vederlo, ed ero commossa perché fosse venuto...provai ad aprire la bocca per parlare, ma lui ci mise due dita sopra e continuò a guardarmi scuotendo il capo, allora lo presi per mano ed entrammo in casa.
Mi tolse la giacca, e si tolse l’impermeabile...era sexy, con quella maglietta bianca dal collo scollato e sformato con sopra una giacca nera sagomata, i pantaloni attillati.. era vestito così la sera prima..che non fosse andato a dormire per venire da me? Che avesse dormito vestito?..Mandò indietro i capelli scuri e mi portò di sopra, tenendomi per mano.
Mi aveva svestita, e io avevo spogliato lui, facendo scivolare a terra la giacca, scoprendo le sue braccia nude, lasciandolo in t-shirt, potendo finalmente vedere e toccare la sua pelle...io ero senza camicia..mi aveva baciato il collo, lo sterno, i seni ancora fasciati nel pizzo, poi aveva fatto scattare il gancetto e mi aveva spogliato, riprendendo a saziare la sua bocca della mia carne bianca, avevo tremato, gemuto, con il suo viso caldo sul petto, avevo carezzato i suoi capelli, il suo torace magro, che si era intirizzito al mio tocco.. provai a parlare, di nuovo, e mi premette una mano sulla bocca, mi guardò in silenzio, poi tolse piano la mano per sostituirla con le sue labbra, mi baciò, lo baciai, cademmo sul letto..lottammo con i vestiti, ce ne liberammo..restò su di me, appoggiato alle braccia, mi fissò..e non potevo parlare..poi...scivolò dentro di me, socchiudendo gli occhi, alzando il viso verso l’alto, cominciò a muoversi, in estasi, lo presi per il collo, bruscamente, interrompendo il suo afflato e il silenzio
Jenny “ Guardami!”
E mi guardò, fisso, ricominciando ad ondeggiare piano su di me, sospirai, gemetti, la mia mano sulla sua natica la stringeva,e seguiva il ritmo del suo bacino..il nostro odore,i nostri respiri, la vicinanza dei nostri corpi, l’intimità...l’amore che stavamo facendo.
Eravamo ancora abbracciati, stretti, sudati tra le lenzuola e il copriletto scompigliati...

Michael “ Non parlarmi in quel modo mai più...”
Non si aspettava che parlassi, e restò a fissarmi per quello che le dissi
Michael “ Non dirmi mai più che ignoro te o le tue necessità ..non é così..”
Jenny “ Io sento..come se..volessi riempire ogni parte della mia vita, della mia mente..”
Michael “ Lo voglio infatti..e dovresti volerlo anche tu..”
Jenny “ E tu ti annulleresti per me?!”
Michael “ Annullarti?! Amare i nostri figli é annullarti?! Vivere con me, con noi, amarci, ti fa sentire annullata?!”
Jenny “ Voglio la possibilità di fare il mio lavoro, finché lo faccio..”
Michael “ Tu odi quel lavoro!”
Jenny “ E’ vero..ma lo amo anche..è facendo questo lavoro che ho imparato a sentirmi indipendente, adulta..é il mio lavoro..”
Michael “ Okay..okay..”
Jenny “ Perché hai fatto l’amore con me se sei così arrabbiato?!!”
Mi voltai verso di lei e tornai ad abbracciarla
Michael “ ..Perché ti amo..e mi sei mancata tutta la notte...”
E ci baciammo, e di nuovo ci stringemmo, ci cercammo con le gambe
Jenny “ Anche tu mi sei mancato..mi sono pentita di essermene andata..”
Michael “ Lo vedi?Abbiamo sprecato entrambi energie..che potevano essere impiegate diversamente..”
Le carezzai la guancia
Jenny “ Come stai Michael?!”
La guardai con aria interrogativa
Jenny “ Finalmente posso chiedertelo..non abbiamo avuto un momento per parlare..”
Michael “ Come sto..non lo vedi? Sto bene..”
Jenny “ Mi hai fatto preoccupare mentre eravamo lontani...e sei dimagrito..sei sicuro che vada tutto bene?”
Michael “ Si..certo..”
Jenny “ Come sta andando l’organizzazione del tour?!”
Michael “ Dobbiamo parlarne proprio ora?!”
Jenny “ E quando se no?!Non mi hai detto niente, ed é una cosa importante per te..”
Cercai la mia maglietta sul letto e la infilai
Michael “ Va tutto bene..abbiamo selezionato il cast, stiamo lavorando alle scene.. appena torno a LA cominciamo le prove..”
Jenny “ Mi piacerebbe vederti..”
Michael “ Vieni con me..”
Mi guardò e sorrise
Jenny “ Ma come faccio..Dylan..”
Michael “ Oh, non credo che tuo figlio ti biasimerà se ti prendi una vacanza senza di lui..con tuo marito..”
Restammo a guardarci, mi sorrise con gli occhi
Jenny “ Quanto potrei restare?!”
Michael “ Per sempre?!”
Jenny “ Intendevo..se vengo a LA con te adesso..”
Sorrisi
Michael “ Per sempre..”
Jenny “ E’ impossibile fare un discorso serio con te..”
Michael “ Perché?!!Mi sembra di essere disponibile..”
Jenny “ Lo sei anche troppo..così mi farai diventare una madre sciagurata che non pensa più a suo figlio, ma solo alla felicità di suo marito..”
Michael “ Tu puoi fare felice tutti Jenny, se solo lo vuoi...”
Jenny “ Si, che lo voglio..”
Michael “ E allora torna a LA con me..passa un po’ di tempo con me, nella nostra nuova vita..poi sarai ‘troppo in cinta’ per viaggiare... ci rivedremo a luglio..”
Jenny “ Una cosa per volta..prima sposami..”
Michael “ Okay..”
Le coprii il petto con il lenzuolo, le carezzai la pelle della spalla
Jenny “ Ti amo..”
Michael “ Anch’io ti amo..”
E non era affatto banale.
Ci sorridemmo,e poi ci abbracciammo.


Ero scesa in cucina per fare delle frittelle, avevamo entrambi una fame da lupi, mentre Michael si stava facendo una doccia..io mi ero infilata la sottoveste e la vestaglia, e stavo dando il meglio di me per nutrire il mio uomo...e lui era sceso in accappatoio, scalzo, con i capelli bagnati...stavo rovesciando il composto nel padellino, mi girai a guardarlo
Jenny “ Ehi..prenderai un raffreddore..perché non ti vesti?!”
Michael mi cinse da dietro, stringendomi un po’
Michael “ Ho troppa fame..e poi..sto bene così, davvero..”
Mise un dito nel composto delle frittelle e lo assaggiò
Jenny “ Dai..ti verrà mal di stomaco!”
Michael “ Com’é dolce..vediamo se é dolce quanto te...”
Mi baciò tra la spalla e il collo, e io risi, carezzandolo con la guancia...impilai le frittelle in un piatto che diedi a lui per metterlo a tavola, ci sedemmo, cioè io mi sedetti sulle sue ginocchia..ci imboccammo a vicenda scambiandoci ogni volta qualche bacio..solo restare abbracciati, così, ci rendeva sereni, tranquilli...improvvisamente, qualcuno bussò alla porta secondaria che era in cucina..mi alzai e andai a vedere attraverso le tendine
Jenny “ Va di sopra..”
Micael “ Chi é?! “
Jenny “ Va di sopra ti dico!..E’ Scott!”
Michael “ E cosa diavolo vuole?!”
Jenny “ Non lo so, ma non voglio che ti trovi qui..”
Michael “ Adesso sono io di troppo?!”
Mi avvicinai a lui e lo tirai per un braccio
Jenny “ Ti prego, Michael! Quello é matto come un cavallo! E tu sei in accappatoio..che tra l’altro..é suo!”
Si alzò svogliatamente
Michael “ Non ne resterò fuori, starò ad origliare..se ti mette le mani addosso scendo!”
Jenny “ Stai tranquillo, non succederà..”
Lo mandai di sopra, poi mi strinsi nella vestaglia e aprii la porta.

[SM=x47981]

Buona settimana!!

Foxy
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