The_Moonwalker, 30/06/2010 14.31:
Buddista!
Edit: Comunque secondo me fai male ad agire così..
Credo che una delle cose belle della vita sia proprio godere al massimo di quei momenti di felicità, che appreziamo forse anche più del dovuto, poiché intervallano i momenti tristi o tediosi.
Privarsene in questo modo porta solo a crearsi un'esistenza piatta, in cui l'apparente serenità, in quanto continua, può portare a desiderare qualcosa di più grande, che però
non vorrai ottenere, perché sei sicuro del fatto che il "salto" da quel qualcosa di più grande alla serenità di prima sarà deprimente..
E quindi vivi di continuo in quel vortice di serenità-noia.
E' diciamo una sorta di compromesso tra il massimo ed il minimo. E' vero che i momenti di felicità sono i più belli, ma purtroppo le emozioni più forti sono di brevissime durata...persino nel sesso. Essendo quel momento il più bello ti comporterà nostalgia quando lo metterai a confronto con la vita di tutti i giorni. Praticamente il punto è che il desiderare qualcosa porterà purtroppo a dover soffrire in quanto se ottieni quel qualcosa, poi desidererai qualche altra cosa, ma se non lo ottieni sarai triste per non averlo ottenuto. Io ritengo che il riuscire a prendere con distacco le emozioni sia il metodo migliore per risparmiarsi la sofferenza, ma ovvio che se ci chi ritiene sia un giusto prezzo da pagare allora può continuare così. Comunque io non sono buddhista e, purtroppo, non sono ai livelli del Buddha, ma cerco, nel mio piccolo di seguire il suo pensiero e non attaccarmi troppo alle cose, persone, ad accettare lo stato attuale, ed a prendere, per quanto possibile le emozioni con distacco.
"In senso lato, la bramosia si può intendere come <> sete di diventare altro da ciò che offre l'esperienza attuale. Sotto molti aspetti, è un continuo lottare per un nuovo stato, un nuovo essere, una nuova esperienza. Allo stesso tempo, è anche una lotta per la pienezza e la stabilità, ed è una lotta perennemente vana."
"Il mondo, la cui natura è diventare altro, è votato a diventare, si espone a rischio per diventare; trae godimento solo dal diventare, eppure ciò da cui trae godimento genera paura, e ciò di cui ha paura è la sofferenza." Nanamoli
"il monaco non concepisce nella propria mente nè desidera, allo scopo di attuarlo, alcuno stato mentale o fisico, o l'annullamento di uno stato del genere. Così, non desiderando alcunchè di mondano, egli non rincorre nulla; e, non rincorrendo nulla, non è irrequieto; si trova perciò in uno stato di assoluta calma interiore."
Praticamente questa è la risposta alle domande "perchè soffriamo?" "perchè non siamo mai contenti" ecc