Pareggio di bilancio: pensione a 70anni, meno detrazioni e deduzioni, aumento dell IVA, risparmi per i piu ricchi....

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angelico
00giovedì 23 giugno 2011 09:37
....cosi Tremonti trovera i 43 mld per la manovra...
In pensione a 67 anni già nel 2020
le novità nella manovra correttiva
Interventi sulla previdenza per recuperare risorse: il meccanismo della 'speranza di vita' scatterebbe dal 2013, aumentando la soglia di tre mesi ogni tre anni. Nel mirino anche le pensioni d'oro. Riforma fiscale, risparmi maggiori per i redditi oltre i 40 mila euro
di ROBERTO PETRINI
Il ministro dell'economia Giulio Tremonti
ROMA - Un nuovo intervento sulle pensioni, oltre a quello di cui già si parla per le donne del settore privato. L'indiscrezione, rimbalzata ieri dal cantiere sulla manovra da 43 miliardi che il governo si appresta a varare tra il 28 e il 29 giugno, prospetta un nuovo aumento dell'età pensionabile per tutti gli italiani.

Il meccanismo, attualmente in vigore dopo la riforma del 2010, si chiama "adeguamento alla speranza di vita" e dovrà portare l'età di vecchiaia fino a 70 anni nel 2050: di fatto dal 2015 l'età pensionabile di anzianità e vecchiaia dovrà crescere di circa tre mesi ogni tre anni. Con la riforma ipotizzata per la manovra la partenza del nuovo meccanismo potrebbe venire anticipata di due anni, al 2013. In questo modo si cumulerebbero già da quell'anno l'aumento di tre mesi dovuto alla "speranza di vita" oltre alla cosiddetta "finestra mobile" (in vigore dal 2011) che di fatto allunga per tutti l'età pensionabile di un anno.

A conti fatti, se andasse in porto l'intervento di cui si parla, nel 2013 l'età di vecchiaia (per gli uomini) sarebbe di 66 anni e tre mesi e quella di anzianità di 63 anni e tre mesi (per uomini e donne). Già nel 2020 entrambe dovrebbero salire a 67 e 64 anni.

Il fronte della manovra è ormai in grande movimento. Le cifre circolate ieri indicano il totale a 43 miliardi, con un intervento di 3 miliardi quest'anno, di 5 per il 2012 e di 35 per il biennio 2013-2014. Cifre che tuttavia non convincono il Nens, il centro studi che fa capo a Visco e Bersani, che ieri ha diffuso un rapporto in base al quale la correzione necessaria per raggiungere il pareggio di bilancio, vista la scarsa crescita, potrebbe arrivare a 50 miliardi.

La caccia alle risorse è febbrile e comincia a quantificarsi l'entità degli interventi: la previdenza sarebbe nel mirino non solo per il tema "speranza di vita". Al centro dell'attenzione anche le pensioni d'oro che superano otto volte il minimo (1,5 miliardi in dieci anni), l'aumento della contribuzione per i collaboratori e, come accennato, l'aumento dell'età per le donne del settore privato. Altre risorse si attendono dai tagli ai Comuni (circa 3 miliardi), dai tagli ai ministeri (5-6 miliardi), dalla sanità (5-6 miliardi), dal blocco del turn over e della congelamento degli stipendi pubblici, dalla riduzione dei costi della politica.

Assai caldo anche il fronte delle tasse. Dopo la conferma delle tre aliquote (rispetto alle cinque di oggi) e più basse da parte dello stesso Berlusconi si moltiplicano le simulazioni sugli effetti. La prima a scendere in campo è stata la Cgia di Mestre 1: se sarà confermata l'ipotesi di riforma del fisco circolata in queste ore, "a sorridere saranno soprattutto i contribuenti con redditi superiori ai 40 mila euro", ha detto Giuseppe Bertolussi. La Cgia calcola che, con le tre aliquote, chi guadagna sopra 70 mila euro avrà un risparmio di 2.370 euro, mentre chi va sopra i 100 mila risparmierà 3.170 euro.

Se gli effetti distributivi fanno discutere, il reperimento delle risorse scatena la polemica. Il possibile aumento dell'Iva trova l'opposizione della Cgil, delle associazioni dei consumatori e della Confcommercio. "La riforma del fisco cui guarda il governo parte con il piede sbagliato", ha detto il leader della Cgil, Susanna Camusso.
Sulla scorta delle critiche riprende quota l'idea di finanziare il taglio delle aliquote con lo sfrondamento delle detrazioni e delle deduzioni: in totale si tratta di 111,7 miliardi (di cui 42 "intoccabili" perché detrazioni da lavoro dipendente e pensioni) di cui Tremonti sembra intenzionato a tagliare il 10 per cento, circa 10-11 miliardi.
(23 giugno 2011)


www.repubblica.it/economia/2011/06/23/news/pensioni_aumento_et-18098273/?ref...
angelico
00giovedì 23 giugno 2011 09:38
altro che pareggio.....questa è una vera a propria Austerity...ergo, declino a vita!


i risparmi si devono trovare ne rimborsi elettorali!
tagliarli tutti!
patrimj71
00giovedì 23 giugno 2011 10:16
Grazie angelico che ci porti sempre queste belle ventate di ottimismo!
Sinceramente l'eta della pensione è sempre stato quello a preoccuparmi di meno.
rossijack
00giovedì 23 giugno 2011 10:26
Di risparmi se ne possono trovare in tutti gli sprechi e non necessita':meta' dei parlamentari,con relativi stipendi e pensioni,Province(non si era fatta la campagna elettorale per eliminarle?),vantaggi per i Parlamentari(auto,trasporti gratis,barbieri e parrucchieri,spettacoli,ecc...il loro stipendio se no e' di ben oltre la cifra che conosciamo,e' al netto di tutto questo!!).Poi ci sono consulenze inutili,cessazione dell'ICI anche per chi non ha solo la casa dove abita ma molti appartamenti,aliquote basse per chi ha di piu',e potrei continuare all'infinito....ci vuole soprattutto una chiara e forte volonta'di perseguire gli evasori fiscali,e' li' il punto cruciale,e' li' che ci sarebbe un maggiore recupero,ma si sa che non si vuole perche' e' li' che il PDL che raccoglie maggiori consensi(i professionisti liberi sono i maggiori evasori)!iL BACINO DEI VOTI CONDIZIONA TOTALMENTE LE SCELTE DEI PARTITI,quindi chi governa va a intaccare gli ambiti dove sa che non gli portera' perdita dei voti o consensi!
mimma58
00giovedì 23 giugno 2011 10:37
Non preoccupa neanche me l'età della pensione...tanto la nostra è una miseria!
Invece..sono preoccupata per l'aumento dell'iva! Io e mio marito siamo dei piccoli artigiani che operiamo nel settore dell'abbigliamento..perennemente in crisi...aumentare l'iva sarebbe un disastro!I tagli gli dovrebbero fare sulla politica!Come dice Angelico..tagliare tutti!
angelico
00martedì 5 luglio 2011 15:50
CONTO IN BANCA: ALIQUOTA UNICA AL 20%, SCAGLIONI PATRIMONIALI PER LA TASSA SUL CONTO-TITOLI
Risparmio, fino a 380 euro il bollo
sul deposito titoli
Con diecimila euro di Bot, tra tasse e spese, il rendimento netto si riduce a circa dieci euro l’anno

Una stangata immediata per il dossier titoli, con un crescendo da qui al 2013 fino a 380 euro per chi possiede più di 50 mila euro. Ma anche un'idea di riforma che contiene notizie consolanti. Per esempio la discesa dal 27% al 20% per l'aliquota sui conti correnti e i depositi online: in questo caso, però, i tempi di attuazione saranno più lunghi.

La soglia dei 50 mila euro
Il testo del decreto arrivato ieri nelle mani del presidente della Repubblica non lascia dubbi: l'idea di un super bollo non è in cantiere solo per chi può permettersi il macchinone potente. E la misura potrebbe modificare l'attuale mappa del risparmio nazionale, scoraggiando la tenuta di dossier titoli con somme modeste e spostando l'asse verso i depositi vincolati.

Ma vediamo i dettagli emersi ieri, che comunque dovranno essere aggiornati e chiariti meglio nei prossimi giorni.

Da subito a tutti i titolari di deposito titoli verrebbe applicato un bollo «rinforzato» sull'invio dell'estratto conto del dossier. Si passa a 120 euro l'anno (10 al mese), rispetto ai 34,20 attuali, da cui si salva solo chi possiede titoli e valori per cifre inferiori a mille euro. Una bella botta, soprattutto per chi ha patrimoni modesti e fa scelte di investimento a basso rischio (e a basso rendimento) in un momento storico dove l'inflazione è sempre più difficile da rincorrere (oggi è al 2,7%).

Quanto resta sul conto
Facciamo un esempio: 10.000 euro di Bot annuali, che oggi rendono l'1,50% al netto di tasse (12,5%) e commissioni (0,30%), sono appena sufficienti per coprire la nuova richiesta del Fisco, pari all'1,2% del patrimonio considerato. Degli interessi annuali, dopo il super bollo, rimarrebbero 30 euro, di cui 18-20 vanno alla banca per la gestione del servizio. In tasca del Bot people da 10 mila euro, quindi, alla fine ne rimangono una decina. Un pò meglio andrebbe invece a chi, per esempio, possiede 30 mila euro di Bot: 120 euro rappresentano «solo» lo 0,4% del suo capitale e si mangiano, quindi, «solo» un terzo abbondante dei 450 euro di interessi netti assicurati oggi dai Bot. Ma non è finita qui. Dal 2013, infatti, parte la seconda manche, con un rincaro a 150 euro per chi possiede fino a 50 mila euro di titoli e una richiesta di 380 euro per chi supera la soglia dei 50 mila.

Nessuno sa dove saranno i rendimenti dei Bot nel 2013: ai valori attuali il risparmiatore con 10 mila euro sul deposito titoli restituirebbe in bolli tutto il rendimento del suo dossier. Per chi dovesse superare di poco la soglia fatidica dei 50 mila euro, invece, il super bollo sull'estratto conto significherebbe un esborso pari allo 0,76% del capitale. E la percentuale, ovviamente, diminuisce al crescere del patrimonio: con 300 mila euro, il prelievo si riduce a poco più dell0 0,1%.

L'aliquota unica
L'altro fronte aperto dal governo - con un disegno di legge delega - è quello di un nuovo impianto generale per il Fisco degli investimenti. L'idea è quella di un'aliquota unica al 20% su tutti i redditi da capitale, con qualche vistosa eccezione. I titoli di Stato in prima fila e la previdenza complementare e il risparmio di lungo termine in seconda battuta.

Che cosa significa questo? Dentro la cornice scritta dal governo (poche decine di righe) dovrà essere messa nei prossimi mesi la sostanza. Che dovrebbe portare alla discesa della tassazione sui conti correnti e sui depositi online nati nell'ultimo decennio dal 27% al 20%. Il rendimento del conto sarà quindi sempre magro, ma meno gravato dal Fisco. Una misura che avrà qualche effetto rilevante soprattutto sui conti di deposito vincolati, quelli delle banche online e non che offrono qualche punto percentuale di interesse. Sugli «zero virgola» dei conti più tradizionali sarà difficile vedere una grande differenza.


Sconti a lungo termine
C'è chi scende. Ma c'è anche chi sale. Per fondi, azioni, dividendi, pronti contro termine, etf, obbligazioni bancarie e societarie, le tasse dovrebbero invece salire dall'attuale 12,5% al 20%. Un ascensore fiscale che lascia a terra solo i titoli di Stato, gli unici a rimanere tassati al 12,5%. Un privilegio che si tradurrà, probabilmente, anche in maggior valore di mercato per Bot, Btp e Cct. Il testo della delega, però, estende la possibilità di sconti e agevolazioni sulla fatidica soglia unica del 20% anche ai fondi pensione (che già oggi sono tassati meno degli altri prodotti finanziari) e per piani di risparmio a lungo termine «appositamente istituiti». L'idea sembrerebbe quella di favorire anche in Italia la nascita di conti su cui parcheggiare fondi e titoli con un impegno ultraquinquennale, in cambio di una tassazione agevolata. In Francia e in Inghilterra esistono da tempo.

Giuditta Marvelli
05 luglio 2011 12:39

www.corriere.it/index.shtml?refresh_ce
angelico
00mercoledì 6 luglio 2011 16:04
pasqui scrive su padania.org: "mi ricordo che rifondazione comunista proponeva una patrimoniale ma per i depositi al di sopra dei 250 mila euro, e venivano tacciati di essere dei pericolosi bolscevichi che attentavano al risparmio delle famiglie. Nei dibattiti quelli del centro sinistra parlavano di tassare le grandi rendite e ancora ad urlare patrimoniale sui risparmi delle famiglie. Ma ora cosa dovremmo dire del liberista silvio? A è vero lui doveva stare attentoo a preservare i privilegi suoi e dei suoi amici a scapito del popolo|!!!! Ma i nostri rappresentanti non dovrebbero essere nostri servitori??? o almeno fare finta mi accontenterei!!!!!"
angelico
00mercoledì 6 luglio 2011 21:08
Manovra, stangata sui risparmi. La tassa su titoli e bot passa da 34 a 120 euro Imposta di bollo quadruplicata nella manovra. Chi ha risparmi di poche migliaia di euro e vede così drasticamente ridotti gli interessi maturati. E la patrimoniale salva-ricchi di Tremonti premia chi offre conti di deposito come quello di Mediolanum
I vostri sudati risparmi ammontano a poche decine di migliaia di euro o magari anche meno? Non siete speculatori, la Borsa vi mette ansia e l’investimento più rischioso che riuscite a tollerare è quello nei vecchi Bot, Cct o Btp? Bene, cioè male. Perché se avete risposto sì a queste domande dovete sapere che il ministro Giulio Tremonti si è appena inventato un’imposta su misura per voi. Un’imposta che premia i ricchi e gli speculatori e punisce i piccoli risparmiatori, ovvero, nella gran parte dei casi, lavoratori dipendenti o famiglie a reddito medio basso. Sono loro, infatti, i cittadini più colpiti dall’aumento dell’imposta di bollo sul deposito titoli.
Il provvedimento inserito nella manovra appena varata dal governo prevede che questa particolare gabella passi dagli attuali 34,20 euro all’anno fino a 120 euro. È solo un primo passo: dal 2013 l’imposta diventerà di 150 euro per i depositi fino a 50 mila euro e di 380 per i dossier con titoli di valore superiore. È una novità di carattere regressivo, concludono gli esperti. Nel senso che il peso del prelievo diminuisce man mano che aumenta la consistenza del patrimonio gestito. Più chiaro ancora: si tratta di una patrimoniale, ma al contrario: chi più ha meno paga. Nell’ipotesi estrema, ma neppure troppo, che un risparmiatore abbia un deposito titoli del valore di 10 mila euro tutti investiti in Bot a un anno, buona parte del rendimento dei titoli verrebbe assorbito dalla nuova maxi-imposta di bollo.

I Bot annuali infatti fruttano (al netto di tasse e oneri di collocamento) l’1,57 per cento, cioè 157 euro su 10 mila investiti. Questo gruzzolo verrebbe però falcidiato dai 120 euro del bollo. Al nostro ipotetico investitore resterebbero 37 euro. Con l’imposta annuale di 34,20 euro in vigore fino ad oggi il guadagno effettivo ammonta invece a 122,8 euro. Per il piccolo risparmiatore l’effetto Tremonti si traduce in una perdita secca del 70 per cento, pari a 85,5 euro.
Ben diversa la situazione di chi può disporre di un ingente patrimonio. Dai 500 mila euro in su il peso dell’imposta di bollo maggiorata si rivela infatti ben poca cosa. Per chi guadagna migliaia di euro all’anno grazie ai rendimenti dei propri titoli tutto sommato non c’è gran differenza se l’imposta è di 34,20 euro oppure di 120.

Fin qui gli effetti della manovra sui risparmiatori. La stangata del bollo sul deposito titoli avrà però con ogni probabilità effetti concreti anche nei conti delle banche. Alla fine verranno favoriti soprattutto gli istituti che offrono conti di deposito vincolati, tipo Conto Arancio o Che Banca. Sarà un caso, ma tra i gruppi finanziari che di recente hanno puntato alla grande su questo tipo di prodotti c’è anche Mediolanum che proprio poche settimane fa ha aggiornato il suo conto Freedom trasformandolo in un vero e proprio conto di deposito con rendimento garantito per un anno. Assieme al presidente Ennio Doris, il maggiore azionista di Mediolanum altri non è che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. È un caso classico, l’ennesimo, di conflitto d’interessi. Una norma varata dal governo finisce per favorire un’azienda che fa capo al premier. Mediolanum infatti, così come Mediobanca, padrona di Che Banca, e il gruppo olandese Ing (Conto Arancio), ha tutto da guadagnare dall’inasprimento dell’imposta di bollo.

Infatti, i piccoli risparmiatori saranno incentivati a chiudere il loro dossier titoli in banca per puntare tutto sui conti di deposito. Questi ultimi infatti già adesso offrono rendimenti più che concorrenziali rispetto ai titoli di stato. Se poi il magro guadagno garantito dai Bot annuali viene taglieggiato dal nuovo bollo formato XXL, allora è facile immaginare che gli investitori andranno alla ricerca di prodotti più convenienti e relativamente sicuri. Proprio come i conti di deposito. Insomma grandi affari in vista per la coppia Berlusconi-Doris. Grazie a Tremonti, il Robin Hood che toglie ai poveri per dare ai ricchi.

da Il Fatto Quotidiano del 6 luglio 2011

www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/06/%E2%80%9Ctassa%E2%80%9D-sui-botl%E2%80%99ultimo-regaloa-mediolanum...
angelico
00sabato 9 luglio 2011 12:59
Arriva la tassa anche sulla separazione: lasciarsi costerà 37 euro

di Andrea Maria Candidi
Cronologia articolo9 luglio 2011
In questo articolo

Argomenti: Fisco



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Un'altra tegola per i coniugi che si apprestano a diventare 'ex'. Per fare domanda di separazione si dovrà infatti pagare il contributo unificato: 37 oppure 85 euro a seconda che la procedura sia consensuale o no. Nelle pieghe del decreto legge della manovra, all'interno del capitolo «Disposizioni per l'efficienza del sistema giudiziario e la celere definizione delle controversie», c'è infatti una norma che cancella un riferimento nell'elenco dei procedimenti da svolgere in tribunale per i quali non si paga nulla.

Si tratta del 'capo' relativo ai procedimenti in materia di famiglia. Da mercoledì (data di entrata in vigore della manovra), la presentazione in tribunale della domanda di separazione personale non è più senza oneri. I richiedenti devono infatti versare il contributo nelle due misure stabilite dalla manovra stessa: nel caso si scelga la via consensuale, bisogna pagare 37 euro; nel caso invece la crisi coniugale abbia anche scatenato questioni patrimoniali o relative alla prole, ed è dunque richiesto l'intervento del giudice, il contributo balza a 85 euro.

La tassazione più alta colpisce anche i procedimenti di modifica delle condizioni stabilite nel corso della separazione stessa, come l'assegno di mantenimento o interventi legati alla prole o l'assegnazione della casa familiare. Secondo la relazione tecnica della manovra, il contributo dovrebbe comportare un gettito di circa 10 milioni e mezzo (grosso modo un ottavo dei maggiori proventi derivanti dal complesso degli aumenti sulla tassa-giustizia). Stime basate sui dati 2010, in cui si sono registrati quasi 114mila separazioni e oltre 66mila divorzi. Nel 70% dei casi la strada è stata quella consensuale.



www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-07-08/arriva-tassa-anche-separazione-214245.shtml?uuid=...
Rarronno
00sabato 9 luglio 2011 13:09
La patrimoniale regressiva è una roba di una demenza mai vista.

Com'era il mantra? "Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani"....

P.s. Di quanto è aumentata la spesa pubblica sotto il governo B?
angelico
00venerdì 15 luglio 2011 17:10
Berlusconi: “Non me ne vado finché non abbasserò le tasse” “Non sono stato affatto assente o latitante. Mi vogliono dipingere così, ma io invece in questi giorni ho studiato tutte le carte, ho lavorato per il bene degli italiani, non certo per curare i miei interessi personali. Sto studiando il modo per abbassare le tasse, non me ne andrò finché non sarò riuscito ad abbassare le tasse, ma adesso non è possibile”. Silvio Berlusconi spiega così la sua assenza dalla scena pubblica durata per due settimane e interrotta oggi per il voto a Montecitorio della manovra finanziaria. Il premier si è mostrato visibilmente stanco, con un gonfiore sulla fronte. Ha spiegato di essere caduto in bagno e ha battuto leggermente la testa.

“Stanotte sono scivolato in bagno, c’era qualcosa di viscido per terra, e ho battuto la testa. Ho un dolore alla mascella e questa sera rientro a Milano per fare un controllo, forse una tac, e comunque per farmi controllare da Zangrillo”.

www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/15/berlusconi-non-sono-stato-assente-ridurro-le-tasse-ma-non-ora...



comm: vuole dire che nn se ne andra mai!


commenti dalla rete:

Visto? Adesso lui,[G] essendo stato assente (consigliato anche da letta…maio), non ha messo le mani nelle tasche degli italiani e continuerà meglio di prima[/G], intanto ha già detto no all’autorizzazione a procedere nei confronti di papa! Alla faccia della, cosiddetta, opposizione che non si è opposta su nulla, neanche sui privilegi della casta. E io che credevo fosse rimasto secco stecchito (meno male ho tenuto in serbo lo champaghe!). E noi che stiamo ancora qui, con le mani in mano, a farcene fare di tutti i colori!


angelico
00giovedì 21 luglio 2011 00:45
Manovra, ritorna l'Irpef sulla prima casa
si pagherà il 20% della rendita catastale
Addio alla no tax area sugli immobili dalla denuncia dei redditi 2014. Per 80 metri quadri pagheremo da 50 a 90 euro. È l'effetto dei tagli previsti agli sconti fiscali

di ROBERTO PETRINI
La Camera durante l'approvazione della manovra
ROMA - Forse è la delusione più cocente per i contribuenti: tornerà l'Irpef sulla prima casa. L'illusione di una no tax area sulla casa è finita. Dobbiamo prepararci all'impatto e dovrà prepararsi anche il governo in carica negli anni 2013-2014 a pagare un prezzo in termini di impopolarità.

Le tasse sulla casa, invece di scendere, come recita il mantra berlusconiano, sono destinate a salire. Nonostante la discussa eliminazione totale dell'Ici sulla prima casa, avvenuta nel 2008 e costata ben due miliardi, le tasse sugli immobili cresceranno. A partire dall'Irpef che tornerà a mordere l'abitazione principale come annuncia una dettagliata e tempestiva analisi del Lef, l'associazione per la legalità e l'equità fiscale.

La "clausola di salvaguardia" contenuta nella manovra da 48 miliardi varata nei giorni scorsi prevede infatti un taglio delle agevolazioni fiscali, detrazioni e deduzioni, del 5 per cento nel 2013 e fino al 20 per cento nel 2014. Un meccanismo che è già legge dello Stato e che entrerà in vigore se non sarà varata la riforma del Welfare.

E tra le agevolazioni, una delle più in vista è proprio la deduzione integrale della rendita catastale dell'"unità immobiliare adibita ad abitazione principale", ovvero della prima casa, e delle relative pertinenze. Di conseguenza la rendita catastale (tariffa d'estimo della zona relativa per numero dei vani rivalutata del 5 per cento) attualmente non concorre a formare l'imponibile Irpef. Tutto ciò grazie ad una norma introdotta dal centrosinistra nel 2001.

Ora le cose cambiano. Con il taglio previsto per il biennio 2013-2014, un orizzonte non troppo lontano, al momento della compilazione della denuncia dei redditi i proprietari della casa di abitazione dovranno sommare al proprio imponibile Irpef anche il 20 per cento del valore della propria casa, ovvero della rendita catastale. Una stangata che colpirà 24 milioni e 200 mila italiani, possessori di prima casa e che assottiglierà lo sconto medio che oggi ammonta a 126,8 euro e che costa allo Stato circa 3 miliardi.

Le simulazioni, elaborate da Repubblica, parlano chiaro. Un proprietario medio, con una casa di 80 metri quadrati, situata in una zona semicentrale di una grande città, dovrà mettere sull'imponibile Irpef il 20 per cento dei 1.000 euro della sua rendita catastale. Ebbene se questo contribuente-tipo ha un reddito annuo di 15 mila euro e una aliquota del 23 per cento dovrà rassegnarsi a pagare 46 euro in più. Non molto, ma se sommato agli altri aumenti in arrivo, dalle addizionali comunali e regionali Irpef del federalismo allora a regime, e agli altri tagli su detrazioni e deduzioni, non ci sarà da stare allegri. Il contribuente più agiato che guadagna 70 mila euro dovrà sborsare 82 euro e quello con 100 mila pagherà 86 euro. Mentre la pressione fiscale continuerà a salire: secondo la Cgia di Mestre, rischia di raggiungere nel 2014 il 44,1 per cento.
(20 luglio 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/07/20/news/torna_irpef_casa-1...
visentindenis
00giovedì 21 luglio 2011 15:57
DUE PESI DUE MISURE
Aspettiamo da parte tua..angelico...un atteggiamento coretto,con un bel accenno di discusione interessante e aprofondito(come fai sempre)sul caso dei due risultati ottenuti con la votazione alle camere.Un riferimento sui casi tedesco e penati?consideri giusto il tutto?è coretto che un politico venga esposto alla gogna mediatica prima ancora di essere condannato?e ancora perchè scrivi tanto di berlusconi e pdl e poco di altri?e ancora perchè due voti diversi?
visentindenis
00giovedì 21 luglio 2011 16:02
Non trovo giusto ripeto che personalita pubbliche vengano attaccate con tanta leggerezza,c'è la magistratura che stà facendo il proprio lavoro,quindi niente accuse inutili,troppo facile accusare gli altri sempre.
visentindenis
00giovedì 21 luglio 2011 16:03
BRAVO NAPOLITANO
Bravo napolitano! abasso le critiche continue e poco costruttive.Abasso lo scontro continuo.
visentindenis
00giovedì 21 luglio 2011 16:04
Presidente di tutti gli Italiani!!!!!
angelico
00giovedì 21 luglio 2011 19:50
Re: DUE PESI DUE MISURE
visentindenis, 21/07/2011 15.57:

Aspettiamo da parte tua..angelico...un atteggiamento coretto,con un bel accenno di discusione interessante e aprofondito(come fai sempre)sul caso dei due risultati ottenuti con la votazione alle camere.Un riferimento sui casi tedesco e penati?consideri giusto il tutto?è coretto che un politico venga esposto alla gogna mediatica prima ancora di essere condannato?e ancora perchè scrivi tanto di berlusconi e pdl e poco di altri?e ancora perchè due voti diversi?




chi viene indagato deve rassegnare le dimissioni da posti pubblici e di partito....

se nn lo fa , peggio per loro...il partito perde voti....


visentindenis
00giovedì 21 luglio 2011 20:45
la presunzione di innocenza
Dov'è finita??colpa dei media non è giusto che uno si dimetta perchè è indagato,ripeto indagato non vuol dire che uno sia colpevole,i fatti devono essere dimostrati fuori da ogni ragionevole dubbio.
Il resto è facile populismo,attenzione!tutti siamo esposti.
Ricordo un fatto sucesso all'incirca 15 anni fà nelle mie zone dove un ragazzo era stato accusato di omicidio e sbattuto in prima pagina come un mostro....risultò innocente.Denuncio in tivù la sua difficolta a recuperare una vita normale dopo il fatto.
visentindenis
00giovedì 21 luglio 2011 20:47
per molti del forum
Queste regole non valevano solo per Michael Jackson
mimma58
00giovedì 21 luglio 2011 22:19
Giustissimo Denis...non si può condannare una persona prima della sentenza...vale per qualsiasi essere umano!
angelico
00giovedì 21 luglio 2011 23:09
Re: la presunzione di innocenza
visentindenis, 21/07/2011 20.45:

Dov'è finita??colpa dei media non è giusto che uno si dimetta perchè è indagato,ripeto indagato non vuol dire che uno sia colpevole,i fatti devono essere dimostrati fuori da ogni ragionevole dubbio.
Il resto è facile populismo,attenzione!tutti siamo esposti.
Ricordo un fatto sucesso all'incirca 15 anni fà nelle mie zone dove un ragazzo era stato accusato di omicidio e sbattuto in prima pagina come un mostro....risultò innocente.Denuncio in tivù la sua difficolta a recuperare una vita normale dopo il fatto.




bene....


ma il codice di procedura penale prevede il carcere preventivo...


i magistrati applicano la legge....non fanno il bunga bunga!


e cmq il primo problema degli italiani e il lavoro....


e stai andando off topic!

angelico
00giovedì 21 luglio 2011 23:10
Berlusconi: "Abbiamo un debito forte
ma gli italiani sono benestanti"

Al termine del vertice straordinario dell'eurozona che ha deciso un nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia, il premier, che era arrivato in ritardo, spiega per quale motivo non c'era bisogno di parlare della situazione del nostro Paese
BRUXELLES - "Noi siamo la terza economia europea, il secondo Paese manifatturiero e abbiamo un sistema bancario solidissimo. Il 75 per cento delle famiglie italiane possiede una casa e abbiamo un sistema pensionistico correlato all'incremento dell'età media e siamo detentori del 60 per cento del debito pubblico. Stringendo, potremmo dire che il nostro Stato ha un debito forte, ma i cittadini italiani sono benestanti". Silvio Berlusconi lascia il vertice straordinario dei leader dell'eurozona 1 e risponde in questo modo ai giornalisti che vogliono sapere se gli altri leader dell'eurozona abbiamo chiesto della situazione italiana. Quindi riferisce che al vertice "tutti si sono complimentati per la manovra" varata dal governo e soprattutto per "l'approvazione avvenuta a tempi di record".

Della manovra italiana si parla nel passaggio del documento finale in cui si afferma che "tutti gli Stati membri dell'eurozona aderiranno strettamente agli obiettivi di bilancio concordati, miglioreranno la loro competitività e affronteranno gli squilibri marcoeconomici" e che "i deficit in tutti i Paesi, eccetto quelli sotto programma (per ottenere i prestiti dell'eurozona e dell'Fmi, (Grecia, Irlanda e Portogallo, ndr) saranno portati sotto il 3% al più tardi entro il 2013". "In questo contesto - prosegue il testo - salutiamo con favore la manovra finanziaria recentemente presentata dal governo italiano, che gli consentirà di portare il deficit sotto il 3% nel 2012 e di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014".

La giornata di Berlusconi a Bruxelles inizia con un inconveniente. Il presidente del Consiglio arriva infatti a vertice iniziato. Scuro in volto, riferiscono alcune agenzie, non rilascia dichiarazioni. Il presidente Ue Herman van Rompuy dà il via ai lavori intorno alle 13.30 con mezz'ora di ritardo sul previsto. Berlusconi fa il suo ingresso nel palazzo intorno alle 13.43.

BERLUSCONI IN RITARDO: FOTO 2 - VIDEO 3

Dopo il vertice Berlusconi dice anche di aver "lanciato una proposta che è stata bene accolta ed è stata ritenuta buona da tutti: fare la riunione dell'Eurogruppo in Grecia. E aggiunge che il primo ministro di Atene George Papandreou "si è impegnato a programmarla alla ripresa dopo le ferie estive".

Quanto ai risultati dell'incontro di Bruxelles, il Cavaliere ne dà un giudizio ampiamente positivo: "Abbiamo lavorato bene. Abbiamo difeso l'euro. Abbiamo rassicurato i mercati mondiali che l'area euro è solida. Tutti i Paesi hanno messo da parte gli egoismi e hanno fatto capire che nessuno stato Ue può fallire. Abbiamo lavorato per evitare il rischio contagio. C'è un chiaro impegno dei Paesi a non far fallire nessuno Stato dell'area euro". A suo dire, l'ammontare complessivo dei finanziamenti per la Grecia è di 160 miliardi di euro: "Il totale del finanziamento alla Grecia è di 109 dal Fondo Europeo", a cui si devono aggiungere altri "37 miliardi" dati su base volontaria dagli "istituti privati" e a questa cifra si devono sommare altri stanziamenti vari per arrivare a "160 miliardi".
(21 luglio 2011)

www.repubblica.it/economia/2011/07/21/news/berlusconi_bruxelles-19438134/?re...

comm: dov e la pernacchia del bossi?
angelico
00lunedì 25 luglio 2011 13:25
LA MANOVRA
Casa, stangata fiscale da 2 miliardi
la cedolare sugli affitti salirà al 25%
Saranno ridotti i bonus su ristrutturazioni e risparmio energetico. Dai mutui ai lavori alle provvigioni per gli intermediari: tutti gli aumenti di tasse dal 2013-14
di ROSA SERRANO
NON C'E' solo il ritorno dell'Irpef sulla prima casa. Quella che si profila sul fronte immobiliare somiglia a una vera e propria stangata fiscale, che taglierà tutte le agevolazioni e aumenterà dal 21 al 25,2% la cedolare secca appena introdotta sugli affitti. Oltre 10 miliardi di euro di sconti fiscali per la casa saranno "alleggeriti" dalla manovra economica. I tagli arriveranno in due tranches: nel 2013 il 5% in meno, circa 500 milioni di euro; l'anno dopo il 20%: 2 miliardi. Ce ne sarà per tutti: per chi possiede la casa in cui abita, per chi dà in affitto il proprio immobile, per chi fa lavori di ristrutturazione, e infine per gli stessi inquilini. Ma procediamo con ordine.

I proprietari di prime case. Oltre al ritorno dell'Irpef sulla prima casa a partire dai redditi 2013 e 2014, i proprietari subiranno tagli alle agevolazioni, a cominciare da quelle fiscali per l'acquisto della prima casa. Ma sarà ridotta anche la detrazione Irpef per gli interessi passivi sui mutui prima casa (19% su un tetto massimo di spesa di 4 mila euro annui). Limitata infine la detrazione Irpef per le provvigioni pagate ai mediatori immobiliari per l'acquisto dell'abitazione principale (19% su un importo massimo di mille euro annui).

I proprietari che affittano l'immobile. Qui è a rischio la novità fiscale del 2011, ovvero la cedolare secca sugli affitti che, da quest'anno, prevede un'imposta unica del 21% sugli affitti relativi a contratti di locazione di immobili ad uso abitativo (19% per i contratti agevolati che prevedono un affitto inferiore a quello di mercato). Ebbene, con il taglio alle agevolazioni, la cedolare salirà a regime dal 21 al 25,2 per cento. Immediata la richiesta di chiarimenti di Confedilizia, secondo cui a questo punto rischiano di cambiare di nuovo le convenienze fiscali dei proprietari. A rischio anche la deduzione forfetaria del 15% sui redditi da locazione che viene riconosciuta ai proprietari a fronte dei costi sostenuti per l'immobile (manutenzione, imposte, ecc.) e l'ulteriore deduzione del 30% ai proprietari che affittano con canone concordato.
I proprietari che fanno lavori in casa. Qui entra in gioco il ricorso agli sconti Irpef sulle ristrutturazioni e sui lavori di risparmio energetico. Due misure particolarmente amate dagli italiane e che vengono di solito rinnovate di anno in anno. Ebbene, il bonus del 36% sui lavori di recupero edilizio si ridurrà al 28,8, mentre quello del 55% su interventi mirati al risparmio energetico calerà al 44 per cento.

Gli inquilini. Anche le detrazioni fiscali previste per gli inquilini a sostegno del costo dell'affitto di casa saranno investite dal taglio del 5% nel 2013 e del 20% nel 2014. Si va dalla detrazione di 300 e 150 euro per l'affitto dell'abitazione principale, alla detrazione triennale di 991,60 euro per i giovani inquilini tra i 20 e i 30 anni, per passare, poi, ai 495,80 euro e ai 247,90 euro per i contribuenti intestatari di contratti con affitto concordato. A rischio anche le detrazioni per i lavoratori dipendenti che abbiano trasferito la residenza nel comune di lavoro (991,60 e 495,80 euro per i primi tre anni).
(25 luglio 2011)
www.repubblica.it/economia/2011/07/25/news/stangata_casa-19569055/#comme...
angelico
00martedì 2 agosto 2011 00:48
I sindaci in prima linea nella corsa ai rincari

di Andrea Curiat, Eleonora Della Ratta e Serena Riselli
Cronologia articolo1 agosto 2011Commenti (2)
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Argomenti: Città e comuni | Annamaria Cancellieri | Virginio Merola | Filippo Mancuso | Francesco Miceli | Giuseppe Genco | Umbria | Mauro Baccega | Roma (squadra)




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Agosto difficile per i comuni italiani che, dopo i tagli previsti dalla manovra, in molti casi hanno dovuto aumentare le tariffe di imposte e servizi.
A Milano si prospetta l'introduzione dell'addizionale Irpef allo 0,2%, con esenzione fino a 33.500 euro di reddito lordo, e l'aumento da settembre del biglietto del trasporto locale da 1 euro a 1,50 (abbonamenti invariati). Il rincaro è già in vigore a Genova (con un aumento di 0,30 centesimi a 1,5 euro).

Per quest'anno, invece, le tariffe del capoluogo ligure sono rimaste le stesse, come spiega Francesco Miceli, assessore al Bilancio: «Quest'anno non ci sono stati aumenti e anche per il 2012 la nostra intenzione è di non toccare nulla e non alzare le tariffe, ma dopo i tagli apportati in questa manovra e l'inasprimento del patto di stabilità, non sappiamo se riusciremo a reggere il passo». Diversi gli aumenti ad Ancona, dove la Tarsu è aumentata dell'1,9%, verrà introdotta la tassa di soggiorno ed è stato deliberato un aumento medio del 10% su servizi comunali, mense, asili e impianti sportivi.
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Il 2011 è stato l'anno degli aumenti per i cittadini di Bologna, che hanno visto rincarare tutto, dai biglietti dell'autobus alle rette per gli asili. Già sotto la guida del commissario straordinario Annamaria Cancellieri era stato deliberato un incremento della Tarsu pari al 5% e nuove tariffe per il trasporto pubblico: da inizio anno il costo per una corsa urbana è passato da 1 euro a 1,20. Non è andata meglio agli automobilisti: per parcheggiare sulle strisce blu nel centro storico, per esempio, ci vogliono 1,80 euro, contro 1,50 del 2010. Dopo i nuovi provvedimenti del sindaco Virginio Merola, cambiano anche le rette degli asili: nessuna tassa di iscrizione, ma un costo più alto, in media, di 83 euro a partire da settembre. Le rette delle materne sono state rimodulate a Firenze, con maggiori sanzioni per chi evade e riduzioni per le famiglie numerose, così come a Bari dove il costo è pari all'1% dell'Isee e l'aumento dei ticket mensa pesa su chi ha un reddito Isee superiore ai 6mila euro (si va da 1,65 a 1,80 euro a buono).
Punta sui turisti Firenze che, sull'esempio di Roma, ha introdotto la tassa di soggiorno a partire dal 1° luglio scorso: per il 2011 il Comune ha previsto 10 milioni di entrate, che a regime arriveranno a 19 milioni.
E l'amministrazione di Venezia ha introdotto per la prima volta nel 2011 addizionale sull'Irpef, imposta di soggiorno, canone d'uso degli approdi pubblici; ma ha anche rivisto la tariffa di igiene ambientale, con incrementi compresi tra il 20 e il 30%, e il sistema di assistenza tutelare a domicilio, prevedendo la compartecipazione degli utenti alle spese. Il canone degli scarichi reflui è aumentato inoltre dell'80% e ulteriori rincari sono stati previsti per i trasporti pubblici, il Cosap e gli impianti sportivi. Il Comune di Torino, invece, ha alzato dell'1,5% il canone sulle iniziative pubblicitarie e dell'1% la Tarsu; per il 2012 è probabile l'introduzione di un'imposta di soggiorno e il rincaro dei biglietti dei mezzi pubblici. È già allo studio una revisione del sistema tariffario per mense scolastiche e scuole materne da applicare nell'anno scolastico 2012-2013.
In molti casi, i rincari sono legati a contingenze specifiche: l'aumento dal 2012 dei biglietti dell'Atac da 1 a 1,50 euro, a Roma, è contestuale all'ampliamento del servizio con l'inaugurazione della nuova linea metropolitana. Sempre nella capitale, il rincaro dell'addizionale Irpef dallo 0,5% allo 0,9% nel 2011 è destinato a risanare il debito pregresso: l'incasso sarà interamente devoluto allo Stato. Similmente, l'incremento del 12% della Tia (tariffa di igiene ambientale) romana è dovuto per il 10% alla reintroduzione dell'Iva con legge nazionale.
L'aumento del 5% della Tarsu a Napoli è dovuto all'emergenza rifiuti e alla peculiare divisione della tassa tra Comune e Provincia; così, è stata la Provincia a segnalare un aumento dei costi del 13% e a innalzare la quota di Tarsu di propria spettanza, mentre il Comune ha impugnato questa decisione ritenendola illegittima, anche a causa di elementi di retroattività.
Anche là dove non è previsto alcun aumento entro fine anno, le amministrazioni locali stanno pensando a come sopperire ai tagli: «Per quest'anno non abbiamo aumentato né tasse né tariffe - spiega Giuseppe Genco, assessore al bilancio del Comune di Palermo -, ma con i notevoli tagli agli enti locali dovremmo sopperire in qualche modo». Gli fa eco Filippo Mancuso, assessore al Bilancio del comune di Catanzaro: «Con i nuovi tagli ai comuni, probabilmente qualcosa aumenterà il prossimo anno: forse le addizionali e la tariffa della Tarsu». Secondo Mauro Baccega, assessore ai Servizi finanziari del Comune di Aosta, invece, «vista la congiuntura economica delle famiglie non ritengo si possa procedere ad alcun aumento».
Infine, dal Comune di Perugia spiegano così i rincari del 2011 e quelli, probabili, del 2012: «Le misure introdotte dalla manovra finanziaria e dalla legge di stabilità hanno comportato pesanti riduzioni dei trasferimenti statali, ai quali si devono aggiungere i "tagli indiretti" derivanti dalla riduzione dei trasferimenti statali alla Regione Umbria. Ciò che è sicuro è che in ogni futuro intervento terremo conto della protezione delle fasce sociali più deboli»


www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-07-31/sindaci-prima-linea-corsa-193142.shtml?uuid=...
rossijack
00martedì 2 agosto 2011 10:02
I nostri gia' esigui stipendi non sanno piu' dove allargarsi,tira di qua,tira di la',ormai tutto e' sulle spalle degli impoveriti e dei poveri,a ricchi e benestanti non e' che tocchi molto il rincaro dei biglietti dei mezzi di trasporto o della Tarsu...l'Ici andava abolita solo per le fasce deboli e sulla prima casa,i comuni non hanno soldi per manutenzione scuole o strade.A Napoli e' un disastro,strade he sembrano colabrodi,tutte dissestate,chi va con un mezzo a due ruote rischia la vita!I trasporti sono stati tagliati in maniera drastica,De Magistris sta cercando di mettere riparo,per quanto puo',a questi problemi.
Non avevo letto l'articolo in cui Berlusconi dice che la crisi c'e' ma gli italiani economicamente stanno bene:lui sicuramente, che ha aumentato le sue entrate,i suoi amici ricchi che in momenti del genere comprano immobili a buon prezzo che poi si rivaluteranno,i generi di lusso non hanno subito scossoni o perdite,e' indicativo!Per Berlusconi vale la poesia di Trilussa sulla statististica:"la statistica e' quella scienza per cui se tu mangi un pollo ed io nessuno,ne abbiamo mangiato uno per uno!"(tradotta dal romanesco).
angelico
00martedì 2 agosto 2011 10:24
ma ricordare che de magistris e ancora eurodeputato....quindi prende due stipendi!


sara ricco anche lui?....


e fassino?...e ancora parlamentare.....2 stipendi!

fin quando nn si mettera mano anche ai doppi incarichi, l italia e finita!

e gia default!



angelico
00martedì 2 agosto 2011 10:26
Re:
rossijack, 02/08/2011 10.02:

Per Berlusconi vale la poesia di Trilussa sulla statististica:"la statistica e' quella scienza per cui se tu mangi un pollo ed io nessuno,ne abbiamo mangiato uno per uno!"(tradotta dal romanesco).




statististica: è la statistica di sti ca....i ?


semmai mezzo pollo per uno.....usando la media!
rossijack
00martedì 2 agosto 2011 10:45
Re: Re:
angelico, 02/08/2011 10.26:




statististica: è la statistica di sti ca....i ?


semmai mezzo pollo per uno.....usando la media!








Pardon,e' due polli,ed io nesssuno,ne avemo mangiato uno per uno!
Come sei preciso,ti propongo come sostituto di Tremonti!
angelico
00martedì 2 agosto 2011 14:46
Re: Re: Re:
rossijack, 02/08/2011 10.45:








Pardon,e' due polli,ed io nesssuno,ne avemo mangiato uno per uno!
Come sei preciso,ti propongo come sostituto di Tremonti!




se 3monti(3mendi) e preciso....allora io posso fare il chirurgo!

angelico
00sabato 6 agosto 2011 15:37
riaprono le camere per la crisi:

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