l'arte, come il pensiero, Pasquale, segue i corsi e ricorsi delle epoche -il tempo è qualcosa di troppo nobile per scomodare qui il sostantivo che pretenderebbe di definirlo...- ricorsi nei quali, a volte volente a volte nolente, l'uomo suddivide o si accorge di aver di fatto suddiviso il proprio malfermo incedere.
Da Monteverdi a Cage, Berg e Shoemberg c'è un arco che pare immenso; in poesia accade la stessa cosa e Luigi, che è un fine conoscitore dell'arte, potrebbe fornirci ulteriori casi in proposito -pittura in primis, credo.
Non si può chiedere a molti appartenenti al genere umano di riconoscere comunque la Bellezza senza smarrirsi; è un dato di fatto. Ma la Bellezza c'è e c'è sempre stata, è intatta.
Già il Dono di aver chiaro questo fatto, pur senza sapervi completamente aderire, è qualcosa che chiama i fortunati -o gli eletti?...- a una grande e faticosa responsabilità.
La chiudo qui; sono emozionato.
n.
Ciò che ci è dato comprendere consolida dal profondo l'edificio della meraviglia costantemente ampliato dall'estendersi del rimanente.
P.S. ho scelto di pensare: uso Linux. Non mi troverai né su Facebook né su Twitter...