Michael Jackson - Amy Winehouse etc.
Le rockstar muoiono prima degli altri
Soprattutto se sono soliste
Un gruppo di ricercatori inglesi dimostra la scientificità
di una convinzione popolare: la mortalità è tra i 40 e i 45 anni
«E' meglio bruciare subito che spegnersi lentamente». Così Kurt Cobain scriveva su un bigliettino lasciato ai posteri (ispirato probabilmente da una celebre canzone di Neil Young My My Hey Hey), prima di spararsi un colpo in testa a soli 27 anni. Non ultimo di una lunga lista di coetanei morenti che parte da Brian Jones e arriva fino a Amy Winehouse. Il cosiddetto Club 27, insomma: categoria che fino ad ora credevamo confinata un circolo sinistramente romantico, un gruppo ristretto di semidei contemporanei che non vollero, appunto, spegnersi lentamente, invecchiare come i comuni mortali.
LO STUDIO SU 1489 MUSICISTI - E invece a dimostrare che il mestiere della rockstar (e della popstar) sia da considerare pericoloso arriva la scienza: un gruppo di ricercatori dell'università di Liverpool hanno preso in esame 1489 musicisti di tutti i generi che abbiano raggiunto un minimo di fama. E hanno riscontrato che 137 di questi sono già passati a miglior vita. Ovvero una percentuale di mortalità ben superiore a quella delle persone normali. E se l'età media in cui costoro sono deceduti non è il fatidico 27 di cui sopra, si aggira comunque intorno a un misero 45 per i nordamericani e 40 per gli europei.
SE SI E' SOLISTI E' PEGGIO - Le cose vanno peggio se si è musicisti solisti, come erano Michael Jackson, Amy Winehouse, Jimi Hendrix o Whitney Houston: in quel caso la mortalità raddoppia. Il perché lo spiega bene Mark Bellis, responsabile del gruppo di ricercatori : «Gli artisti solisti, anche quando hanno un grande seguito, possono ritrovarsi relativamente isolati, al centro delle attenzioni di adulatori, ed emotivamente instabili. Un ego che chi fa il chitarrista o il batterista in una band ha meno sviluppato».
ROCK'N'ROLL NEVER DIE (?)- Qualcuno potrebbe obiettare che alcuni delle più famose rock'n'roll victims come Brian Jones, Jim Morrison, Sid Vicious e lo stesso Kurt Cobain facevano parte di ben noti gruppi. Ma guarda caso, al momento della loro morte, si erano allontanati o comunque avevano preso una pausa dal sodalizio di riferimento. Che spesso svolge il ruolo di contenitivo, di freno all'autodistruzione dell'elemento più sensibile o celebre della band. In ogni caso, non sarebbe la spregiudicata way of life del rock'n'roll in se la prima causa di morte, ma molti degli abusi di costoro verrebbero da esperienze negative maturate nell'infanzia. Cioè alcuni sarebbero predisposti all'autodistruzione anche prima della celebrità. Rock and roll never die, il rock non muore mai, cantava sempre in quella canzone Neil Young. Fino a un certo punto, a quanto pare.
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