Ciao ragazze!
Negli ultimi tempo sto leggendo un sacco di FF e ho deciso di cominciare anche io. Spero di continuarla anche quando tornerò in Spagna perchè lì avrò davver poco tempo.
Innanzitutto voglio dirvi che non sono una brava scrittrice però in questi giorni ho sentito il bisogno di fare qualcosa, di scrivere ualcosa riguardo a Michael e così ho inventato questa storia. Oggi ho scritto già due capitoli. Inizierò postandone uno.
Un'altra cosa...SE TROVATE QUALCHE SPUNTO PRESO DALLE VOSTRE FF MI SCUSO, NON E' MIA INTENZIONE COPIARE NESSUNO, VE LO GIURO. Può darsi che l'inizio sia uguale a quello di qualche altra FF ma spero vi piaccia lo stesso. La protagonista sono io però la differenza è l'tà perchè nella FF io ho 17 anni invece che 14.
Spero vi piaccia :)
Capitolo 1
Il salvatore
Era ormai passata la mezzanotte e Carlotta era seduta sul ciglio della strada. I suoi vestiti erano sporchi e stracciati e aveva lividi e tagli su tutto il corpo. Non aveva idea di dove si trovava. Si ricordava solamente di essere fuggita da quel posto tremendo. La strada sembrava abbandonata. Si trovava li da più di un’ora ma non aveva visto nessuna macchina. Non riusciva nemmeno a piangere, perché le lacrime erano finite. Non si aspettava che sarebbe andata così. Che senso aveva la sua vita adesso? Aveva 17 anni e non sapeva in che luogo si trovasse, non era neppure sicura di essere ancora in Italia. Quando ormai stava perdendo le speranze, vide una luce, i fari di una macchina. Si buttò subito in mezzo alla strada alzando le braccia e l’auto si fermò repentinamente a circa un metro da lei. Si avvicinò al finestrino e l’uomo all’interno del veicolo lo abbassò.
-La prego mi aiuti. Non voglio nulla, solo che mi porti lontano, altrimenti mi prenderanno, mi prenderanno di nuovo-.
-Signorina veramente, non credo di poter…-
Il discorso dell’autista fu interrotto da una voce proveniente dal sedile posteriore.
-John, che sta succedendo?-
Aveva una voce dolce e pacata, ma anche lievemente preoccupata da ciò che stava accadendo.
-Signore, c’è una ragazza che chiede un passaggio, sembra terrorizzata ed io….-
-Che aspetti John? Falla salire qui accanto a me.-
Carlotta non poteva credere di avercela fatta, di aver trovato qualcuno che la aiutasse, il suo salvatore. Ma il bello doveva ancora arrivare. L’autista scese e le aprì la portiera. Lei lo ringraziò ed entrò, ma appena vide l’uomo seduto accanto a lei, iniziò a tremare. Tutto incominciò a girare e le immagini si fecero sempre più sfocate fino a che non svenne. L’uomo si spaventò e capì che probabilmente l’aveva riconosciuto. Tentò di svegliarla scuotendola e parlandole e pochi minuti dopo Carlotta riprese i sensi.
Aprì gli occhi lentamente, quasi impaurita e ancora leggermente stordita dalla visione.
-Ma…M-ma t-tu……tu sei…-
-Michael, Michael Jackson. Sono proprio io…-
-N-Non….non ci credo….-
-Tranquilla. Piuttosto tu…tu chi sei?-
-I-Io? S-Sono Carlotta, ma puoi chiamarmi Charly-
-Charly? Mi piace…Che ti è capitato?- disse Michael tentando dimostrare un poco di tatto nelle sue parole. Lei incominciò a piangere, di nuovo, come se non lo avesse già fatto abbastanza.
-Oh, perdonami. Non volevo. Capisco che forse non hai voglia di parlarne…-
-No Michael…- disse lei asciugandosi le lacrime –Devi saperlo, anche perché mi stai aiutando….-
-Solo se te la senti, non voglio obbligarti Charly….-
Charly fece un respiro profondo e incominciò il suo racconto.
-Ok…Sono italiana e ho 17 anni. Purtroppo non ho una famiglia. I miei genitori sono morti quando avevo pochi mesi in un incidente stradale ed essendo la mia una famiglia poco allargata, nessuno si è preso cura di me dopo di loro. L’unico che ha accettato di tenermi è stato mio zio ed è con lui che ho vissuto tutti questi anni della mia vita. Mi ha sempre dato tutto ciò che poteva darmi, ma odiavo vederlo tornare tutte le sere ubriaco e sapevo che era coinvolto in affari poco puliti. Non ce la facevo più, così un giorno ho deciso di scappare.-
Mentre diceva questo quasi si vergognava e aveva paura della reazione di Michael a quelle parole, ma lui non disse niente e continuò a fissarla con uno sguardo dolce e concentrato nell’ascoltare il suo racconto.
-Mentre scappavo mi hanno rapita non mi ricordo bene. Ricordo che era notte e camminavo, quando due uomini mi presero, bendandomi e legandomi. Credo che mi diedero un sonnifero, perché mi risvegliai in una piccola stanza piena di….-
Cominciò a singhiozzare di nuovo…
-Forza Charly……- disse Michael accarezzandole dolcemente la guancia.
-Di ragazzi e bambini. Tutti minorenni, tutti buttati a terra e pieni di lividi, proprio come me. Era….era un’organizzazione credo. Ci sfruttavano, obbligandoci a lavorare tutto il giorno per loro, a spacciare droga e cose del genere. Poi ci picchiavano se non guadagnavamo quanto volevano loro.-
-Dio…non è possibile- disse Michael tentando di ricacciare indietro le lacrime che tentavano di bagnare le sue guance.
-Lo è Michael…Per fortuna sono riuscita a scappare, non so nemmeno come. Credo di essere rimasta lì per due settimane circa. Ma solo io ci sono riuscita, a scappare. Gli altri sono ancora lì, sono decine di ragazzi e bambini e devo fare qualcosa per loro.-
-Ti aiuterò, te lo prometto. Ma come ci siete finiti in America?-
-Non lo so Mike…- quella parola uscì dalla sua bocca senza che lei se ne accorgesse.
-Come mi hai chiamato?-
-Scusa, perdonami. Anzi….mi scusi. Non dovrei nemmeno darle del tu.-
-Stai scherzando? Ti prego dammi del tu e, soprattutto, chiamami Mike, ti prego.-
Entrambi sorrisero, quando Michael interruppe il silenzio.
-Ma dove hai detto che dobbiamo portarti?-
-Non lo so…Ho detto che volevo allontanarmi e poi non ho un posto dove andare al momento. Credo che il centro vada bene, poi mi arrangerò…-
-Mi prendi in giro? Non se ne parla. Sei minorenne e non ti trovi nel tuo paese. Vieni con me a Neverland, io non ti lascerò da sola. Non posso…-
-Ma Michael….Mike….Non posso. Tu sei Michael Jackson e non puoi portare un’estranea come me a casa tua. Non voglio dare fastidio a nessuno, tantomeno se si tratta del mio idolo di sempre.-
Anche questa volta non si rese conto di ciò che aveva detto, e Michael sorrise.
-Ah sì? Grazie….Ma non disturbi affatto. Non ti lascio qui da sola, te l’ho già detto. E poi non sei un’estranea e mi fido di te. Ci penso io ai contatti con la polizia per far arrestare quei…..-
-Bastardi.- disse Carlotta in tono secco e con uno sguardo pieno d’ira.
Michael odiava le parolacce specialmente dette da ragazze, ma la capiva. Immaginava ciò che aveva passato e non si sarebbe certo messo a farle la predica adesso. Charly lo sapeva, sapeva molte cose di lui, perciò si scusò.
-Mike perdonami ti prego. So che odi le parolacce, ma solo pensare a quei….malviventi…..mi fa arrabbiare.-
-Tranquilla, ti capisco. Adesso scendiamo, siamo arrivati-
-Grazie Michael…..di tutto-
-Hei….ma posso chiederti una cosa?-
-Certo- rispose Carlotta mentre scendevano dall’auto.
-Com’è che parli americano perfettamente?-
-Ho frequentato una scuola americana di Milano. Te l’ho detto, mio zio mi faceva vivere bene.-
Michael non rispose. Si fermarono davanti al cancello di Neverland.
-Ti piace?-
-E’ la seconda cosa più bella che abbia mai visto in vita mia-
...MICHAEL JACKSON...