107°Capitolo
Guardo le lacrime scendere sul mio volto riflesso nello specchio, che rotolano in basso disperdendosi, qualcuna, sul collier la cui luce è decisamente sfarzosa. Alzo una mano per toccare il preziosissimo oggetto, come per accertarmi che esso sia reale e mentre ne provo la duttile consistenza, mi dico che un gioiello del genere, al di fuori di questo contesto, non potrò mai indossarlo e che non è certo prudente tenerlo in casa e ancor meno, portarselo dietro, in viaggio.
Mi chiedo, quanti di questi costosi monili abbia regalato alle donne con cui ha avuto una relazione e, se l’abbia fatto nel momento in cui essa stava per concludersi, se non nelle intenzioni, almeno per la ineluttabilità degli eventi.
Da quello che ho potuto percepire in questi pochi giorni di frequentazione più assidua, è che Michael di relazioni, ne abbia avute molte più di quanto si creda, si supponga e si ritenga. E’ troppo bravo e conosce perfettamente tutti i trucchi del mestiere, in fatto di donne.
Gli piace flirtare, cosa che anche a noi piace moltissimo perché ci stuzzica e ci fa abbassare le difese.
Dà un’importanza assoluta ai preliminari che sono, per noi, l’anticamera della piena soddisfazione.
Si adopera per far durare l’atto sessuale vero e proprio tanto a lungo da farti raggiungere, quasi sempre, l’apice del piacere in maniera strepitosa.
Conosce perfettamente tutte le nostre zone erogene, comprese le più nascoste e capisce al volo cosa faccia più piacere, alla sua partner. Un talento siffatto, che si assomma agli altri già conosciuti in tutto il mondo, non può essere solo frutto di un’innata predisposizione verso il sesso ma, anche di molta, molta esperienza.
Indubbiamente, per lui, data la sua enorme ricchezza, regalare questi gingilli è routine ma, per me, riceverli, acquista un altro significato. E’ vero, Michael mi ha detto che gli piace fare regali a chi ama ma, il nocciolo della questione è sempre quello, di che genere è il suo amore per me? Mentre io so perfettamente che il mio, per lui, è totale, esclusivo ed unico, non sono altrettanto sicura del suo, che percepisco più come legato al momento, seppur travolgente e coinvolgente. Credo che lui sia soprattutto innamorato dell’idea che io sia innamorata di lui perdutamente e che ami il fatto che io lo ami in questo modo esclusivo.
In fondo, fino ad ora non ha mai dato risposte certe e definitive a tutti i miei dubbi e né si è mai impegnato in promesse di alcun genere se non, che lui farà il possibile per continuare questa storia.
La cosa più tragica è che io, nonostante tutte queste considerazioni, se solo sfioro l’idea che la nostra strana quanto segreta relazione, non dovesse avere un seguito, sto male da morire e che sono disposta, per far sì che questo non avvenga, ad accettare qualsiasi cosa, anche un amore part-time, mio malgrado, pur sapendo che le sofferenze non mi saranno risparmiate. Potrei andare avanti all’infinito in queste elucubrazioni, arrivando sempre alla stessa, identica conclusione, quindi, scuoto la testa rivolgendomi, attraverso lo specchio, uno sguardo di rimprovero per non essere capace di fare nient’altro e dopo aver preso aria un paio di volte, mi asciugo le lacrime e esco dal bagno, convinta di trovare Michael ad attendermi.
Quello che mi si presenta è, invece, una stanza, deserta. Provo a chiamarlo un paio di volte e non ricevendo alcuna risposta penso che possa essere al piano superiore e faccio qualche gradino della scala che conduce sopra, per dare un’occhiata, ma di lui neppura l’ombra, allora penso che possa essere nell’altro bagno e, non trovando opportuno andarlo a disturbare, torno sui miei passi e mi siedo di lato al camino per fumarmi una sigaretta, nell’attesa che lui ritorni. Mi guardo in giro per cercare di imprimere nella memoria questa camera che costituirà nei miei ricordi, una parte imprescindibile e trovo che mi piace tutto di quello che c’è qua dentro. L’arredamento, gli oggetti, il disordine con cui sono accatastati i cd e i video, i tappeti, i quadri e le fotografie, anche se non ce n’è nessuna che ritragga lui. Ci sono foto di persone che non conosco, tranne qualcuna, e molte foto di bambini, che Michael ama con tutto il suo cuore. Guardando questi visi belli ed innocenti penso che la straordinarietà di quest’uomo sia nella sua capacità di capire ed interagire con i più piccoli, perché dotato di una sensibilità, non rara, ma unica.
Quando penso a questo suo aspetto, che invece per la maggior parte dei benpensanti è frutto di chissà quali perversità, mi intenerisco e, riesco anche a darmi delle risposte ma, Michael non è solo questo, anche se ciò costituisce la sua prerogativa più affascinante e fantastica ed io, che viaggio raso terra, a differenza sua che invece percorre questo mondo elevandosi di molte metri rispetto alla nostra mediocre umanità, non riesco a prescindere anche da tutto il resto.
I miei pensieri vanno come il fumo della sigaretta a cui do un‘ultima tirata e, di Michael, ancora nessuna traccia. Non so se cominciare a preoccuparmi, e allora ricomincio la mia esplorazione alla sua ricerca. Per prima cosa apro la grande cabina armadio, per vedere se, per qualche strano motivo possa essere là dentro e tranne che per un numero infinito di giacche, pantaloni, camicie, t-shirt, pullover, abiti, scarpe e stivali, il tutto disposto in un ordine al limite del maniacale, non c’è altro. Allora mi risolvo a salire al piano superiore dove troneggia un letto king-size, pieno di cuscini e al lato di esso un comò di legno scuro di bellissima foggia, con altre foto incorniciate sul ripiano. Provo a chiamarlo di nuovo e poi un po’ titubante busso molto discretamente alla porta del bagno, dicendo piano:
“Michael sei lì?”
Poco dopo, provo un po’ più forte perché penso che la nusica, che non ha mai smesso di suonare, sovrasti la mia voce, ma non arriva nessuna risposta. Sono sorpresa e sconcertata per questa inspiegabile sparizione, poi penso che magari è uscito dalla camera e improvvisamente mi rendo conto che la porta è chiusa, che non conosco la combinazione per aprirla e che sto cominciando ad agitarmi un tantino, ma penso che comunque prima o poi dovrà rientrare o farsi vivo in qualche modo, per cui scendo di nuovo giù e mi siedo nuovamente, questa volta davanti al tavolino basso, dove ancora troneggia la scatola rossa della Guerlaine.
Così, un po’ per ammazzare il tempo e per non permettermi di agitarmi maggiormente tiro fuori qualche confezione a caso e prendo una bottiglia di bagnoschiuma. La apro e ne annuso il profumo e mi immagino l’effetto della sua schiuma morbida e profumata sulla mia pelle e, mi dico che, è arrivato il momento di andarmi a fare quella benedetta doccia anche senza Michael. D’altronde, l’ho aspettato abbastanza!
Quindi, mi alzo, mi guardo intorno per vedere dove sia andata a finire la busta con la mia roba dentro e dopo averla trovata, ci infilo il bagnoschiuma, la crema per il corpo e il talco e riapro la porta del bagno, fermandomi un attimo nell’anti-bagno dove c’è un armadio che, probabilmente contiene la biancheria pulita. Rifletto un istante se aprirlo o meno e alla fine mi decido a non farlo perché di asciugamani puliti, nel bagno stesso, ce ne sono a volontà, perciò proseguo, afferro un accappatoio al volo e dopo aver posato il tutto su una bellissima poltroncina Regency, mi spoglio, ed apro una metà della porta di cristallo che isola l’ambiente destinato alla doccia, posto sulla parete in fondo.
Ora, non che io pensassi di trovare una doccia 60x60, ma di certo nemmeno quello che scopro entrando perché solo questa zona, è ancor più grande di tutto il bagno padronale di casa mia che è già decisamente superiore agli standard normali, ed è davvero bellissima.
I tre lati sono percorsi da una seduta di legno scuro e varie nicchie decorate; alcune, usate come ripiani d’appoggio per bellissime e rigogliose piante discendenti. Sul pavimento ci sono dei piccoli bocchettoni, incastonati, che somigliano a dei fiori, da cui presumibilmente esce l’acqua e altrettanti bocchettoni, dello stesso tipo, ma solo un po’ più grandi, sono posizionati tutti intorno al di sopra della seduta di marmo e al di sotto di essa. Sul soffitto al centro, sporge la doccia vera e propria a forma ellittica, enorme, il cui getto può coprire tranquillamente almeno tre persone, insieme a luci, incastonate tutto intorno.
Un po’ preoccupata, perché già so che la mia ricerca è vana, mi guardo intorno per scoprire se esista qualcosa, tipo un rubinetto, qualche manopola o miscelatore, che possa mettere in funzione tutto ciò, ma, ovviamente, non esiste nulla del genere e l’unica cosa che riesco a trovare è una centralina, abbastanza complessa che io non oso toccare, per paura di combinare qualche guaio.
Mi viene da ridere al pensiero che sembra più un auto lavaggio, piuttosto che una doccia, ma poi torno seria pensando che, se non arriva Michael, non potrò approfittare di questo meraviglioso angolo dispensatore d’acqua.
Mi dico però che non tutto è perduto e dato che lavarmi è divenuta una necessità impellente, mi decido ad uscire per andarmi a preparare un bel bagno caldo nell’altrettanta bellissima e grande vasca idromassaggio che si trova dall’altra parte della stanza.
In fondo, doccia o vasca non credo che per Michael possa costituire un problema, ammesso che si faccia vivo.
Per fortuna, farsi il bagno è senz’altro meno complicato, essendo la vasca dotata anche di normali rubinetti che apro per far scorrere l’acqua sopra ad un’abbondantissima dose di bagnoschiuma. Il profumo che proviene dall’acqua insaponata è delizioso e inebriante e senza aspettare che essa venga riempita completamente, mi immergo provando un sottile piacere sprofondando fino a tener fuori solo il naso e gli occhi che chiudo per assaporare meglio questo momento di benessere, continuando a far scorrere l’acqua.
Riapro gli occhi solo quando mi accorgo di non sentire più alcun rumore e prima di rendermi conto che il rubinetto è stato chiuso, vedo Michael in piedi che mi guarda sorridendo, semi-nudo, coperto solo da un asciugamano bianco intorno alla vita.
Apro la bocca con un’espressione sorpresa e ammirata, perché così è bellissimo, e solo dopo un po’ chiedo:
“Ma……..quando sei arrivato?.........E soprattutto, dov’eri finito?”
Gli viene da ridere, prima di rispondere:
“Qui, non mi sono mai mosso…….”
“Sì, ok, va bene…….Hai sempre voglia di scherzare……..Ma qui dove? Se ti ho cercato ovunque e ti ho anche chiamato più di una volta………”
“Ero qui, come ti ho detto, sei tu che non mi hai visto……..Ma………che fai, hai intenzione di farmi un po’ di posto o devo restare qua fuori al freddo?”
Dopo avergli lanciato un altro sguardo del tipo:
‘ok, mi stai prendendo in giro, lo so, ma farò finta di crederci’, mi sposto un po’ per permettergli di entrare e dopo essersi liberato rapidamente dell’asciugamano si immerge anche lui completamente al di sotto della coltre schiumosa, sparendo, nuovamente dalla mia vista. Resta immerso qualche secondo e poi rincompare tutto coperto di schiuma, persino sui capelli e a me viene da ridere perché lo trovo un po’ buffo ma anche molto, molto tenero quindi, non potendo trattenermi gli dico:
“Se solo potessi farti una fotografia così………pieno di sapone……….”
Sorride prima di chiedermi:
“E che ci faresti?”
“La terrei sempre con me, per guardarla ogni tanto e per ricordarmi questo momento.”
“Oh, se per questo di foto, ne puoi avere quante ne vuoi……”
“Ma io non voglio quelle ufficiali, dove tu sei in posa e tremendamente super-figo…….”
Fa una bella risata e dandomi un pizzicotto, replica:
“Ehi, che vuoi dire che così non sono abbastanza figo?”
“Ma no, tu sei sempre figo, ma così sei anche molto…….come dire, naturale…….e……bellissimo…….”
Solita espressione di compiaciuto imbarazzo accompagnata da una carezza sulla mia gamba e da uno sguardo intenso, prima di sussurrare:
“Tu invece sei bellissima…………Tutta nuda, solo con quella collana addosso, tremendamente sexi………….”
Istintivamente mi porto una mano al collo, accorgendomi di non essermi tolta il collier e con forte imbarazzo, cerco di giustificarmi:
“Oh cavolo, non mi sono ricordata di toglierla……..Aspetta lo faccio subito…….”
Ma lui, sporgendosi in avanti, mi blocca la mano per dirmi:
“No, ferma. Non la devi togliere, mi piaci così. Io adoro quando una donna indossa gioielli………”
“Davvero? Ecco allora perché ti piace fare questi regali…….Immagino che tu intenda dire che ti piace vederli indossare in situazioni particolari…….come questa, ad esempio……….In cui sono rivestita da....questo.”
Si limita ad annuire, tenendo sempre i suoi occhi fissi su di me e dolcemente, mi afferra un piede, per cominciare a massaggiarlo lentamente, posando ogni tanto delicati baci sulle dita.
Le sue mani sono fantastiche e io, che in un primo momento mi ero un po’ irrigidita perché avrei voluto approfondire il discorso dei gioielli indossati da donne nude, mi sciolgo totalmente, trovando questo suo inaspettato approccio, piacevolissimo e rilassante e decido di rimandare ad un altro momento altre domande.
Socchiudo gli occhi, mentre le sue mani, ora, con tocchi leggeri sono passate a massaggiarmi le caviglie per, poi, mano a mano salire sempre più su, e dopo un po' lo sento esclamare:
“Hai dei piedi e delle gambe, bellissime. Le tue gambe mi hanno colpito fin dalla prima volta che ti ho vista………..”
Si ferma per baciarle e poi tra un bacio e l’altro prosegue:
“………Così, lunghe, ben fatte, proporzionate………Dovresti portare sempre le gonne……..E’ un delitto, nasconderle sotto i pantaloni…….Sono così eccitanti…….”
Il tono della sua voce è così basso e caldo e le sue carezze così cariche di sensualità che la sensazione di relax a cui pensavo di abbandonarmi, si sta dissolvendo per lasciare il posto ad un eccitante languore che si manifesta attraverso, quella solita colonia di formichine che ricominciano a percorrere la mia schiena alacremente.
Dopo aver aperto le mie gambe ed essersi seduto tra di esse, le sue mani salgono fino all’interno delle mie cosce che continua ad accarezzare lievemente, facendomi desiderare di sentirle anche altrove. So di avere un’espressione estasiata e anche Michael lo nota poiché mi dice:
“Adoro quando ti vedo così………abbandonata……..Ti piace vero?”
“Sì, moltissimo…………..”
“Ti piace come ti accarezzo?”
“Mi piace da morire……….Vorrei che non smettessi mai……….Michael,………sei fantastico…………”
Ora le sue mani sono vicinissime al mio inguine e la mia eccitazione è tangibile ma, lui, non cambia il suo lento incedere e quando finalmente le sue dita sfiorano la parte più nascosta e sensibile della mia femminilità, il brivido che mi percorre è così intenso che poggio i miei piedi sopra le sue cosce, gemendo.
Le sue carezze si fanno più veloci e sento che continua a parlarmi ma il mio stordimento è tale che non riesco a comprendere nulla a parte il suono della sua voce che sembra arrivare da lontano. Poi, mi penetra con le dita dell’altra mano, simulando l’atto sessuale e stimolando con ritmo crescente la parte superiore, dove risiede il punto 'G'. I miei gemiti non sono più intermittenti ma continui poiché il livello di eccitazione è tale che mi sembra di fluttuare su una nuvola, fino a che Michael, ancora una volta, riesce a farmi sussultare e gridare per l’esplosione incontenibile del mio piacere, intensissimo, lunghissimo e stupefacente.
Ancora in uno stato di semi-incoscienza, riesco solo a percepire il suo corpo sopra di me e i suoi baci, dolci, teneri e caldi, su tutto il mio viso e le sue mani, che mi stanno accarezzando, lievi.
E’ faticoso ritornare dal deliquio appena provato e ancora non riesco ad aprire gli occhi, mentre finalmente, lo abbraccio per dirgli:
“Michael……….Ti amo da impazzire……….E……questa cosa……..è stata……..è stata meravigliosa………….”
Mi abbraccia anche lui e sussurra:
“Tu sei stata meravigliosa………..Ed io sono felice che per te sia stato così bello……….Avevi un’espressione…………..mioddio……….Però adesso apri i tuoi bellissimi occhi, che voglio guardarli………”
Gli do retta, lo fisso intensamente e lui mi dice:
“Lo sai che i tuoi occhi sono magnifici dopo che hai fatto l’amore? Sembrano liquidi e io mi ci perdo………….”
Dopo averlo baciato con dolcezza, mormoro:
“Grazie, amore mio.”
“Perché mi ringrazi?”
“Per la felicità che mi hai fatto provare. Per essere quello che sei. Per avermi permesso di conoscerti e di amarti. Per avermi dato il tuo amore. Grazie per tutta la magia che ho vissuto con te. Sono così fortunata Michael per questo, che non posso non ringraziarti…………..”
“Tesoro mio, ma anch’io devo esserti grato per tutte le emozioni che ho provato e che provo con te. Per il tuo amore, per la tua passione, per la tua femminilità che io adoro……..Davvero……..Io ti adoro e vorrei che tu restassi sempre al mio fianco……………..Non sopporto l’idea che tu non ci sia…….Io ho bisogno di te……….Non solo adesso, ma per sempre………”
Se solo potesse vedere quanto le sue parole mi stanno dilaniando l’anima perché se, il suo volermi accanto a sé, per sempre, è una necessità, per me è la ragione della mia stessa vita. Potrei chiedere altro che questo? No, in nessun momento e allora a bassa voce gli dico:
“Mike, tu non sai quanto lo vorrei io………Da domani in poi, vivrò solo per questo, continuando ad amarti, sempre………ogni istante della mia vita e finché avrò vita…….E conterò, i giorni, le ore e i minuti fino a che non sarò di nuovo vicino a te……….Amore mio……….”
Si accorge dalla mia voce che sto di nuovo per piangere e schioccandomi un bacione sulla guancia, mi dice.
“Tesoro, dai, usciamo che l’acqua è fredda e tu sei gelata………”
Sospiro prima di replicare:
“Sì hai ragione, ma tu invece sei caldo……ma come fai a essere sempre così bollente………”
Mi guarda sornione mentre accenna ad un sorrisino ironico alzando il sopracciglio prima di rispondere:
“Ragazza, te lo devo proprio spiegare?”
Gli viene da ridere mentre con una scatto è già in piedi e prima di uscire dalla vasca esclama:
“Oh, oh, qui per terra c’è un lago………Stai attenta, e metti i piedi sul tappeto, altrimenti potresti scivolare……..”
Ed io, come se poco prima non fosse successo niente, mentre mi tiro su, con aria stupita chiedo:
“Come un lago?”
Fa una bella risata, mentre si avvolge in un grande telo da bagno, prima di sottolineare:
“Lo dovrei io chiedere a te……….Ma forse ne sei del tutto inconsapevole.........Diciamo che ti sei agitata, anzi, ci siamo agitati un pochino………”
E mentre, molto cavallerescamente, mi avvolge in un bellissimo accappatoio bianco, ribatto:
“Ah no eh. Non dare la colpa a me. Hai fatto tutto tu…….Io volevo fare solo un bel bagno caldo e profumato……….”
Mi aiuta ad uscire e come poso i piedi sul tappeto, anch’esso fradicio, mi attira a sé ed esclama:
“Non mi sembra che quello che è successo, ti sia così dispiaciuto……..O sbaglio?”
“No, non sbagli…………..Anzi, a pensarci bene, il solo bagno sarebbe stato un po’ troppo noioso………….”
Sorride prima di aggiungere:
“Ecco, vedi, era proprio quello che ho pensato io. Noi ci intendiamo perfettamente, tesoro mio ed io ti amo così tanto!”
[Modificato da malabi 20/11/2013 01:16]