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14/04/2017 08:40 | |
Quanto è stanco il cielo oggi, Sabrina
lo sento dalle tue parole piegate dentro
un ospedale, appese al bianco
di una sala dove tutto è trasparente
la voce come dentro ad un acquario
le grida ai pesci, nessuno ad ascoltare.
E si sta male in questo mare di pareri
e cure palliative, il corpo che s’abissa
le onde del lenzuolo.
…
Lo squillo a un’ora che non è nostra
.......si è addormentata
con un respiro lento e le tue lacrime
perso ogni riferimento, di colpo
senza nome.
Fai che ti stringo, forte e sempre
e poi t’abbraccio, seduta sui gradini
coi nostri sedicianni in gita, Venezia
che ci aspetta, aprile con le felpe
e l’acqua a benedire.
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15/04/2017 17:16 | |
Lascia senza fiato.
Luminosissimo il contrasto fra la disperazione del qui e ora e la infinita consolazione di quell'allora che nessuno potrà cancellare
susy |
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19/04/2017 11:51 | |
Fai che ti stringo, forte e sempre
e poi t’abbraccio, seduta sui gradini
coi nostri sedicianni in gita, Venezia
che ci aspetta, aprile con le felpe
e l’acqua a benedire.
cosa si può dire di fronte a questo? Fai che vi stringo anch'io .
Marilena
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03/05/2017 13:07 | |
C'è sempre un qualcosa nella tua poesia in generale che, forse per affinità d'animi, mi rende fortemente partecipe di quello che scrivi.
Tutta l'anatomia di un dolore, raccontato con puntuale raccordo con quelle che sono le vie secondo cui il cuore lo elabora, sta in questo brano. E la stanza finale, a lasciare il Buono, dopo tutto, oltre tutto.
Marco |
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04/05/2017 18:06 | |
dolore, amicizia, affetto, tutto è in evidenza in questi versi che lasciano il lettore afflitto come l'autore.
grande pezzo Anna Luiss
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06/05/2017 19:50 | |
un abbraccio Anna |
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15/07/2017 09:15 | |
Grazie a tutti voi, che mi leggete e sostenete con il vostro affetto.
Anna
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21/10/2017 12:32 | |
una poesia intima profonda, a tratti struggente e romantica.
il canto di un'amicizia di un affetto di un abbraccio e di un abbandono.
avete rappresentato al meglio la vs intimità, lo avete fatto con la leggerezza poetica di sempre.
io la rileggo in questo modo:
Lo squillo a un’ora che non è nostra
.......si è addormentata
con un respiro lento e le tue lacrime
perso ogni riferimento, di colpo
senza nome.
Quanto è stanco il cielo oggi, Sabrina
lo sento dalle tue parole piegate dentro
un ospedale, appese al bianco
di una sala dove tutto è trasparente
la voce come dentro ad un acquario
le grida ai pesci, nessuno ad ascoltare.
E si sta male in questo mare di pareri
e cure palliative, il corpo che s’abissa
le onde del lenzuolo.
…
Fai che ti stringo, forte e sempre
e poi t’abbraccio, seduta sui gradini
coi nostri sedicianni in gita, Venezia
che ci aspetta, aprile con le felpe
e l’acqua a benedire.
così ne avverto ancor più forza e intimità
ma è la vs poesia e scusate se mi sono permesso in questo editing personale
complimenti a voi
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21/10/2017 21:48 | |
COME NON ESSERE PIENAMENTE D'ACCORDO CON Chi i ha preceduta!
Bellezza infinita!
jo |
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18/11/2017 00:32 | |
che difficile, scrivere di questo, Anna...
riesci a farlo con grande delicatezza
ti saluto, con un forte abbraccio
donatella |
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13/02/2018 18:40 | |
L'ho letta tante volte passando di qua, Anna cara.
Fa sentire come quei pesci tutta la disperazione del mondo. E resta davvero la visione pura della giovinezza che non passerà mai.
Non potevi raccontarlo meglio di così..
Ti abbraccio anima bella
Nina
Nina
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"A scrivere si fa così: si dorme un pochino. Si resta in attesa con mani perfettamente vuote.
Mariangela Gualtieri |
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18/02/2018 18:11 | |
Grazie a voi tutti,dal profondo...
Interessante l'editing dell'amico Folletto ma la poesia è stata scritta in due momenti: quando ho saputo della malattia e c'era tutta l'angoscia di un futuro drammatico e poi quando è venuta a mancare la mamma di Sabrina...
E' difficile scriverne ma solo con la parola scritta riesco ad esternare ciò che non riesco a dire...
Vi abbraccio,
Anna
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14/03/2018 01:17 | |
In questi fotogrammi di vita, il passato verde di speranza, il presente intenso di realtà, caduca, faticosa, dove sfarina il tempo tra le dita. E il sorriso sereno di una volta, è ora dolore; innamorato, ma spinosissimo.
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