Anche il
Financial Times ha recensito
MJ One Tra parentesi è stato inserito fra le date dello show uno spettacolo speciale per il
29 agosto
The way Michael Jackson made us feel (Il modo in cui Michael Jackson ci faceva sentire)
Quattro anni dopo la morte di Michael Jackson il Cirque du Soleil celebra la sua spettacolarità con un nuovo, ambizioso tributo
Come giudicherà il futuro l'epoca d'oro della musica popolare che ha avuto inizio a metà degli anni '50 ed ha iniziato a volgere al termine in qualche momento alla fine degli anni '80? I cambiamenti nella realizzazione e commercializzazione della musica, e il modo in cui la si ascolta, stanno avendo effetti epocali sul settore. Che cosa sarà lasciato ai posteri? Il vinile, il mezzo che ha trasmesso la maggior parte dei momenti più gloriosi del pop, è già un antico artefatto, collezionato da fanatici, alternativi e, presumibilmente, dal British Museum. I compact disc sono già sulla via del declino. Il video clip è uno strumento promozionale obsoleto. Come faremo a ricordare le stelle del pop? I talent show? Le tribute band? Gli oscuri canali radio retrò?
Mozart è ancora celebrato, perché la sua musica continua a essere interpretata da membri di orchestre che dedicano la loro vita a padroneggiare le sue composizioni. Il suo genio è come congelato: le orchestre moderne non sembrano o suonano radicalmente diverse da quelle del suo periodo. Il pubblico è rispettoso del rituale di assistere ai concerti. Sono reverenziali verso un periodo di innovazione musicale che non passerà mai di moda, è una pietra di paragone per le nostre più profonde aspirazioni culturali.
Ma il pop non ha una speranza di raggiungere quel tipo di longevità. Si è prostituito all'avidità aziendale, e ai desideri disperati dei suoi praticanti di raggiungere fama immediata e ricchezza. Chi, di età superiore a 11 anni, può effettivamente ricordare il vincitore dell'anno scorso di X Factor? Forse è solo giusto che una forma d'arte che è stata progettata per offrire piacere evanescente debba finire così: una cometa luminosa che si sta gà indebolendo. Ma è un peccato. La musica pop è diventata una forma d'arte. Ed è bene ricordarlo, almeno per il bene delle sue poche vere star.
Forse c'è un altro modo. Questa sera vede la prima, a Las Vegas, di un nuovo show del Cirque du Soleil, la più recente delle otto produzioni teatrali della compagnia che si è incorporata nella città del Nevada.
Michael Jackson One è un omaggio al cantante scomparso quattro estati fa, ricordato in troppi luoghi per un declino rovinoso piuttosto che per l'eccellenza che ha segnato il suo miglior lavoro.
Lo show si propone di correggere tale squilibrio. Come il recente documentario di Spike Lee sulla realizzazione dell'album Bad, rifiuta di soffermarsi sul lato oscuro di Michael Jackson. Questa non è una biografia, distorta o altro. Questa è una celebrazione. Ed è incredibilmente efficace.
La difficile fusione di tecniche circensi e ambizione artistica del Cirque du Soleil lascia molte persone indifferenti, nonostante la popolarità a livello mondiale della compagnia. Nella migliore delle ipotesi, fornisce un nuovo impulso per una forma di intrattenimento che sembrava moribonda un paio di decenni fa. Nel peggiore dei casi, il tentativo di simbiosi di artisti stranamente di talento e l'idealismo delle psicoballe da villaggio globale è pretenzioso.
I primi segnali che ci fosse un modo più fruttuoso in vista per la troupe sono stati con la sua produzione per Las Vegas di
The Beatles Love, uno spettacolo che inaspettatamente ha guadagnato l'approvazione e la cooperazione attiva dei membri sopravvissuti del gruppo. I loro istinti erano validi: il musical, che è stato replicato per otto anni presso l'hotel Mirage, è un omaggio intelligente e ben concepito ad alcune delle più grandi canzoni pop mai scritte.
Come Love, One è stato progettato come show residente, che richiede che il teatro presso il Mandalay Bay Resort si adatti allo show piuttosto che il contrario.
Tecnologicamente ha alzato la barra ad un nuovo livello. Ciascuno dei 1.800 posti del teatro ha tre altoparlanti. Il palco dispone di 66 argani che alzano fino a oltre 3 metri al secondo. Ci sono 587 apparecchi di illuminazione, e 295 apparecchi a LED personalizzati costruiti nelle parti del set. La messa in scena è sbalorditiva per la portata: 26 proiettori, 11 monitor TV, un'ampia parete di 13 metri composta da otto colonne separate.
Poteva facilmente essere un pasticcio. Dove c'è questo tipo di aspirazione elevata, l'arroganza si nasconde perennemente dietro le quinte. Ma One, che ho visto in anteprima all'inizio di questo mese, è un trionfo. Rimanendo fedele all'amore di Jackson verso la spettacolarità e la fantasia, e non facendosi distrarre dalle sfascio in cui il suo personaggio pubblico si era trasformato, lo spettacolo è rispettoso della sua arte, l'unica cosa davvero importante.
Si viene afferrati alla gola dalla sua prima canzone, "Beat It". Una specie di trama viene esposta: un gruppo di quattro giovani che tentano di entrare in uno spettacolo e vengono risucchiati in un fantastico "vortice", popolato favolosamente da personaggi in costume: paparazzi in abiti alla Darth Vader, con un nastro elettronico che attraversa loro il petto, affrontati da un corpo di ballo vestito di bianco che fa battaglia con loro. Enormi schermi che circondano il palco mostrano il filmato originale di Jackson in azione, mentre acrobati oscillano dal fondo della sala sul palco.
La coreografia, sotto la supervisione di Jamie King, che è noto per il suo lavoro con Madonna e Rihanna e che ha ballato con Jackson nel Dangerous tour mondiale (1992-93), è allo stesso tempo fedele alle innovazioni di Jackson mentre improvvisa a cuor leggero su di loro. Non vi è alcuna rigorosa imitazione qui, ma un sacco di omaggio. La regia è sovralimentata e fulminea. Dopo cinque minuti di spettacolo decidi che devi vederlo di nuovo, anche solo per scoprire che cosa ti sei person la prima volta. Semplicemente non riesci a tenere il passo.
Ogni minuto è pieno di piccoli colpi di scena . Un paio di stivali appaiono a mezz'aria e cominciano a fare il moonwalk da soli; in "Smooth Criminal" il corpo di ballo replica la famosa "inclinazione" in avanti dal video originale della canzone; uno schermo televisivo nel cielo presenta il giovane Jackson che canta "I'll Be There", un momento che colpisce in mezzo al caos.
Dopo la sua apertura che toglie il fiato la parte dello spettacolo che alcuni troveranno irritante: "They Don’t Care About Us” e “Earth Song” non sono tra i momenti più raffinati di Jackson e qui si percepiscono pomposi e oppressivi. Solo a questo punto il moralismo minaccia di far deragliare lo spettacolo. Anche Sidi Larbi Cherkaoui, il coreografo belga-marocchino i cui pezzi di danza contemporanea hanno un seguito in tutto il mondo ha lavorato su One. "Il Cirque du Soleil ha avuto alcuni successi incredibili, ma volevano un po' di 'sangue nuovo' da fuori", mi ha detto davanti a un caffè al Sadler's Wells a Londra all'inizio di questa settimana. "Non erano sempre così filosofici nel loro approccio. Hanno detto vogliamo i buoni qua e i cattivi là, e io dicevo guardate che i cattivi non sono sempre cattivi".
Ma è un raro momento sgraziato. Il ritmo riprende. Per essere uno spettacolo del Cirque le acrobazie sono contenute, riluttanti a intromettersi troppo nel party. Le mosse di Jackson non sono numeri da circo: i performer della società hanno dovuto cambiare il loro stile da elastico a piccante. Funziona per raccontare l'effetto su "Dirty Diana" e "The Way You Make Me Feel".
Per "Billie Jean" vediamo una parte sostanziale del video originale sugli schermi retro-proiettati. "Michael ha creato immagini classiche che sono incorporate nei nostri cuori e nelle nostre teste", ha detto Welby Altidor, direttore della creazione dello show, al telefono da Montreal. "E non si può mai fare meglio di quelle immagini classiche. Abbiamo voluto riconoscere i ricordi che sono là fuori. E' stato un atto di bilanciamento."
"Thriller" è stupenda con il più grande momento "circense" dello show quando un ballerino salta tra due trampolini, e "Man in the mirror" trionfa nella serata di intrattenimento con un'apparizione personale, grazie ad un altro stratagemma tecnologico sorprendente, di Jackson stesso. E' allo stesso tempo spettrale, commovente, divertente e un po' strano.
Altidor ha detto che voleva che il pubblico si sentisse "avvolto" dallo spettacolo. Il fattore "immersione" è diventato un luogo comune dello spettacolo contemporaneo, ma One mette a segno qualcosa di originale. Ci mostra, forse per la prima volta, come l'eredità della grande musica pop si affermerà: non attraverso imitazioni insulse negli show televisivi in prima serata, o biografie scandalistiche, o sessioni di fissati del vinile fino a tarda notte in scantinati umidi.
Guardare One e Love tra 20, o 50, o 100 anni sarà il modo più vicino per arrivare a comprendere la grandezza di un periodo che sta già sparendo nei nostri specchietti retrovisori. La musica pop, diranno gli storici culturali del futuro, aveva davvero quell'appeal viscerale, effervescente. Ha inventato cose nuove e ti ha reso felice di essere vivo, non diversamente da Mozart. Questo è come dovrebbe essere ricordata. Grande e audace e strabiliante.
'Michael Jackson One', Mandalay Bay Resort, Las Vegas
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[Modificato da 4everMJJ 12/07/2013 21:12]