Così il servizio di sicurezza lavora al “Project Love”, il nome in codice dato al progetto hollywoodiano più protetto dell’anno – il film di Michael Jackson This is it :
con un miliardo di dollari in ballo, la paranoia è più che comprensibile.
Come lo stesso Randy Phillips, l’amministratore delegato della AEG Live, mette in chiaro in una esclusiva intervista alla rivista Live, “Non c’è stato bisogno di uno scienziato per capire che eravamo seduti su una miniera d’oro. Non solo in termini finanziari ma anche per quel che i filmati mostrano.”
Ma l’aspetto singolare di questa impresa da 1 miliardo di dollari saranno i profitti.
Da morto, Jackson sta per guadagnare centinaia di milioni di dollari – molti di più di quanto avrebbe potuto sognare con i concerti all’O2.
Martedì 30 giugno, appena 5 giorni dopo la morte di Jackson, Randy Phillips si è chiuso in uno studio di editing nel quartier generale dell’AEG, al terzo piano dell’immenso campus LA Live.
Insieme ai tre editor della AEG, ha passato in rassegna i filmati per ore ed ore.
Quel materiale era una bomba.
“Sapevo che alcuni avrebbero elemosinato o addirittura rubato per mettere le mani su quei filmati e pubblicarli su internet. Essi perciò sono stati protetti in stile Fort-Knox sin da quando Michael è scomparso”.
Alcuni giorni dopo Phillips ha invitato nel suo ufficio i rappresentanti dei più importanti studios di Hollywood – Fox, Universal, Sony e Paramount.
Vennero così tutti da me : al momento della proiezione, tutti loro cominciarono a litigare per averli. Impazzirono completamente : volevano averli a tutti i costi”
This is it è una macchina sforna-soldi. Si prospettano guadagni per oltre il miliardo di dollari, ovvero grandissimi profitti per le tre organizzazioni coinvolte : Sony, AEG e il patrimonio di Jackson.
Sembra tutto molto distante dall’idea di un Michael fragile, psicologicamente labile e appannato dai farmaci, come è stato riportato da altri. DiLeo dovrà pur aver avuto qualche sentore della dipendenza del suo amico dai farmaci,
come gli esami tossicologici hanno rivelato.
“No, no” nega il manager. “So che non mi crederai ma Michael divideva la sua vita in compartimenti.
“Il Michael che veniva alle prove non era un drogato. Michael era un professionista. Qualunque cosa potesse avvenire a casa sua cessava di esistere nel momento in cui tornava al lavoro”.
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C]Anche Randy Phillips, che ha assistito a molte delle prove, nega che Jackson abbia mai mostrato qualche accenno a problemi di salute : “Era magro, ma non anoressico. C’erano giorni in cui non provava ma è perché non aveva bisogno di farlo.”
“Quando parlava, era presente e non farfugliava ciò che diceva. Stava bene. Collaborava al meglio con le persone attorno a lui. Era felice.
Non c’erano segnali esterni di uso di farmaci, per quel che io ho potuto vedere. Il Michael che vedrete in quei filmati è in forma, vibrante, vivo”.
Questo articolo offre mille spunti di riflessione, ecco perchè forse risulteranno tante le parti che ho voluto evidenziare, grazie Mercurina per l'impegnativo lavoro di traduzione che hai fatto
In estrema sintesi, vorrei dire che uomini coinvolti in un'operazione di tale valore economico e dalla risonanza mondiale, e così palesemente voraci nel modo di esprimersi come Phillips, li ritengo capaci di mentire senza ritegno e senza scrupoli pur di evitare che emerga un qualunque elemento potenzialmente rischioso per quella macchina da soldi di cui si sente al volante.
Gli esami autoptici hanno rivelato la presenza di numerose sostanze farmacologiche nel corpo del povero Michael e le stesse dichiarazioni di quell'assassino di Murray indicano l'assunzione dello stesso propofol e di altri farmaci almeno nelle 6 settimane precedenti la sua morte.
Dare credibilità a questi avvoltoi quando affermano di non aver MAI avuto la benchè minima impressione che Michael potesse essere sotto l'effetto di qualche medicinale equivale a spegnere il proprio cervello e credere alla fiaba che ci raccontano per liberare il loro progetto da ogni possibile parvenza negativa.
E' un turn-off che alcune persone che amano Michael fanno ed una fiaba alla quale vogliono credere perchè, per lo smisurato amore che provano, rifiutano un'idea diversa da un Michael in strepitosa, eccezionale, stupefacente forma.
Se fosse stato così, Michael non avrebbe avuto bisogno di tutte quelle medicine confermate dagli esami autoptici.
Se per forma intendiamo la sua capacità di strabiliare ancora con la sua voce divina e di far sciogliere i ghiacciai al minimo accenno di movimento del suo corpo, allora si, Michael era in una forma straordinaria anche nei mesi di preparazione di questo tour.
Se però pensiamo a come stava reagendo il suo fisico e la sua psiche a questo superlavoro, Michael non stava bene e se solo uno di questi personaggi avesse visto nei suoi occhi non il colore dei soldi, ma il calore della sua anima, quella che vede ognuno di noi pronto a dare chissà cosa per riportarlo indietro, lo avrebbe protetto anche da sè stesso e gli avrebbe salvato la vita.