Credo che da nessun altro luogo dell'ingegno possa emergere la profonda e antica natura dell'uomo come accade in Poesia; ovvero il coraggio della nostra specie di misurarsi con l'universo e l'immane mole dei significanti attraverso un codice -la parola- che pur essendo in continua espansione rimane esiguo, fragile, mai univoco né efficiente, di fronte alla sfida impari.
Non abbiamo né troppe parole né troppe forme -quindi virtualmente non possiamo essere "involuti". È vero, casomai, il contrario. E sorrido quando sento parlare di termini o stilemi desueti, di arcaismi, di scarsa linearità; come se potessimo dichiarare inservibile una parte del cammino compiuto da quando mugugnavamo o poco più sul limitare delle dimore rupestri. La poesia è rarefazione estrema per sua natura, non perché nel comporre si rinuncia "ad arte" a parte dell'armamentario relazionale - la densità non può essere controllata attraverso l'elisione, sarebbe truffaldino... Nello scrivere orientati alla Bellezza può al più ;) capitare di dimostrarsi maldestri -forse anch'io io lo sono...
Rustica è un aggettivo, non un sostantivo; "sulla" è anche su wikipedia ;)
L'andamento insolito e malfermo del ritmo nella chiusa ha una funzione addirittura fisica, meccanica; vorrebbe condurci a un breve respiro -la gioia, la sensualità dell'Estate- reso incerto dall'arrivo dell'Autunno -così come della sera...- sempre più repentino -per via dell'età? Possibile, sì... ;)
Per tutto questo ma non solo per questo ;) di nuovo grazie, Luigi e Antonella. Un grazie sincero, non scontato, per esservi di nuovo mossi tra le mie carabattole :)
In poesia, come in ogni forma alta di relazione, comanda chi ascolta.
Un fraterno abbraccio.
nicola
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[Modificato da k e n s 22/05/2017 17:08]
Ciò che ci è dato comprendere consolida dal profondo l'edificio della meraviglia costantemente ampliato dall'estendersi del rimanente.
P.S. ho scelto di pensare: uso Linux. Non mi troverai né su Facebook né su Twitter...