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Ultimo Aggiornamento: 03/04/2013 21:44
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11/11/2012 19:05
 
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Grazie ancora! [SM=x3072554] Benvenuta Jade! sono felice che ti piaccia la mia FF! [SM=x47984] [SM=x3072554] [SM=x3072554] a tutte.

Buona lettura!!


Capitolo trentanovesimo

South Africa

Nella stanza a loro destinata, Michael dava una grande importanza ad un tappeto a prima vista comunissimo che copriva un ’intero lato Clara invece cercava con non poca difficoltà di stringersi in vita uno strano laccio come completamento del suo vestire. La piccola Elizabeth intento dormiva incurante di tutto su una specie di lettino che sembrava fatto apposta per lei. Qualcuno bussò.
“ Scusate il disturbo, sono venuto per farvi strada.” Si presentò un tipo alquanto singolare dal colorito olivastro e un reverenziale rispetto. Clara seppe subito a chi associarlo e sorrise al pensiero appoggiata da Michael che aveva ben interpretato.
“ Noi se non ti dispiace restiamo qui.” propose inaspettatamente Clara irrigidendosi.
“Impossibile. Devi venire.” la incitò Michael tirandola per un braccio.
“V-vi aspetto.” farfugliò il (forse) funzionario strisciandosi fuori.
Michael alzò le spalle perplesso e tornò su Clara. “Spiegami cosa c’è che non va?”
“Bè- iniziò la moglie cercando appigli ovunque- mi sembra giusto che io resti qui con lei. Sai, non vorrei che si svegli.”
“ Ma se non ha fatto altro che dormire! Non credo che sarà drammatico e… non credo che si svegli!” osservò indagando lo stato della figlia rivolgendole poi uno sguardo da padre affettuoso.
“ Sì lo so ma…”
“Qual ‘è il problema?” tagliò corto Michael deciso a tirarle fuori la verità. Era quella stessa Clara che lo aveva spronato tante volte e si mostrava sempre all’altezza?
“ Ok mi arrendo.- fece gesto di resa- il fatto è che non penso affatto di essere in grado di trovarmi davanti così a qualcuno di tale spessore. Non è necessario e poi, non avrei voce in capitolo minimamente!” Alla fine della confessione cercò nei suoi occhi un po’ di comprensione ;Michael era irremovibile. “ Davvero riesci ad avere questi pensieri così sciocchi?”
Clara sorrise ed annuì vergognandosene un po’.
“ Senti, uno è necessario perché tu SEI all’altezza, secondo, sarai capace di avere la parola, perché ci riesci benissimo. Terzo, anche tu sei una persona importante.” Detto questo la avvicinò di più a sé e le diede un tenero e veloce bacio.
Clara si convinse all’ istante ,lusingata al contempo. Un sonoro piagnucolio ruppe il silenzio costringendo la mamma a sollevare la bambina e a farli finalmente uscire.
Michael si scusò con l’imbarazzato inviato che a giudicare dall’aria doveva aver scoperto un ‘ altro lato della vita.
Attraversarono un lungo, elegante, modesto corridoio girando la testa a destra e sinistra rapiti dai quadri, mobili e suppellettili che lo decoravano.
Si fermarono davanti ad una stanza più grande rispetto a quelle che si scorgevano ai lati del corridoio. Di luce ce n’era a volontà e sembrava che Dio vi avesse posto il suo sigillo. Rimasero soli con al cospetto di un’ uomo che Clara realizzò aver visto qualche volta in alcuni libri della biblioteca di Michael e unì questa reminiscenza alle parole che aveva spese il marito verso questa figura. Coincidevano già all’apparenza. Subito strinse calorosamente la mano di Michael con fare molto fraterno. Clara non sapeva se porgere un lieve inchino o un semplice” salve” o…cos’altro? Nell’ indecisione, colta dall’ attento coniuge, fu lui a presentarla insieme alla figlia che ora sembrava rapita dalla figura che si trovò nel suo raggio di veduta.
“ Lei è Clara, mia moglie e l’altra è nostra figlia Elizabeth.”annunciò Michael dando spessore alle parole.
“Oh, davvero, molto lieto di conoscervi. “ rispose con una stretta di mano a Clara che tornò alla sua più profonda naturalezza e un’ altra simpatica a Liz che ricambiò a modo suo costringendolo poi a focalizzare la sua attenzione per lungo tempo su di lei. Michael fece intendere a Clara un “visto?” sollevando le sopracciglia e stringendo le labbra. Clara soffocò una lieve risata.
“Vi prego non datemi del voi.” chiarì dopo aver posto fine al diletto di Elizabeth.
“Sono molto felice di averti qui- disse a Michael mettendogli una mano sulla spalla- la tua idea è stata più che gradita e sono molto entusiasta di ciò. D’ altronde dovevo aspettarmi qualcosa di grande da un grande.” lanciò un ‘occhiata di approvazione a Clara che annuì.
“ Ancora non c’è niente di concreto ma stavo pensando di realizzare il tutto prima del nuovo millennio.- spiegò – e come già sa…i, vorrei coinvolgere alcuni miei amici del campo.”
Il presidente assentiva ad ogni frase. Clara altalenava lo sguardo dal marito ad il famoso Mandela e notò una grande affinità tra i due.
Dopo la chiacchierata lavorativa gli ospiti furono fatti accomodare intorno ad un tavolo dove era in attesa una fumante tazza di tè aromatizzato e qualche tipica leccornia.
“Servitevi pure. “ esortò il padrone di casa anticipandoli come per assicurarsi che lo facciano veramente.
Clara, che tuttavia aveva una certa fame -erano ore che per il viaggio e le attenzioni per la figlia non si era goduta nulla-si fece avanti. La seguì convinto Michael. Il tutto fece un’ immenso piacere all’ospitante che provava una certa simpatia nei confronti di Clara e non esitò a dirglielo. “ Stimi molto tuo marito. Non è così?” chiese allora con una punta di saggezza nel formulare le domanda.
Rimasta con la tazza a mezz’aria, la diretta interessata ,non aspettandosi di dover entrare in simili discorsi diede un ‘occhiata con volto paonazzo al marito che le sorrise malizioso.
“ O bè, sì, ovviamente. “ disse in un sussurro.
“ Certo. Bè, io penso che neanche tu stessa sai quantificarla e il rispetto e l’amore che provi sono davvero grandi, fidati. ” continuò lui facendola involontariamente arrossire tanto che dovette voltarsi in direzione della figlia avvolta in un lenzuolo e stesa su una poltroncina accanto.
“ è incredibile.” confermò Michael giocherellando con la sua tazzina sapendo di potersi confidare con l’uomo che riceveva tutta la sua ammirazione.
“ O lo immagino.”
“E si da sempre molto da fare per…tutti.” aggiunse con sempre più buona malizia.
“ Che Dio vi benedica allora! Anche se credo che lo abbia già fatto.” disse umilmente indirizzando lo sguardo alla bambina.
Nel tardo pomeriggio, quando ormai il sole cocente trovava appagamento nel tramonto, Clara e Michael nella più totale indiscrezione seguirono il buon presidente nel giardino che circondava la villa estasiati da ciò che gli si apriva alla vista.
“Allora Clara, ti piace il giardinaggio?” chiese passando in una specie di serra con alcune piante del posto.
“Sì ,ma non sono molto brava.”
“Io dico il contrario.”
“No Michael, non lo sono.” insistette lei. “Ricordi quella volta che ti raccontai di come avevo riempito ingordamente tutte quelle belle piante che Joan aveva comprato sotto tua ordinazione per decorare il perimetro della fontana? Fu un disastro e Joan era in uno stato di “rabbia repressa” credo.”
Michael lasciò sfuggire una gran risata che contagiò anche l’amico. E sembrò aver capito persino Liz.
“O Dio, scusa Clara ora ricordo. E poi l’hai detto con una faccia! M’immagino Joan e te e..” non riuscì a concludere scosso dalle risa.
“ Ridi ridi. Era un vero disastro!” replicò tutto sommato felice delle reazioni scaturite.
“ Bè, non tutto è perfetto!” fece presente l’altro divertito.“ Cosa ti piace fare in particolare?” domandò recuperando la serietà.
“Tante cose.” disse piano con fare tutt’altro che esuberante.
Due funzionari del presidente, compreso quello per primo incontrato, si avvicinarono modesti a Michael accompagnai come fan dai suoi addetti per ottenere gli autografi. Mentre era impegnato a firmare con tanto di dediche, Clara fu portata a riflettere ancora una volta.
“ Non capisco come si possa giungere a certe conclusioni su di lui.” le rivelò Mandela con gli occhi fissi sul marito.
“Già. Ma forse adesso hanno capito .”sospirò Clara speranzosa.” Anche perché, per quanto riguarda me, ha fatto tanto. Molto. Ora non sto a spiegare tutto, ma è così. È stato padre, fratello, benefattore, ora marito, e… tutto.” Nel suo parlare c’era un tremolio che la portò quasi a commuoversi .
“Grazie.” soggiunse la voce di Michael che si portò le braccia dietro la schiena ciondolando con i piedi.
“ è-è la verità.” cercò di riprendersi .
La serata andò avanti con una cena in cui erano riuniti l’intero clan di Mandela, domestici compresi.
Solo più tardi, nella camera che li alloggiava , messa a dormire la figlia, Michael potè stringere in un abbraccio Clara. I loro corpi ormai troppo vicini per farsi indietro cedettero alla bellezza della notte e dell’atmosfera che si respirava. Neanche Liz, come se potesse conoscere, li disturbò mai. Restarono avvolti l’uno dall’altro e con dolce sussurrò spesero parole d’amore che restavano quel giorno ancora da sciogliere. Michael pianse dentro di sé la gioia di poter vivere, con Clara al suo fianco, ogni viaggio come stare a casa.
12/11/2012 12:49
 
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Michael é uno stinco di santo! Lo dice anche Mandela!!!! ;)

Grazie Chiara!

Foxy
12/11/2012 14:06
 
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Ha ragione Mandela
16/11/2012 19:15
 
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Ciao a tutte!! Già, io stimo all'infinito Mandela. é un altro mito per me [SM=g27828] L'aparthaid,la mia tesina delle medie [SM=g27819] [SM=g27823] chi se la scorda più! Comunque,informo in anticipo che non potrò postare per...non so neanche io quando, visto lo spettacolo di Natale che incombe e la scuola che si accinge alla fine di un trimestre riuscirò a postere...umm... [SM=x47980]
Intanto:
Buona lettura!!


Capitolo quarantesimo

Il sole brillava alto nel cielo limpido quando Clara, Michael e la piccola Liz si ritrovarono a Monaco. L’ inverno restava solo un ricordo per la grande città europea che pullulava di gente proveniente da tutte le parti del mondo. La notizia della nascita della loro primogenita si era inevitabilmente sparsa e una ancor più maturata curiosità era nata intorno alla persona di Michael. Clara non sembrava turbata e rispondeva a tanti saluti e frasi sconnesse con il solito volto ridente che mai l’aveva abbandonata. Tuttavia, né lei né Michael da qualche mese erano più del parere di poter tranquillamente soprassedere a quel senso ,che man mano riaffiorò ,di trasparenza. Ora però veniva ad assumere un significato più profondo che aveva radici in un particolare tipo di cuore. Quello di genitore. Michael non approvava tutto quell’ interesse mediatico (soprattutto)che circondava una creatura non ancora in grado di difendersi o controbattere. Ne aveva discusso con Clara giorni passati dopo che Joan aveva dato loro notizia dell’ accaduto.
“A questo punto non credo di essere più tanto tranquillo.” aveva confessato alla moglie che seduta nel vano di una finestra teneva lo sguardo preoccupato sul volto innocente della figlia.
“Sono del tuo parere- confermò Clara, poi sorrise- non si parla di persone adulte ma di una bambina che nonostante tutte le ribellioni verso di noi, non può nulla verso gli estranei.” concluse tornando cupa.
“ Vedo che mi hai capito.” disse sollevato Michael appoggiato al tavolo con la testa sulle mani sovrapposte. Si fece pensieroso.
“ Ma non possiamo lasciare che per questa cavolata conduca un ‘infanzia di clausura. Neverland è grande ma, vorrei che ancora venisse con noi quando può.” sostenne Clara.
“Certo. Non la lascerei sola per nulla al mondo.”
“Eh!” fece ironica alludendo subito intesa dal marito che scosse il capo con un mezzo sorriso. Riprese però l’aria pensierosa.
“Allora, cosa proponi.” disse Clara ansiosa di sapere una soluzione, che non arrivò.
Nella stanza fece capolino una consistente quantità di abiti ,lenzuola e asciugamani, molto in stile principessina ,per Liz appena arrivati . Michael spalancò gli occhi raddrizzandosi un po’ mentre Clara cercava di scorgere chi vi si nascondeva dietro.
“Perdonate il mio arrivo. Dove posso poggiare questi acquisti?” chiese Joan visibilmente in difficoltà.
Michael rise così di gusto nell’osservare finalmente da dietro Joan entrato che contagiò entrambe le presenti.
“Da qua. Appoggiamoli lì sopra.” suggerì Michael non ancora ripresosi.
“Eri proprio buffo! Una figura possente come la tua coperta a perfezione da quei pan…”Michael si fermò e indagò la situazione come illuminatosi.
Joan che ora sorrideva in accordo si fermò per cercare di capire. Clara compresa.
“So cosa si può fare!” dichiarò Michael entusiasta afferrando per le spalle Joan stupito. “Potremmo nascondere la sua identità!” disse raggiante.
Clara cercò di decifrare dentro di sé quello che aveva appena sentito. Trasse poi la sua ipotesi. “V-vuoi coprirla con tutta quella roba!” e strinse d’impulso la figlia spaventata.
Michael le si avvicinò sorridendo. “Ma no , cosa vai a pensare. Io intendevo farle indossare qualcosa che le copra il viso.” aggiunse sedendosi accanto per accarezzare la bambina.
Gli occhi della moglie si acquietarono e si dette della sciocca. Valutò l’idea per poi trarre le sue conclusioni. “ Esagerato forse? Però…-sospirò- non vedo altro modo. È una buona idea. Tu cosa ne pensi Elizabeth?” La figlia sembrò quasi accondiscendente.
“Dopo tutto, per lei sarà divertente penso. Un frequente carnevale.” disse Michael ,quasi come un autoconvincimento.
“Certo certo. Lo facciamo perché le vogliamo bene no?” lo rassicurò prendendogli una mano.
Gli occhi di Michael le si mostrarono nuovamente con quella scintilla di fiducia rinnovata. Passò con lo sguardo da l’una all’altra e scambiando la sovrapposizione delle due mani unitesi la attirò a sé per baciarla. Non lo voleva mostrare ma qualcosa lo aveva commosso in tutto quel pensare. Lo rivelò solo alla fine.
“ Farò di tutto perché non vi si coinvolga negli impicci. Per ora ricordatelo tu Clara!”
“Sì, ma fa che valga anche per te.” replicò la moglie alzandosi.

A quasi un’ anno dalla sua nascita Elizabeth si ritrovò ad affrontare il suo secondo viaggio. A scanso equivoci sarebbe rimasta con Clara ,che con cuor di madre decise, in albergo , a Monaco. Michael dovette intanto tornare ancora una volta in Sud Africa per annunciare pubblicamente il suo nuovo spettacolo e dar via agli ultimi preparativi. Tornato a Monaco non perse occasione di restare accanto a loro il maggior tempo possibile. Ci fu una sera in cui, a pochi giorni dall’evento ,decisero ,di par proprio, di fare una piccola visita alla città lasciando Elizabeth dormire sotto l’occhio vigile e paterno di Joan.
“ Bello il cielo di Monaco.” osservò Clara estasiata dallo scintillio che si vedeva.
“ Già.” disse piano Michael con sguardo assente.
“ O no. Qualcosa non va?” chiese sistemandosi dopo di lui sul cofano della macchina che li aveva accompagnati.
“No, davvero! Forse sono solo un po’ stanco. Sai, i preparativi, tutto ciò un po’ ti…”
Un bacio gli arrivò sulla guancia, piccolo e veloce, senza pretesa di essere ricambiato in nessun modo. Michael allungò il braccio fino a raggiungerle la spalla opposta e la accostò a lui. Clara chiuse gli occhi abbandonando la testa su di lui.
“Dimenticavo di dirti che ti vorrei dietro le quinte. Non potrei fare nulla sennò. Porta anche Liz , Joan vi accompagnerà.” riprese Michael provando più quiete al pensiero di averla vicino per la prima volta durante una sua esibizione.
“ Mi farebbe molto piacere. Sono sicura che lo farà anche a Liz. Se lo vuoi tu.” Michael le mise il suo cappello che si era appena tolto ,in testa.
“ Poi, finite le due tappe, ce ne torneremo a Neverland con nostra figlia e comincerò a registrare di nuovo.” decise travolto da uno sprazzo di entusiasmo. Clara ormai non ascoltava più. La prese dopo non ricordava quanto tempo tra le braccia e la condusse in macchina ripartendo verso l’albergo .


Tu che da sempre sei così
che dal mio sogno sei arrivato qui
tu che già sei se ci penso un po'
semplicemente tutto quel che ho
e non m'importa quel che sarà
finché mi accendi la realtà
io esisto solo se se tu mi ami.

_se tu mi ami_A.Minetti
P.S.: Mi son permessa di aggiungere questa strofa di una a mio avviso delle più belle canzoni inglesi tradotte in italiano. [SM=x47984] [SM=g27838]
[Modificato da chiarajackie 16/11/2012 19:23]
17/11/2012 10:35
 
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Chiara, bel capitolo di passaggio..mi sa che ne dovranno accadere ala neo famiglia Jackson..purtroppo non conosco la canzone..da quale canzone inglese é tradotta?!

Grazie

Foxy
17/11/2012 12:22
 
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Un capitolo di passaggio ci avvisa che nel prossimo alla neo famiglia aspetterà tante avventure
16/12/2012 19:16
 
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Scusa il ritardo della risposta Foxy: la canzone originale è "Without you" ed è cantata da Celin Dion.
Ed ora,visto che mi attendono due giorni libera dagli impegni scolastici,sono pronta ad un nuovo capitolo. [SM=g27823] Anche se avrei un certo saggio che mi aspetta alla porta [SM=g27820] [SM=g27828] (ora BASTA sennò parlo troppo anche quando non lo faccio a voce [SM=g2927028] ) [SM=g27838]
Buona lettura!!




Capitolo quarantunesimo

“Quanta gente!” disse Clara fra sé affacciandosi al palco e scorgendo il grande piazzale ancora vuoto. Indietreggiò apprezzando sempre più tutto quello che le capitava alla vista finchè non si imbatté in qualcosa che la costrinse a fermarsi. Si voltò spaventata all’ idea che qualcuno l’avesse notata salire quando il grande costrutto doveva essere invece lasciato libero e prima ancora che potesse ben vedere alle sue spalle aveva già fornito una lista di scuse.
“Finalmente ti ho trovata!” esclamò Michael soprassedendo a tutte quelle parole che non ebbe capito.
“A, sei tu Michael.” disse tirando un sospiro di sollievo.
“ Allora, cosa ne pensi?” le chiese mentre se ne tornavano in camerino.
“Penso che non vedo l’ora che tutto inizi.” rispose con un sorriso mentre osservava un tizio che si occupava di “non-si-capisce-cosa”- non ebbe chiaro il ruolo-giocare con Liz in un modo che all’apparenza nessuno si sarebbe aspettato da una tale persona. Arrivò a portarsela persino sulla schiena.
“Comincia a prender posto qualcuno.” annunciò una voce che faceva la spoletta su e giù con l’agilità di un grillo.
“ Dovrai andare a prepararti allora.” suggerì Clara tesa come se fosse toccato a lei esibirsi.
In quel momento subentrarono nella stanza alcuni addetti al trucco e alla sartoria. Clara si sedette ad una rispettosa distanza e stette in contemplazione. Michael ogni tanto buttava lo sguardo sul riflesso della moglie allo specchio e in qualche modo si sentiva sereno e al massimo dell’energia. Elizabeth smise di imporre diletto al suo nuovo amico e fu rapita dalla curiosità per tutto quel movimento attorno al padre che adesso ammirava con i suoi grandi e limpidi occhi. Ad opera compiuta Michael si voltò verso Clara e si atteggiò in modo da ricevere un giudizio. Fece un giro su se stesso per poi rilassare le spalle in attesa. Clara applaudì seguita dalla figlia allettata da tanto entusiasmo.
“Se non fossi così immacolato ti abbraccerei!” sostenne ironica nascondendo però la veridicità del suo intento.
Il sorriso sulle labbra di Michael si spense:” Come hai detto scusa? Spero che tu stia proprio scherzando anche se non dovresti comunque dire così.”
“Bè, sarebbe un vero peccato se si rovinasse, devi salire su un palco di fronte a…non so quante persone.”
“ O certo e non oso immaginare quello che potrà causare un abbraccio… tuo.” le sorrise così sinceramente che avrebbe potuto ritrovarsi gli occhi lucidi.
“O ,io credevo che…”non riuscì a finire la frase che una vigorosa stretta la fasciò in vita e lei non potè più resistere a fare altrettanto.
“Prima o poi mi sarei sottoposto di mia spontanea volontà a stropicciarmi i vestiti.” rise Michael prendendole il viso con entrambe le mani.
In un istante Michael aveva già raggiunto lo scenario lasciando Clara e Liz nell’ombra, sì, proprio nella sua ombra ,erano così vicine che da un momento all’altro avrebbero potuto benissimo andargli incontro.
Dopo la prima esultata esibizione Clara lo ritrovò davanti .
“ Ti sono piaciuto?” le chiese con un’espressione soddisfatta.
“ Eccome! Sei anche riuscito a far star buona Liz!-esordì Clara con ammirazione sincera-Poi, mi meraviglia vedere tanta gente volerti così bene. Lo si legge nei loro occhi lontano un miglio.” concluse gettando un’altra occhiata fuori. Ripose poi lo sguardo su Michael ma lo trovò immerso in una succinta conversazione circondato da un consistente numero di persone.
“Andiamo Liz, spostiamoci. C’è troppa gente qui e…comincia a far caldo.” Si allontanò in direzione di un tavolinetto accanto al camerino ,sul quale una bottiglia d’acqua sembrava attendere proprio lei.
“Bene, ora ne berrò un po’. Non mi dovrei permettere perché magari è di Michael, a lui serve più che a me, però-la prese e rese partecipe della riflessione anche Liz mostrandogliela-non ce la faccio più.”
Sedutasi poi lì vide più volte Michael entrare ed uscire senza che si accorgesse di loro con a corteo l’indaffarata e dedita truccatrice. Ancora alcuni minuti e arrivò il momento di rientrare in scena. A questo punto Clara si alzò decisa ad augurargli la buona fortuna quando un boato echeggiante dall’esterno le segnalò che era troppo tardi ormai e le fece uno strano effetto.
Si riavvicinò al palco:” Mi raccomando Liz, adesso ascolta attentamente anche tu. Papà canterà una delle sue canzoni più belle, a mio parere.” Raccomandò con tutto il cuore alla figlia che forse aveva davvero capito il concetto.
Era una tale gioia per Clara ascoltare quelle parole dette con così tanta convinzione che avrebbe potuto riassumere in sé tutte le sensazioni del pubblico astante. Era affascinata e gli occhi presero ad accendersi di un vivido amore infinito. Pensò alle parole che le aveva detto una volta che suonavano più o meno: ”Fare musica è fare l’amore.” Emanava amore in effetti, sotto tutti gli aspetti. Sorrise.
“State bene?” chiese una voce che la riportò alla realtà.
“D-dite a me?”
La persona in questione non era altri che la truccatrice che cominciò a guardarsi intorno. “Solo a lei”
Finalmente Clara realizzò:” O, sc-scusami. Comunque, sì, sto bene grazie. Stiamo bene” assertì con una profonda gratitudine.
“ Meno male. Michael si preoccupava tanto che invece…”
“M-Michael?” ripetè Clara sorpresa. Sorpresa dal sapere che con tutto il da fare la degnava di attenzione.
“Sì, si preoccupava perché ti vedeva un po’ strana. Temeva non vi sentiste bene. Non riusciva però davvero a rivolgervi parola. Tuttavia ho dovuto calmarlo in ogni modo.”
“Ma allora devo dirgli che non c’è nulla che non va! Caldo ad un certo punto ne avevo ma perché non sono abituata a stare tra la folla e il rumore. Liz sembra non farsene un problema e allora ci sto anche io. Deve stare tranquillo. Appena rientra che possa o no glielo dirò.” disse decisa.
“ Bè ,sta ritornando. ”la avvertì la donna.
“Michael!” si affrettò Clara a chiamare appena venne incontro; passò di lungo.
“Michael” sussurrò ora cercando chiarimenti negli occhi di Karen; ora ricordava il nome.
“Non saprei che dirti.” fece però questa con la sua stessa aria dilemmatica.
“Corsero entrambe alla sua stanza ma trovarono la porta chiusa e un vociare indistinguibile all’interno.
“ Ti giuro che non so cosa sta succedendo.” ribadì Karen con pentimento nei confronti dell’inquieta Clara che teneva più saldamente Liz tra le braccia infondendo un po’ di quello stato alla bambina poco prima ridente.
La porta si aprì e dovettero allontanarsi. Michael uscì, nel volto non c’erano più gli strani segni di poco fa. Sembrava di nuovo pronto. Le rivolse un breve sorriso che sparì non appena voltò la testa la cui scia si sgretolò ingiustamente nella mente di Clara che non trovava pace. Fortunatamente mancava una sola esibizione. Si trattava di dover cantare “You are not alone”, poi gli avrebbe parlato. O se lo avrebbe fatto!
Sul palco non dava a vedere nulla di strano, ma era Michael. cercò di allontanare almeno per la durata della canzone i pensieri e si rimise all’ascolto.
“ Clara, scusa. -Posso darti del tu vero?-Potrei tenere io se vuoi adesso la bambina.” fu l’accettata proposta di Karen.
“ Bella canzone vero?”
Clara annuì assente. Teneva gli occhi su Michael con un’attenzione incredibile.

Tutto si concluse al meglio. Le luci calarono mentre le grida e gli elogi si alzavano.
Ne bel mezzo di tanto clamore, sul palco si ammassò un consistente gruppo di persone che in poco travolse Clara senza permetterle di capire.
“Clara! Hai visto?” Karen era tornata da lei con il viso sconvolto.
“Cosa è accaduto?- chiese cominciando a preoccuparsi – perché Michael non è qui?!” adesso alzò la voce tremante. Non volle risposte. Si voltò e con un rapido scatto si ritrovò avvolta dal buio. Portò le mani alla bocca e una lacrima scese dagli occhi nella gola.
Le passò davanti un gruppo di uomini che sostenevano il corpo abbandonato di Michael e d’impulso li bloccò afferrando per le spalle uno di essi.
“Qualcuno mi spiega cosa succede?” implorò con la disperazione negli occhi e la paura nel cuore che le tremava.
“Svelti!” ordinò un altro e ripresero il passo più velocemente lasciandola nel suo dolore.
“Aspettate, ovunque andiate vengo anche io!” gridò correndogli incontro.
“Clara!-la voce di Karen la fece voltare un’istante- lascia pure a me Liz.”
Con un gesto del capo Clara mostrò la sua riconoscenza .
“Vorrei salire dove farete salire Michael.” disse e fu fortunata perché la “buon anima” con cui parlò la fece andare al suo posto. Si sistemò sul sedile davanti al marito e stette per tutto il tempo ad imporsi di stare calma e ad informarsi sull’accaduto. Era terribile vederlo così, temeva in uno shock . capì nella confusione dei pensieri che centrava un incidente sul palco durante la penultima canzone ”Earth song”. Come aveva potuto non averlo notato? “Karen” pensò; l’aveva distratta ma non poteva fargliene una colpa. Si rilassò al pensiero di quella donna rivelatasi tanto gentile. Un’altra lacrima le bastò per tornare alla dura realtà.
L’auto si fermò e Michael fu trasportato all’interno dell’ospedale. Clara non lo perse mai nonostante il gruppo che lo aveva circondato tendeva a formare un guscio su di lui.
Fu portato in una stanza, visitato mentre nel corridoio Clara se ne stava a mani conserte osservata dai presenti con occhi compassionevoli.
Il tempo non sembrava voler far aprire quella porta, finchè un medico non uscì dando il responso prima di chiunque a Clara che si era lanciata al suo cospetto. Poté allora entrare.
Michael era adagiato sul lettino e non appena la vide tentò di drizzarsi un po’ ma senza successo ottenendo come risultato solo una smorfia.
“Allora non ti chiedo come ti senti.” cercò di ridere Clara. Il sorriso le morì subito sulle labbra.
“Sei voluta venire a tutti i costi vero?”
Clara annuì avvicinandosi di più. “Non potevo mica lasciarti.”
“ Non doveva finire così!” disse Michael amareggiato.
“Però è andata bene.”
“Poteva andare anche meglio se non fossi…se non FOSSE successo.” Assunse un tono irato che lo portò ad un’altra smorfia girando la testa dall’altra parte.
Clara gli pose una mano sulla fronte sedendosi. Michael cambiò espressione e la guardò.
“Scusami, è che certe cose mi fanno un po’…”
“Lo so.” disse Clara con estrema tranquillità .
“Te… ti sei divertita almeno?” disse alzando il braccio dalla sua parte prendendole la mano che stava distribuendo materne carezze alla sua fronte.
“Moltissimo. Anche Liz. Dovevi vedere il suo sguardo!”
“A proposito, dov’è?”
“L’ho lasciata con Karen, è stata così gentile.”
“So sceglierle bene le donne io!” disse con aria di superiorità dando a vedere di essere un vero intenditore.
Clara gli lanciò uno sguardo di finto rimprovero .
“Volevo dire…le truccatrici!” si corresse con aria da diplomatico.
“ So che ti sei anche preoccupato per noi.- riprese Clara seriamente- Quando non dovevi magari. Grazie.”
“ Nessun disturbo”
Clara si sentì sollevata vedendo che tutto sommato era in vena di fare il simpatico.
“ Davvero, non volevo che vi annoiavate e mi sembravi stanc…”
“Credevi nel MIO star male e poi invece sei tu a…” si fermò per non riaprire la ferita ma anche perché la voce le si sgretolò inesorabilmente aumentando la presa alla mano che la teneva avvolta.
“Clara...” sussurrò Michael aggrottando la fronte, colpito e forse commosso quando gli occhi si fecero lucidi.
“ Scusami Michael, non vorrei piangere è solo che, stavolta non ci riesco. Perchè tu sei sempre buono con tutti e non è giusto che…” si perse nelle copiose lacrime che la trascinarono in un piccolo ma deciso sfogo.
“Se potessi ti bacerei, ma credo che la mia schiena ora sia un po’ gelosa.” Riuscì a strapparle un sorriso suo malgrado. “ Avanti Clara, vedrai che passerà presto. Ci sono dei farmaci a posta sai?” la assicurò cercando di completare la sua cura dell’animo della moglie.
“Sì, sicuramente.” La porta si aprì e Michael invitò Clara ad andare a riposare, ora lo avrebbe fatto anche lui dopo la prima fase di cura che lo aspettava.
“ Cercate un alloggio per lei” ordinò Michael ad uno dei dottori sopraggiunti.
“Certo. Lo faremo.” In poco tempo Clara fu accompagnata nella stanza vuota accanto che l’avrebbe ospitata almeno quella sera.
“Avrebbe”, perché la notte, non appena Michael fu solo la trascorse nella sua camera. Sembrava dormire beatamente, così ,dopo aver rivolto un pensiero a Karen e Liz e aver dato un bacio sulla fronte del marito come di solito avveniva al contrario, si addormentò esausta vicino al lettino.


17/12/2012 17:51
 
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Non ci speravo più! Hai postato!..Grazie Chiara!..Si percepisce la frenesia del dietro le quinte..anche se io le signore Jackson le immaginavo servite e riverite e non abbandonate alla truccatrice! Ahahahahah : )...E Michael si é fatto male..mi é venuto un brivido quando ha parlato dei 'farmaci adatti'..staremo a vedere..ma perché Clara non dorme in camera con lui? Ne avrebbe ben diritto!

Grazie

Foxy
17/12/2012 22:28
 
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Preoccupa la frase ci sono dei farmaci adatti a curalo. Posta il prossimo per saperlo e sapere se guarirà
[Modificato da (StreetWalker ) 17/12/2012 22:28]
27/12/2012 18:17
 
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Ciao a tutte!Foxy cara la speranza è l'ultima a morire infatti! [SM=x3072554] Spero che il Natale sia stato lieto e sereno per tutti. vi faccio gli auguri(anche se in ritardo). e ora,tra un pandoro e i vari dolci e piatti ancora da digerire, vi 'servo'(tanto per restare in tema [SM=g27828] ) un altro capitolo. Spero sia di vostro gradimento.
Buona lettura!!


Capitolo quarantaduesimo

Ad occhi semi aperti lasciò che l’immagine diventasse via via più nitida. Tutto quello che riusciva a vedere era soltanto un’indistinta chiazza dorata come il riflesso del sole nell’acqua. Ma questa non faceva male perché ben presto si delineò il volto di una donna, leggermente velato da qualche ciocca, che non esitò a sorridere.
“ S-sei tu.” disse Michael in tono ancora un po’ assonnato girando poi con lo sguardo la stanza aggrottando la fronte.
“ A-allora, hai dormito bene?” chiese Clara e non potè far a meno di notare la sua espressione pensosa e assente. “ Credo di sì. Non mi è mai sembrato di vederti sveglio anche se mi addormentavo di continuo.” concluse con una risatina contenuta.
Michael la fissò senza mutare il suo stato che indicava smarrimento o forse confusione. “ Anche io credo di sì.” rispose ripensando alla domanda precedente.
Clara sembrò sul punto di tirare un sospiro di sollievo , soprattutto perché finalmente aveva abbandonato quella strana aria. “Quasi dimenticavo!-esclamò allontanandosi verso la porta- devo avvertire i dottori che ti sei svegliato.” Uscì quasi correndo, felice di poter dare il “buon” responso controllando l’ora come le era stato raccomandato.
Finalmente nella mente di Michael si ripropose la situazione che stava vivendo e portandosi una mano agli occhi li massaggiò; sembrava vinto. Clara rientrò seguita dai dottori che gentilmente la invitarono ad uscire per la visita mattutina. Seduta senza perdere mai di vista la stanza ripensò agli occhi di Michael. Erano stati come un peso per il suo spirito che portava speranza alla situazione. Lo rivedeva ancora scrutare il posto e il suo viso quasi come se non ricordasse nemmeno di lei. Al pensiero si serrò le tempie strizzando gli occhi con le ciglia imperlate.
“Clara finalmente ti ho trovata!”
Clara si voltò di scatto e si sentì rassicurata accorgendosi di Karen che appariva preoccupata e ancor di più dopo averla vista.
“ Non puoi capire quante storie mi hanno fatto quelli laggiù della sicurezza!” cominciò amareggiata indicando le scale. ”Ma non mi riconoscono più!? Bah, comunque, spero che mi darai buone notizie!”
“ Non saprei cosa dirti. A me sembrava di sì, ma…comunque oggi è un male comune non riconoscere più le persone?” sorrise Clara cercando di alleggerire la situazione e convincendosi che magari era vero per quanto assurdo.
“ Cosa intendi dire?” chiese Karen sedendosi accanto.
“ No ,niente .-tagliò corto portando lo sguardo alle sue spalle alla ricerca.
“ Liz è disotto con la signorina Dracy. Mi sono permessa di chiamare una tata. È bravissima con i bambini e l’avevo già consigliata a Michael e mi era sembrato soddisfatto anche se per il momento preferiva non chiamarne nessuna perché sapeva che c’eri tu e…in qualche modo anche lui. Ma in questo momento penso proprio che lei serva. Io supervisiono!” Fiera di sé le fece l’occhiolino.
“G-grazie, è stato molto gentile da parte tua. Spero che sia davvero…”
“ Fidati. Poi, ripeto, la approvata Michael! Non mi sarei mai permessa di fare di testa mia.” ribadì con meno esuberanza.
“Certo. Vado a vederla anche io allora. Vieni?” Clara si alzò e nel contempo la porta fu riaperta.
“ Dobbiamo tenerlo un altro po’ sotto controllo” fu tutto ciò che le dissero. La voce del medico che parlò mostrava sicurezza. Almeno così doveva essere.
“Come ti senti? Ma che ti hanno detto?” furono le domande che a fatica rilassate porse a Michael.
“ Stai tranquilla, va tutto bene. È come ti ho detto ieri. Mi tengono un altro po’ in controllo e basta. Già sto meglio però!” disse con una sporca pacatezza ,senza luce in lui. Eppure veniva da credergli in tutto e per tutto.
“Lo sono. Lo sono eccome.” sussurrò quasi tra sé e sé.
“ E io lo spero.” disse Michael di rimando accorgendosi però che nei suoi occhi non c’era davvero.
“Sai?-cambiò argomento Clara mutando anche lei- Karen ha compiuto un gesto molto carino nei nostri confronti. Devo ammettere che mi ha fatto piacere. Ha affidato Liz ad una tata, si chiama Darcy. Dice che te ne aveva parlato. È brava. Andrò a conoscerla, dovrebbe essere disotto.”
“Sono venute qui?!” domandò Michael sorpreso.
“ Sì. Dovrebbero essere tutti al primo piano. Anzi ,vado a chiamarla e se ti fa piacere le dico di venire.” E dicendo così si accinse ad andare ad avvertire Karen.
“ No, non importa…” fu invece la debole risposta che le arrivò prendendola per un polso.
Clara lo guardò allibita.
“ Voglio andare io stesso!” disse secco e improvvisamente fece per scendere dal letto.
“Ma come…non puoi!” replicò Clara con tono un po’ troppo severo rispetto a quello che voleva.
“Sto bene adesso. Voglio vedere Liz e le altre. Posso fare da me.” Si agitò con tale foga da far rabbrividire la moglie che trattenne la mano tesa almeno ad aiutarlo a mezz’aria.
“ Devo avvertire qualcuno.” si disse tra sé e sè prima di lasciarlo uscire.
“ Non sono impazzito.” puntualizzò Michael credendo di leggerle il pensiero.
“ Non lo penso affatto.” precisò Clara colpita nel profondo da tale insinuazione.
“ Lasciami passare allora. Vedi che cammino bene? Perciò posso arrivare disotto benissimo!” spiegò agitato ad un soffio dal viso.
Clara cedette e smise di essere d’intralcio. “ Vai pure.” non le restò che dire.

“Michael!” gridò Karen che nel vederlo scendere nelle vesti di paziente e soprattutto lì, le fece una strana impressione.
“Non cominciare anche tu.” si affrettò a dirle passando oltre verso Liz che Dracy stava portando via con loro.
Elizabeth alla vista del padre allungò le braccia e questo la sollevò tornando ad essere il Michael che Clara conosceva e rimase dietro di lui assistendo alla scena.
“ E non voglio che mia figlia venga portata in giro così imprudentemente.” Parlò con tale fermezza che i medici accorsi si ritrassero un po’ lasciando perdere il tentativo di riportarlo in camera. “ Ne terremo conto.” Si rivolse ancora alla tata abbozzando tuttavia un mezzo inchino di gratitudine dandole ad intendere di potersi congedare.
Karen fulminò la donna con un’occhiata di rimprovero poi salutò.

Qualche pratica di rito e Michael venne dimesso quello stesso giorno .
“ Torniamo a Neverland!” disse Michael salendo nell’auto .
Clara doveva ammettere che non le dispiaceva affatto tornare a Neverland, infondo era casa.
“ Non posso credere che quella donna abbia portato in giro Liz così spudoratamente!” riprese come continuando ad alta voce il filo dei suoi pensieri.
“ Ma infondo ha solamente portato Liz con sé per farsi conoscere.”
“ E Karen. Almeno lei poteva avvisarsene.”
“Ma cosa ne sapeva della trovata per proteggerla! Glielo hai detto?” domandò Clara scoprendo un po’ il viso della figlia evitando di dover guardare il marito che non accennava a ritrovare la calma.
“Sì, mi sembra di sì. Anzi, ne sono sicuro!” Diede un pugno alla pelle del cuscino. “ Sembra lo abbia fatto apposta!” finì in un bisbigliare deluso accostandosi al finestrino con lo sguardo fisso in un punto.
“ E perché dovrebbe?” Clara strinse tra la sua mano il pugno e parlò con tanta pacatezza nella sua voce che Michael le rivolse un breve sorriso: tornò al suo punto.
“Perché ? Tante volte me lo chiedo. Perché?”

Neverland ranch ore: 7 p.m.
“ Joan!” Clara si precipitò verso la casa.
Joan fece altrettanto fino a giungere sull’uscio incredulo.
Michael li raggiunse dopo essersi dato per vinto che non poteva correre .“ Sei felice di rivederci?”
Joan annuì ancora frastornato.
“Ehm… saresti disposto a farci entrare?” chiese Michael atteggiandosi a braccia conserte.
“ Ops, scusate ma io credevo che voi aveste ancora…”
“ Dì la verità, c’è un party privato qua dentro e non vuoi che io veda. “ Ipotizzò Michael avvicinando il viso in cerca della verità negli occhi del paziente beffeggiato.
Clara intanto se la rideva sotto i baffi liberando una mano dal corpicino della figlia e portandosela alla bocca.
“Assolutamente” fece Joan prendendo la cosa sul serio ponendosi una mano sul cuore -solennemente-e anche lui scherzava.
“Sei stato tutto questo tempo solo soletto?” domandò Clara prendendosi a cuore la situazione.
“ C’erano gli animali”
“ E c’erano gli altri del ranch” aggiunse Michael in una semi domanda sperando che davvero ci fossero stati ad animarlo.
“ Certo! Ah ,e quasi dimenticavo. -Joan fece uno sforzo di memoria mentre faceva strada all’interno- È venuto anche tuo padre con una donna. Ti cercavano ma se ne sono andati appena questa ha ricevuto una telefonata.”
“ Cosa? E che volevano?” Inveì Michael che non sapeva darsi un motivo plausibile alla visita in sua assenza.
“ I-io non ricordo bene. È stato un’attimo e..”
“Joan!!!” lo prese serrandogli le braccia con impazienza.
Clara si portò la figlia -spaventata dal gridare del papà-più vicino.
“ M-mi dispiace tanto Michael, era furtivo direi. Però, però ha detto, mi sembra, sì,voleva sapere di Liz e quando la donna ha messo giù la chiamata, ho sentito nominare ancora il nome di…”
“Liz!? Cosa c’entra Elizabeth ora? Parlava di mia figlia? Liz lei?” gli occhi di Michael si fecero inquieti.
“ Suppongo di sì. Mia nipote ha detto…”
Michael lasciò la presa, convinto di essere finito in qualche faccenda sporca. “Scusa Joan.” disse mesto.
“ Finalmente hai finito!” lo rimproverò Clara che stava avviandosi al piano superiore.
“ Mi dispiace. Ma hai sentito? Che ti dicevo? Qualcosa mi si sta torcendo contro.” Le si avvicinò per accarezzare e cercare di far pace con Elizabeth che tutto sommato se ne ristava beata e sorrise al tocco della mano paterna.
“ Mi vuoi dire che pensi qualcosa di male riguardo tuo padre? Ma a me sembrava..”
“Tu non lo conosci ancora bene Clara. Non è cambiato e non so se lo farà. Si diverte ora a torturare dinuovo la mia vita e cosa peggiore, credo che voglia usare Liz. “ fece una smorfia di disgusto.
“ Davvero arriverebbe a tanto?”
“ Sì, credo di sì. Se non lo ha già fatto.”
“è una cosa…spregevole!” disse Clara amareggiata.
Salirono in camera di Elizabeth trascinandosi la paura di quello che non si conosce ancora nel cuore.
“ Mi dispiace per oggi.” Sospirò Michael veramente dispiaciuto.
“ Non ha importanza. Ne sono successe così tante, tutte insieme. “ disse Clara comprensiva, con l’animo che le doleva dalla pena.
“ Troppe. Quello che conta per adesso è che veniate lasciate in pace da tutto almeno voi. “ le passò le braccia intorno alla vita e le diede un bacio sulla nuca avvicinandola a sé. Si ritrovarono con il viso ad un soffio l’uno dall’altro e Clara non riuscì a tenersi dentro una lacrima che le bagnò le ciglia.
“ Non serve piangere. Sono sicuro che ne verremo a capo e risolveremo .”le fece forza con una forza che si ritirava sempre più da lui.
“ Sì, è vero! A che serve piangere! Finchè stiamo insieme ce la sapremo cavare no?” e negli occhi umidi di Clara brillava anche un po’ di speranza.
Michael annuì mostrandosi il più convinto possibile.; le sorresse il viso e fece incontrare le loro labbra come fosse stato un altro modo di farsi coraggio a vicenda.
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