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Le "teste parlanti" che creano informazione manipolata e la legge sulla diffamazione che non protegge le persone defunte - articolo di Charles Thomson

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2012 21:11
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22/06/2012 17:12
 
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Re:
Compix83, 22/06/2012 16.42:



Mark, Keep, questa affermazione mi sembra molto interessante.

Premetto che ciò che avete scritto l'ho capito e mi ha fatto riflettere. Ma a questo punto devo chiedervelo: la diffamazione di un personaggio pubblico defunto, la cui reputazione è intrinsicamente legata anche alle vendite (e dunque agli interessi economici) di cui beneficiano gli eredi, può essere oggetto di contestazione civile da parte degli eredi stessi?

Detto in altre parole: se, con testimoni "interessati" e prove false, cercassi di dimostrare pubblicamente che il defunto Michael Jackson fosse un pedofilo, e si dovesse appurare (se si può fare) che la mia affermazione abbia provocato un brusco calo delle vendite e dunque un danno economico (oltre che morale) agli eredi, alla Sony, all'Estate e alle altre società interessate, ci sarebbero le condizioni giuridiche per agire legalmente, anche a prescindere dal reato di diffamazione in sé?



Nel caso da te prospettato è difficilissimo arrivare a dare prova della lesione patrimoniale, la quale incombe interamente sul soggetto che vuole fare valere il diritto (gli eredi MJ) e comunque viene calcolata su un danno concreto e non stimabile in astratto, come è adombrato nella tua dizione "il brusco calo delle vendite".
Paradossalmente, da un certo punto di vista, il calo di notorietà, la diffusione di notizie scabrose (e ingiuste), cose così, fanno parte dell'alea di un cantante e il variare di queste non dà diritto ad un ristoro immediato per asseriti mancati guadagni.
Ci possono essere casi di lesione di diritto al buon nome che danno diritto ad un risarcimento, ma ecco, nel caso di specie non mi pare ci siano gli estremi per un'azione civile.

Edit: mentre scrivevo questo hai aggiunto il post su come si collega una lesione al buon nome ad un danno economico concreto, come si quantifica, in altri termini.
In effetti dare prova che una lesione al buon nome di un soggetto, di una ditta, si traduca in un danno concreto al patrimonio in senso lato di questa, tale da consentire un diritto al risarcimento, non è cosa semplice.
Io ti posso dire in due parole che la tutela del nome non è uno strumento efficacissimo per risarcire un soggetto che sente la propria attività minata dal discredito del nome.
La prova è difficilissima, il fatto deve essere macroscopico e non deve confliggere con altre libertà garantite (come la libertà costituzionalmente garantita della stampa) il nesso di causalità fra fatto e danno deve essere rigoroso, il danno eventualmente risarcito non è mai un ipotetico lucro cessante (tutti gli introiti e gli ipotetici contratti che sarebbero stati conclusi senza il discredito al nome) bensi' un ben minore danno concreto provato e riconducibile alla mera attività del danneggiante.
Per questo è di rarissima applicazione giurisprudenziale.


[Modificato da °Mark Lanegan° 22/06/2012 17:48]
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